Category: MUSICOTERAPIA e MUSICA NEL SOCIALE

LA MUSICA DELLA VITA. Incontrarsi, condividere e ‘sentire’. Partecipa anche tu!

Che cos’è la musica per te?

la homepage del sito

la homepage del sito

E’ questa la domanda che sta alla base del progetto LaMusicadellaVita.eu  e che l’ideatore, Roberto Bellavigna, ha rivolto alle persone incontrate nei laboratori di musicoterapia, nei luoghi comuni dove amici conoscenti e familiari ascoltavano brani e canzoni di vecchi ricordi, ai ragazzi nelle scuole, ai giovani nelle piazze, agli adulti nelle osterie dove insieme si intonavano canti, agli anziani…

“Senza la musica non potrei vivere”, “la musica è tutto”, “la musica è la voce dell’anima”, “la musica è la mia compagna di vita”, “la musica non so cosa sia …ma è bellissima” , “la musica è un’amica sincera che non mi ha mai abbandonato”, “la musica è qualcosa di cui ho bisogno”, “la musica è un cantante” … ecc. ecc… Sono alcuni dei commenti raccolti anche in un video.

“Il suono, il silenzio, un canto, la musica ci accompagna e ci sostiene, – si legge nella presentazione del progetto – ci culla, aumenta il ricordo fino ad amplificarlo, rimane quando il ricordo affievolisce, è gioia e dolore, diventa persona e innamoramento, è dedica all’altro, carezza, appoggio, ci aiuta a guardare al futuro, è forza e coraggio, è marcia, danza, cammino “la musica è la vita…”  Sono questi i presupposti che hanno reso possibile la realizzazione del sito e hanno mosso il desiderio di “stimolare alla vita attraverso la musica” non solo per sostenere, alleviare la malattia ma anche per “curare il quotidiano” perché il benessere passa da una buona prevenzione e la prevenzione passa attraverso buone relazioni, incontri umani, scambi artistici e creativi. Il benessere passa per l’”ESSERCI”.

imageIo ci sono per te… LaMusicadellaVita  vuole “esserci”, nelle case, nei centri socio educativi, nelle piazze, nelle auto, nei ricordi e nelle dediche, ovunque si può produrre creativamente incontri musicali… Il progetto interattivo ed internazionale, concretamente, si pone l’obiettivo di: fare scambi interculturali attraverso la musica e l’arte; recuperare il patrimonio artistico e umano dei canti dei nostri nonni di noi e dei nostri figli; creare volontari musicisti e artisti pronti a partire per regalare sogni e donare spettacoli; avviare seminari nazionali ed internazionali di musica relazione e terapia; rispondere a domande, porsi domande e fare ricerca insieme; creare spettacoli ‘estemporanei’, flash music incontri musicali itineranti; raccogliere idee e patrimoni personali di racconti musicali; proporre giornate di studi e di scambi, momenti vivaci, divertenti, liberatori, per ribadire il senso del vivere, l’importanza del gioco, l’essenza dello stare insieme; creare stanze attrezzate per la produzione e ascolto musicale; relazionarsi con personale medico, animatori, insegnati, fisioterapisti, educatori e famigliari sul tema musica; riflettere sul significato di cura in musicoterapia e sul concetto del cosa funziona…; raccontare ad operatori, terapisti, psicologi, e gente comune che la “miglior cura” è nella proposta “io ci sono per te” è da questo che il mezzo si fa strumento; realizzare dediche per momenti speciali con creazioni musicali personalizzate e lettura di scritti; creare playlist di ascolto per malati di Alzheimer a partire dall’analisi del loro vissuto sonoro per tornare al ricordo e alla relazione.

