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TERAPEUTICA ARTISTICA E PSICHIATRIA. I “Giardini segreti” si aprono al pubblico

invito_defi - Copia.indd“I Giardini segreti si aprono al pubblico” è il titolo di una esperienza di terapeutica artistica inaugurata martedì 23 dicembre presso il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura – Padiglione Forlanini – Policlinico San Matteo – Pavia.

I “Giardini segreti” si inseriscono nell’ambito di un progetto, nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di scienze del sistema nervoso e del comportamento dell’Università di Pavia e il Dipartimento di arti visive dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, con l’obiettivo di migliorare la qualità della cura dei pazienti. Un percorso nel quale la terapeutica artistica incontra la Psichiatria. La metafora del giardino offre una possibilità di riflessione condivisa. “I muri possono essere trasformati da chiusura a protezione, accolgono uno spazio, come nel giardino, che rimanda anche al grembo materno. Esiste appunto un giardino segreto che, anche nella bufera della psicosi, può essere portato a nuova fioritura”.

Il progetto, è stato finanziato grazie a una donazione di una industria farmaceutica, che ha consentito di rinnovare la convenzione con l’Accademia delle Belle Arti di Brera – Dipartimento di Arti Visive (prof.ssa Laura Tonani) e di bandire una borsa di studio, di cui è risultata vincitrice la dott.sa Elena Vidale.

Con il coordinamento della Vidale, un gruppo di entusiasti tirocinanti di Brera, insieme con l’équipe del reparto di psichiatria, coordinato dal dott. Fabrizio Pavone, e insieme alle persone ricoverate presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, agli infermieri, ai medici e a molti studenti hanno realizzato un immenso murales (91.66 metri quadri) lungo il corridoio del reparto, intitolato Giardini Segreti. “Un laboratorio artistico terapeutico che ha trasformato un anonimo spazio ospedaliero in un luogo vissuto, costituendo un’esperienza umana di condivisione importantissima per chi sceglie di operare in un settore così delicato”. All’inaugurazione della mostra saranno presenti gli autori dei murales.

L’ARTE E’ FEMMINA. XII Congresso annuale sulle arti terapie

arte“Il centro storico della città di Lecce si tingerà di colori, d’espressività, di musica”. Nel capoluogo salentino, si terrà, dal 19 al 20 dicembre 2014, la dodicesima edizione del Congresso annuale sulle Arti Terapie, ideato e organizzato dall’Istituto di Arti Terapie e Scienze Creative di Carmiano in collaborazione con l’Associazione Nazionale Art.ed.o e con il Patrocinio della Provincia di Lecce e della Regione Puglia.

Il Congresso, dal titolo “L’Arte è femmina”, sarà un’occasione per offrire ai presenti una panoramica sulle possibili applicazioni delle Arti Terapie nella relazione d’aiuto, celebrando, in questa dodicesima edizione, l’Anno Europeo contro la violenza sulle donne.
Si dibatterà sul tema in occasione della Tavola Rotonda introduttiva del Congresso “Prevenzione e lotta contro la violenza sulle donne alla quale prenderanno parte le associazioni locali insieme a esperti della materia. A seguire, verranno poi affrontate altre tematiche strettamente inerenti le arti terapie sotto tutti i loro aspetti (didattico, formativo, applicativo, istituzionale, ecc.), con il contributo dei numerosi relatori, alternati a momenti di autentico spettacolo sorti negli abituali contesti professionali dell’Istituto di Arti Terapie e Scienze Creative e in tutte le Scuole attive all’interno della rete Art.ed.o.

L’evento sarà articolato in due giornate: la prima, venerdì 19, si terrà nella cornice del Teatro Paisiello di Lecce e vedrà i professionisti del settore e gli esperti provenienti da tutta Italia, i docenti e i referenti delle sedi affiliate, confrontarsi, esibirsi, alternarsi per dar vita a un originale e unico evento-spettacolo. Protagonisti dell’evento saranno poi i numerosi allievi che, con le loro performances, offriranno il proprio contributo artistico per la buona riuscita della kermesse. Ampio spazio sarà, infatti, dedicato a momenti di distensione e spettacolo per il puro piacere dei partecipanti. La seconda giornata, quella di sabato 20, sarà invece dedicata ai laboratori pratici gratuiti di Musicoterapia, Danzamovimentoterapia, Arte Terapia e Teatroterapia che si terranno nelle sale del Palazzo dell’Ex Conservatorio Sant’Anna, suggestivo complesso architettonico leccese.

