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La ‘Caverna di Platone’: al via i laboratori di psico-teatro, arte, musica per immagini, meditazione

La scienza del simboli
Laboratori di psico-teatro, arte, musica per immagini, meditazione

La Caverna è un archetipo ricorrente nelle diverse culture come un grembo, origine della rinascita e dell’Iniziazione; uno spazio che per l’antica tradizione greca rappresentava il mondo – ed in particolare
per il filosofo Platone – un luogo mitico per raccontare la possibilità di accedere alla conoscenza e liberare l’anima dalle ombre dell’illusione e dell’ignoranza. Oggi la Caverna di Platone, nel quartiere di Prati a Roma, riapre come un luogo dove le più innovative risorse della multimedialità si fondono con le scienze del simbolo e il teatro. Dove le modalità di comunicazione contemporanee convivono con l’espressione umana archetipale, un luogo dove arte, scienza e ricerca trovano una casa comune. La Caverna di Platone, infatti, è una Associazione culturale che si propone di preparare al percorso di certificazione di «Biodrammatista»: l’accreditamento al primo livello di specializzazione che consente in Italia ed in America di lavorare come mimo nel Teatro Trasformativo a Roma e di partecipare come
professionista alle attività di B.I.O.S (The Biodrama Institute of San Francisco) in California.
Naturalmente i corsi d’insegnamento sono aperti a tutti e possono essere seguiti da chiunque fosse interessato ad accrescere la propria conoscenza di se attraverso il linguaggio del corpo, la
complessità del simbolo o la meditazione.

Calendario dei corsi:
Scienze del Simbolo con Katriona Munthe – Ogni lunedì dal 15 aprile ore 16-18 (fino a giugno)
La psicoanalista offre incontri di gruppo sul percorso dei Sistemi simbolici di Lorenzo Ostuni per ritrovare, tra passato e presente, la propria integrità.

Meditazione con Alberto Rinieri – Ogni mercoledì dal 17 aprile ore 18 (sette incontri)
La pratica della meditazione Yogananda come viaggio interiore di conoscenza del sé, per favorire il benessere nella vita e avanzare lungo un sentiero spirituale.

Magia della Maschera (laboratorio teatrale) con Barbara Gerini – Ogni martedì dal 16 aprile ore 18-19.30 (propedeutico al corso intensivo di fine giugno in Toscana). L’uso della maschera neutra nel mimo come strumento per scoprire se stesso e poi trasmettere agli altri il carattere e le emozioni di un personaggio.

Autobiografia Mitica con Sista Bramini – Da lunedì 15 aprile ore 18-20.30: quattro incontri iniziali, più quattro ogni lunedì fino alla fine di giugno (propedeutici al corso intensivo in Toscana dal 5 all’8 settembre). Il racconto orale nei ricordi evocati dal mito, in un cammino che dall’esperienza vissuta, come un viaggio iniziativo, porta alla rappresentazione dell’autobiografia.

Vedic Art con Christine Persson – Da mercoledì 17 aprile ore 16- 18 (trenta ore) propedeutico al corso intensivo che si svolgerà dal 28 maggio al 2 giugno.
Un laboratorio artistico per liberare la creatività nel gesto del disegno e nel colore, guidati dalla saggezza dei testi Vedici per sentirsi parte dell’universo.

Musica per immagini con Max Pace – Da venerdì 19 aprile ore 18-20 fino a giugno.
Un corso aperto a musicisti e creativi per accordare la composizione ad una immaginazione ideografica, con le più nuove risorse multimediali del teatro.
Martedi 16 aprile sarà possibile dalle ore 14 avere consultazioni di psicoterapia e lavoro sui simboli.

