Category: ANNO VII 2017

Tra realtà e illusione, al via i laboratori artistico-creativi di Zona Franca

unnamed“Il classico ciclo di cinque laboratori artistico-creativi di apprendimento esperienziale per la promozione della comunicazione attiva, dedicato a giovani e adulti, da cui l’attività dell’associazione ha preso a funzionare. Un percorso dedicato alle parole, al loro significato, uso e alla loro forza creativa ed evocativa. L’unione di creatività, fantasia e voglia di mettersi in gioco faranno da ponte tra l’ascolto di sé e il dialogo con gli altri. L’insieme di emozioni, riflessioni e risorse potrà dare impulso a rinnovate prospettive personali e sociali”. – Iscrizioni: entro il 28 febbraio 2017.

Contatti: T. 339 7444030 – e-mail: zonafrancaoderzo@gmail.com

Progetto a cura del “Comitato creativo Zona Franca“, con il contributo dello psicologo Franco Tramarin e dell’artista Lavinia Longhetto. Facilitazione del gruppo a cura di Barbara Turcolin. Gli elaborati artistici saranno esposti a ottobre 2017 presso la Fondazione Ada e Antonio Giacomini, a Motta di Livenza (TV).

07 marzo (CASO/MERITO)
Scintille in fusione tra loro. Occasioni per dare voce alla propria bellezza creativa (colori a tempera)

14 marzo (CONFUSIONE/ANARCHIA)
Macchie a dar forma al nuovo. Dal caos alla libertà di essere il cambiamento (lavoro di gruppo/colori a tempera)

21 marzo (PRESENZA/ASSENZA)
Taglia e incolla di realtà in divenire. Forme nuove e capienze libere vanno in scena (collage)

28 marzo  (LUCE/ABISSO)
Cromie accese e toni cupi per illuminare emozioni e strategie di vita quotidiana (colori acrilici)

4 aprile (SIMILE/OPPOSTO)
Ognuno come qualcuno, uguale a nessuno. Tracce di dialogo fra persone uniche (lavoro di gruppo/colori a tempera).

 

 

 

sabrina lupacchini/slup

Ragazzi ebrei, musulmani e disabili, suonare insieme e sognare la pace

574572

Foto: Ukuleles for Peace

Non esiste altra via al di fuori della pace, sono le parole di Paul Moore, musicista inglese residente in Israele e fondatore di “Ukuleles for Peace” il progetto non profit nato a Gerusalemme dedicato a promuovere la convivenza tra bambini e bambine di origine ebraica e palestinese e le loro famiglie. Quello di Moore è un unico grande sogno: fare della musica un potente strumento di pace e costruire attraverso di essa, ponti di incontro e amicizia per influenzare un cambiamento sociale. L’idea d’arte collaborativa nasce dall’amore di Moore per l’ukulele, un piccolo strumento a quattro corde che ha la forma di una chitarra in miniatura e dalla sua esperienza di lavoro con i minori. Inizialmente nel progetto sono state coinvolte due scuole pilota, la El Najach School in Tira e la Democratic School in Hod Hasharon, ma poi Moore, ha contagiato con la sua vitalità anche l’Italia, coinvolgendo i ragazzi del Centro diurno socio riabilitativo “Arcobaleno” di Borgotaro in provincia di Parma.

“Per molto tempo siamo stati a guardare” racconta Paul Moore in una lettera in cui spiega il progetto, poi “ci siamo chiesti, come possiamo contribuire a un cambiamento di clima? Come possiamo rompere la diffidenza tra le società, e come possiamo, da semplici cittadini, creare maggiori opportunità per  ebrei ed arabi di incontrarsi ed essere coinvolti l’uno nella vita quotidiana dell’altro?”. “Dovremmo credere che all’improvviso i nostri sforzi per coesistere vengano spazzati via e la nostra opera logorata dalle nostre identità? Se non iniziamo a prestare più attenzione, la nostra umanità rischia di frammentarsi ancora di più dentro il gioco delle accuse su chi ha ragione e chi ha torto” continua Moore. “Noi di Ukuleles for Peace, insieme ad altri gruppi, non vogliamo la guerra. Questo è il motivo per cui continuiamo a lavorare, a camminare verso la pace insieme ai nostri bambini, nella speranza che crescano senza paura né odio reciproco”. A Gerusalemme gli alunni di entrambe le scuole suonano l’ukulele, il kazoo e altri strumenti di divertimento e le loro famiglie si incontrano nelle occasioni di viaggio e nelle varie attività sociali. Moore lavora con gli studenti delle due scuole una volta alla settimana, poi li riunisce in un’unica orchestra per farli esibire. I bambini cantano in ebraico, arabo e inglese: “la speranza è che giocando insieme si creino ulteriori opportunità per le attività comuni e che genitori e membri delle comunità vengano coinvolti nel programma”.

