Category: ANNO VI 2016

MinD Mad in Design: progetto tra design e psichiatria

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MinD Mad in Design: il Design come strumento di inclusione sociale

A Torino dal 10 al 14 marzo 2016 si è svolta la seconda edizione del workshop MinD Mad in Design, uno spazio culturale, di formazione, di lavoro, nato da un’idea degli architetti Giulia Mezzalama e Sandra Poletto, della psicologa Elena Varini, e promosso da Fondazione CEUR — Centro Europeo Università e Ricerca — con Blu Acqua, società attiva nell’ambito della residenzialità psichiatrica, con il sostegno della Compagnia di San Paolo.

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Ospitati all’interno degli spazi del Camplus Lingotto di Torino, selezionati tra le oltre 150 candidature pervenute da tutta Italia, 42 studenti universitari insieme a 11 pazienti seguiti dai servizi di salute mentale, con la supervisione di psicologi, architetti e designer, hanno collaborato alla ricerca di nuove soluzioni per un abitare socialmente inclusivo, lavorando sull’idea di seduta intesa non solo come oggetto ma anche come strumento capace di generare benessere.

Seguendo un approccio multidisciplinare e olistico, tra design e psichiatria, grazie a un’analisi attenta delle dinamiche relazionali, delle esigenze e dei bisogni di una società allargata, sono state individuate soluzioni capaci di ribaltare l’idea di “seduta” in qualcosa di più di un oggetto d’arredo: uno spazio di relazione, un oggetto condiviso e di condivisione, un rifugio, un luogo capace di curare.

Riflessioni, spunti, esempi e suggestioni sul tema sono stati forniti da un team di professionisti e docenti universitari.

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I PROGETTI

(DE)CRESCENDO “L’importante non è costruire una nuova seduta ma imparare a sedersi su uno sgabello”. (De)Crescendo rappresenta una nuova risorsa a disposizione dell’alleanza terapeutica, in grado di accompagnare funzionalmente e simbolicamente il cambiamento che avviene nella persona nel corso della terapia. Il progetto si compone di una seduta a più strati che, con un processo reversibile, si alleggerisce dei suoi componenti – braccioli, schienale, imbottitura – fino ad arrivare alla sua anima essenziale: un semplice sgabello in legno. Allo stesso modo, durante il processo terapeutico, il paziente si libera progressivamente dei suoi vissuti negativi, arrivando a una più chiara e definita consapevolezza di sè. Così gli elementi tolti diventano nuovi oggetti da condividere, elementi per costruire nuove configurazioni nello spazio, elementi che diversamente assemblati, possono comporre una nuova seduta con la quale, finalmente, trovare il proprio posto.

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ANOTHER BLINK ON THE WALL ANOTHER BLINK ON THE WALL è un sistema d’arredo e decorazione composto da elementi trasformabili che conferiscono un ampio arco di utilizzo: da sistema di sedute a pannello boiserie decorative. A.B.W. offre ampie possibilità di personalizzazione e scelta in termini di colore, funzione e composizione, inducendo nel fruitore un coinvolgimento sempre maggiore. Le caratteristiche cromatiche sono il risultato della sinergia prodotta tra un pool di psicologi e un gruppo di utenti ospitati in strutture d’accoglienza psichiatriche. Le caratteristiche formali e statiche del prodotto sono realizzate attraverso l’utilizzo e l’interpretazione del sistema brevettato Wood Skin. E’ un sistema che si presta ad essere dinamico, versatile, pratico e focalizzato sul benessere dell’individuo: vive l’ambiente, lo muta, ne fa parte. ANOTHER BLINK ON THE WALL: un’idea brillante appesa al muro.

CARPE seDIEM Avete mai provato a sedervi e fare nulla? Ma proprio nulla. Noi no. Ma vorremmo provarci. C’è chi passa le sue giornate a correre dietro a tutte le cose che ha da fare, persone da vedere, posti da visitare, scadenze da rispettare e a volte tutte queste assieme. Senza mai fermarsi un attimo, per paura di annoiarsi o sentirsi in colpa. Poi si ferma, e bum, dorme. Da 100 a 0 in un colpo solo. Ma c’è chi non ha nulla da fare e non sa dove e come farlo. Forse dovrebbe esistere un luogo dove ognuno di noi possa trovare il modo per non far nulla: uno spazio intimo, sicuro, comodo, avvolgente, personale, protetto. Niente preoccupazioni, distrazioni, impegni. Noi e la nostra seduta. Non fare nulla diventa così un tempo per incontrare se stessi. Significa cogliere l’attimo per ascoltare il proprio corpo e il proprio io, decidendo di filtrare l’apertura verso il mondo esterno a seconda del nostro stato d’animo. “Non fare nulla è la cosa più difficile del mondo, la più difficile e la più intellettuale.” Oscar Wilde.

