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Salute mentale, sosteniamo la realizzazione del Marco Cavallo del XXI secolo

Sosteniamo la realizzazione del Marco Cavallo del XXI secolo: scultura-simbolo della rigenerazione dell’ex-manicomio fiorentino di San Salvi

Sissi e Claudio fanno parte della Compagnia Teatrale “Chille de la balanza” – compagnia storica del teatro di ricerca italiano, nata a Napoli nel 1973 e dal 1985 in Toscana, da tempo attenta ai processi di rigenerazione urbana – e insieme all’artista Edoardo Malagigi hanno pensato di attuare un laboratorio per la costruzione collettiva della scultura Marco Cavallo del XXI secolo. Un’opera necessaria per stimolare la consapevolezza della fragilità ambientale e della salute mentale dei nostri giorni, anche in riferimento alla memoria della vita nel manicomio di San Salvi e in particolare agli anni del suo superamento. Considerando poi la partecipazione attiva al progetto di diverse generazioni di cittadini ed artisti, si prevede un impatto sociale significativo, con l’obiettivo di fare comunità, lasciando un segno di forte impatto visivo per il futuro, rigenerando il territorio e avendo coscienza della salute e del benessere di chi fa e di chi guarda.

La compagnia dal 1998 ha sede a San Salvi, ex città manicomio di Firenze dove, su richiesta dell’ultimo direttore Carmelo Pellicanò, è stato costruito un presidio culturale, per aprire al territorio quello che era stata per oltre un secolo una “città negata”. Il progetto intende dar vita alla scultura Marco Cavallo entro il 13 dicembre 2023, in occasione del 25° anniversario della definitiva apertura di San Salvi e nel 50° anniversario della creazione dello storico Marco Cavallo, simbolo del superamento dei manicomi negli anni della rivoluzione basagliana. L’opera si candida già ad essere la Scultura simbolo della rigenerazione dell’ex-manicomio fiorentino, rigenerazione in partenza proprio in questi giorni, come da nuovo Piano Operativo del Comune di Firenze.

Il progetto, protagonista di una raccolta fondi su Produzioni dal Basso, prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation, è supportato da Banca Etica, che promuove iniziative di forte impatto sociale ed ambientale. Se la campagna raggiungerà il 90& dell’obiettivo economico (fissato a 20.000€), riceverà il co-finanziamento da Banca Etica per il restante 10%.

“Beauty in the Beauty”: contaminazioni, danza urbana e nuovi linguaggi

A 45 anni dalla sua nascita, il Gruppo Danza Oggi – ospite di EXPO Dubai nel 2022 con il suo progetto Beauty in the Beauty – si prepara a un 2023 nel segno della danza emergente e dei nuovi linguaggi coreografici legati alla danza urbana, con una serie di iniziative che da febbraio a dicembre si alterneranno sui palchi italiani e internazionali per 12 mesi di iniziative, appuntamenti e dialogo tra arti, con uno sguardo sulle nuove tendenze.

IN CON 3 SE FOTO MUTDANCE @Foto via GDO

Si parte dal Teatro Furio Camillo di Roma il il 4 e 5 febbraio 2023 con Beauty in the Beauty – Paesaggi Radici Comunitàun doppio appuntamento, per due giorni di performance e nuove proposte. Ad andare in scena, in occasione dell’inaugurazione danzante del nuovo anno di GDO, saranno le performance firmate da Ilenja Rossi – giovane coreografa e nuova scoperta della compagnia – che con lei apre un nuovo corso, confermando la mission di far incontrare linguaggi nuovi e tradizionali, dando voce alle innovazioni e alle nuove generazioni. Un alternarsi di spettacoli tra conscio e inconscio, razionale e irrazionale negli spazi raccolti del Teatro Furio Camillo, per consentire allo spettatore di percepire il corpo danzante e immergersi nella dimensione onirica delle performance.

Beauty in the Beauty – Paesaggi Radici Comunità apre il 4 febbraio con “In con 3 … se” con la coreografia di Ilenja Rossi: sul palco attraverso i corpi dei danzatori, una forma di pensiero che si esprime per immagini, suoni, e sensazioni corporee, uguali e contrastanti tra loro.  Un racconto danzante degli ultimi 2 anni, in cui tutto prende forma, permettendo l’accesso a contenuti inconsci, a quello squilibrio fondamentale che osserva, destruttura, innesta, cesella e ricostruisce: riequilibra.