In Italia, quella tra il Centro Arcobaleno di Borgotaro e Paul Moore “è un’amicizia che viene da lontano e una storia molto bella”. A definirla così è il dr. Mauro Bernardi, volontario all’interno della struttura, “Paul Moore è un grande esecutore all’ukulele – spiega – alcuni anni fa, essendo ospite al ‘Meeting internazionale della chitarra acustica di Sarzana’ ne ha approfittato per fare un salto a Borgotaro e salire a Tiedoli dove è nata la nonna che lui chiama la ‘me nuneina piceina’. Si è innamorato della nostra valle”. “Inglese di nascita, attualmente Paul vive in Israele dove ha fondato una scuola in cui ragazzi e ragazze di origine ebraica e palestinese, imparano i segreti dell’ukulele – continua Bernardi – suonano e cantano insieme dando testimonianza di convivenza e di amicizia. E’ davvero un uomo di buona volontà che ha fatto della musica uno strumento di pace e dialogo”.

Quando arriva al Borgo, il primo incontro è con le persone del Centro alle quali “dona le magie del suo strumento e della sua splendida voce”. L’ukulele, chiarisce il volontario, “ha una sonorità particolare, molto brillante e cristallina, si presta molto bene ad accompagnare ogni genere di canzone, inoltre è uno strumento facile e divertente da suonare, si adatta alle varie capacità dei ragazzi. Mi sembra una strada molto buona per arricchire le loro personalità e i loro talenti”. Nell’estate del 2016 è arrivata all’Arcobaleno una grossa scatola contenente cinque ukulele donati da Paul, è così che è cominciata l’avventura ed è nata l’idea di formare una piccola orchestra con i ragazzi, che sono entrati nel cuore del progetto Ukulele for Peace. La musica è mistero e…miracolo” conclude Bernardi.

L’opera di Paul Moore è principalmente volontaria ma per mantenere vivo il programma c’è bisogno di trovare finanziamenti e donazioni. L’obiettivo è quello di creare orchestre in diverse comunità, allargare il cerchio per permettere ai bambini e ai genitori di fare amicizia tra di loro “contribuendo a creare una società migliore, pacifica e più felice”. Inoltre, si vuole fare in modo che a nessun bambino per ragioni economiche, possa esser impedito di giocare con un ukulele perché non può permettersene uno. Anche se si tratta di uno strumento relativamente economico, ci sono famiglie che non possono acquistarlo. Per saperne di più si può visitare il sito Ukuleles for Peace. “Aspetto il giorno in cui potrà esserci una partita di calcio fra Israele e Palestina, dove all’entrata nessuno si preoccuperà di bombe, pistole o coltelli, con un pubblico intento a godersi l’amichevole rivalità agonistica, pronto ad applaudire le gesta di ciascuna fazione. E alla fine chi uscirà sconfitto, potrà tornare a casa serenamente, in pace. Amici miei, io dico che la coesistenza è l’unica via”. (sabrina lupacchini/slup)

Fonte: Redattore sociale 

NEL SILENZIO BASTA UN SEGNO: risate accessibili ad un pubblico di non udenti e udenti

14-nel-silenzioSabato 14 gennaio ore 21 | teatro del Lido di Ostia, una serata di Cabaret al femminile, per ridere insieme oltre la barriera della comunicazione. Giuditta Cambieri propone NEL SILENZIO BASTA UN SEGNO risate accessibili al 100% per non udenti e udenti. Insieme con Giuditta Cambieri e Mally Mieli e con Nicla Gabriello e Tiziana De Chiara (interpreti LIS), incursioni in scena di allievi del laboratorio teatrale Teatro oltre la barriera del suono: Lorenzo Frulloni, Alice Giordano, Federica Lista, Elena Paganin, Giorgia Cirelli, Valentina Modesti, Edoardo Galassi, Emanuela Arma

