Category: ANNO VII 2017

Festival Fotografico Europeo, in mostra Mario Giacomelli “tra i cento migliori autori al mondo”

Mario Giacomelli è senza dubbio uno dei fotografi italiani più significativi e conosciuti a livello internazionale del Novecento, nato a Senigallia (AN) nel 1925 (muore a Senigallia nel 2000),  inizia a lavorare a 13 anni in una tipografia, nel 1952 compra una macchina fotografica e scatta la sua prima immagine, “L’approdo”, da allora si dedica alla creazione delle sue intense serie fotografiche.

Mario Giacomelli. Foto: M. Martino

Nel 1963, John Szarkowski, direttore del Dipartimento di fotografia del MoMA di New York, consacra il fotografo marchigiano Giacomelli “tra i cento migliori autori al mondo”.

In occasione del Festival Fotografico Europeo, ideato e curato dall’Afi-Archivio Fotografico Italiano, il Comune di Legnano, dal 19 marzo al 4 giugno 2017, ospita nelle sale di Palazzo Leone da Perego-MA*GA, la mostra di Mario Giacomelli (1925-2000). 

L’esposizione, curata da Enrica Viganò, raccoglie 101 opere selezionate e ordinate personalmente da Mario Giacomelli nel 1984. Il percorso espositivo comprende, della sua produzione artistica: Mia moglie (1955), La mia modella (1955), Mia madre (1956), Io non ho mani che mi accarezzino il volto (1961-1963), Lourdes (1957), La buona terra (1964-1965), Scanno (1957-1959), Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (1955-1956 / 1981-1983), Caroline Branson da Spoon River (1971-1973), Gabbiani (1981-1984).

Il Festival Fotografico Europeo, giunto alla sua 6a edizione è un evento posto “sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo”, con il patrocinio della Regione Lombardia e delle amministrazioni comunali di Busto Arsizio, Legnano, Varese, Castellanza, Olgiate Olona, Castiglione Olona, Milano-Municipio 6, con il patrocinio della Provincia di Varese, la collaborazione del Museo MA*GA di Gallarate, dell’Istituto Italiano di Fotografia di Milano, dell’ICMA – Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni di Busto Arsizio, e l’apporto tecnologico di EPSON Italia, Maledetti fotografi e con la partecipazione di numerose associazioni, gallerie, scuole e realtà private.

sabrina lupacchini/slup

#LoveMilano. In mostra “gli infiniti volti dell’amore”

Dal 17 marzo fino al 23 luglio 2017 presso il  Museo della Permanente di Milano (via Turati 34), l’arte contemporanea incontra l’amore attraverso la mostra #LoveMilano, curata da Danilo Eccher che, dopo il grandissimo successo riscosso a Roma, porta a Milano, 39 straordinarie opere di alcuni dei più grandi artisti contemporanei per raccontare, sala dopo sala “gli infiniti volti dell’amore e lo fa con un percorso fruibile a più livelli di profondità e lettura, in cui ciascuno ha la possibilità di essere protagonista e di lasciare il proprio segno”.

In esposizione, Yayoi Kusama, Tom Wesselmann, Andy Warhol, Robert Indiana, Gilbert & George, Francesco Vezzoli, Tracey Emin, Marc Quinn,Francesco Clemente, Joana Vasconcelos e altri ancora, il dialogo con le loro opere “sarà intenso, coinvolgente e a volte sorprendente”. Una mostra che “può essere anche solo piacevole e divertente, ma che, come tutti gli amori, è anche una sfida e una scommessa: fare avvicinare all’arte contemporanea i tantissimi che “no, io non la capisco…” Impossibile? Non per “Love!una parola, un’idea, un’esperienza, un’emozione, un’astrazione, una costruzione, a volte, una pura invenzione. “Potrete restare senza parole, ma non nel Love Tunnel, lì sarete voi a dover raccontare la vostra idea di Amore!”.