LaMusicadellaVita  nasce e vive a partire dalla stessa esperienza maturata dall’ideatore e da quanti collaborano attivamente al progetto: “segnata ogni giorno dal nostro essere musicali, il nostro suonare, l’essere musicisti professionisti, musicofili o appassionati, attori del suono, disegnatori delle altezze…… innamorati della musica”. Il sito nasce anche per documentare, accomunare gli intenti, promuovere idee per proporle alla libera condivisione e al sostegno dei naviganti…

Tra i progetti avviati:

vita– PROFILI SONORI. Raccolta audio realizzata a partire da produzioni sonore registrate in contesti geriatrici e in centri disabili rilette e traslate in modo artistico e creativo. Sono voci, silenzi, ripetizioni di parole di persone che attraversano le stanze dei centri geriatrici e ospedalieri, delle strutture residenziali, dei luoghi della disabilità, ma anche delle nostre case, luoghi dove la relazione chiede aiuto tra rumori e silenzi ingombranti. Voci, comunicazioni sonore, parole che si ripetono che ci parlano. Il progetto intende rendere in musica questi mondi, tradurli in suoni che raccontano. Un incontro artistico fatto di note e corde vocali reinterpretate per portare a movimento quel che sembra essere fisso per dare senso a quel che all’apparenza “non appare”. Il progetto chiede il contributo  di tutti per raccogliere un piccolo archivio di tracce audio contenenti: voci, suoni e rumori del quotidiano vivere di tanti nostri amici, familiari, pazienti, conoscenti. Puoi sostenere Profili Sonori attraverso la raccolta dal basso (crowdfunding)

SALA MULTISENSORIALE per il Centro polifunzionale “Arcobaleno” di Borgotaro (Parma), inaugurata il 19 luglio 2014. Nel video sotto viene presentata un’anteprima anche se esserci, ribadisce Bellavigna “è ben differente e le foto non rendono gli aromi le luci il setting i particolari. E’ straordinario pensare, vedere fare esperienza di come gli spazi possano cambiare, diventare accoglienti strumento per la relazione”. Per aprire altre sale multisensoriali è stato avviato un crowfunding. (slup)

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=EDoNsAmqBAA[/youtube]

 

FESTIVAL ALTERNATIVO sull’uso sociale delle arti – 6/24 luglio

10450054_10202434537281093_2269468076166664235_oL’Associazione di promozione sociale Orchestra giovanile Musica in…Crescendo e l’Associazione DUM-TEK,
presentano il Progetto “I GIOVANI E L’ORCHESTRA: MUSICA DA ASCOLTARE E VEDERE” – Festival alternativo sull’uso sociale delle arti, San Salvo dal 6 al 24 luglio

Dal 6 al 15 LUGLIO : MUSICA IS CALLING: Let’s play together
Nella nostra città ci sarà uno scambio giovanile europeo che mira a promuovere la creatività e lo spirito di iniziativa di giovani provenienti da 4 nazioni europee: ITALIA, SLOVACCHIA, IRLANDA E PAESI BASSI attraverso la creazione congiunta di un repertorio orchestrale e musicale contenente messaggi legati ai temi della “diversità cultu-rale” e della “cittadinanza europea”. In questi 10 giorni saranno riuniti giovani musicisti che vivranno insieme all’insegna della musica. Durante lo scambio i gruppi saranno chiamati a mettere in gioco le proprie competenze musicali e a creare un repertorio condiviso per la realizzazione di performance musicali congiunte, tutto ciò coope-rando anche con la comunità locale. Attraverso le attività musicali avranno anche l’opportunità di esplorare argo-menti legati ai temi della “diversità culturale” e della “cittadinanza europea” scoprendo le similitudini tra loro ed imparando come rispettare le loro differenze, anche da un punto di vista musicale. I metodi usati saranno basati sui principi dell’educazione non-formale: laboratori, giochi di gruppo, partecipazione attiva, giochi di ruolo e simulazio-ni. Il tema che unirà gli interessi di tutti i partecipanti è: il linguaggio universale della musica per costruire la “nostra” Europa;

dal 16 al 24 LUGLIO :
Sarà a San Salvo l’Orchestra giovanile “Fuori tempo” di Trento, orchestra nata nel 2009, diretta dal Prof. Massimiliano Rizzoli, vicedirettore del Conservatorio di Musica di Trento. L’Orchestra ha al suo attivo numerosi concerti, anche all’estero, ed è una realtà associativa di promozione sociale che utilizza la musica quale mezzo di aggregazione con lo scopo di riscoprire l’aspetto emozionale di quest’arte. L’orchestra FUORITEMPO farà una formazione orchestra-le aperta a tutti i giovani e giovanissimi musicisti che vogliano partecipare e gratuita.