Con il suo cabaret divertente e irriverente, Giuditta Cambieri… cambia-ieri, cambia-oggi… spera di continuare a cambiare anche domani, senza smettere mai di sognare e dunque cercare la “felicità”. Coinvolge in questa ricerca anche la sua amica Mally. Sono due amiche molto diverse: una giovane e l’altra cinquantenne, una romantica sognatrice e l’altra smaliziata realista, una sorda e l’altra udente. Ma l’essere donne, le rende profondamente simili e complici nell’eterna ricerca della felicità. Ma la felicità, si sa, è sfuggente. E nell’inseguirla e scovarla si ritrovano a fare “ragionamenti circolari” paradossali e iperbolici sull’amore, monologhi provocatori e ironici sulla quotidianità, il mondo del lavoro, i figli, sull’età che avanza, e sugli uomini che non cambiano mai. E poi, si domanderanno…ma se è vero che esiste il punto G… Che è un punto che può dare la pura felicità, allora sto Punto: Dov’è?… Chi l’ha visto? Se tutti dicono che “C’è, ma non si vede”. Significa che per trovarlo basta aver fede nella “sua” esistenza? E…perché si chiama Punto G?… forse perché lo trovi alla GS? E se riesci a raccoglierne 5 000 di questi punti, ti regalano una lavatrice?

 Giuditta Cambieri da diversi anni porta in scena un cabaret particolare, un cabaret ‘diversamente comico’ che supera la barriera della comunicazione tra sordi e udenti. Utilizzando diverse lingue contemporaneamente, l’italiano parlato, la LIS (lingua dei segni italiana) e il linguaggio del corpo, fa arrivare le sue riflessioni comiche ad un pubblico di sordi ed udenti assieme. I suoi spettacoli sono occasione d’incontro tra due mondi diversi, quello dei sordi e degli udenti, che vivono però in un unico mondo. Questo! Che ultimamente pare non goda tanto di ottima salute. Stessi problemi, stesse paure, stesse speranze. L’integrazione tra le diversità comincia proprio nel momento in cui riconosciamo la similitudine con l’altro e magari insieme riusciamo pure a riderne!

TEATRO DEL LIDO DI OSTIA
Via delle Sirene, 22 – Ostia
Info e prenotazioni Tel. 060608 – 06.5646962, promozione@teatrodellido.it
www.teatrodellido.it  –  Libra Esva ha rilevato un possibile tentativo di phishing da “www.casadeiteatri.roma.it” www.teatriincomune.it

L’ARTE DEL PRENDERSI CURA: Mariolina e la preziosità di un bacio

Incontri umani sulle corsie degli ospedali: quando il lavoro è fatto ad ‘arte’…

Prosegue la raccolta dei racconti, che vogliono segnalare quelle situazioni in cui l’incontro tra il paziente e il suo medico curante, l’infermiera e nello specifico in questo caso la terapista della riabilitazione, è basato, anche, e soprattutto, sulla relazione tra le persone. L’arte del prendersi cura non è un motto ma è necessariamente la base di ogni buona riuscita riabilitativa. Per motivi di privacy i nomi delle persone sono inventati. Tutto il resto è realtà. Buoni incontri.

“Mariolina” e la preziosità di un bacio.
Dal racconto di Sabrina Girotti

Mariolina perché fa rima con Nebbiolina. Questo è il nome che le ho dato perché quando l’ho vista mi ha colpita i suoi occhi celesti avvolti in una nebbia leggera e i suoi ricordi coperti da una nebbia molto fitta. Nebbiolina affetta da tempo di Alzheimer in forma avanzata il 30 ottobre 2016 a seguito del trambusto causato dal terremoto si frattura il femore e dopo l’intervento viene ricoverata da noi per la riabilitazione.

