Tag: creatività

Fa….Re “Faro 23″: laboratorio “creattivo” di formazione musicale sulle disabilità

Fa….Re “Faro 23″

Aperte iscrizioni al laboratorio creativo di formazione musicale sulla Disabilità

Fa….Re “Faro 23″  Laboratorio creativo di formazione musicale “con la presenza dei ragazzi del centro”
Una nuova esperienza di laboratorio attivo. 

Docente: Roberto Bellavigna  Salsomaggiore Terme Parma
Sabato 24 Domenica 25 Novembre 2012 presso Sede Associazione Onlus Faro 23 Via Pascoli 19
Orari laboratorio: Sabato 24 Novembre: pomeriggio 15-18 (Sabato sera su prenotazione cena Tipica allestita dai ragazzi del centro presso Hotel casa Romagnosi) Domenica 25: mattina 10 -13,00, pom. 14,30 – 17,30

L’associazione Onlus Faro 23 accoglie tutti come risorsa attiva di un incontro musicale. Con la collaborazione dei nostri volontari, con la partecipazione alle attività dei nostri ragazzi cercheremo di ricambiare la vostra presenza con il valore di un incontro che sia occasione di percorso formativo. Dal 2011 è attivo presso la nostra associazione un percorso continuativo di musicoterapia. Possono partecipare musicisti, operatori del sociale, medici, infermieri, fisioterapisti, insegnanti, coordinatori struttura, psicologi, studenti di scuole di musicoterapia.

Faro 23 si costituisce associazione Onlus nel 1998 con lo scopo di favorire l’inserimento e l’integrazione delle persone disabili nella vita sociale, con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni al sostegno delle famiglie dei ragazzi. Dai bisogni rilevati in un costante confronto con i familiari di giovani disabili, è emersa l’esigenza di elaborare delle risposte concrete volte all’integrazione e alla socializzazione. Si è proceduto alla realizzazione di Atelier specializzati in musicoterapia, psicomotricità, manualità creativa. Le attività proposte nei laboratori sono essenzialmente ludiche: giocare vuol dire incuriosirsi, scoprirsi, mettersi in discussione continuare a comunicare. Grazie alla presenza di volontari a supporto delle figure specialistiche l’attività dei laboratori può essere condotta settimanalmente presso il centro associativo sia in gruppo che in rapporti individuali.

Contatti Telefonici Elisabetta 3490891345 Roberto 3389916165

I PAGAMENTI dei Contributi di Iscrizione saranno effettuati in sede associativa lo stesso giorno di inizio del laboratorio

scarica scheda di iscrizione e brocure

sito di riferimento dell’associazione

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=ckkYr3F27UU&feature=player_embedded[/youtube]

William Utermolhen: autoritratto con Alzheimer

Guardate con attenzione gli autoritratti di William Utermohlen, un artista americano che ha lavorato a Londra per la maggior parte della sua vita professionale, osservateli nel corso degli anni a partire dal 1996 al 2000. Un testo scientifico sulla malattia di Alzheimer non riuscirebbe, con uguale efficacia, a farvi comprendere la realtà che vive una persona dal momento in cui gli è stata diagnosticata quella che viene definita “la malattia del lungo addio”. Rappresentano il racconto di un uomo che si vede scomparire, un’identità che si perde come se qualcuno la cancellasse a mano a mano.

William Utermohlen nato il 4 dicembre del 1933 è morto nel marzo del 2007 per le conseguenze della malattia di Alzheimer. Le sue opere rappresentano una testimonianza completa e coerente dell’esperienza di un paziente malato. Nei suoi ultimi lavori ha raccontato, attraverso i segni, quel che non è più possibile raccontare con le parole: la rottura interiore, la frammentazione umana provocata dalla demenza, un cambiamento desolante e inarrestabile a partire dalla diagnosi avvenuta nel 1995. Una diagnosi di morte, una morte psichica che arriva prima della morte stessa. Nell’autoritratto del ’96 l’artista si trova ad affrontare il suo destino terribile, conosce la prognosi della malattia e sa che non è reversibile, il suo mondo si è ridotto a una prigione. L’immagine ultima del 2000 è una cancellazione, non è presenza né assenza, Utermohlen vuol rimanere, ma sta scomparendo. La figura simbolo di una paura tremenda diventa circolare ed è ingoiata nell’occhio dell’oblio.

