Category: Anno IX 2019

Nasce RoSaVintART: l’usato dalle Piazze alle Gallerie d’Arte

Domenica 15 dicembre 2019, la Galleria “New Spazio M-Arte” di Marina di Altidona (FM) ha ospitato #RoSaVintArt, l’evento “Swap Vintage Glamour” che porta nelle Gallerie d’Arte gli abiti usati : “Per dare valore al vissuto e inseguire sogni

INVESTIRE SU CREATIVITA’ E STORIE

C’è stato un tempo in cui indossare abiti usati era sinonimo di povertà, oggi è sinonimo di un cambio di “tendenza”. Il vintage ultimamente non conosce sosta, continua a crescere, diventa qualcosa di più profondo: la ricerca di un capo, di uno stile oltre le imposizioni delle mode, di una storia a cui poter affidare un sogno o una serata particolare. È questo il paradosso che hanno voluto muovere le ideatrici di RoSaVintArt “Swap Vintage Galmour” (Roberta Fonsato e Sabrina Lupacchini RoSaVida Produzioni) portando il baratto delle “cose vissute” dalle piazze ai luoghi deputati all’arte, ossia nelle Gallerie contemporanee. “Perché – spiegano – sono stati la ‘cornice’ entro i quali abbiamo attraversato il mondo”. Lo scambio “artistico-creativo” si è tenuto domenica 15 dicembre presso la Galleria “New Spazio M-Arte” di Marco Monaldi a Marina di Altidona (FM). Non solo vestiti, ma accessori, libri e oggetti vari, saranno i protagonisti di un momento, soprattutto di incontro, che punta sulla qualità della proposta.

LA MODA È PER TUTTI LO STILE È DI POCHI

“Pensiamo che l’abito sia qualcosa di più profondo ed intimo, non semplicemente un indumento da usare ma qualcosa da valorizzare, che ci valorizza” spiegano le artiste, che nella vita hanno coniugato il desiderio della ricerca sociale a quello dell’estetica. “L’abito è intimamente condiviso con la nostra identità, la nostra essenza. Ricercare nell’usato questa poetica è un po’ come un viaggio nella nostra storia. Gli abiti arrivano da ogni dove, ma soprattutto da mille esperienze diverse, e come scrive il poeta cileno Pablo Neruda ci confessano di aver vissuto. Indossati per chissà quali incontri fugaci, galanti, indimenticabili, stanno lì a ricordarci chi siamo, chi siamo stati, chi vogliamo esserePer questo non sono mai scontati, mai uguali. Alcuni ci fanno osare altri ci inducono a cambiare. Vogliamo proporre un nuovo ‘modello’ di vita, cucito su misura su quanti posseggono quel quid in più, per coglierne l’essenza. Siamo convinte che se la moda è per tutti, lo stile è di pochi”.

Durante l’evento sono stati presentati i primi 5 pezzi della collezione #RoSaVintArt. Abiti che avendo avuto una storia particolare, sono stati scelti e trasformati in vere e proprie opere d’arte. Una serie con i seguenti titoliUn giorno d’autunno a Lisbona; E se t’incontrassi ora?; Il tocco dell’ovest; Terrazze possibili; Nulla se non l’istante.

“L’input di questa prima collezione ci è  stato dato da una persona (che vuole rimanere anonima) e che ci ha chiesto di realizzare  un’opera d’arte con un importante abito vintage. Nasce così l’idea della collezione RoSaVintart e nasce la prima opera d’arte “Un giorno d’autunno a Lisbona”, che ha già il suo proprietario, o meglio “Custode”, come preferiamo chiamarlo noi.” Gli abiti “incastonati” in cornici, possono abitare luoghi o possono “scendere” dalla cornice e abitare corpo….