Si prosegue quindi il 5 febbraio con Equilibrio sempre firmato da Ilenja Rossi. Un giovane scrittore assopito in uno stato di quiete apparente; un corpo irrequieto che allontana pensieri rumorosi di una mente inquieta, confusa, disorientata. L’urgenza di un romanzo senza una fine è sottofondo costante che anima il gesto, è colonna sonora di un corpo in movimento che dialoga, si ribella a pensieri intrusivi. Un processo creativo che attraversa ognuno di noi nell’eterno dialogo tra razionale e irrazionale; l’obiettivo è l’equilibrio, ma è negli opposti che si trova il divertimento.

“Nell’anno in cui GDO festeggia i suoi 45 anni di carriera” spiega la fondatrice Patrizia Salvatori, “vogliamo proseguire e confermare la nostra mission: valicare i tempi e guardare a un ricambio generazionale. L’obiettivo è quello di portare in scena sempre nuovi linguaggi, pienamente convinti che la comunicazione con l’altro e lo scambio di esperienze siano le priorità della danza. Come con l’archeo-danza che abbiamo lanciato lo scorso anno dal palco di Dubai, siamo convinti che la giusta via sia il perseguimento della bellezza. La bellezza deve essere protagonista della nostra quotidianità, dobbiamo vedere il sole dietro le nuvole e per farlo è necessario che gli occhi siano pronti a cercare la bellezza partendo dalle piccole cose e che ne siano stupiti e nutriti.  Questo è il nostro spirito guida per questo 2023 appena iniziato”.

E se Ilenja Rossi è stata intercettata nel 2022 dal Gruppo Danza Oggi attraverso una call aperta ai giovani esordienti in ambito performativo, anche per il 2023 Patrizia Salvatori vuole replicare questa esperienza aprendo il GDO a nuove leve, nuove visioni e nuovi linguaggi. Spazio quindi, nell’appuntamento del 4 e 5 febbraio, alle proposte selezionate tramite i nuovi bandi indetti di GDO presenti su www.gruppodanzaoggi.com  e al dibattito post visione con pubblico ed esperti presenti.

Coreografa urban di spessore nazionale e internazionale – dopo una lunga esperienza come danzatrice sui palcoscenici europei – Ilenja Rossi ha dato vita a UDA/Urban Dance Academy: progetto di alta formazione per danzatori che conoscono le molteplici tecniche espressive dell’hip hop e ne hanno scelto la specialità come proprio “skill”. Ha partecipato alle call GDO del 2022 con il lavoro EQUILIBRIO in cui ha unito in modo innovativo e allo stesso tempo estremamente emozionale il linguaggio hip hop e la drammaturgia. 

Il Gruppo Danza Oggi fondato da Patrizia Salvatori con un’innata vocazione internazionaledal 1987 si è aperto all’internazionalizzazione con intraprendenza e competenza per esportare il proprio made in Italy culturale. Finlandia, Germania, Svizzera, Malta, Egitto, Grecia, Cipro, Portogallo, ma anche Corea del Sud quale prima formazione italiana ad essere invitata dal Chung Mu Art Center o in Egitto per inaugurare un nuovo teatro: sono questi i primi passi internazionali di GDO. Nel 2012 è stato scelto per rappresentare l’Italia all’EXPO 2012 di Yeosu nella cerimonia di passaggio dalla Corea del Sud a Milano 2015 con una creazione presentata alle delegazioni diplomatiche di tutto il mondo. Dal 2013 ha eletto Corinaldo come sede artistica, ponte naturale tra tradizione e innovazione, dove anima e interpreta i luoghi con eventi e manifestazioni grazie alla particolare qualità dei suoi artisti – artigiani del corpo e delle emozioni.  Dal 2014 è presente nel mercato asiatico, Thailandia/Indonesia/Cina e negli Stati Uniti. Nel 2016-17 è invitata in Cina a Beijing e Shanghai con la produzione HOPERA- arie celebri italiane – con il patrocinio della Regione Marche e il sostegno del MAECI, poi anche ad Hong Kong e Kuala Lumpur, ed ancora nel 2019 con residenze e spettacoli in sei Capitali Manila, Jakarta, Bangkok, Singapore, Hong Kong, Kuala Lumpur, grazie al sostegno di Maeci, Mibact, Ambasciate, IIC, Regione Emilia Romagna.