DIVER SEATING “A casa mia avevo tre sedute, una per la solitudine, due per l’amicizia, tre per la società” (Henry David Thoureau). DIVERSEATING è qualcosa di più di un oggetto di arredo, è uno strumento di relazione con se stessi e con gli altri. Grazie alla sua versatilità asseconda di volta in volta i bisogni più diversi: dalla necessità di ritagliarsi uno spazio privato a quella di instaurare un rapporto filtrato di fiducia e condivisione con l’altro, fino ad aprirsi al modno che ci circonda. DIVERSEATING è infatti uno spazio che cambia nel tempo: si compone di una morbida base forata e di un tessuto elastico che l’utente può modellare come uno schienale avvolgente o una parete divisoria secondo necessità.

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FLEXO Flexo è una seduta di immediata comprensione, che dichiara subito quello che è, un posto dove fermarsi e rilassarsi, di facile uso. Una sedia progettata per gli spazi collettivi, dove le persone svolgono attività sia individuali che di gruppo, come un soggiorno o una sala relax. Una poltroncina da salotto, semplice e familiare, con una struttura in legno che sostiene un morbido cuscino in tessuto e poliuretano espanso, che è possibile modellare grazie ai bottoni laterali per creare una sensazione di avvolgimento e protezione. Flexo è stata pensata per molteplici usi: leggere, conversare, stare insieme, ma anche decidere di isolarsi. Per questo si compone di una serie di accessori: un’asta laterale su cui si può appendere una luce per la lettura, una tasca e una scatola per i propri oggetti e un poggiapiedi che rende ancora più comoda la seduta. Flexo è leggera e facile da trasportare, proprio per permettere di spostarla in base alle proprie esigenze necessità e all’interno dello spazio.

#PRENDIPOSTO Comunicare ciò che accade intorno a noi. Osservare attraverso la fotografia, i video e le interviste per raccogliere le idee e poi condividerle. Notare tutto ciò di cui gli altri non si accorgono, stare intorno agli altri per mostrare quanto si può fare in soli quattro giorni. Tante sedute che non sono solo oggetti, tante sedute che rappresentano la presa di coscienza del proprio posto in mezzo agli altri, del proprio ruolo, del contributo che ognuno di noi può dare. #prendiposto

 

 

 

 

Teatro/”Scusate se non siamo morti in mare”…E se i migrano fossimo noi?

mareSabato 5 marzo ore 21 Teatro delle Logge Montecosaro MC . Primo appuntamento della rassegna Scena Franca_Contenitore del Contemporaneo ideata e promossa da Associazione Franco con il sostegno del Comune di Montecosaro.
In scena Mamimò Teatro Piccolo Orologio con “Scusate se non siamo morti in mare”
di Emanuele Aldrovandi .

“Davanti al catastrofico numero di morti che con cadenza quotidiana sono cronachisticamente raccontati dai telegiornali, il sentimento più diffuso è un comune senso di smarrimento e lontananza, un’impossibilità di comprendere sino in fondo l’entità del fenomeno migratorio, le sofferenze e le disgrazie da esso provocate. La società sistematica e telematizzata in cui viviamo ci ha abituato a questo senso di “indifferente consapevolezza”, ma cosa succederebbe se da un momento all’altro fossimo noi i migranti, i protagonisti di questa tragedia dalle connotazioni ancestrali? Scusate se non siamo morti in mare formalizza questa domanda attraverso la sapiente creazione di personaggi dal sapore realistico di grande empatia universale: portatori di speranze, di illusioni e fallimenti”

Testo finalista Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli” 2015. Spettacolo finalista Premio Scenario 2015
Testo presentato in anteprima in lingua catalana al Festival PIIGS 2015 di Barcellona con il titolo
Balenes.

Info e biglietteria: Comune di Montecosaro tel 339 6048814
Orari: dal lunedì al sabato dalle ore 14 alle ore 19
Biglietto posto unico euro 8

“Art in genere. Diversi punti comuni”: quando le differenze fanno la differenza

travenereemarte_post_ZFNella settimana dell’8 marzo l’assessorato alla cultura di Motta di Livenza (Treviso) ospiterà dieci eventi culturali appropriatamente definibili di ogni genere dal titolo “Tra Venere & Marte/Quando le differenze fanno la differenza”.

Domenica 6 marzo, dalle ore 16, sarà il turno dell’associazione Zona Franca con il Creativ-Lab&Comunicazione “Art in genere-Diversi punti comuni” per giovani e adulti. L’evento si terrà  presso il Palazzo Fondazione Ada e Antonio Giacomini, Borgo Aleandro 23, Motta di Livenza.