Forme e spazi del lavoro nel tempo della Quarta rivoluzione industriale


Mostra
Inaugurazione: sabato 16 novembre, ore 13, alla presenza delle autorità e degli autori. Periodo mostra: 17 novembre – 22 dicembre 2019

Giornata di studio
Sabato 16 novembre dalle ore 10 alle ore 13 e dalla ore 15 alle ore 19.
Partecipazione a iscrizione gratuita entro il 15 novembre: info@lineadiconfine.org

Negli anni Novanta, con i primi effetti dei processi della globalizzazione sull’economia italiana, il tema della deindustrializzazione entra all’attenzione dei media e del dibattito sulla città industriale condotto da architetti, urbanisti e sociologi del lavoro. Tuttavia, le tematiche inerenti al lavoro sono rimaste per lungo tempo sullo sfondo di una generale trasformazione dell’economia e della società, al punto che i media, la letteratura, il cinema e la fotografia se ne sono occupati solo marginalmente, come uno dei tanti effetti prodotti su larga scala dalla globalizzazione.  

Olivo Barbieri, Ferrari’s Factory, da Work in progress, 2003. Dalla collezione Linea di Confine, Rubiera.

A seguito delle recenti crisi economiche, il tema della disoccupazione e della trasformazione del lavoro, anche in relazione alla rivoluzione digitale, ha avuto ripercussioni a livello politico e sociale, con un’improvvisa accelerazione nell’ultimo decennio.

Con la Quarta rivoluzione industriale, caratterizzata da un forte impulso all’automazione, il lavoro sembra diventato  invisibile nei flussi governati dagli algoritmi, ma in realtà ha assunto nuove forme in rapporto alla tecnologia e al territorio, diventato quest’ultimo, una vera e propria “fabbrica a cielo aperto”. La fotografia contemporanea si è preoccupata in questi decenni di sottolineare l’aspetto immateriale del lavoro e la dimensione astratta dei processi produttivi e delle nuove tecnologie ma forse manca una visione più approfondita e puntuale sulle nuove forme del lavoro e degli spazi della produzione.

Il progetto di ricerca di Linea di Confine, si propone pertanto di contribuire a una maggiore conoscenza delle forme e degli spazi assunti dal lavoro in questi ultimo decenni, attraverso una mostra, una giornata di studio aperta al pubblico e un concorso fotografico under 35. Le tre iniziative sono fra loro correlate e si propongono al pubblico e ai partecipanti ai lavori della giornata di studio, come un laboratorio aperto alla discussione e al confronto sul tema del lavoro nell’epoca della quarta rivoluzione industriale, i cui esiti potranno essere utili nella preparazione di future indagini sul territorio.


SMK Videofactory, The Harvest, 2017

La mostra collettiva inaugurerà sabato 16 novembre 2019 alle ore 13 all’Ospitale di Rubiera (Reggio Emilia), con opere prodotte recentemente sul tema da autori e collettivi come Michele Borzoni di TerraProject, con la serie Workforce, dove la “forza lavoro” è analizzata in vari contesti lavorativi, dall’Icommerce, ai call center, all’impegno di mano d’opera a basso prezzo nei lavori agricoli stagionali (2017), Allegra Martin con la serie I luoghi e i lavori 4.0 (2017), un progetto a cura della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, realizzata in collaborazione con la Fondazione Mast di Bologna, Andrea Paco Mariani, del collettivo SMK VideoFactory, con il video The Harvest, (2017) realizzato nelle campagne dell’Agro Pontino, dove viene impiegata in lavori agricoli mano d’opera indiana a basso costo, di William Guerrieri con la serie Bodies of Work (2018), un’indagine sul lavoro e il corpo, in rapporto alla tecnologia, alla Saipem di Marghera e nelle aree circostanti Fincantieri, realizzata per il Comune di Venezia, di Andrea Simi con la serie Poimec, realizzata su una piccola azienda situta nel Tecnopolo di Moncalieri, in Piemonte, che opera prevalentemente sui mercati internazionali (2019).

Oltre a queste opere saranno esposte fotografie provenienti dalla collezione di Linea di Confine,  come la serie Ferrari’s Factory di Olivo Barberi realizzata nel 2003 e la serie Seccoumidofuoco di Paola De Pietri, realizzata nel 2013 nel distretto della ceramica di Fiorano Modenese, alcune fotografie degli anni Novanta  in dialogo fra loro, sia per i contenuti che per gli aspetti formali, di Stephen Shore (dalla serie Luzzara, 1993) e Guido Guidi (dalla serie Lestans, 1998, da collezione privata), che ritraggono operai al lavoro su macchine utensili.