I dipinti rappresentano un’esplorazione artistica così dettagliata nella quale possiamo leggere il racconto dei traumi vissuti, la trama di una storia unica di una malattia implacabile che invade la sua mente e tutti i sensi. L’artista con coraggio e tenacia ha cercato  nel tempo inesorabile che lo allontanava alla propria dimensione di coscienza di adattare gli stili e le tecniche alle crescenti limitazioni motorie e percettive, per produrre immagini che comunicassero quello che stava vivendo. L’arte diventa anche una terapia, un tentativo di auto guarigione. Utermohlen è forse uno dei pochi artisti colpiti dal morbo di Alzheimer ad essere stato capace di immortalare l’esperienza personale di demenza in un modo così articolato e potente. La lettura psicologica delle sue opere, traduce i passaggi di una disperata situazione, una solitudine sempre più evidente. Alcuni dei suoi lavori permettono di individuare, ancor prima della diagnosi di malattia, il momento preciso in cui si affacciano i primi semi del morbo di Alzheimer.

L’auto monitoraggio che l’artista fa del proprio stato è negli anni seguito regolarmente dall’ospedale neurologico in cui è in cura. Cosa succede alla mia mente? Sembra chiedersi William mentre  dipinge se stesso, I suoi sforzi sono evidenti nei segni sempre più strazianti e minimalisti, la figura si sgretola,  l’intensità del messaggio è forte e arriva fino a noi il bisogno ultimo di spiegare un sé alterato, sempre più lontano, mescolato a sfumature di tristezza e abbandono. Il grande talento rimane, ma arrivano grandi cambiamenti, a volte l’artista usa l’acquerello e dipinge una serie di maschere, forse perché così può più rapidamente esprimere il suo disperato tentativo di comprendere questa condizione. Più i sintomi della malattia si amplificano e si accentuano i disturbi della memoria, dell’attenzione, della capacità di rappresentare lo spazio, di riconoscere gli oggetti e capire la loro funzione… di riconoscersi…più incerti sono i segni, il movimento. Un’immagine degradata di sé è la diretta conseguenza della disfunzione neurologica.

Le ultime opere possono essere considerate un vero e proprio diario dello sviluppo clinico dei disturbi e del deterioramento cognitivo causati dall’Alzheimer, un lavoro utile per lo studio, ma per noi importante perché è il resoconto commovente e forte dell’esperienza personale di un uomo e della sua malattia.  (sabrina lupacchini/slup)

 “Nothing is true, and everything is permitted” (William Burroughs)

Fonti:
– Sito dell’artista WU www.williamutermohlen.org
– Urban Times www.theurbn.com/2012/01/art-and-alzheimers (fonte immagine)
–  GV Art Gallery www.gvart.co.uk

Sagra dell’Arte: chiusura col botto e altro nutrimento

Foto di Andrea del Zozzo

Siete mai stati ad una sagra in cui non si mangia? Ad una sagra che vi lascia a stomaco vuoto, ma che comunque vi nutre? Una sagra il cui piatto tipico non è questa o quella specialità locale, bensì gli ingredienti essenziali di ognuno di noi, lo spirito, la creatività, la passione? Qualcuno di voi forse c’è stato, sabato e domenica scorsi, al porticciolo di Pedaso, e sa di cosa stiamo parlando.

Parliamo della Sagra dell’arte, un evento unico nel suo genere, innovativo ed essenziale, che ha superato anche le più rosee aspettative. La risposta del pubblico è stata importante a livello di numeri, ma soprattutto a livello di partecipazione e coinvolgimento. Perché una volta varcato il sottopassaggio che conduce al porto dei pescatori di Pedaso, non c’era via di scampo: si poteva solamente lasciarsi coinvolgere dall’atmosfera magica da cui si era attorniati, si poteva solamente dimenticare la fame dello stomaco per saziare quella della mente, non si poteva far altro che corciarsi le maniche e sporcarsi le mani attivamente. 
Ecco cosa è successo: 51 artisti, provenienti da tutta Italia, hanno avuto modo di esporre le loro opere, pittoriche e scultoree, in uno splendido allestimento costruito con i classici tavoli da sagra; due giovani artiste locali, Giulia e Marta Alvear, hanno dipinto in estemporanea sulla parete del porto una gigantografia di tre persone che si nutrono di libri, parole, colori.

