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L’arte è arte, così l’artista. Nessuna categoria di normalità o follia

Abbiamo tempo fino al 16 giugno….

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Il MAR Museo d’Arte della Città di Ravenna prosegue la sua indagine su temi di grande interesse ancora da approfondire con l’ambizioso progetto espositivo dal titolo “Borderline, Artisti tra normalità e follia. Da Bosch a Dalì, dall’Art Brut a Basquiat” (http://www.museocitta.ra.it/news/pagi…) in programma dal 17 febbraio al 16 giugno 2013. L’obiettivo della mostra è di superare i confini che fino ad oggi hanno racchiuso l’Art Brut e l'”arte dei folli” in un recinto, isolandone gli esponenti da quelli che la critica (e il mercato) ha eletto artisti “ufficiali”. La mostra accosta ad artisti affermati come Dalì, Gericalut, Klee, Bacon, Bosch e Goya, figure artistiche affette da disabilità psichiche come Ligabue, Wolfie, Zinelli, Saracini, Aloïse e Wilson.

“GIOCARE AD ARTE”: GENITORI CREATIVI ESPONGONO OPERE PER SOSTENERE UNA SCUOLA

di.segno. Giocare ad arte
(creatività come espressione universale e di vita)

dscn3374coSabato 4 maggio, alle ore 17, a Gorgo al Monticano (Tv) sarà inaugurata la mostra “di.segno. Giocare ad arte” curata da Chiara Moro.

L’esposizione – che rimarrà aperta al pubblico fino al 20 giugno 2013 – raccoglie una serie di opere realizzate dai genitori della scuola dell’infanzia “S. Giuseppe” e delle classi seconde della scuola primaria “Alibino Luciani” durante gli incontri-laboratorio creativi e ludico-teatrali a cura di Lisa Moras, Paola Palmano e Associazione “Zona Franca”. Le opere saranno in vendita per beneficenza presso la biblioteca previa donazione libera che andrà a sostenere la scuola dell’infanzia “San Giuseppe” di Gorgo al Monticano.

“Lo scopo dei laboratori educativi e conseguenti esposizioni pubbliche è assegnare finalmente alla creatività il ruolo di accrescimento culturale, allo scopo di crearne le fondamenta affinché diventi una strategia di crescita collettiva (sociale, economica, politica, …) e di inclusione sociale. Una operazione delicata che faccia leva sulle dinamiche educative, costituendo un potente vettore di coesione tra i diversi strati della cittadinanza e di dialogo tra i saperi. Riuscire ad utilizzare la cultura come una reale piattaforma, e non come semplice ornamento o elemento strumentale della trasformazione urbana, rappresenta una sfida immancabile nel quotidiano, un obiettivo importante in termini di progresso umano e sociale. La creatività è un atteggiamento mentale che, inserito nello sviluppo concettuale di ciascuno, determina quella rifinitura, quel ricamo ordito e quella completezza che attengono alla sfera del sensibile, dell’immaginifico e della crescita.’“Giocare ad arte’ si identifica, così, in un percorso didattico in grado di sfruttare adeguatamente una serie di fattori sfuggenti e poco visibili, come l’intelligenza, la creatività e il senso della bellezza. Come punto fondante l’idea che, appunto, sia possibile porre le realtà familiari ed educative, sempre più centrali nello sviluppo comunitario, all’interno di modelli formali liberi dal vincolo che ne rifiuta la dimensione qualitativa”.

Locandina MOSTRA

Arte e follia: da Bosch a Dalì, dall’Art brut a Basquiat

Artisti tra normalità e follia

Da Bosch a Dalì, dall’Art brut a Basquiat

Salvador Dalì, Mostro molle in un paesaggio angelico, 1977, Musei Vaticani, Città del Vaticano

“Nella cultura europea del XX secolo diversi protagonisti delle avanguardie e psichiatri innovatori guardarono in luce nuova le esperienze artistiche nate nei luoghi di cura per malati mentali. Le ricerche di quegli anni avevano avviato una revisione radicale di termini quali ‘arte dei folli’ e ‘arte psicopatologica’, prendendo in esame queste produzioni sia come sorgenti stesse della creatività quanto come una modalità propria di essere nel mondo, da comprendere al di là del linguaggio formale”.

Al Museo d’Arte della città di Ravenna fino al 16 giugno 2013 ci aspetta la mostra “Borderline” curata da Claudio Spadoni, direttore scientifico del museo e da Giorgio Bedoni, psichiatra, psicoterapeuta, con il supporto della Fondazione Mazzotta di Milano.

E’ la voce di tanti capolavori senza distinzione di condizione e vissuti, riuniti in quell’area della creatività dai confini sottili, dove è la persona a trovarvi rifugio ed espressione. In quello spazio, si confondono i ruoli, fino a diventare di simile levatura, individui riuniti nell’unica corretta definizione “artisti”. Che siano ‘artisti ufficiali’, o autori ritenuti “folli”, “alienati”, “outsiders” della scena artistica.