I biglietti saranno disponibili sia al botteghino sia online su Ciao Tickets (https://www.ciaotickets.com/biglietti/archeodanza-beauty-beautyBiglietti 8-12 euro, info su promozione.ilgdo@gmail.com

S’Affuente: la magia di uno strumento “non solo musicale” e la sapienza di un artigianato vivo

di Sabrina Lupacchini

“Viaggiare. Perdere paesi. Essere altro costantemente, non avere radici, per l’anima, da vivere soltanto di vedere” (Fernando Pessoa)

I viaggi arricchiscono lo sguardo, amplificano i sensi e se hai il gusto di coglierne la sostanza, quei luoghi finiscono per appartenerti così nel profondo che diventano altre dimore in cui vivere. In Sardegna ci vado da una serie lunghissima di anni per un legame che, partendo da una storia familiare, è divenuto nel tempo affine a questa terra ed ha finito per confondersi con essa, incrociandone destini. In uno degli ultimi passaggi sardi nella Comunità di Sestu (CA), che vi invito a conoscere attraverso il sito, mi sono imbattuta in un affascinante “disco armonico”, l’Affuente, che Dionisio Pinna e Renzo Zucca stavano realizzando nel laboratorio artistico-artigianale di sbalzo su rame della Comunità. Un oggetto esteticamente bello, contenitore di cose e silenzi, strumento musicale, piatto da appendere… Il sacro, il profano, la tradizione, l’arte e il suono. Incuriosita, ho chiesto loro di raccontarmene la storia. Gli amanti dell’arte e dell’artigianato possono comprenderne il valore, i musicisti invece, potrebbero addirittura innamorarsene.

“L’Affuente è uno strumento improprio, ovvero non realizzato originariamente per produrre suoni ma che saltuariamente svolgeva questa funzione”, racconta Pinna. “Si trattava infatti di un piatto prevalentemente in ottone lavorato a sbalzo con intarsi pronunciati raffiguranti fiori, grappoli d’uva, pampini, croci o disegni astratti; tenuto in posizione verticale, veniva percosso con una grossa chiave sui bordi o raschiato sul fondo a ritmo di musica. Oggetto sacro e parte del corredo delle chiese, fin dal tardo Medioevo è attestato il suo utilizzo per sollecitare e raccogliere l’obolo dei fedeli o per deporvi le spine del Cristo e i chiodi del crocifisso durante la deposizione (S’Iscravamentu) o, infine, per poggiarvi gli oli sacri durante la funzione del battesimo. Si trasformava però in oggetto profano durante il carnevale quando, affidato dal parroco alla popolazione, veniva impiegato per dare il tempo ai balli tradizionali sardi, in particolare su ballu de s’Affuente, ballo tipico che sopravvive ancora nelle zone di Ottana (Nuoro) e Ghilarza (Oristano).

L’Affuente realizzato nel Laboratorio della Comunità di Sestu (Cagliari)

“Il modello qui fotografato, realizzato dalla cooperativa Comunità di Sestu, ha richiesto un lungo lavoro, interamente manuale – continua Pinna -sia nella fase di progetto che nella sua esecuzione. Utilizzando una lastra di ottone crudo di 1,2 mm di spessore, mantenendo il motivo centrale fedele alla tradizione e sbalzandolo con ceselli particolari, si è cercato di decorarlo con motivi legati alla tradizione della Sardegna, che sono stati incisi utilizzando punte particolari. La curvatura si è ottenuta con ceselli sagomati facendo scorrere la superficie dell’ottone dal centro verso la periferia e avvolgendo l’intero bordo intorno ad un filo di ferro di mm 6. Verificando continuamente la qualità del suono, strofinando o battendo un ferro nella zona posteriore, utilizzando anche legni duri sagomati, il piatto è stato corredato di una striscia di cuoio che ha la funzione di accogliere il pollice sinistro del percussore/raschiatore. In tale modalità il suono si irradierà grazie alla sua posizione aerea”.

Attualmente l’uso dell’Affuente è prevalentemente legato all’accompagnamento del ballo e viene usato in alternativa ad altri strumenti musicali sardi: launeddas, organetto, scacciapensieri, zufolo, chitarra, canto a tenore, ecc.

RENZO ZUCCA CI FA SENTIRE IL SUONO DELL’AFFUENTE

(Scarica AUDIO)

“Il vero artigianato non gode buona salute – si legge nella pagina del sito della Cooperativa Comunità di Sestu -.  Si è ridotta notevolmente la sua importanza; per giunta è quasi impossibile, oggi, trovare lavori su commissione per conto terzi da altri settori produttivi. Nel nostro caso, la messa in comune delle eventuali altre risorse individuali sopperisce alla riduzione delle entrate da lavoro e una sapiente gestione della spesa collettiva fa sempre da linea guida per fronteggiare ogni situazione difficile”. La Comunità di Sestu nasce il 24 giugno 1972, forti dell’esperienza di Capodarco di Fermo nella Marche, una delle prime comunità in Italia a cercare di offrire alle persone con disabilità un’alternativa alla vita di istituto o all’isolamento in famiglia. Nel 2022 la realtà sarda festeggerà i suoi primi…cinquant’anni. 

