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Percorsi di teatro e danza all’Open Festival di Correggio (Reggio Emilia)

Il libraio di Selinunte in viaggio verso Correggio

L’emozione per la performance accompagna il gruppo delle Marche

La compagnia teatrale creata dai centri “La Serra”, “Cittadella del Sole” e “Dopo di noi” di Sant’Elpidio a Mare e Porto Sant’Elpidio (Fermo) parteciperà, mercoledì 9 maggio, al concorso-rassegna Open Festival un concorso-rassegna all’interno del quale 5 compagnie di teatro e 5 di danza composte da ragazzi abili e disabili si confronteranno sul palcoscenico del Teatro Asioli di Correggio (Reggio Emilia) per aggiudicarsi il favore della giuria e il premio finale. L’evento, quest’anno alla sua 5° edizione, fa parte degli appuntamenti del 14esimo Festival Internazionale delle Abilità Differenti.

L’Open Festival, teatro e danza, intende valorizzare quei progetti che favoriscono l’integrazione di artisti diversamente abili attraverso una loro partecipazione diretta alla creazione artistica, al fine di offrire una reale opportunità espressiva delle potenzialità creative di ciascuno, a prescindere dalla condizione di partenza.

L’iniziativa, realizzata dalla Cooperativa Sociale Nazareno in collaborazione con la Fondazione Bellelli Contarelli e gli Istituti Scolastici Paritari San Tomaso d’Aquino, vuole dare spazio e risalto alle compagnie emergenti di artisti diversamente abili, offrendo loro un momento in cui esprimere i frutti del proprio lavoro e, al contempo, avere modo di confrontarsi con altre realtà.

Le compagnie dell’edizione 2012, selezionate tra decine di candidate, vengono da tutta Italia: Piemonte, Marche, Veneto, Umbria, Calabria, Emilia e Lombardia. Gli artisti marchigiani sotto la guida della regista Roberta Fonsato porteranno sul palcoscenico del teatro emiliano lo spettacolo dal titolo “Il libraio di Selinunte”.

L’evento, gratuito e aperto al pubblico, si svolgerà mercoledì 9 maggio, in due momenti distinti: la mattina sarà dedicata all’Open Teatro, il pomeriggio all’Open Danza. Per entrambe le categorie, una giuria di esperti e specialisti si occuperà di esaminare le performance e di valutarle. All’Open Teatro, oltre ai giurati professionisti, sarà presente anche una commissione popolare formata da alcuni alunni dell’Istituto San Tomaso d’Aquino.

Il Libraio di Selinunte al Festival delle Abilità differenti

In finale all’Open Festival di Carpi

Il libraio che non vende libri ma li legge ad alta voce…

 “Il Libraio di Selinunte” della regista Roberta Fonsato è stato selezionato fra i cinque finalisti alla 14ma edizione del “Festival Internazionale delle Abilità Differenti” in programma a Carpi, Correggio, Modena e Bologna dal 2 al 15 maggio.

Lo spettacolo è il risultato di sette mesi di laboratorio teatrale svolto presso i Centri CSER “La Serra” di Sant’Elpidio a Mare (Fm) e CoSER e CSER “Cittadella del Sole” e “Dopo di noi” di Porto S. Elpidio (Fm) ed è “liberissimamente” tratto dal testo “Il libraio di Selinunte”di Roberto Vecchioni. Selinunte è un paese della Sicilia che ha un significato ben preciso è il paese del prezzemolo, una nota pianta aromatica che nasce spontaneamente e spesso in situazioni di cattività, una pianta alla quale da sempre si attribuiscono significati di virtù o di catastrofi, la differenza tra l’uno a e l’altra cosa, è dettata dall’uso sapiente della pianta stessa. Per uso sapiente si intende la capacità di apprendere e memorizzarne le dosi e le combinazioni che possano farlo diventare ghirlanda ispiratrice di parole poetiche per i poeti, oppure gettare nella sventura chi lo usa in maniera impropria. Va da se che la parola è il tramite della lunga catena del sapere.

