Category: Luoghi ‘comuni’

Street Art a Roma: quando la strada diventa museo

Schermata 2015-04-29 alle 21.13.04E’ stata presentata ad aprile 2015 dall’Assessore alla cultura e al turismo Giovanna Marinelli, la mappa della street art per visitare Roma in maniera insolita, per guardarla da un altro punto di vista. “Cambia prospettiva. La strada è il tuo nuovo museo” recita lo slogan della neo mappa, una agevole cartolina distribuita in 50mila copie in tutti i punti turistici informativi di Roma. Il percorso turistico include 13 dei 15 municipi della capitale e tocca 30 quartieri, da quelli storici e centrali come Testaccio a quelli periferici come San Basilio e Tor Bella Monaca.

Schermata 2015-04-29 alle 21.14.50Sono circa 150 le strade interessate, oltre 330 le opere realizzate negli anni. Nella mappa sono state inserite le opere principali e le indicazioni dei principali quartieri interessati. La mappatura completa è sul sito www.turismoroma.it.

Roma, capitale dell’archeologia dunque, ma anche dell’arte contemporanea e urbana, al pari delle grandi metropoli mondiali come Londra, Parigi, New York, San Paolo del Brasile. Sicuramente prima città italiana per numero di opere e afflusso di artisti internazionali come Clemens Behr, Herbert Baglione, MOMO, ma anche italiani e soprattutto romani, come Hitnes, Alice Pasquini, Sten Lex, Agostino Iacurci, Jerico.

Alla mappa si affiancheranno vari strumenti di fruizione, come un’App di facile consultazione, una sezione su turismoroma.it che permetterà un aggiornamento costante delle opere, una mappatura sul Google Cultural Institute e un video promozionale girato ad hoc.

Mappa Street Art di Roma – Scarica
Per un approfondimento sulla Street Art romana:

[youtube width=”600″ height=”338″]https://www.youtube.com/watch?v=8VjsrkIKXAw[/youtube]

“Homeward Bound-Sulla strada di casa” un film con i ragazzi dell’Hotel House

Nella periferia sud di Porto Recanati (Mc) c’è un enorme ed isolato condominio in cui convivono quotidianamente oltre 2000 persone provenienti da 40 paesi diversi. È l’Hotel House, grattacielo di 17 piani e di circa 500 appartamenti ad ingresso unico. In questo edificio più del 90% della popolazione residente è di nazionalità straniera, 400 sono i minori.Al suo interno vive un quinto della popolazione del comune maceratese. Conosciuto principalmente per le attività illegali, per le situazioni di violenza e degrado sociale segnalate dalla cronaca “vero e proprio limbo dove è racchiuso un mondo intero”, il palazzo “manifesta segni di una crisi sociale e umana profonda, dovuti alla condizione di abbandono del luogo e dei suoi abitanti”. Negli ultimi anni, sempre più degradato da un punto di vista strutturale “fin quasi all’inagibilità” è stato soggetto, insieme alle persone che vi abitano, a stereotipi e pregiudizi di ogni genere, realtà di rilevo nel panorama europeo, ha attirato l’attenzione su di sé suscitando più volte clamore. Ma l’Hotel House è anche un interessantespazio sociale, “emana una vitalità e varietà di risorse endogene che attendono solo di essere attivate”. La pensa così Giorgio Cingolani, antropologo e regista, che, motivato dalle storie contenute in questo agglomerato multiculturale, microcosmo di esistenze, ha avviato un percorso cinematografico indirizzato agli adolescenti che vivono all’interno della struttura. Un progetto sociale e sperimentale che dopo un anno di incontri e lavoro ha portato alla realizzazione del film “Homeward Bound-Sulla strada di casa”.