 

LA MUSICA DELLA VITA. Incontrarsi, condividere e ‘sentire’. Partecipa anche tu!

Che cos’è la musica per te?

la homepage del sito

la homepage del sito

E’ questa la domanda che sta alla base del progetto LaMusicadellaVita.eu  e che l’ideatore, Roberto Bellavigna, ha rivolto alle persone incontrate nei laboratori di musicoterapia, nei luoghi comuni dove amici conoscenti e familiari ascoltavano brani e canzoni di vecchi ricordi, ai ragazzi nelle scuole, ai giovani nelle piazze, agli adulti nelle osterie dove insieme si intonavano canti, agli anziani…

“Senza la musica non potrei vivere”, “la musica è tutto”, “la musica è la voce dell’anima”, “la musica è la mia compagna di vita”, “la musica non so cosa sia …ma è bellissima” , “la musica è un’amica sincera che non mi ha mai abbandonato”, “la musica è qualcosa di cui ho bisogno”, “la musica è un cantante” … ecc. ecc… Sono alcuni dei commenti raccolti anche in un video.

“Il suono, il silenzio, un canto, la musica ci accompagna e ci sostiene, – si legge nella presentazione del progetto – ci culla, aumenta il ricordo fino ad amplificarlo, rimane quando il ricordo affievolisce, è gioia e dolore, diventa persona e innamoramento, è dedica all’altro, carezza, appoggio, ci aiuta a guardare al futuro, è forza e coraggio, è marcia, danza, cammino “la musica è la vita…”  Sono questi i presupposti che hanno reso possibile la realizzazione del sito e hanno mosso il desiderio di “stimolare alla vita attraverso la musica” non solo per sostenere, alleviare la malattia ma anche per “curare il quotidiano” perché il benessere passa da una buona prevenzione e la prevenzione passa attraverso buone relazioni, incontri umani, scambi artistici e creativi. Il benessere passa per l’”ESSERCI”.

imageIo ci sono per te… LaMusicadellaVita  vuole “esserci”, nelle case, nei centri socio educativi, nelle piazze, nelle auto, nei ricordi e nelle dediche, ovunque si può produrre creativamente incontri musicali… Il progetto interattivo ed internazionale, concretamente, si pone l’obiettivo di: fare scambi interculturali attraverso la musica e l’arte; recuperare il patrimonio artistico e umano dei canti dei nostri nonni di noi e dei nostri figli; creare volontari musicisti e artisti pronti a partire per regalare sogni e donare spettacoli; avviare seminari nazionali ed internazionali di musica relazione e terapia; rispondere a domande, porsi domande e fare ricerca insieme; creare spettacoli ‘estemporanei’, flash music incontri musicali itineranti; raccogliere idee e patrimoni personali di racconti musicali; proporre giornate di studi e di scambi, momenti vivaci, divertenti, liberatori, per ribadire il senso del vivere, l’importanza del gioco, l’essenza dello stare insieme; creare stanze attrezzate per la produzione e ascolto musicale; relazionarsi con personale medico, animatori, insegnati, fisioterapisti, educatori e famigliari sul tema musica; riflettere sul significato di cura in musicoterapia e sul concetto del cosa funziona…; raccontare ad operatori, terapisti, psicologi, e gente comune che la “miglior cura” è nella proposta “io ci sono per te” è da questo che il mezzo si fa strumento; realizzare dediche per momenti speciali con creazioni musicali personalizzate e lettura di scritti; creare playlist di ascolto per malati di Alzheimer a partire dall’analisi del loro vissuto sonoro per tornare al ricordo e alla relazione.

LaMusicadellaVita  nasce e vive a partire dalla stessa esperienza maturata dall’ideatore e da quanti collaborano attivamente al progetto: “segnata ogni giorno dal nostro essere musicali, il nostro suonare, l’essere musicisti professionisti, musicofili o appassionati, attori del suono, disegnatori delle altezze…… innamorati della musica”. Il sito nasce anche per documentare, accomunare gli intenti, promuovere idee per proporle alla libera condivisione e al sostegno dei naviganti…

