LA CAROVANA BALACAL. Un laboratorio a cielo aperto
Il Confessionale dei desideri
di Roberta Fonsato
E’ un pomeriggio caldo di settembre, mi trovo alla Cavallerizza reale di Torino, luogo storico e discusso della città, ho un appuntamento, ci incontriamo, andiamo a prendere un caffè, dopodichè cerchiamo un posto tranquillo per fare l’intervista. Nell’incontro dei due scaloni che portano al piano superiore, in una sorta di atrio-cortile si intravedono qualche sedia e alcuni divanetti accatastati, per lei non è un problema districare mobilia e cuscini e in un attimo organizzare un salotto in tutta regola con divanetti disposti a semicerchio e tanto di tavolino centrale. Dopo si allontana un attimo e mi dice “torno subito”, la vedo arrivare con dei teli colorati tra le mani, che velocemente adagia sui divanetti appena sistemati e come per magia tutto è perfetto, si siede sul divano di fronte a me, che per l’occasione ho scelto una sedia, per la padronanza dei movimenti sembra la Regina di Saba, che mi riceve a palazzo, accompagnata dal suo inseparabile sorriso, mi guarda e mi dice “ecco , sono pronta”, così ho conosciuta Manuela.
Manuela Almonte è l’anima pensante e come dice lei organizzativa della Carovana Balacaval, unica realtà italiana nel suo genere. La Carovana è un progetto culturale itinerante, nato circa 4 anni fa dall’incontro di più artisti, perlopiù musicisti, che oltre ad aver costruito le carovane (all’inizio 4) hanno cominciato a girare per portare “strada facendo” il loro messaggio artistico-culturale e aggiungerei altamente sociale. Tratto identificativo del progetto è propriamente quello di fondere in una simbiosi perfetta la vita, il lavoro e la “vacanza”. Non un modo di vivere strutturato, nel senso canonico del termine, ma un continuo evolversi del vivere, del “lavoro” e di “star bene”, partendo appunto dall’incontro e la relazione.
Un laboratorio a cielo aperto, un viaggio lento di un gruppo di artisti e tecnici a bordo di carovane trainate da cavalli (e qui viene la parte sicuramente più interessante, inusuale e per questo straordinaria del progetto) per cinque mesi l’anno. I luoghi d’approdo sono le piazze, i parchi pubblici, le cascine, i cortili e le radure. Qui la Carovana presenta i suoi concerti e spettacoli, organizza incontri e laboratori, racconta via web i luoghi che attraversa, ospita artisti e creatori in tutti i campi che sperimentano nuovi modelli di vita e di lavoro, in risposta alla crisi che ci chiede di cambiare. L’incontro, lo scambio, il gioco, il ballo , la musica, il teatro, la convivenza, l’armonia di tradizione e innovazione, la creatività nella vita quotidiana, il contatto tra le persone e con l’ambiente, la ricchezza delle relazioni come basi per una rinascita culturale, questi sono gli ingredienti del viaggio dei Balacaval.
Questo in sintesi l’insieme delle esperienze e attività che la Carovana porta avanti e fa vivere dove approda. Partirei proprio dall’approdo per evidenziare il significato sociale che la Carovana Balacaval porta nei luoghi dove arriva e dove si fonde con la realtà circostante, che siano persone, luoghi o situazioni. In un clima contemporaneo di grande strutturazione multilivello e digitalizzata, anche soltanto assistere all’arrivo di una Carovana con tanto di cavalli che quasi dal nulla irrompe magari in una piazza, ci lascia almeno per un po’ disorientati. Quando la carovana approda le persone cominciano ad avvicinarsi, persone di tutte le età, e di differenti interessi. Si avvicinano e chiedono, gli artisti rispondono e danno informazioni sulla Carovana, avviene uno scambio, una relazione, un invito, uno spettacolo, un concerto ed ecco che il processo comincia il suo corso: l’arte, la cultura assolvono al loro compito più altro, l’incontro, la relazione, la socialità e il vivere lo spazio pubblico, soprattutto le piazze, luogo per eccellenza deputato all’incontro. Manuela stessa definisce il momento di incontro della Carovana con le persone una sorta di “confessionale dei desideri”: questa metafora ha accolto la mia condivisione, in effetti la magia che avvolge la Carovana, fa entrare in un mondo quasi magico, lontano, dove è possibile lasciarsi “fluire”, “lasciarsi andare” e trovare quell’humus in grado di accogliere in toto, un luogo dove vivere un’esperienza, che sicuro lascia affiorare i desideri. Gli astanti sono attratti dalla Carovana e da chi ha scelto di vivere “in modo differente”, con un ritorno a ritmi di vita ormai presenti solo nel nostro immaginario collettivo ed entrano in una sorta di portale, esterno ed interno, dove ancora tutto sembra possibile.
Forse è proprio quest’atmosfera dove tutto sembra ancora possibile, dove l’incontro è prioritario a rendere la Carovana così attraente. Questo per la Carovana è un momento di cambio, ora a condurre la Carovana sono la “storica” Manuela e il “recente” Carlos, nel progetto da 4 mesi. Hanno deciso di trascorrere quattro settimane alla Cavallerizza Reale occupata, poiché è un luogo di fermento culturale. In previsione ci sono molte idee, tra cui la costruzione di ben due nuove carovane, una a trazione animale e l’altra a pedali. La prima sarà un orto verticale ed erboristeria che proporrà anche una cucina di strada a partire da cibo e piante raccolte sul percorso. La seconda sarà una galleria itinerante che ospiterà artisti dal mondo, portando per la prima volta in viaggio, a fianco di musica, cinema e teatro, anche l’arte figurativa. Queste sono le nuove scintille che animeranno il progetto nei prossimi mesi, aspettando anche nuove idee da chi fosse motivato ad abbracciare il progetto e viverlo nella realizzazione e per sperimentare un’autonomia tecnologica, alimentare e di pensiero.
Si apre quindi una nuova fase della Carovana, che la stessa Manuela auspica e vede più fluida e leggera, proprio nel senso di viversi ogni singolo momento ancora di più…”un Godersi i passi”, come lei stessa dice. L’intervista nel neo salotto della Cavallerizza termina con un bel bicchiere d’acqua di montagna offertoci da Carlos, che nel frattempo è arrivato dalle valli portando il fieno per i cavalli, Aladin e Duditta, le anime trainanti della Carovana. Prima di salutarci chiedo a Manuela di farmi un regalo: mi farebbe piacere ascoltare una sua musica, subito dopo mi conduce dentro la Carovana, che ovviamente ha dentro tutto il necessario, anche il tavolino uso ufficio e una finestrella con tanto di antine. Rimango sulla porta per godermi questo insolito e privilegiato spettacolo tutto per me, Manuela mi congeda con la sua magica musica al suono di una fisarmonica e il suo sorriso. Guardatevi intorno quando camminate per strada, nelle piazze o nei parchi delle vostre città o paesi può essere che all’improvviso vediate arrivare una carovana, trainata da due cavalli bianchi…
Buon approdo!!!
Info: www.balacaval.it – pagina fb: carovana balacaval – info@balacaval.it
Manuela: 3246394753, Carlos: 3490803624
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