“NON UN UOMO VECCHIO”..ma io

Quando un uomo anziano è morto nel reparto geriatrico di una casa di cura in un paese di campagna australiana, si credeva che nulla di valore egli avesse potuto lasciare. Più tardi, le infermiere sistemando i suoi pochi averi, trovarono una poesia . La qualità ed il contenuto impressionarono lo staff che volle farne tante copie da distribuire agli infermieri di tutto l’ospedale. Un’infermiera di Melbourne volle che una copia della poesia comparisse nelle edizioni di Natale delle riviste di tutto il paese come unico lascito di questo vecchio per i posteri e facendo in modo che figurasse su tutte le riviste per la salute mentale. E così, questo vecchio che nulla pareva potesse dare al mondo, ora è l’autore ‘anonimo’ di questa poesia che vola attraverso la rete internet.

  • “Cranky ” uomo vecchio…
    Cosa vedi infermiera ? Cosa vedete ?
    Che cosa stai pensando mentre mi guardi ?
    “Un povero vecchio ” non molto saggio,
    con lo sguardo incerto ed occhi lontani,
    che schiva il cibo e non da risposte e
    che quando provi a dirgli a voce alta : ”almeno assaggia!”
    sembra nulla gli importi di quello che fai per lui.
    Uno che perde sempre il calzino o la scarpa,
    che ti resiste, non permettendoti di occuparti di lui
    per fargli il bagno, per alimentarlo
    e la giornata diviene lunga.Ma cosa stai pensando ? E cosa vedi ?
    Apri gli occhi infermiera!
    Perchè tu non sembri davvero interessata a me.Ora ti dirò chi sono mentre me ne stò ancora seduto quì
    a ricevere le tue attenzioni lasciandomi imboccare per compiacerti.
    “Io sono un piccolo bambino di dieci anni con un padre ed una madre.
    Fratelli e sorelle che si voglion bene.
    Sono un ragazzo di sedici anni con le ali ai piedi
    che sogna presto di incontrare l’amore.
    A vent’anni sono già sposo,
    il mio cuore batte forte giurando di mantener fede alle sue promesse.
    A venticinque ho già un figlio mio
    che ha bisogno di me e di un tetto sicuro,
    di una casa felice in cui crescere.
    Sono già un uomo di trent’anni e mio figlio è cresciuto velocemente,
    siamo molto legati uno all’altro da un sentimento che dovrebbe durare nel tempo.
    Ho poco più di quarant’anni, mio figlio ora è un adulto e se ne và,
    ma la mia donna mi stà accanto per consolarmi affinchè io non pianga.
    A poco più di cinquant’anni i bambini mi giocano attorno alle ginocchia
    Ancora una volta, abbiamo con noi dei bambini io e la mia amata.
    Ma arrivano presto giorni bui,
    mia moglie muore e guardando al futuro rabbrividisco con terrore.
    Abbiamo allevato i nostri figli e poi loro ne hanno allevati dei propri.
    E così penso agli anni vissuti all’amore che ho conosciuto.
    Ora sono un uomo vecchio e la natura è crudele.
    Si tratta di affrontare la vecchiaia con lo sguardo di un pazzo.
    Il corpo lentamente si sbriciola, grazia e vigore mi abbandonano.
    Ora c’è una pietra dove una volta ospitavo un cuore.
    Ma all’interno di questa vecchia carcassa
    un giovane uomo vive ancora e così di nuovo il mio cuore martoriato si gonfia.
    Mi ricordo le gioie ricordo il dolore.
    Io vorrei amare, amare e vivere ancora,
    ma gli anni che restano son pochissimi, tutto è scivolato via veloce.
    Devo accettare il fatto che niente può durare.Quindi aprite gli occhi gente,
    apriteli e guardate ”Non un uomo vecchio”
    avvicinatevi meglio e vedete ME!