Il percorso laboratoriale si è basato sulla realizzazione del copione a posteriori, nel senso che “si è partiti da una traccia minima del testo per arrivare dopo le improvvisazioni degli attori ad un copione ex-novo, dove le voci e le azioni sono frutto della volontà e della fantasia degli attori stessi”.

Per tale processo creativo lo spettacolo risulta essere un prodotto originale a tutti gli effetti. L’improvvisazione e’ il metodo di lavoro adottato, che trae spunto da il “Teatro dell’oppresso” di Augusto Boal. Una delegazione di 22 straordinari attori partirà il giorno 8 maggio alla volta di Correggio per poi il 9 maggio esibirsi di fronte alla giuria ed al selezionato pubblico.

Imprevedibile bellezza. Il Festival di Carpi

Festival delle Abilità Differenti (2-15 maggio)

“Una bellezza non convenzionale né prevedibile ma sorprendente perché è proprio nell’imprevisto, in ciò
che non ci aspettiamo, che troviamo quella luce e quel talento in grado di stupire e di parlare al nostro cuore: è questo il tema del Festival. Al di là degli stereotipi di perfezione e avvenenza è infatti possibile scoprire una bellezza profonda, viva, che si manifesta in ognuno di noi in modi infiniti. Nella nostra esperienza si è
reso evidente che le situazioni di vita dure e difficili nelle quali non si vede una speranza nascono quando ci si chiude alla possibilità di un rapporto umano. E’ proprio dal bisogno di questa relazione che nasce la domanda infinita. L’uomo è bisogno di rapporto, attesa di qualcuno o di qualcosa che non può costruirsi da sé: può solamente incontrarlo. Questi versi della poesia di Montale ‘Prima del Viaggio’ ci aiutano a capire:

..E ora che ne sarà del mio viaggio? Troppo accuratamente l’ho studiato senza saperne nulla. Un imprevisto
è la sola speranza. Ma mi dicono ch’è una stoltezza dirselo. Eugenio Montale, Satura, 1962-1970

E’ di questo che abbiamo bisogno tutti: aprirci ad accogliere un imprevisto, aprirci ad accogliere una imprevedibile bellezza che possa parlare al nostro cuore…”

Per informazioni: Cooperativa Nazareno – Il Programma

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=OlJMr_T6_qQ[/youtube]

Teatro nel sociale

Teatro  sociale

di Roberta Fonsato

Quando si parla di Teatro Sociale bisogna rifarsi al significato primo di teatro, al suo valore, alle origini. Infatti il teatro nasce da “un’esigenza sociale”, nel senso che la sua prima funzione è stata soddisfare e favorire la comunicazione. Presso tutti i popoli dell’antichità simboleggiava la prima forma di rappresentazione della realtà: si pensi alle prime cerimonie, che avevano appunto la funzione di mettere in comunicazione l’uomo e il soprannaturale. Si arriva poi alla civiltà greca, dove il teatro trova la sua più alta realizzazione del mondo antico: esso assolveva pienamente al suo ruolo sociale, era il fulcro, anche fisico, dove si realizzava l’intera vita della comunità: la cultura, la storia, la religione, la politica.

Con il termine “teatro sociale”, ci si vuole soffermare proprio sulla necessità di restituire tale valore al teatro, un ritorno quindi alla sua funzione prima. Oggi però per “teatro sociale” si intende il teatro dei diversi, quello che si fa con i portatori di disagio psichico o nelle comunità di tossicodipendenti o nelle carceri per intenderci, tale teatro ha quasi un significato di confine, marginale o emarginato, sicuramente lontano dalla centralità sia fisica che civile delle origini. Pertanto, sarebbe meglio chiamare il teatro che svolge la sua attività in contesti di disagio, “teatro nel sociale”, per indicare la sua destinazione di lavoro.