[youtube width=”600″ height=”338”]https://www.youtube.com/watch?v=o_7gkIaLOmc[/youtube]

La frammentata ricerca di identità e il “continuo migrare”. Il laboratorio di cinema è stato reso possibile grazie a operatori video, fonici, operatori droni, docenti universitari ecc, che da novembre del 2013 fino al 30 maggio 2014, hanno lavorato gratuitamente al percorso formativo. Oltre ai ragazzi dell’Hotel House, sono stati coinvolti altri giovani italiani e straneri, che, sotto la guida dei professionisti, hanno affinato competenze cinematografiche ed elaborato una serie di racconti legati intimamente alle loro esperienze personali. Le narrazioni nate nel laboratorio hanno dato vita alla trama del film. Nella pellicola, gli adolescenti Naven, Zak, Yasin, Anta, Ferdaus, Shah Zib, Alamin e gli altri coetanei, tra realtà e finzione, rappresentano il loro mondo, raccontano se stessi, confidano i propri pensieri, gli ideali, parlano della difficile e frammentata ricerca di una “identità”. Le vicende, narrate nell’arco di un giorno, si intrecciano senza incrociarsi e il grattacielo spiega il regista “fa da sfondo alle storie, le condiziona e le porta fino alle più drammatiche conseguenze. Le amicizie si perdono nel tempo e nello spazio dell’Hotel House, che sembra estraneo, indifferente. Alla fine di questo giorno uno dei protagonistilascerà casa e amici per partire con la famiglia alla volta di un nuovo paese e cominciare una nuova vita. Una vita che è un continuo migrare”.

l lungometraggio, si legge nella presentazione “è un’opportunità per costruire un prodotto da lanciare sul mercato e dare un’occasione ai ragazzi di proporsi e raccontarsi in una forma artistica loro congeniale” ma soprattutto il fine è quello di farne oggetto di promozione sociale a sostegno di un “cambiamento significativo”. Per i costi di post-produzione e per distribuire la pellicola a livello internazionale è stata lanciata unacampagna di crowfunding,  la specificità di questa raccolta fondi, spiegano i promotori, è che una percentuale (almeno il 30%) delle donazioni ricevute “sarà devoluta alla risoluzione di emergenze strutturali del grattacielo che riguardano la sicurezza e la qualità della vita delle persone in un contesto che ormai appare in stato di avanzato degrado e di pericolo igienico sanitario rilevante”. In più il ricavato sarà condiviso anche con i ragazzi protagonisti del film. (slup)

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ROMART 2015, biennale internazionale di arte e cultura

romeLa città di Roma ospita circa 1000 artisti provenienti da ogni parte del mondo che, in ben 17 mila mq dei padiglioni della Fiera Roma, daranno vita a quello che è destinato a diventare un evento da ricordare: pittura, scultura, grafica, fotografia, video e digital art, performance, e tante altre espressioni artistiche, risultato di una attenta selezione da parte del Comitato scientifico, faranno mostra di sé concorrendo all’assegnazione di 25 premi assegnati da tre diverse giurie.

Circa 5 mila le opere previste in esposizione in una kermesse dal forte contenuto culturale, un grande evento di risonanza mondiale che mira a promuovere anche i nuovi talenti direttamente sul mercato internazionale. Ogni partecipante dovrà, attraverso la compilazione dell’apposito form proporre la propria candidatura. Il comitato esaminatore valuterà le stesse esprimendo il proprio parere ed eventualmente accettandone la partecipazione. A coloro che supereranno tale selezione verranno date tutte le indicazioni necessarie in merito al contributo di partecipazione da versare, che varierà in merito alla quantità e dimensioni delle opere scelte.

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RICORDI SONORI in casa di riposo…

Ricordi sonori2 “Ogni cosa è illuminata dalla luce del passato”

“Ricordi sonori” è il laboratorio di musicoterapia condotto da Antonio Sodano presso la casa di riposo Villa Serena. La musica “di una volta” quella legata prevalentemente alla gioventù degli ospiti è stata utilizzata come ponte tra passato e presente per stimolare memorie e racconti e intrecciare ricordi.