Il passante poteva nutrirsi assaporando la mostra oppure gustare dei saporitissimi piatti letterari alla Bottega delle Fandonie. Poteva corciarsi le maniche e produrre notizie di “attualità riciclata” al laboratorio di carta fatta a mano oppure riposarsi nell’area relax e giocare con gli strumenti musicali prodotti da materiali di discarica. Ci si poteva aggirare fra le varie performance di pittura estemporanea, imbattersi in frotte di giocosi “mazzamurelli”del teatri Instabile di Altidona oppure fruire le interessanti proiezioni di video. Ma soprattutto chi veniva alla Sagra dell’arte era invitato a sedersi e a lasciare libera la propria fantasia, esprimendosi liberamente grazie agli ingredienti preparati e serviti dagli chef dell’arte: argilla, colori, pennelli, parole. Insomma due serate in cui l’intero spazio del Porto di Pedaso è stato perfettamente ripempito d’arte, di colore, di musica e soprattutto di passione. A volte l’arte mette in soggezione, allontana il non addetto ai lavori e si arrocca nelle sue torri d’avorio.

Foto di Riccardo Leli

Niente di tutto questo si è verificato alla Sagra dell’arte: il messaggio era che l’arte, la qualità, le capacità espressive sono dentro ognuno di noi e non (solo) nei musei, nei libri di storia o nelle gallerie griffate. Si è riconosciuta la capacità del movimento MAD di tener fede al suo acronimo e di mettere sul piatto movimento, armonia e dinamismo in gran quantità, regalando alla gente due splendide serate di serenità e libertà, riuscendo a trasmettere una percezione limpida di passione. Si perché è proprio la passione il carburante indispensabile di un evento del genere. Le proporzioni dell’evento realizzato lascerebbero pensare ad una spesa economica ingente, invece la Sagra dell’arte è stata organizzata con il minimo dispendio economico immaginabile, grazie alle energie, queste sì preziosissime, dei membri dell’associazione MAD e al supporto della Pro Loco e del comune di Pedaso che hanno messo a disposizione le proprie strutture. Nessun artista figurativo ha pagato per esporre o per avere una postazione per l’estemporanea, nessun musicista o nessuna ballerina ha ricevuto un compenso monetario per la propria performance e nessun “cliente” della sagra è stato costretto a mettere mano al portafoglio! Un festa in cui il denaro era uno dei pochi estranei, in quanto spesso elemento ostile al nutrimento dell’anima e allo sbocciare delle ideee genuine. Non c’era traffico di denaro, ma scambio di emozioni. Un altro mondo rispetto a ciò a cui siamo abituati! Ed è qui che si coglie più nettamente l’elemento provocatorio ed ironico che l’associazione ha voluto proporre: non servono necessariamente soldi per realizzare grandi cose, per fare arte di qualità e per creare sentimenti positivi! Servono le energie umane, l’impegno e il coinvoglimento delle persone. E infatti il successo dell’evento è stato possibile grazie alla sinergia armonica che MAD è riuscita a creare con gli artisti che hanno collaborato, con i commercianti e gli artigiani di Pedaso ed Altidona che hanno contribiuto all’evento donando il proprio mestriere e con il pubblico accorso. Il freddo venticello settembrino non è riuscito ad allontanare la gente, dal calore di queste due serate che sono state come un fuoco capace di far germogliare i semi nascosti dentro alle persone. 
L’associazione MAD ringrazia tutti coloro che hanno avuto parte attiva all’evento, invita chiunque voglia coinvolgersi all’ex biglietteria della stazione di Pedaso, per scoprire le mille altre soprese che ancora riserva questo straordinario gruppo di persone, che mette insieme capacità e competenze diverse, assieme all’umiltà, alla creatività e alla sensibilità sociale e ambientale . (Franecsco Marilungo)

La foto in copertina è di Simonetta Bonanni

Sagra dell’Arte: nutrire i sensi, saziarsi senza limiti

Sagra dell’Arte

Abbuffarsi senza ingrassare, nutrire pensieri, sguardi, animo. È questa in sintesi l’esperienza che sarete invitati a vivere nella “Sagra dell’Arte”, evento realizzato dall’Associazione culturale “MovimentoArmoniaDinamica MAD” l’8 e il 9 settembre presso il Porticciolo di Pedaso.

La “Sagra dell’Arte” è una riflessione a tutto tondo sul concetto di “nutrimento”.  Nel ricordo che rimanda alle sagre paesane enogastronomiche, la metafora è quella di cucinare piatti ad ‘arte’ che siano “cibo per la mente e il cuore”. Sarà uno spazio in cui canalizzare espressività, emotività, piacere del bello, condivisione. Obiettivo principale: esperire! Ossia guardare, toccare, ascoltare, fare insieme, sperimentare l’arte in tutte le sue forme, dalla musica alla scrittura, dalla danza alla pittura ecc.