Il teatro nel sociale ha bisogno di attenzioni particolari e ha bisogno di essere tutelato. Ci sono in particolare due problematiche che mi stanno a cuore: da una parte, ci s’ imbatte di frequente in spettacoli, dove i partecipanti vengono mostrati, spettacolarizzati a seconda dell’esigenza o della necessità; d’altra parte, spesso l’aspettativa del risultato (la necessità di una rappresentazione pubblica o il desiderio di vedere un cambiamento) compromette l’esito stesso di un laboratorio. Si deve fare quindi molta attenzione a non confondere la propria aspettativa, da qualunque parte essa arrivi, con quello che può essere davvero un risultato.

Quando penso al teatro mi piace dunque pensare al recupero della sua funzione ontologica propriamente sociale e socializzante, di aggregazione e condivisione.

Teatro del Profondo

Il “Teatro del Profondo®”

Dietro le quinte, spettacolo “Il tempo degli umani”, teatro Principessa Isabella, Torino 2008; Maria Grazia Silvi Antonini e Blanca Briceno

Nasce dall’incontro tra il Teatro Reginald-Centro di Dramaterapia  di Torino e l’ Asociación Universitaria Interamericana (A.U.I.) di Caracas (Venezuela).

Le due Associazioni  organizzate come una sola équipe internazionale e interdisciplinare, operante nell’ ambito socio-culturale nei due continenti e su progetti di formazione e produzione teatrale, a cominciare dal 1997  hanno dato vita ad una collaborazione continuativa, sinergica e reciprocamente complementare, che nel tempo ha elaborato, sperimentato ed esposto una propria metodologia chiamata “Metodo del Teatro del Profondo®” (Método del Teatro del Profundo ®)”, sviluppata con l’aiuto della dott.ssa Consuelo Briceño Canelón, esperta di educazione a livello internazionale  e che ha avviato progetti nei due continenti nel campo del teatro sociale, di comunità e di ricostruzione della memoria storica.

Il “Metodo del Teatro del Profondo®” è un metodo che si rivolge alla persona nella sua integralità, come soggetto individuale e sociale, e che si fonda sulla conoscenza dei linguaggi teatrali, come delle scienze dell’educazione, dello sviluppo del potenziale umano, dell’antropologia, andragogìa, etica, pluralità di culture, apprezzamento delle differenze, pensiero femminile.

Il Teatro Reginald, in collaborazione con l’A.U.I., realizza spettacoli di ricostruzione storica con professionisti e con gruppi di abitanti di un territorio o di una comunità, che diventano così testimoni e attori dello spettacolo, e che si esibiscono in teatri, in spazi significativi per la comunità, o ancora in spettacoli di strada. Vengono altresì sviluppati progetti teatrali rivolti a quartieri periferici urbani, così come a piccoli agglomerati di case nelle zone rurali del Piemonte, USA e del Venezuela.

Aspetto peculiare di questa metodologia è la capacità di rivolgersi ad ogni fascia della popolazione, con particolare riferimento a progetti intergenerazionali, di integrazione, sostegno, e produzione culturale rivolti a una specifica comunità territoriale, come ai giovani, alle donne, ai diversamente abili, ai migranti, e a tutti coloro che vogliono sperimentare o fruire di un’esperienza umana e artistica che sollevi il proprio profondo, accresca il benessere e la qualità della vita individuale e sociale.

Il Teatro Reginald-A.U.I. conduce  inoltre corsi di formazione teatrale, laboratori nelle scuole e per gruppi di donne, percorsi di dramaterapia individuali e di gruppo e altre attività con l’intento di generare la valorizzazione delle differenze e dei territori. Di grande rilievo il “Corso di Teatro per disabili e non” come ricerca dell’immaginario profondo e dei linguaggi artistici di una delle differenze.

Teatro Reginald – Asociación Universitaria Interamericana
Sede di Torino: Tel. 011.710139 – info@reginald-aui.it – www.reginald.aui.it