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“Non ci resta che ridere… amaramente” spettacolo contro la violenza sulle donne

Locandina spettacolo 13 novembreStorie di violenze fisiche, psicologiche, economiche, stalking e altre dinamiche che purtroppo vedono vittime le donne. E’ questo il filo conduttore dello spettacolo “Non ci resta che ridere… amaramente”, per la regia di Maria Letizia Righi, che verrà messo in scena dalla compagnia teatrale “I Fanigiulesi” venerdì 13 novembre, alle ore 21, al Cinema Teatro “Astra” di Pesaro, tratto da “Ferite a morte” di Serena Dandini (biglietto 12 euro).

L’iniziativa, promossa dalla Provincia di Pesaro e Urbino, dal Comune di Pesaro, da “I Fanigiulesi” e dall’associazione di promozione sociale “Percorso Donna”, con la collaborazione della cooperativa “Labirinto”, si propone di raccogliere fondi a sostegno del Centro antiviolenza provinciale “Parla con noi” per le azioni di sensibilizzazione nelle scuole svolte proprio da “Percorso Donna”.

In questi giorni le volontarie di “Percorso Donna” (avvocatesse, psicologhe, educatrici ecc) stanno concludendo gli incontri negli istituti coinvolti nel progetto (professionale “Benelli”, liceo scientifico “Marconi”, istituto tecnico “Bramante – Genga”, agrario “Cecchi” e istituto d’arte “Mengaroni”), per un totale di 250 studenti, che la mattina del 13 assisteranno in anteprima allo spettacolo, per loro gratuito.

“Negli incontri – prosegue la Ceccarelli – spieghiamo ai ragazzi la rappresentazione che andranno a vedere, soffermandoci sulle forme di violenza, dalle più esplicite a quelle meno riconoscibili. Proponiamo poi letture tratte da ‘Ferite a morte’ di Serena Dandini, in particolare ‘Dark violet’, seguite da un momento di discussione, utile per esprimere sensazioni e chiarire dubbi. Informiamo anche sull’esistenza del Centro antiviolenza provinciale e sulla nostra attività volontaria all’interno della struttura (colloqui di prima accoglienza, colloqui informativi di carattere legale e assistenza di carattere psicologico) e nelle scuole. I ragazzi sono sempre molto partecipi e sensibili”.

Info e prevendita biglietti: Informagiovani del Comune di Pesaro tel. 0721.387775; Ufficio Pari Opportunità Provincia di Pesaro e Urbino tel. 0721. 3592305/2349; marialetizia.righi@tin.it  3475023658.

 

In scena “(S)legati”: storia vera di due alpinisti, di un miracolo e di un’avventura al di là dei limiti umani

locandina_slegatiVenerdì 13 novembre 2015 il Circolo Everest di Vimodrone (MI) ospita una nuova serata della stagione teatrale Sherpa 2015/16 “(S)legati” di e con Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris, musiche Sandra Zoccolan. (S)legati è la storia vera dei due alpinisti Simon Yates e Joe Simpson che nel 1985 tentano la scalata del Siula Grande, nelle Alpi peruviane. E’ la storia della loro amicizia e delle corda che tiene legati insieme i destini dei due giovani e che si fa metafora delle relazioni umane. La corda che mette la vita dell’uno nelle mani dell’altro, come sempre avviene in montagna. Quando il peggio sembra passato e la strada è ormai in discesa, c’è la vita che fa lo sgambetto e  c’è la morte, che strizza l’occhio: un terribile incidente in alta quota, Simpson durante una banale manovra si rompe una gamba. Da quel momento in poi tutto cambia. L’impresa diventa riuscire a tornare vivi al campo base.
Tutto sembra funzionare finché, proprio quando le difficoltà paiono superate ecco che c’è un altro imprevisto, questa volta fatale: e c’è allora il gesto, quel gesto che nessun alpinista vorrebbe mai
trovarsi obbligato a fare: Yates è costretto a tagliare la corda che lo lega al compagno. Un gesto che separa le loro sorti unite. Che ne (s)lega i destini per sempre. Quell’atto estremo però, in questo caso miracoloso, salverà la vita a entrambi: tutti e due, riusciranno a tornare vivi al campo base. E a ritrovarsi insperatamente lì dopo 4 giorni.
(S)legati é la storia di un miracolo, di un’avventura al di là dei limiti umani. Ed è al contempo  una metafora delle relazioni e dei legami. La montagna diventa la metafora del momento in cui la relazione è portata al limite estremo, in cui la verità prende forma, ti mette alle strette e ti costringe a “tagliare”, a fare quel gesto che sempre ci appare così violento e terribile, ma che invece, a volte, è l’unico gesto necessario alla vita di entrambe.
Dopo un fortunatissimo tour nei rifugi alpini nella scorsa estate, lo spettacolo torna nei teatri ed è pronto ad incantare il pubblico vimodronese. Lo spettacolo è organizzato in collaborazione con il CAI (Centro Alpino Italiano), sotto-sezione di  Vimodrone. A questo link l’evento Facebook
(slup)