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sabrina lupacchini/slup

Ritorni, ho visto la pace allo specchio… Spettacolo teatrale di e con Filippo Tognazzo

A vent’anni dalla fine della guerra in Bosnia-Erzegovina, il racconto delle vite di alcuni giovani coraggiosi che tentano di costruire un futuro di convivenza nel loro paese…

Sabato 1 aprile 2017 alle 20.45 – Auditorium “Fonato” via Carlo del Prete 37 Thiene (VI)

“School01”, apre al pubblico la scuolamuseo del quartiere Monteverde di Roma

Sonia Cipollari, dittico girasoli particolare, 2017

Il 25 marzo, School01, la scuolamuseo nel quartiere Monteverde a Roma, apre al pubblico su appuntamento dalle 15.00 alle 19.00. Tre le visite in programma, a distanza di un’ora l’una dall’altra: a fare da guide gli stessi alunni della De Andrè, tra le cui pareti, dal 2014 a oggi, coordinati da Andrea Biavati, hanno realizzato più di sedici tra installazioni e murales.

School01 è un vero e proprio museo tra le aule e i corridoi dell’Istituto Comprensivo di via Fabiola: a ideare, progettare, eseguire, comunicare, valorizzare e mantenere  le opere, tutti i ragazzi delle medie, coralmente. L’innovazione rispetto a modelli analoghi di didattica sperimentale è nello sconfinamento in pratiche extra artistiche: non solo, dunque, si concepiscono e concretizzano i lavori; c’è uno studio approfondito dei materiali, grazie anche alla collaborazione di uno specialista del British Museum, tenuto a selezionare i più idonei; ogni Wall si documenta e si mette in rete si fa fundraising per acquistare i prodotti per i muri in cantiere (di cui l’apertura di sabato è uno dei modi); si restaurano i graffiti eseguiti dalle classi precedenti; si creano audio guide per rendere fruibili gli ambienti; si rilasciano interviste, si partecipa a conferenze e seminari, e si coopera con altre Associazioni presenti sul territorio per migliorare l’intero quartiere.

School01

WALLOUT03

Nell’ultimo mese, oltre a andare avanti con il Wall Sconfiniamo, i ragazzi hanno affrontato il compito di strutturare e consegnare un progetto a una Fondazione privata, nell’intento di creare una collezione permanente di sculture e dipinti di altri artisti. In una logica affine rientrano le mostre temporanee, chiamate Confronti: dopo la presenza di Stefano Bolcato, sabato 25 marzo verrà esposta un’opera di Sonia Cipollari incentrata sul ritratto, tematica cara all’autrice e che si ricollega al programma “Junior street art” seguito assieme agli studenti della Franceschi nel giugno 2016. A completare l’incontro, Sonia racconterà il proprio percorso espressivo e professionale, un iter che parte dagli studi accademici, prosegue con le esperienze nel campo della decorazione fino a giungere all’attuale ricerca pittorica.

Cosa si può visionare durante la visita? Dal Wallout03, che accoglie all’ingresso passanti e curiosi, al Wall02 Processo Elementare – da cui è partita l’intera esperienza della scuolamuseo – al Wall13 Carta Velinacancellazione di dipinti già esistenti. C’è il Wall05 INKiesta Macchia o Segno?, in cui hanno riportato sulla parete, ingigantendola, una macchia di inchiostro; il Wall09 De Andrè, mosaico di tessere grigie che riproducono un’immagine di Fabrizio De André; il Wall10 Paper 6×3, enorme foglio/aeroplanino eseguito in sei mesi; il Wall11 Chewing gum con tanto di banco e sedia raffigurati; fino al Wall12 Informativo, costruito con Arduino,  al WALL15 Black stars, in sinergia tra le quinte elementari e le terze medie, “lavagna nera” costellata di piccoli oggetti e connessioni delebili; e al WALL16 All Colors, con cui interagire attraverso il tatto, l’ultimo terminato. Non solo, in questi tre anni molti sono stati anche i progetti collaterali: installazioni sorte spontaneamente con pile di libri, la ciclabile light, i Brainphone e le maschere del corso di ceramica. L’ingresso prevede una donazione di 5 euro, per raccogliere fondi da destinare all’acquisto dei nuovi materiali. I biglietti, pensati dai ragazzi e diversi l’uno dall’altro, sono concepiti come piccoli oggetti da collezione per ricompensare i visitatori della loro generosità.