Il costo dei corsi è di 25 euro ad incontro (100 euro al mese) previa iscrizione annuale all’associazione culturale (costo 20 euro): La Caverna di Platone – Via degli Scipioni 175/a – Roma. Info: molinobiodrama@gmail.com

Arte e cultura aiutano le persone con danni cerebrali a “riacquistare l’autonomia”

La cooperativa Nomos ha portato un gruppo di pazienti in visita al Museo delle Illusioni di Firenze: “Anche la cultura è utile per riacquistare l’autonomia”

L’arte in aiuto delle persone con grave cerebrolesione acquisita (Gca). Nei giorni scorsi un gruppo di pazienti affetti da Gca seguito dalla cooperativa Nomos ha visitato il Museo delle Illusioni di Firenze, tra giochi di luce, illusioni ottiche, indovinelli, opere da toccare ed esperimenti da fare. La visita fa parte delle attività dei laboratori realizzati dalla cooperativa con il contributo della Fondazione Cr Firenze e insieme all’Associazione Traumi Cranici Toscani per i pazienti con grave cerebrolesione acquisita, con l’obiettivo di favorire l’acquisizione di alcuni diritti come il diritto alla autonomia, intesa non solo come il raggiungimento del maggior livello di indipendenza consentito dalla malattia ma anche come capacità di autodeterminazione nelle scelte, il diritto all’inserimento nella famiglia e nella comunità, e il diritto al lavoro, come strumento di autorealizzazione e di promozione della propria autonomia e dignità personale.

Si tratta di laboratori occupazionali, luoghi in cui viene svolta un’attività produttiva specifica e sono volti al reinserimento sociale e lavorativo dei destinatari. I laboratori di Nomos attivi ad oggi sono due: uno a San Giovanni Valdarno l’altro a Grosseto. 

“Il laboratorio è progettato per aiutare i pazienti a riabilitare le loro capacità motorie, cognitive e di comunicazione, nonché ad apprendere nuove abilità” spiega il presidente di Nomos Francesco Manneschi.  “La visita al Museo delle Illusioni è stata un’importante occasione per promuovere l’autonomia, fare un’ attività ricreativa, uscire da una routine quotidiana e far incontrare i partecipanti ai gruppi. E’ stata un’esperienza divertente e coinvolgente. Vogliamo ringraziare tutto lo staff del museo per aver reso questa esperienza possibile e per la disponibilità e la sensibilità dimostrate nella relazione con i nostri ragazzi”.

La Cooperativa Sociale Nomos opera dal 2010 in tutta la provincia di Firenze, sviluppando modelli innovativi di presa in carico ed erogazione di servizi socio-assistenziali, per anziani e disabili, in risposta alle necessità delle famiglie, ricercando un sistema pratico ed intelligente in grado di mantenere e ristabilire un adeguato livello di benessere e armonia tra i membri.

Baroque Blue Ionian Se-Art residency

Dawn Daisley

Giovedì 6 Luglio alle ore 19:30, prende avvio la cerimonia finale di Baroque Blue Ionian Se-Art
Residency (26 Giugno – 06 Luglio 2023). Baroque Blue è un format di residenza artistica ideato da Primo Piano LivinGallery e curato da Dores Sacquegna e che vede protagonisti in ogni edizione, artisti e studiosi internazionali in dialogo con artisti del territorio pugliese. Il tema di questa edizione è “Le Sacre pietre del Salento e il Viaggio dell’Eroe”; basato sulla teoria Junghiana.

E’ un progetto site-specific con la partecipazione degli artisti americani Sandra Duran Wilson, Linda Storm, Donna Clarke, Susan Schlepp, Douglas Schlepp, Dawn Daisley, Elise Carlson e i loro colleghi pugliesi Frank Ak, Ka Corona, Gianni Chiriatti, Giovanni Felle, Gianluca Russo, e le incursioni sonore di Alberto “Nick” Bolettieri (trombone) e Gary Storm (Viola).

Durante la residenza si sono svolte conferenze tematiche, tra cui l’intervento su “Mito & Network” a cura di Polyxene Kasda (Grecia), la ricerca “Il respiro e le ossa di Gaia”, con riferimento alle grotte di Porto Selvaggio del prof. Bruno Clarke, e l’evoluzione di una mappa immaginaria da parte dell’architetto americano Mark Licht.