La realizzazione delle attività e delle varie performances artistiche (mostre, letture, ascolto di musica e concerti) vedranno coinvolti i partecipanti che saranno accompagnati a mettere in gioco le proprie passioni, i propri sentimenti rispetto ad un’arte intesa come mera espressione dell’essere umano. Il pubblico potrà intrecciare e rielaborare idee, pensieri, domande e impressioni, in uno spazio condiviso, attraverso strumenti che più si avvicinano al proprio ed unico sentire, alla propria curiosità. Attraverso un percorso ludico e creativo di arricchimento personale e di produzione artistica, gli spettatori ritroveranno il piacere di fermarsi di fare, comunicando il proprio mondo attraverso forme espressive altre. Sono invitati tutti coloro che ‘nutrono’ il desiderio di mettersi in discussione con il tema proposto il “cibo”, contaminandosi senza limiti.

La “Sagra dell’Arte” è un ‘evento interattivo’ nel quale incontrare la forza sociale dell’arte “non più nella sua qualità astratta – sottolineano gli organizzatori – ma come strumento reale di possibilità comunicativa in una società sempre più colpita da fenomeni di anomia e di imbarbarimento culturale, che prediligono spesso una trasmissione di informazioni veloce e asettica a scapito della complessità dei messaggi di cui noi, in quanto essere umani siamo portatori”. (s.lup.)

La partecipazione dell’evento è aperta a tutti gli artisti senza limiti di età e di luogo.
Per informazioni:  MAD-Associazione culturale MovimentoArmoniaDinamica  eventi.movimentomad@live.it

BARATTI CREATIVI: arte in cambio di un soggiorno in hotel

Un’opera, una camera, una notte. ..

“Camera per arte” è  lo slogan dell’iniziativa di un albergo svedese il Clarion Hotel di Stoccolma che offre alloggio in cambio di creatività. Qualsiasi forma d’arte viene accettata: quadri, musica, poesie. Tutti sono i benvenuti : da artisti giovani ed emergenti a quelli già affermati, possono proporre una loro idea per avere in cambio un soggiorno gratis ossia il pernottamento di una notte in cambio di un’opera creata dallo stesso ospite.

“Amiamo l’arte – dichiarano al Clarion Hotel – tanto che dall’ 8 giugno del 2012, gli artisti possono pagare per il loro soggiorno in hotel con l’arte. E’ molto semplice: un’opera – una camera – una notte. Tutto è partito dal fatto che il nonno del nostro general manager era un artista  e alcune delle sue opere erano appese alle pareti del Chelsea Hotel e ora che è stato chiuso la nostra direzione ha deciso di continuare la tradizione”.

L’hotel ha tratto ispirazione proprio dal famoso Hotel Chelsea di New York, che ha permesso a noti artisti, musicisti e gente eccentrica di soggiornare in cambio della loro arte, celebre per essere stato la casa di svariati artisti da pittori squattrinati a Jack Kerouac padre della Beat Generation.

La proprietà di tutte le opere d’arte, tra cui i diritti esclusivi di uso, vengono trasferiti al Clarion Hotel Stockholm al momento della presentazione, senza eccezioni. L’opere d’arte deve essere firmata dall’artista, occorre prenotare e compilare il modulo in formato A4 da presentare all’arrivo.

“Chi siamo noi a giudicare l’arte? La sistemazione è ciò che abbiamo e siamo felici di offrirle”. L’intento dell’Hotel è quello di costruire un clima di incontro per gli artisti. Per prenotazioni email: reservation.stockholm@choice.se (includere il codice di prenotazione: Room for art)

Altri hotel che seguono la formula del Clarion

– il Marienbad Hotel di Berlino. Un rifugio ed esposizione d’artisti
– il Performance Hotel di Stoccarda. Gestito da un pittore coreano permette di pagare vitto  e alloggio con un reading letterario, un concerto o un’esibizione di danza.
– lo storico Peace Hotel di Shanghai. Ha destinato gratuitamente una ventina di appartamenti con tanto di laboratorio, ad altrettanti artisti internazionali  purché lascino una traccia della loro creatività nelle stanze dell’albergo. In questo caso occorre però superare la selezione di un comitato. (s.lup)