Per strutturare quest’attività, spiegano gli organizzatori di Zona Franca, siamo partiti da un’affermazione di Karen Blixen: “L’uomo e la donna sono due scrigni chiusi a chiave, dei quali uno contiene la chiave dell’altro”

IMG_20160222_090820Con il laboratorio “femminile e il maschile vengono messi davanti alla creatività come strumento di apertura, a generare comunicazione tra le due sfere. Viaggi tra differenze, analogie e unicità per una maggior conoscenza reciproca, per promuovere comprensione, tolleranza ed evoluzione sociale. Si vuole portare l’attenzione sulle caratteristiche interiori degli uomini e delle donne. Uno scenario creativo in cui le donne mostrino a sé stesse (inteso come trasferimento visibile sul supporto cartaceo) il proprio femminile, portandosi però ad ascoltare e a trasferire all’esterno anche la loro inevitabile parte maschile. Per gli uomini la traccia sarà la stessa, in senso inverso”. Tra i materiali il protagonista sarà il riso colorato, scelto come simbolo di vita e fertilità, come la creatività innata in ogni individuo. Più in generale è previsto l’uso di materiali che in parte escono dalla loro funzione stereotipata, rompendo schemi, volendo “aprire” al nuovo. Saranno promosse e sostenute dinamiche di dialogo e ascolto tra i singoli individui e nel gruppo. Per partecipare non sono necessarie competenze specifiche. L’evento è gratuito e le iscrizioni sono ancora aperte (max. 20 persone). Contatti: zonafrancaoderzo@gmail.com – Link al programma (slup)

 

La cultura come motore di sviluppo economico e sociale. Convegno a Urbino

Schermata 2016-02-24 alle 00.11.29L’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo Dipartimento di Giurisprudenza presenta il Convegno “Dieci anni di Impresa e Cultura – La cultura come motore di sviluppo economico e sociale” (Lunedì 29 febbraio 2016, ore 14.00 – 19.30 Teatro Raffaello Sanzio – Urbino). La cultura come motore di sviluppo economico e sociale, parte di un progetto partito nel 2005 da un’idea di Elisabetta Righini, docente di Diritto commerciale dell’Università di Urbino Carlo Bo esperta di mercati finanziari e responsabile scientifico del progetto, e di Felicia Bongiovanni, soprano, che del progetto è direttore artistico.
Organizzato nell’ambito delle attività del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Urbino Carlo Bo, Il convegno si propone di indagare le relazioni e le feconde contaminazioni tra la sfera culturale e quella imprenditoriale. L’obiettivo è di dare risalto all’arricchimento in termini di immaginazione, pensiero laterale, stimolo ed afflato creativo che le Arti, le Scienze e la Cultura in generale possono determinare nelle strategie aziendali, con immediate ricadute in termini di produttività, competitività e sviluppo sociale equo-sostenibile del territorio, in un rapporto bilaterale di reciproca, feconda collaborazione, nell’ottica di una “umanizzazione” dell’economia. (slup)

Salute mentale: “attori sensibili” ospiti della Rems indagano il Macbeth shakespeariano

Macbeth, Lenz Fondazione - © Francesco PitittoLa nuova ricerca artistica guidata da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto coglie ed assume come stimolo creativo un momento storico di particolare rilevanza in Italia per la gestione sociale della follia.

Dal 31 marzo 2015 la Regione Emilia-Romagna è impegnata in un’esperienza pilota a livello nazionale per il trasferimento in nuove strutture di accoglienza degli ospiti finora detenuti negli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg). In particolare a Mezzani, in provincia di Parma, è diventata operativa una delle prime Residenze per l’Esecuzione delle misure di sicurezza sanitaria (Rems).

È un tale stratificato contesto che accoglie la nuova fase di ricerca artistica di Lenz Fondazione: avviato nell’autunno 2015, il laboratorio Pratiche di Teatro sociale rivolto agli ospiti della Rems di Mezzani, in collaborazione con il Dipartimento di salute mentale dell’Ausl di Parma, va a innestarsi sul progetto ultradecennale realizzato con lo straordinario ensemble degli attori ex lungodegenti psichici.

Con il nuovo nucleo di attori sensibili ospiti della Rems, nel 2016 Lenz indaga il Macbeth shakespeariano, in una rilettura contemporanea del potente materiale drammatico: «I loro volti e le loro voci diventano il transfert visivo ed emozionale della figura tragica di Macbeth e la questione della follia e delle visioni di Lady Macbeth materia vivente, atto violento rimembrato e rielaborato, allucinazione rimessa a fuoco», suggeriscono i direttori artistici di Lenz Fondazione Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, che aggiungono: «Stiamo ricercando le linee interpretative, linguistiche e musicali di questa nuova opera di Lenz attraverso gli indispensabili impulsi di chi, rinchiuso per decenni in carcere ci ricorda senza finzione che la vita è davvero un’ombra che cammina e l’attore un povero idiota che fatica a raccontarci il niente».

Macbeth, Lenz Fondazione - © Francesco Pititto (2)Il Macbeth di Lenz Fondazione, che nella sua forma spettacolare vedrà in scena Sandra Soncini insieme ad alcuni attori sensibili della Rems all’interno dell’ambiente sonoro di Andrea Azzali, debutterà a metà giugno nell’ambito del festival di performing arts Natura

Per informazioni: Lenz Teatro, Via Pasubio 3/e, Parma, tel. 0521 270141, 335 6096220, comunicazione@lenzfondazione.it – www.lenzfondazione.it