E’ completamente smarrita, non sa dove si trova le viene detto ma dopo 10 sec. non si ricorda. Non sa cosa le è successo e perché si trova lì. Ed anche in questo caso le si spiega cosa le è successo ma le nebbia maledetta irrompe e cancella tutto. Non esprime mai un desiderio, non pronuncia mai una frase di senso compiuto. Se ne sta lì seduta in carrozzina con lo sguardo smarrito, angosciato. Ogni tanto si lamenta di qualche dolore ed è difficile capire cosa le fa male quindi si tenta di cambiarle posizione, di rassicurarla e lei puntualmente ringrazia, si scusa o dice: ‘Mi dispiace’. E ogni volta è una fitta al cuore verrebbe voglia di avvolgerla in un caldo abbraccio, di tenerla sretta stretta, di rassicurarla. E’ difficile da sostenere il suo sguardo smarrito…E’ una presenza silenziosa, dorme per buona parte della giornata, mangia pochissimo.

La difficoltà per noi operatori è trovare un modo per comunicare. Poi un giorno in palestra lei stava sul lettino con la mia collega che cercava di farle muovere le gambe un’altra paziente inizia a cantare ‘Il mondo’ ed io con lei. Con nostra grande meraviglia ci accorgiamo che anche Mariolina canta e per la prima volta. La nebbia si dissolve, il suo sguardo cambia, sorride. Allora io intono altre canzoni che credo lei conosca e così continuiamo a cantare. Quando smettiamo lei ci guarda e afferma:’Quanto mi piacciono le canzoni’ con un bel sorriso. E’ la prima frase di senso compiuto che pronuncia. Si non è una frase scontata ma la musica fa proprio miracoli.

Visto che non ricorda nulla si dimentica anche che non riesce a stare in piedi e che quindi non può andare in bagno e così ha il pannolone. Un giorno è particolarmente agitata e mi dice che deve andare in bagno. Cerco di spiegarle che non può perché non si regge e che quindi può fare i suoi bisogni sul pannolone. Ma continua ad essere agitata e chiedermi che deve andare in bagno. Interviene la mai collega consigliando di metterla sul lettino perché magari riesce meglio. E così faccio. Appena la metto giù si capisce che le sta uscendo, mi guarda e dice: “Scusa mi vergogno” La accarezzo e cerco di rassicurarla: “Non preoccuparti fa quello che devi fare ti lascio da sola” E mi allontano, mi metto alle sue spalle. Dopo un po’ mi riavvicino e lei continua a non essere tranquilla, le parole non servono a nulla e allora proviamo con la musica. E così partiamo con “un cuore matto” “azzurro” ”fatti mandare dalla mamma” e canta e ride non sorride ride come non ha mai fatto. Che meraviglia la vita…Al termine mi chiede quale fosse il mio nome, dopo averlo sentito mi dice che avevo un nome molto bello e che forse l’aveva già sentito “Forse sarà stata una mia amica. Non ricordo più niente”. Rispondo: “non fa niente forse non hai più bisogno di ricordare”. Mi guarda e mi sorride. E’ ora di pranzo e la rimetto in carrozzina. Dopo averla posizionata mi dice: “Posso darti un bacio?” Che gioia immensa, che grosso regalo mi ha dato l’ultimo giorno di lavoro di quest’anno che se ne sta andando, la preziosità di un bacio.

Leggi gli altri incontri:
PietroVittoriaAngeloNebbiolinaVaniaAgnese, Frate Brontolone

Street art: a Milano “Manu Invisible” trasforma in opere d’arte le barriere antiterrorismo

"Navidad" Manu Invisible, Milano-2016

“Navidad” Manu Invisible, Milano-2016

A Milano “per far vivere un Natale più sereno ai cittadini nonostante l’insidia terrorismo”, i blocchi in cemento “new jersey”, ubicati in tutta la città per questioni di sicurezza, sono diventati in pochi giorni opere d’arte che ne arricchiscono il patrimonio artistico.

Le barriere anti terrorismo sono state trasformate grazie alla street art di Manu Invisible.

Madre Natura

Madre Natura

Due le opere realizzate: una in Piazza del Duomo dal titolo “Navidad” che attraverso sfumature cromatiche ha voluto simboleggiare la famiglia dipingendo due renne (madre e figlio). Il secondo intervento è stato sui prefabbricati ubicati in Piazza Fontana e ai piedi del prestigiosissimo Bosco Verticale situato nel Centro Direzionale di Milano nel quartiere Isola.

Hanno aderito all’iniziativa: il writer Frode (ha raffigurato attraverso una visione personale un riccio) e Berto 191 (ha dipinto un paesaggio boschivo e altri artisti).