Tra i progetti avviati:

vita– PROFILI SONORI. Raccolta audio realizzata a partire da produzioni sonore registrate in contesti geriatrici e in centri disabili rilette e traslate in modo artistico e creativo. Sono voci, silenzi, ripetizioni di parole di persone che attraversano le stanze dei centri geriatrici e ospedalieri, delle strutture residenziali, dei luoghi della disabilità, ma anche delle nostre case, luoghi dove la relazione chiede aiuto tra rumori e silenzi ingombranti. Voci, comunicazioni sonore, parole che si ripetono che ci parlano. Il progetto intende rendere in musica questi mondi, tradurli in suoni che raccontano. Un incontro artistico fatto di note e corde vocali reinterpretate per portare a movimento quel che sembra essere fisso per dare senso a quel che all’apparenza “non appare”. Il progetto chiede il contributo  di tutti per raccogliere un piccolo archivio di tracce audio contenenti: voci, suoni e rumori del quotidiano vivere di tanti nostri amici, familiari, pazienti, conoscenti. Puoi sostenere Profili Sonori attraverso la raccolta dal basso (crowdfunding)

SALA MULTISENSORIALE per il Centro polifunzionale “Arcobaleno” di Borgotaro (Parma), inaugurata il 19 luglio 2014. Nel video sotto viene presentata un’anteprima anche se esserci, ribadisce Bellavigna “è ben differente e le foto non rendono gli aromi le luci il setting i particolari. E’ straordinario pensare, vedere fare esperienza di come gli spazi possano cambiare, diventare accoglienti strumento per la relazione”. Per aprire altre sale multisensoriali è stato avviato un crowfunding. (slup)

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=EDoNsAmqBAA[/youtube]

 

L’arte del “prendersi cura”. Agnese …dolce Agnese

Incontri umani sulle corsie degli ospedali. Quando il lavoro è fatto ad ‘arte’…

Prosegue la raccolta dei racconti, che vogliono segnalare quelle situazioni in cui l’incontro tra il paziente e il suo medico curante, l’infermiera e nello specifico in questo caso la terapista della riabilitazione, è basato anche e soprattutto sulla relazione tra le persone. L’arte del prendersi cura non è un motto ma è necessariamente la base di ogni buona riuscita riabilitativa. Per motivi di privacy i nomi delle persone sono inventati. Tutto il resto è realtà. Buoni incontri.

“Agnese…dolce Agnese”. Dal racconto di Sabrina Girotti, terapista della riabilitazione

 

Illustrazione tratta dal libro "Una nonna tutta nuova"di Elisabeth Steinkellner, Michael Roher (Terre di Mezzo, 2012)

Illustrazione tratta dal libro “Una nonna tutta nuova”di Elisabeth Steinkellner, Michael Roher (Terre di Mezzo, 2012)

Appena la si vede, gli occhi non si incontrano, perché Agnese cammina sul suo girello flessa così tanto in avanti che gli occhi per forza sono rivolti verso terra. Ma quando si mette seduta allora sì che si possono incontrare e si rimane veramente sorpresi dai suoi occhi celesti e vispi. Emanano una luminosità ed una curiosità che nemmeno la veneranda età di 93 anni ha intaccato. L’aiuto a stendersi sul lettino e subito accusa dolori al collo,alla schiena. Quando poi guardo le sue gambe allora sì che provo paura…sono talmente rosse, edematose, la pelle così sottile, ho paura che solo toccandola possa rompere qualcosa. E allora decido di cominciare a “toccarla” partendo dal collo, ma se pur con estrema delicatezza, dove tocco tocco, è sempre un dolore. Poi come sempre succede, mi racconta fatti della sua vita passata e di quella presente, costellata da disagi, miseria, fatica, malattie e morti tragiche dei propri cari. Mentre racconta io mi domando come tanto dolore, tanta sofferenza, possono stare dentro un corpo così minuto . Così le chiedo come ha fatto a resistere nonostante i segni sul corpo sono chiari e lei molto dolcemente mi risponde che è tanto devota alla Madonna. Rimango in silenzio….

E’ molto riservata Agnese, preferisce stare da sola in camera a pregare, ma se sta insieme agli altri trova sempre parole di incoraggiamento. Sembra proprio che la bontà sia iscritta nel suo Dna. Tutti le vogliono bene e ammirano la sua dolcezza. Così quando un giorno mi confessa che non sopporta una signora ricoverata e sua figlia, rimango sorpresa, cerco di capirne il motivo e mi dice (sempre molto tranquillamente) che si danno delle arie, che sono prepotenti e la prepotenza lei proprio non la tollera. In effetti riguardo alle due donne molti la pensano come lei, ma è comunque gentile ed educata con loro solo, ma se può cerca di evitarle. Per giorni se ne sta in carrozzina perché il forte dolore alle gambe non la sorregge, poi lentamente piano piano riesce dopo alcuni giorni a fare alcuni passi con il deambulatore fino a che un giorno riesce a percorrere tutto il corridoio. Arrivata in fondo ai due lati, sono seduti pazienti e familiari, allora le dico:”immagina di essere una fotomodella che sta sfilando”, Agnese accenna a movimenti ancheggianti che procurano gli applausi spontanei da parte degli altri e un suo grande sorriso. Che gioia quando arriva il momento della dimissione e mi abbraccia e mi bacia, bagnandomi di saliva, che percepisco come fosse “l’acqua santa”.