 

Fonte www.ilbrucoelafarfalla.org

 

Creatività nella relazione: laboratori esperenziali per rendere qualitativo il lavoro di cura

lauraNato dall’incontro tra il mondo dell’espressione artistico-musicale e quello del lavoro sociale il laboratorio “Creatività nella relazione” è un progetto curato e condotto dalla dott.ssa Laura Traversi (assistente sociale) e dal maestro David Wilkes Benini (musicista). Due mondi diversi che hanno un minimo comune denominatore “entrambi possono esprimere il proprio potenziale nell’atto creativo di cui sono generatori attraverso la capacità di ascolto, lettura e interpretazione della realtà”. A conferma del valore professionale attribuito ad un percorso sperimentale e innovativo allo stesso tempo, il laboratorio è accreditato dall’Ordine regionale assistenti sociali del veneto con 16 CF (per frequenza non inferiore all’80% delle ore complessive).  Il laboratorio che è rivolto ad assistenti sociali, educatori, operatori socio assistenziali, propone  la sperimentazione di nuove tecniche ed esercizi, tra quelli utilizzati da Benini, per sviluppare la creatività di musicisti, artisti e in generale di quanti sentono di vitale importanza coltivare gli aspetti qualitativi del proprio lavoro. Le attività pratiche di gruppo, i facili esercizi corporei e la sperimentazione di particolari setting di espressione, forniranno ai partecipanti gli stimoli per una autoriflessione e più consapevolezza del proprio modo di stare nella relazione. Relazione che si nutre di contatti e scambi continui

Senza titolo-1Ci sono dimensioni come il saper ascoltare ciò che succede, il saper osservare e comprendere la persona che si ha di fronte, verso le quali siamo chiamati per lavoro e per professione ad avere una responsabilità, il lavoro dinamico che si fa attraverso un laboratorio espressivo aiuta a scoprire attraverso un’esperienza concreta cosa significa guardare l’altro, capirlo, adattarsi alle sue necessità, comprendere come egli è veramente, al di là dell’idea che abbiamo di lui. Aiuta a d esplorare aree che purtroppo né l’università ne la formazione scolastica frontale ci permette di esplorare.

Durante il percorso, spiega Laura Traversi in un video “si parla poco e si lavora molto, si fa una esperienza diretta di quello che spesso si apprende solo attraverso i libri. “La vita quotidiana è fatta di mille abitudini di mille routine – prosegue David Wilkes Benini – di cui spesso non ci accorgiamo e mi viene bene portare queste cose alla luce in ambito artistico, cercare di rimuoverle in maniera che le persone possano fare sempre scelte”. Esercitarsi ad essere più autonomi rispetto agli schemi convenzionali, culturali, liberi dai pregiudizi e dalle abitudini, questi gli obiettivi principali. (s.lup)

Il Laboratorio si articolerà in 4 incontri, per complessive 16 ore di attività: sabato 18 e domenica 19 maggio/sabato 25 e domenica 26 maggio.
Tutti gli incontri si svolgeranno a Piove di Sacco presso gli spazi della Soc. Cooperativa Sociale “Magnolia”

Il video di presentazione realizzato  per il lancio del laboratorio
Note organizzative costo e contatti – clicca qui

Dove le parole finiscono, inizia la musica. A Roma la ‘Musica della vita’

“La musica aiuta a non sentire dentro
il silenzio che c’è fuori’

(Johann Sebastian Bach)

“In ognuno di noi esiste un essere musicale che è possibile raggiungere…” Si può tradurre attraverso questa frase il senso delle due giornate di attività musicali e musicoterapia tenutesi sabato 8 e domenica 9 settembre 2012 al Piccolo Teatro Re di Roma. L’evento promosso dalla Rivista OnLine Musicoterapia-anziani.eu in collaborazione con l’associazione Artiesuoni è stato condotto da Roberto Bellavigna che ha approfondito il tema attraverso una serie di proposte laboratoriali e una selezione di video tratti dalla personale esperienza di musicista e musicoterapeuta nell’ambito delle strutture socio sanitarie e riabilitative per anziani, malati di Alzheimer, Parkinsoniani e nell’ambito dei Centri socio educativi con persone disabili. Quindici i partecipanti arrivati da tutta Italia (Bologna, Messina, Roma, Foggia, Orvieto, Udine) con esperienze professionali e formative diverse: musicisti, musicoterapeuti, psicologi, terapisti della riabilitazione, operatori socio sanitari, educatori, insegnanti.