Nel video in cui viene proposta l’esperienza di musicoterapia emerge un importante patrimonio umano-musicale che non può rimanere rinchiuso tra le mura delle case di riposo. Gli anziani protagonisti cantano e raccontano di sé stessi e del  territorio nel quale sono vissuti. Condividono emozioni. Così come la musica può fare da ponte tra il presente e il passato degli anziani, il video vuole essere un ponte tra le generazioni mostrando come gli anziani siano persone vive e vitali.

Antonio Sodano, diplomando al Corso Quadriennale di Musicoterapia di Assisi, dal 2012 collabora stabilmente con la Casa Protetta VILLA SERENA di San Romualdo (RA). Nel 2014 ha condotto progetti di musicoterapia per le strutture gestite dall’ASP Bassa Romagna. Dal 2012 collabora con la Soc. Coop. CADIAI di Bologna realizzando progetti di musicoterapia per la disabilità.

Il video sarà presentato dall’autore durante la giornata seminariale de “La musica della vita” a Fognano Ravenna il 15 Febbraio 2015 maggiori info su www.lamusicadellavita.eu

[vimeo width=”600″ height=”338″]http://vimeo.com/98711151[/vimeo]

I rifugiati contribuiscono al bene comune attraverso la bellezza, il riciclo e l’arte – Roma lo Mostra @museiincomune

arte rifug 2Il Museo Carlo Bilotti di Roma ospiterà fino al 22 febbraio 2015 la mostra “L’Arte dei Rifugiati. Un contributo di Refugee ScArt alla città eterna”. Gli oggetti ed i grandi teli creati con materiali di riciclo, sono stati realizzati da un gruppo di rifugiati politici di area sub-sahariana, arrivati nella capitale in cerca di protezione. Lo scopo dell’esposizione è principalmente quello di “dare visibilità ad un progetto che si distingue, oltre che per l’impegno civico e l’aspetto umanitario, anche per la qualità ed originalità estetica delle realizzazioni, in cui la perizia artigianale diventa capacità progettuale, design ed espressione artistica”.

Plastica trasformata ad arte. Le opere sono state create con i rifiuti raccolti proprio nelle vie e nelle piazze su cui si affacciano i monumenti ritratti, i rifugiati hanno trasformato la plastica “in materia culturale altrimenti apprezzabile e usufruibile nel tempo”. In poco più di tre anni, con il progetto “Refugee ScArt” della Spiral Foundation, 10 tonnellate di “plasticaccia” romana, sono state trasformate in oggetti d’arte funzionali, colorati ed allegri “che sorprendono e commuovono per la cura e la fantasia della loro esecuzione”. L’intero ricavato di tutte le iniziative promosse dal 2011 ad oggi torna ai rifugiati, che a loro volta, aiutano altre persone che ne hanno bisogno, devolvendone una parte al Poliambulatorio mobile di Castel Volturno.

Foto: www.refugeescart.org

Foto: www.refugeescart.org

“Contribuire al bene comune”. Su di loro lo scrittore Erri De Luca ha detto: “arrivati da lontano, spaesati e senza conoscere la nostra società, essi riescono a dare scopo e dignità alle loro mani buone a tutto ricavando valore dall’ultimo stadio della merce. Essi sanno scoprire immediatamente un nostro punto debole in cui può essere prezioso il loro aiuto, e si inventano un modo per trasformare una nostra debolezza, i nostri scarti, in un reddito per loro ed un aiuto per noi. Grazie a Refugee ScArt i vuoti a perdere diventano pieni a rendere”.  I rifugiati che arrivano in Italia in cerca di protezione, si legge nel progetto, possono “contribuire al bene comune, supportare se stessi e le loro famiglie in Africa e aiutare altri e creare bellezza ringraziando la città che li ha accolti”. (slup)

 

Fonte: Redattore sociale