Infine, nel contesto della mostra saranno esposti gli esiti del concorso fotografico Under 35, (maggiori informazioni al sito www.lineadiconfine.org) che prevede l’esposizione delle ricerche di almeno 10 giovani autori sui temi della manifestazione.

Sempre sabato 16 novembre 2019,  si terrà contestualmente alla inaugurazione delle mostre, una Giornata di studio, con i saluti di Laura Moro (IBC Regione Emilia-Romagna) e con la partecipazione del sociologo Aldo Bonomi, dell’urbanista Stefano Munarin, dello scrittore Gianfranco Bettin, dell’architetto Claudio De Gennaro, lo storico della fotografia Antonello Frongia, dei fotografi Jorge Ribalta (Spagna), Olivo Barbieri, Michele Borzoni, William Guerrieri,  Andrea Pertoldeo, Andrea Simi e del regista Andrea Paco Mariani.

Apertura mostra e bookshop
17 novembre – 22 dicembre 2019
Sabato, domenica e festivi  10-13 / 16-19
Altri giorni su appuntamento
Ingresso libero

Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea
L’Ospitale
Via Fontana 2
42048 Rubiera, RE
info@lineadiconfine.org
www.lineadiconfine.orgam

“In arte si è geni o artisti di nicchia. Io sono genio di nicchia” evento con l’artista Rita Vitali Rosati

“Mi candido per nuove primavere e altri canti del cuore”. Scriveva così l’anno scorso Rita Vitali Rosati in un post pubblicato sulla pagina Fb, in occasione del suo compleanno. Poliedrica artista e performer, capace di trascendere le proprie opere, Rita Vitali Rosati è l’espressione viva, trasgressiva, ironica e profonda di cosa vuol dire ESSERE ARTE. Protagonista assoluta di un progetto che dura un’intera esistenza, con direzione arte, osserva e registra la vita fino “alla radice delle cose”, traducendone poi l’essenza in opere. A lei la Fondazione Diversoinverso di Monterubbiano, domenica 11 agosto (ore 21), darà il riconoscimento di Socio onorario 2019, in una serata evento, in programma all’interno della stagione “Cedi al Passo”. 

Difficile raccontarla, più semplice invitarvi a seguirne l’intera poetica interiore. Un’artista dallo sguardo autentico, diretto e acuto, da sempre attenta all’impegno sociale. “Mi metto sempre a nudo”; “Non seguo mai le previsioni del tempo”; “In arte si è geni o artisti di nicchia. Io sono genio di nicchia” scrive. Priva di retorica, sempre originale e raffinata nei ragionamenti, Rita Vitali Rosati riesce a ribaltare con la sua arte molti punti di vista. Nata a Milano nel 1949: “Traduttrice da sempre delle realtà più complesse attraverso l’intima forza di un quotidiano vissuto, si avvale di linguaggi espressivi diversificati: dalla fotografia al video, dall’installazione alla performance, fino all’uso di testi comunicativi”.

Che siano poetici, musicali o artistici, accogliete la proposta di fermarvi ad assaporare una sera d’estate, nell’incantevole giardino terrazzato del seicentesco Palazzo Ricci di Monterubbiano, sede della Fondazione Diversoinverso. Vitalità e genio, impellenza creativa e comunicativa, energia pura e visione futura, è questo che si condividerà con l’artista perché, come ci ricorda Rita Vitali Rosati, anima libera e senza tempo: “gli artisti o sono vitali (Rosati), o sono sotto terra”.

Dopo l’appuntamento di domenica 11 agosto, l’ultimo evento in programma per la stagione estiva 2019  sarà il 25 agosto con “UniVersi Paralleli” da Bach ad Astor Piazzolla fino al maestro Euro Teodori. I passi musicali di un padre Gianpaolo Antongirolami (sax) e di sua figlia Elena (violoncello).