“Impariamo a fare qualcosa, soltanto facendolo” un modo induttivo di fare lezione in cui attraverso la visione dei filmati, le esperienze creative, il dialogo sonoro, la presentazione di schede tecniche informative e operative e il confronto di opinioni, i corsisti sono stati introdotti all’interno del concetto di musica e di terapia attraverso la musica. Il percorso ha affrontato principalmente la relazione tra musica, operatore musicale e patologie di Alzheimer e Parkinson, filo conduttore è stato l’incontro, la chiave di violino su cui armonizzare il tutto “la persona”. Contenuti generali sono stati: l’animazione musicale; la musicoterapia in casa di riposo; l’ascolto e le qualità della musica; il repertorio, le proposte possibili; la musica e il movimento (danze, coreografie, socializzazione, riabilitazione); le canzoni in terapia, la canzone creativa (identità, ricordo, recupero cognitivo); l’accompagnamento al 
termine della vita; la storia della musicoterapia.

Diverse le letture e le interpretazioni arrivate dai partecipanti; chi osserva da un punto di vista più personale, chi si mette nei panni dell’’osservato’, del paziente, del malato, dell’anziano, della persona.  La musica abbraccia diverse forme, è risorsa non solo come continuazione o sintonizzazione ma anche come contrasto “pone il bianco e il nero delle situazioni, il piano e il forte, il silenzio e il suono, attraverso di lei possiamo comunicare cose di cui non si può parlare o non si vuol parlare”. L’accompagnamento alla morte è uno dei temi proposti nella mattina di domenica attraverso un video intenso e potente, dove un canto giornaliero accarezza gli ultimi giorni di una signora isolata dagli affetti familiari, distesa in un letto di una casa di riposo in attesa della morte “grazie, qui non viene più nessuno a trovarmi ” è la desolante richiesta di presenza, la triste realtà di abbandono in cui versano quegli anziani rimasti soli per le vicissitudini della propria storia e per una contemporaneità che ha frammentato la famiglia, spezzato quei legami di rispetto e appartenenza. “Sotto le cime di quegli alti monti la mamma mia riposa tra i fior” è il canto sussurrato alla signora, accompagnato più dal respiro del mantice della fisarmonica che dalle note dei tasti. Le canzoni popolari ricordano la vita agli anziani, non sono canzonette da tre note, sono canti che hanno il potere di evocare, mezzi intermediari con cui parlare di ‘certe cose’: la morte, un addio. Spesso il testo drammatico si accompagna ad una musica allegra, sono i due piani su cui appoggiarsi, senza cadere. L’incontro con la morte in una casa di riposo è doppiamente doloroso, un luogo che per quanto accogliente, non è casa, spesso gli anziani sono da soli ad affrontare una dipartita tra il silenzio delle mura e i rumori quotidiani di chi è indaffarato ad altro.

“E’ necessario esserci, andare verso la persona”  il tempo della musica è il tempo dell’uomo, la musica traduce il non detto “stenografia delle emozioni” muove e commuove anche attraverso una pausa e un silenzio. “ Io non sono andato solo per lavorare con Caterina, ma Caterina mi ha fatto imparare anche a suonare – dichiara Roberto Bellavigna – noi siamo accanto, dietro, avanti, a supporto della persona e delle figure che lavorano con la persona, ci siamo, è necessario in équipe essere collaborativi: animatori, operatori, terapisti della riabilitazione, familiari, direttori sanitari, musicoterapeuti. Tutti”.

Tante domande restano aperte, ad esempio quelle legate alla musica generazionale “quali saranno i suoni e i canti che i musicoterapeuti useranno nel futuro? I canti popolari restano, ma stanno scomparendo le persone che avevano con loro un legame profondo. La musica è un incontro, ma come conciliarla oggi con l’individualismo imperante? Come si interverrà sulle patologie del futuro?” Altri interventi hanno proposto una riflessione sulla difficoltà di chi lavora in una struttura spesso rigida, basata su un intervento orientato alla cura e all’igiene e sempre meno indirizzato alla persona e alla sua storia, in cui si compilano schede che rilevano quel che non si è più e non quello che resta.

Si lavora sulla divergenza di opinioni, sulla ricchezza della diversità, sull’attenzione all’interpretazione, che comunque è “sempre personale’ sulla bellezza dell’incontro con l’altro che non bisogna mai dare per scontato, perché è sempre un piccolo miracolo.  Un canto corale in questo particolare setting, in un cerchio che incrocia un gioco creativo di voci e vibrazioni, chiude il sipario del Piccolo Teatro. “La musica è accanto alla nostra vita anzi è dentro”. (s.lup)

Per approfondimenti: www.musicoterapia-anziani.eu