Tra le attività di gruppo, anche il workshop “Matrix” con tecniche dell’incisione sperimentale, visite ed escursioni nel Salento. Tutti insieme, ciascuno con il proprio stile, si sono ispirati dal paesaggio del Salento per produrre le proprie opere, le quali saranno presentate live nel giardino della villa durante la giornata finale. L’evento finale prevede la performance Rondasonora diretta da Salvatore Gervasi della compagnia Specimen Teatro, con gli attori e musicisti Mariella Salierno, Letizia Gervasi e la
partecipazione della danzatrice Francesca Carotenuto. Una azione basata sulla Taranta tradizionale con effetti scenici a sorpresa. L’evento termina con le incursioni sonore di Alberto “Nick” Bolettieri (trombone), Gary Storm (viola), Bruno Clarke (chitarra) e Francesco Perrone (percussioni).

INGRESSO LIBERO E DRINK WELCOME
Info e location evento: Strada Santa Caterina, 120 Nardò (Lecce)
primopianogallery@gmail.com | +39 349 37 20 659 |

Nasce NOCENTRE: progetto di arte partecipata

Prende il via NOCENTRE, progetto di arte partecipata concepito per essere un’opera multiforme e in trasformazione: una piattaforma e due format che puntano a massimizzare l’impatto positivo dell’arte verso la società, l’ambiente e l’artista. Ideato dall’artista Giuseppina Giordano, Nocentre è un progetto di arte partecipata che nasce come azione urgente e necessaria verso un futuro più inclusivo e solidale.

Tappa iniziale del progetto, la Sicilia.

Qui tra luglio e agosto 2023 Nocentre vedrà il suo lancio in Italia attraverso due mesi di attività artistiche partecipate dagli artisti selezionati e da chi abita o passa per i luoghi che accoglieranno questa prima edizione. Due i format: The Artist Date, con Palermo come città madrina, e Bomboniere, una residenza d’artista che coinvolgerà Torretta Granitola, in provincia di Trapani. Nocentre ha richiamato anche la partecipazione di istituzioni come l’Ecomuseo Mare Memoria Viva, partner di The Artist Date a Palermo, il Comune di Campobello di Mazara nel Patrocinio di Bomboniere e l’impresa sociale Nova Nova.

Giuseppina Giordano

Come conseguenza naturale del credere in una società in cui l’esperienza artistica debba essere alla portata di tutti, il 13 luglio, l’artista renderà accessibile un appuntamento della sua attività a partecipanti sordi, con la presenza di unǝ interprete LIS (Lingua Italiana dei Segni), appuntamento per il quale sarà necessario inviare un’email all’indirizzo info@nocentre.org.

Nocentre è un’inedita opportunità di creazione che dimostra come ogni artista sia un elemento indispensabile per la società e il suo sviluppo e che, partendo dalla Sicilia, “desidera arrivare in tutta Italia per portare l’arte e gli artisti nella vita quotidiana delle persone – non il contrario come accade negli eventi tradizionali – creando nuovi percorsi che avvicinino l’arte alle persone rendendola accessibile” a tutti.

Informazioni:

Sito web | nocentre.org
Pro lo Instagram | @no.centre Pro lo Facebook | Nocentre Contatto Email | info@nocentre.org Contatto telefonico | +340 2984877

S’Affuente: la magia di uno strumento “non solo musicale” e la sapienza di un artigianato vivo

di Sabrina Lupacchini

“Viaggiare. Perdere paesi. Essere altro costantemente, non avere radici, per l’anima, da vivere soltanto di vedere” (Fernando Pessoa)

I viaggi arricchiscono lo sguardo, amplificano i sensi e se hai il gusto di coglierne la sostanza, quei luoghi finiscono per appartenerti così nel profondo che diventano altre dimore in cui vivere. In Sardegna ci vado da una serie lunghissima di anni per un legame che, partendo da una storia familiare, è divenuto nel tempo affine a questa terra ed ha finito per confondersi con essa, incrociandone destini. In uno degli ultimi passaggi sardi nella Comunità di Sestu (CA), che vi invito a conoscere attraverso il sito, mi sono imbattuta in un affascinante “disco armonico”, l’Affuente, che Dionisio Pinna e Renzo Zucca stavano realizzando nel laboratorio artistico-artigianale di sbalzo su rame della Comunità. Un oggetto esteticamente bello, contenitore di cose e silenzi, strumento musicale, piatto da appendere… Il sacro, il profano, la tradizione, l’arte e il suono. Incuriosita, ho chiesto loro di raccontarmene la storia. Gli amanti dell’arte e dell’artigianato possono comprenderne il valore, i musicisti invece, potrebbero addirittura innamorarsene.