Antonio Ligabue, Autoritratto – inv.177, 1954, Collezione Banca Popolare di Bergamo

La mostra dopo una introduzione introspettiva, con opere di Géricault e Goya  è organizzata per sezioni tematiche, le opere legate all’Art Brut sono una presenza costante durante tutto il percorso e affiancano quelle dei protagonisti importanti, aiutando a stabilire  un confronto sul limite tra la creatività degli ‘alienati’ e il disagio espresso dall’arte ufficiale dell’ultimo secolo, nel bisogno comune di manifestare il disagio  della realtà.

Aprono la sezione “Disagio della realtà”, i lavori di Bacon, Dubuffet, Basquiat, Tancredi, Chaissac, Wols. Seguono con il tema sul “Disagio del corpo” Recalcati, Moreni, Fabbri, Perez, De Pisis, Zinelli, alcuni protagonisti del Wiener Aktionismus e del gruppo Cobra come Jorn e Corneille ,  i “Ritratti dell’anima” sono rappresentati invece dalle opere di Ghizzardi, Kubin, Ligabue, Moreni, Rainer, Sandri, Van Gogh, Jorn, Appel, Aleshinsky, Viani. Il corpo in alcune creazioni esposte diviene “l’estensione della superficie pittorica e talvolta opera stessa nelle sue più sorprendenti trasformazioni, descritte in toni ludici o violenti”. Ampio spazio viene dedicato ad una sequenza di ritratti, e soprattutto autoritratti, “una delle forme di autoanalisi inconsapevole più frequente nei pazienti delle case di cura”.

Uno spazio della mostra è dedicato anche alla scultura, con  opere Art Brut,  inediti di Gervasi e grandi manufatti dell’arte primitiva. Chiuderà la sezione il “Sogno rivela la natura delle cose” in cui “verrà definito l’onirico come fantasma del Borderline con una selezione di dipinti di surrealisti come Dalì, Ernst, Masson, Brauner, oltre ad una nutrita presenza di lavori di Klee, grande estimatore dell’arte infantile e degli alienati”. Con il termine “Borderline” chiariscono i curatori – “si individua la condizione critica della modernità, antropologica prima ancora che clinica e culturale”. (s.lup.)

Per informazioni: Mar Museo dell’Arte
Scarica il pieghevole

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Arte da passeggio con gli acquerelli di Judith Offord

Arte da passeggio. Rassegna di artisti, eventi, opere..

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Galleria L’Angolo. IV° evento insieme agli Acquerelli di Judith Offord

Domenica 20 Gennaio 2013 – Ore 17.30

Artista autodidatta, dal 2002 si avvicina alla pittura espressiva tramite la tecnica d’acquerello dove trova la possibilità di esprimersi creando un armonia di colori, atmosfere ed emozione suggerita dal paesaggio e della natura. Nata a Ipwich (G.B.) vive a Fermo.

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Galleria L’Angolo. 
Via Duca degli Abruzzi 16/18 Civitanova Marche

A cura di Natalia Tessitore e Roberta Fonsato
Ingresso libero

Info: 339 7045096 – 0733 771294
langolo.antiquariato@gmail.com – www.langolo-antiquariato.it

Galleria L’Angolo: l’arte da passeggio

La Galleria L’Angolo si occupa di arte, antiquariato (quadri, oggetti,  mobili e complementi d’arredo), progettazione d’interni ed arte in generale. Opera in questo settore dal 1982 a Civitanova Marche. L’idea di creare un evento che potesse avvicinare, con estrema semplicità, il pubblico agli oggetti, alle opere ed agli artisti attivi sul nostro territorio, ha dato vita ad Arte da Passeggio, una Rassegna che si terrà da ottobre 2012 a giugno 2013. Ogni terza domenica del mese, presso la Galleria in Via Duca degli Abruzzi 16/18, dalle 17,30 alle 20 sarà ospite un artista e la sua opera.

Un appuntamento del tutto informale per fare quattro chiacchiere sull’arte e sul suo ruolo sociale che non è, come troppo spesso si pensa, solo estetico od intellettuale ma, al contrario, esprime la necessità profonda di ogni essere umano di condividere esperienze, emozioni e riflessioni su noi stessi e ciò che ci circonda. In  questo senso, il primo appuntamento del 21 ottobre, di cui sarà graditissimo ospite il Pittore Gianni Mercuri, uno dei fondatori del Gam, Gruppo artisti marchigiani, partirà con una breve introduzione che tratterà della Cave Art, o Arte delle Caverne, le prime opere d’arte a noi conosciute, risalenti a circa quarantamila anni fa. In quel tempo lontanissimo i nostri progenitori non possedevano ancora un linguaggio scritto e vivevano cacciando nei boschi preoccupandosi di non diventare prede a loro volta di qualche animale selvatico. Eppure, quei progenitori che non sapevano ancora nulla della ruota e non possedevano altro che saper accendere un fuoco, sentivano il bisogno di dipingere su muri di roccia la realtà che li circondava e le emozioni che essa procurava loro. Enormi affreschi preistorici oggi conosciuti in tutto il mondo e considerati veri e propri capolavori, protetti come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Da queste opere tutti i più grandi artisti moderni e contemporanei, da Picasso a Matisse, da Braque a Klee hanno tratto spunto.  (Natalia Tessitore)

Per informazioni: Galleria L’Angolo