  • Prima degli eventi, Palazzo Ricci aprirà ai visitatori gli spazi espositivi: teatro, foyer, mostre, laboratori creativi e sala musica
  • Dalle 19 si potranno ammirare opere originali: Hi-fi artigianali, lampade visionarie, ceramiche raku
  • Alle 21 nel giardino terrazzato: assaggi conviviali di cucina naturale bagnati dai vini Castrum Morisci
  • A seguire gli spettacoli

    Info:
     0734 59694/328 9669039

(sabrina lupacchini/slup)

Con il “chroma key” per fare effetti speciali

Il 10 Agosto 2019 alle ore 15 al “musil – Museo dell’energia idroelettrica di Valle Camonica” si terrà il laboratorio “Faccio effetti speciali! Il chroma key”.”Recitare davanti a un telo verde, rivedersi e scoprire che si è finiti dentro a una scena di un film famoso Questa è una delle fascinazioni del chromakey, in un laboratorio coinvolgente e pieno di sorprese, dalla tecnica di base sino agli effetti speciali più avanzati. Si tratta di un approfondimento sulle tecnologie del cinema, che da un lato intende spiegare ai giovani la tecnica per la realizzazione degli effetti speciali nei film, ma dall’altro non vuole tralasciare la percezione del Cinema come mondo onirico in cui il contributo delle idee e dell’essere umano non sono secondari. Gli studenti sono chiamati a posare davanti ad un telo verde e vengono ripresi da una telecamera: grazie alla tecnologia digitale possono vedere in diretta che sullo schermo il telo verde è stato sostituito da un video e si troveranno proiettati di volta in volta su un’isola tropicale, in uno stadio olimpico, nel Far West, etc. Le applicazioni del chromakey non si limitano agli effetti speciali in ambito cinematografico: i ragazzi possono provare a dirigere in diretta un telegiornale televisivo o a condurre le previsioni del tempo, e pur essendo davanti a un telo verde nel video compariranno lo studio televisivo o la scenografia con la cartina meteorologica.”

Video teaser: bit.do/e3rs2 

Costo del laboratorio 5 euro.
Per partecipare è consigliata l’iscrizione: telefono 3428475113, cedegolo@musilbrescia.it.

Il Giullare: festival del teatro senza barriere

E’ calato il sipario sulla XI Edizione del Festival nazionale del teatro contro ogni barriera “Il Giullare” tenutosi a Trani a fine luglio . Un Festival in cui l’idea della diversità viene vissuta, raccontata, scavata, contorta, sconvolta. Una parola che diviene provocazione e sfida al cambiamento di prospettiva sulle cose. Gli spettatori del festival, tutti i suoi ospiti, i linguaggi utilizzati, le arti messe in campo, la ricca rete di realtà che vi aderiscono, sembra che per un attimo “volgano da un’altra parte”, guardino le persone, le cose da un “altrove”, da un altro punto di vista trasformando la percezione della decantata “diversità” in inconsapevole interiorizzata “normalità”.

E’ questa la scommessa culturale del progetto del Festival Il Giullare, che al suo interno ha poi una serie di ingredienti che ne arricchiscono il sapore: da una buona dose di capacità organizzativa al senso di accoglienza, dall’attenzione ai dettagli all’ostinato invito rivolto a tutti gli ospiti a vivere il nostro territorio, da un collaudato senso di adattamento alla volontà di offrire un evento di livello professionale elevato.

Oltre 150 persone provenienti da tutto lo stivale hanno popolato le giornate del festival, con compagnie teatrali che per una settimana hanno soggiornato nella nostra città, a dimostrazione anche del valore turistico di questa idea che porta un indubbio ritorno all’economia del territorio. La cronaca racconta poi di oltre 400 spettatori per ogni serata con alcune punte anche di 800, e con oltre 1300 tra spettatori seduti e curiosi in piedi che hanno vissuto nel salotto di Piazza Duomo le emozioni della serata conclusiva del Festival.

Il lavoro per la sfida n. 12 del Festival Il Giullare è già cominciato per seguirlo: www.ilgiullare.it #festivalilgiullare #ilgiullare

Coop. soc. e Associazione “Promozione Sociale e Solidarietà”
presso Centro Jôbêl – Via Giuseppe di Vittorio n. 60 – 76125 – BT tel. 0883.501407 E-mail: info@ilgiullare.it