Scritti da voi… La chiamano “arte-terapia”

Pubblichiamo un nuovo intervento di Lorenza Fuina amica e partecipe lettrice del Magazine. Una sua riflessione sull’arteterapia. Siete invitati a intervenire nello spazio “Scritti da voi” inviandoci riflessioni, commenti e quant’altro a: redazione@artesociale.it

L’arte può aiutare a guarire… fa bene alla salute! Lo dimostrano nuove ricerche secondo cui malati appassionati ed amanti dell’arte possiedono una maggiore e più veloce capacità di recupero del benessere psicologico. E non solo. L’arte fa bene alla mente, ma anche al fisico.

I dati sono stati raccolti ed elaborati dal ricercatore Ercole Vellone dell’Università di Roma Tor Vergata e sono stati presentati durante l’ultimo Spring Meeting on Cardiovascular Nursing a Copenhagen: sono stati seguiti circa duecento pazienti che avevano subito un ictus ed è stato verificato che essere interessati all’arte, in qualsiasi sua forma (pittura, musica, teatro ), si associa ad una migliore qualità di vita e soprattutto ad una più marcata capacità di recupero. I risultati raggiunti, infatti, dimostrano che gli amanti dell’arte presentavano un migliore stato di salute generale, molte più energie e minore difficoltà nel camminare.

A livello psicologico i pazienti in considerazione si sentivano calmi, sereni, meno ansiosi, con più memoria e dimostravano notevoli capacità di comunicazione, riuscendo a comprendere e ad esprimersi in maniera più adeguata rispetto ai pazienti che nella loro vita non avevano mai avuto interesse nelle forme di arte. I risultati raggiunti da entrambi i gruppi non dipendevano dalla gravità dell’ictus, spiega Vellone: i dati sembrano indicare che l’arte apporti modifiche a lungo termine nel cervello che risultano utili quando c’è da reagire ad un evento negativo. Il tutto sarebbe riconducibile alla dopamina, un neurotrasmettitore endogeno che accresce il senso di piacere e gratificazione e che viene prodotto in quantità dopo che, per esempio, si è ascoltata della musica. Lo sottolinea il ricercatore: “ la dopamina migliora la qualità della vita e delle emozioni ogni volta che viene rilasciata nel cervello”.

Luca Alinari

Luca Alinari

L’Arte-Terapia è stata sperimentata per la prima volta in un reparto di terapia intensiva all’Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze nel giugno di questo anno. Le opere, commissionate appositamente ad una artista contemporaneo, Luca Alinari, sono state sistemate in una grande sala affacciata sulle stanze a vetri in cui sono ricoverati gli ospiti della terapia intensiva e raffigurano soggetti colorati che evocano una quotidianità lontana dal contesto ospedaliero.

Spiega il Direttore Sanitario M. G. da Filicaia: “ci sono ricerche autorevoli che spiegano come un  diverso ambiente in ospedale, a cominciare dai colori per finire all’arte vera e propria, sia in grado di ridurre il ricorso agli antidolorifici e lo stesso periodo di degenza. Nei dipinti realizzati per l’Arte-Terapia c’è molta natura, molti paesaggi e molti oggetti di uso quotidiano; c’è vitalità e positività, ma anche la normalità della vita dei pazienti”.

Queste le parole dell’artista: “l’arte visiva come terapia è stata sperimentata già nella pediatria, ma questa è la prima volta che avviene in reparti dove ci sono solo persone che lottano per la vita. La vitalità nell’arte è anche raffigurare ciò che rischiamo ogni giorno di perdere”.

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