Leggi gli altri incontri: Pietro, Vittoria, Angelo, Nebbiolina

L’arte del “prendersi cura”. Nebbiolina “farle capire che lei è importante”

Incontri umani sulle corsie degli ospedali

Quando il lavoro è fatto ad ‘arte’…

sole_mano1Prosegue la raccolta dei racconti, che vogliono segnalare quelle situazioni in cui l’incontro tra il paziente e il suo medico curante, l’infermiera e nello specifico in questo caso la terapista della riabilitazione, è basato anche e soprattutto sulla relazione tra le persone. L’arte del prendersi cura non è un motto ma è necessariamente la base di ogni buona riuscita riabilitativa. Per motivi di privacy i nomi delle persone sono inventati. Tutto il resto è realtà. Buoni incontri.

Dal racconto di Sabrina Girotti, terapista della riabilitazione

Nebbiolina viene ricoverata in seguito ad un intervento di protesi d’anca all’età di 68 anni. Suo marito era già ricoverato da noi da 2 settimane per il Morbo di Parkinson… Una donna che tiene gli occhi chiusi o rivolti verso il basso. Colore della pelle molto chiara,una buona struttura ossea ma senza “confini”, piatta, senza linee, curve,un corpo inespressivo. Mentre le parli lei ripete continuamente “si, si, si, si…”, le altre parole che pronuncia sono grazie e scusa. Dà l’impressione di voler essere invisibile, teme di dare fastidio, non esprime mai un suo pensiero ma per ogni cosa chiede consiglio a suo marito al quale si dedica completamente. Quando la vedo camminare nel corridoio titubante con la sua stampella, chiedendo scusa a tutti quelli che passano o che stanno seduti, provo una profonda tristezza. Le poche volte che cerco di farla parlare di sé lo fa solo riferendosi agli altri cioè a suo marito o a suo figlio. Mai che esprima un’opinione, un desiderio, se insisto riesco solo ad ottenere un timido sorriso. La sua totale mancanza di partecipazione a sé stessa mi crea disagio,vorrei tanto poter fare qualcosa. L’unica cosa che sono riuscita ad ottenere è quella di non farle dire più “grazie” mille volte in un’ora, dicendole che per ogni grazie mi doveva dare 5 euro. Naturalmente era uno scherzo, ma ha funzionato! La sua remissività viene fuori in maniera palese durante il lavoro di gruppo. Anche qui sempre ad occhi chiusi e assenza di movimento spontaneo,anche la stimolazione di movimenti attraverso la musica non cambia il suo “repertorio” corporeo. Mi viene voglia di scuoterla, di “svegliarla”, di farle capire che lei è importante, che la sua vita ha lo stesso valore di quella degli altri ma è veramente impenetrabile. I suoi timori si ripercuotono inevitabilmente nel recupero dell’arto protesizzato, quindi rimane da noi per sei settimane.

I giorni che precedono il giovedì grasso, con i pazienti costruiamo dei cappellini da indossare per l’evento, così per festeggiare il carnevale. Lei teneva in mano il cappellino ripetendo timidamente: “non l’ho fatto mai, non l’ho fatto mai”. Per convincerla ad indossarlo non è stato affatto semplice e pochi minuti dopo averlo fatto le è venuto un grosso dolore al fianco e si è bloccata, ho dovuto metterla a sedere!

E come sempre arriva il momento della dimissione,mi abbraccia, mi bacia e naturalmente mi dice mille volte grazie e il mio cuore si stringe. Un paio di settimane dopo mi capita di andarla a trovare a casa dove ora vi abita anche una badante. La trovo meglio, più serena, il viso rilassato e “colorito”. Mi accorgo che ha lo smalto alle unghie rosa chiaro, mi complimento con lei e naturalmente, abbassando gli occhi e diventando tutta rossa, mi confessa che non l’ha mai fatto, ma la “badante ha insistito”. La saluto più sollevata e ringrazio la badante. Chissà forse esiste un piccolo spiraglio.

Leggi gli altri incontri: Pietro, Vittoria e Angelo