“L’Affuente è uno strumento improprio, ovvero non realizzato originariamente per produrre suoni ma che saltuariamente svolgeva questa funzione”, racconta Pinna. “Si trattava infatti di un piatto prevalentemente in ottone lavorato a sbalzo con intarsi pronunciati raffiguranti fiori, grappoli d’uva, pampini, croci o disegni astratti; tenuto in posizione verticale, veniva percosso con una grossa chiave sui bordi o raschiato sul fondo a ritmo di musica. Oggetto sacro e parte del corredo delle chiese, fin dal tardo Medioevo è attestato il suo utilizzo per sollecitare e raccogliere l’obolo dei fedeli o per deporvi le spine del Cristo e i chiodi del crocifisso durante la deposizione (S’Iscravamentu) o, infine, per poggiarvi gli oli sacri durante la funzione del battesimo. Si trasformava però in oggetto profano durante il carnevale quando, affidato dal parroco alla popolazione, veniva impiegato per dare il tempo ai balli tradizionali sardi, in particolare su ballu de s’Affuente, ballo tipico che sopravvive ancora nelle zone di Ottana (Nuoro) e Ghilarza (Oristano).

L’Affuente realizzato nel Laboratorio della Comunità di Sestu (Cagliari)

“Il modello qui fotografato, realizzato dalla cooperativa Comunità di Sestu, ha richiesto un lungo lavoro, interamente manuale – continua Pinna -sia nella fase di progetto che nella sua esecuzione. Utilizzando una lastra di ottone crudo di 1,2 mm di spessore, mantenendo il motivo centrale fedele alla tradizione e sbalzandolo con ceselli particolari, si è cercato di decorarlo con motivi legati alla tradizione della Sardegna, che sono stati incisi utilizzando punte particolari. La curvatura si è ottenuta con ceselli sagomati facendo scorrere la superficie dell’ottone dal centro verso la periferia e avvolgendo l’intero bordo intorno ad un filo di ferro di mm 6. Verificando continuamente la qualità del suono, strofinando o battendo un ferro nella zona posteriore, utilizzando anche legni duri sagomati, il piatto è stato corredato di una striscia di cuoio che ha la funzione di accogliere il pollice sinistro del percussore/raschiatore. In tale modalità il suono si irradierà grazie alla sua posizione aerea”.

Attualmente l’uso dell’Affuente è prevalentemente legato all’accompagnamento del ballo e viene usato in alternativa ad altri strumenti musicali sardi: launeddas, organetto, scacciapensieri, zufolo, chitarra, canto a tenore, ecc.

RENZO ZUCCA CI FA SENTIRE IL SUONO DELL’AFFUENTE

(Scarica AUDIO)

“Il vero artigianato non gode buona salute – si legge nella pagina del sito della Cooperativa Comunità di Sestu -.  Si è ridotta notevolmente la sua importanza; per giunta è quasi impossibile, oggi, trovare lavori su commissione per conto terzi da altri settori produttivi. Nel nostro caso, la messa in comune delle eventuali altre risorse individuali sopperisce alla riduzione delle entrate da lavoro e una sapiente gestione della spesa collettiva fa sempre da linea guida per fronteggiare ogni situazione difficile”. La Comunità di Sestu nasce il 24 giugno 1972, forti dell’esperienza di Capodarco di Fermo nella Marche, una delle prime comunità in Italia a cercare di offrire alle persone con disabilità un’alternativa alla vita di istituto o all’isolamento in famiglia. Nel 2022 la realtà sarda festeggerà i suoi primi…cinquant’anni. 

“Viaggiare, così è viaggio. Ma lo faccio e non ho di mio più del sogno del passaggio. Il resto è solo terra e cielo”… e mare.