“Viaggiare, così è viaggio. Ma lo faccio e non ho di mio più del sogno del passaggio. Il resto è solo terra e cielo”… e mare.

La street art in “Red Zone”

In via Plinio, a Pompei, ecco a sorpresa la nuova opera di street art di Nello Petrucci “Red Zone”. Un esplicito richiamo alla missione Mars 2020 sviluppata dalla Nasa per esplorare il Pianeta Rosso attraverso Perseverance, il robot dalle dimensioni di un’automobile, “ammartato” lo scorso 18 febbraio.

Petrucci “inserisce alcune figure di iconici affreschi pompeiani nel contesto marziano mettendole in comunicazione con il rover in viaggio su Marte. L’opera (4 metri x 250cm di carta e halftone), rappresenta “una forma di relazione tra epoche tanto distanti che riescono, ciononostante, a ‘comunicare’ tra loro”. E non è casuale il fatto che la collocazione in strada “sia coincisa con un momento storico caratterizzato per la Campania dalla ‘zona rossa’”

“In un periodo di stop forzato per l’intero settore artistico-culturale, lo street artist pompeiano non smette di produrre e analizzare il presente. Così quel rosso che oggi ci fa subito pensare a divieti e restrizioni, è in realtà il rosso di Marte e prima ancora il rosso pompeiano. E chissà se dalle ‘ceneri’ di Marte non verranno fuori dei segni di vita”. 

Instagram @nellopetrucci
Facebook @nellopetrucciartist

https://www.nellopetrucci.com

“In arte si è geni o artisti di nicchia. Io sono genio di nicchia” evento con l’artista Rita Vitali Rosati

“Mi candido per nuove primavere e altri canti del cuore”. Scriveva così l’anno scorso Rita Vitali Rosati in un post pubblicato sulla pagina Fb, in occasione del suo compleanno. Poliedrica artista e performer, capace di trascendere le proprie opere, Rita Vitali Rosati è l’espressione viva, trasgressiva, ironica e profonda di cosa vuol dire ESSERE ARTE. Protagonista assoluta di un progetto che dura un’intera esistenza, con direzione arte, osserva e registra la vita fino “alla radice delle cose”, traducendone poi l’essenza in opere. A lei la Fondazione Diversoinverso di Monterubbiano, domenica 11 agosto (ore 21), darà il riconoscimento di Socio onorario 2019, in una serata evento, in programma all’interno della stagione “Cedi al Passo”. 

Difficile raccontarla, più semplice invitarvi a seguirne l’intera poetica interiore. Un’artista dallo sguardo autentico, diretto e acuto, da sempre attenta all’impegno sociale. “Mi metto sempre a nudo”; “Non seguo mai le previsioni del tempo”; “In arte si è geni o artisti di nicchia. Io sono genio di nicchia” scrive. Priva di retorica, sempre originale e raffinata nei ragionamenti, Rita Vitali Rosati riesce a ribaltare con la sua arte molti punti di vista. Nata a Milano nel 1949: “Traduttrice da sempre delle realtà più complesse attraverso l’intima forza di un quotidiano vissuto, si avvale di linguaggi espressivi diversificati: dalla fotografia al video, dall’installazione alla performance, fino all’uso di testi comunicativi”.

Che siano poetici, musicali o artistici, accogliete la proposta di fermarvi ad assaporare una sera d’estate, nell’incantevole giardino terrazzato del seicentesco Palazzo Ricci di Monterubbiano, sede della Fondazione Diversoinverso. Vitalità e genio, impellenza creativa e comunicativa, energia pura e visione futura, è questo che si condividerà con l’artista perché, come ci ricorda Rita Vitali Rosati, anima libera e senza tempo: “gli artisti o sono vitali (Rosati), o sono sotto terra”.

Dopo l’appuntamento di domenica 11 agosto, l’ultimo evento in programma per la stagione estiva 2019  sarà il 25 agosto con “UniVersi Paralleli” da Bach ad Astor Piazzolla fino al maestro Euro Teodori. I passi musicali di un padre Gianpaolo Antongirolami (sax) e di sua figlia Elena (violoncello).

  • Prima degli eventi, Palazzo Ricci aprirà ai visitatori gli spazi espositivi: teatro, foyer, mostre, laboratori creativi e sala musica
  • Dalle 19 si potranno ammirare opere originali: Hi-fi artigianali, lampade visionarie, ceramiche raku
  • Alle 21 nel giardino terrazzato: assaggi conviviali di cucina naturale bagnati dai vini Castrum Morisci
  • A seguire gli spettacoli

    Info:
     0734 59694/328 9669039

(sabrina lupacchini/slup)