 

“Ho visto la pace allo specchio”, viaggio attraverso i paesi dell’ex-Jugoslavia

locandina_Ritorni_3ott2015Debutterà sabato 3 ottobre alle ore 21, negli spazi Bomben di Treviso “Ritorni, ho visto la pace allo specchio”, spettacolo ideato e interpretato da Filippo Tognazzo, autore e attore legato ai temi e alla ricerca nel teatro sociale e di impegno civile.

“Ritorni”, prodotto dalla compagnia Zelda e dalla Fondazione Benetton è il racconto autobiografico di un viaggio attraverso i paesi dell’ex-Jugoslavia. Una terra lontana popolata di fantasmi per uno studente poco più che diciottenne negli anni Novanta, che parte per capire cosa sia successo in quei luoghi a vent’anni dalla fine della guerra. L’itinerario, fisico e umano, parte dal Veneto e attraversa Lubiana, Vukovar, Tuzla, Srebrenica e Sarajevo, scandito da incontri, riflessioni, silenzi, intense testimonianze e accompagna, tappa dopo tappa, a scoprire l’origine e l’evolversi di una piccola grande rivoluzione, personale e collettiva.

“Bar ControCultural” la performance che porta il teatro nelle case

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Mentre in cielo Giove e Venere si sfiorano in una scena di notte, che vede come protagonista una luna piena di fine giugno, un’altra scena si attua sulla terra, in una terrazza di un paesino marchigiano.
Debutta così la performance “Bar ControCultural”, per due donne di mezza provenienza.
A muovere la scena due attrici di mezza provenienza, Milagros Teresa Pardo Espinosa e Roberta Vincenza Roayelen Fonsato, una cubana, l’altra italiana, che vivono a cavallo dei due continenti.
L’idea al suo debutto è quello di portare il teatro nelle case: le due attrici arrivano nella location che le ospita, creano un teatro spontaneo, fanno la loro performance, davanti agli ospiti e poi la location diventa di nuovo il luogo di prima.
IMG_20150630_202735Insomma creano un teatro a casa tua!!!!
Un passaggio avvolto nel mistero, perché ogni volta il luogo della performance cambia e non è dichiarato, se non solo alle persone che sono state invitate.
La performance è un susseguirsi di battute, che si interrogano, si confrontano sulle diverse culture e stili di vita.
Tra ironia e grottesco a confronto il senso della vita.
Per chi volesse trasformare la propria casa o altro luogo in un teatro per una notte…
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“Webulli” spettacolo sul cyberbullismo, vola a New York

bulliWebulli, lo spettacolo sul cyberbullismo prodotto da Cooperativa Sociale Industria Scenica, è stato selezionato per partecipare a In Scena! Italian Theater Festival, primo festival del teatro italiano a New York dal 4 al 20 maggio 2015. Per sostenere economicamente il progetto è online la campagna di crowdfunding su Eppela, piattaforma di finanziamento collettivo. Obbiettivo: la raccolta di 500 euro

WEBulli è uno spettacolo teatrale della compagnia Elea Teatro, parte di uno studio globale sul cyberbullismo e sull’uso consapevole dei media digitali condotto negli ultimi due anni da Industria Scenica. La pièce indaga con linguaggio ironico e venature dissacranti il fenomeno del cyberbullismo, ovvero la pratica di attaccare e offendere l’altro attraverso internet. Dopo aver debuttato a Next Laboratorio delle idee 2013 di Regione Lombardia al Teatro Franco Parenti di Milano, WEBulli ha girato il nord Italia e le scuole superiori di Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto; è arrivato fino in Svizzera e ha partecipato a importanti eventi sul tema cyberbullismo come il SID (Safer Internet Day) promosso dal Safer Internet Center.

WEBulli parla ai giovani ma non dice loro cosa fare, è educativo ma non impartisce lezioni, è divertente ma fa riflettere “crediamo che con WEBulli il palcoscenico possa diventare uno dei luoghi promotori di nuove risorse e stimoli utili al dibattito sul cyberbullismo, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubbica su uno dei fenomeni più pericolosi dei nostri tempi.