 

SCHOOL01 siamo aperti: invitiamo Monteverde
Sabato 25 marzo 2017 ore 15.00-19.00
Scuola Media F. De André, via Fabiola 15, Roma
Per prenotare: schoolzerouno@gmail.com
Ingresso con donazione di 5 € – minori gratis

Contatti: schoolzerouno@gmail.com 338.9572088  http://www.school01.org – Facebook event

“MinD Mad in Design”, tra design e psichiatria

Presso l’Auditorium Camplus Lingotto di Torino sono stati presentati lunedì 13 marzo i sei progetti di design, esito di MinD Mad in Design, un workshop di progettazione che coniuga design e disagio psichico ed esplora in modo inedito i luoghi dell’abitare in relazione alle varie forme della fragilità umana.

L’idea di “pausa”, soggetto della terza edizione, è qui intesa come momento di rigenerazione fisiologica e psicologica, come rito, come spazio individuale e di condivisione, ponendo al centro dell’azione di progetto il rapporto tra il benessere della persona e lo spazio progettato. L’approccio multidisciplinare che unisce design, architettura, psicologia e antropologia si trasforma in una pratica che fa dialogare insieme studenti, pazienti e designer, e questo è la specificità di MinD. “Abbiamo progettato non solo i luoghi della pausa, a partire dalla definizione fisica degli spazi e degli oggetti, ma anche il significato stesso dell’idea di pausa, nelle sue diverse accezioni, come esperienza, come bisogno, come momento di condivisione, scambio e interazione”. Giulia Mezzalama, coordinatore Mind Mad in Design)

MinD Mad in Design: il Design come strumento di inclusione sociale. Quando il design si confronta con lo spazio della mente umana, quando supera i limiti della presunta normalità, quando è stimolato dalla necessità del benessere a trovare nuove soluzioni e sa cambiare prospettive e punti di vista, allora il design può diventare “cura” e aprire a nuovi percorsi professionali e di riabilitazione. MinD – Mad in Design è un progetto didattico e culturale che affronta, nell’ambito della formazione universitaria e dell’inserimento nel mondo del lavoro, il tema del progetto dei luoghi del disagio mentale. MinD nasce da un’idea degli architetti Giulia Mezzalama e Sandra Poletto, della psicologa Elena Varini, ed è promosso da Camplus – Fondazione CEUR (Centro Europeo Università e Ricerca) con Blu Acqua, società attiva nell’ambito della residenzialità psichiatrica, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e la collaborazione di istituzioni universitarie e aziende del settore. Articolato in un workshop e una serie di eventi collaterali, MinD sperimenta metodi di lavoro, approcci e soluzioni per un’idea di abitare socialmente inclusivo.
IL WORKSHOP – 
Nella prestigiosa sede del Camplus Lingotto di Torino, collegio universitario di merito della Fondazione CEUR, durante quattro giorni di workshop, dal 9 al 13 marzo 2017, 42 studenti universitari provenienti da tutta Italia (delle discipline Design, Architettura, Psicologia, Antropologia, Scienze dell’educazione e affini), insieme a 12 utenti seguiti dai servizi di salute mentale, si sono trovati per sperimentare nuove soluzioni per un abitare inclusivo. Seguendo un approccio multidisciplinare e olistico, e partendo dai bisogni della residenzialità psichiatrica, sei team di progettazione, guidati da designer professionisti.

MinD offre un’esperienza di formazione fortemente inclusiva e interdisciplinare, e l’occasione di impegnarsi in prima linea, mettendo in gioco le proprie competenze e abilità, nel superamento delle barriere del pregiudizio e dell’indifferenza nei confronti delle persone fragili. Partecipare a MinD significa relazionarsi direttamente con una parte della società emarginata, in una dimensione di scambio e ascolto reciproco, per la costruzione di una società più aperta e paritaria.