L’UOMO CHE CAMMINA: il debutto al Teatro delle Api

IL 26 giugno 2012 debutta al Teatro delle Api di Porto S. Elpidio , il nuovo spettacolo teatrale “L’uomo che cammina”, risultato del progetto di laboratorio teatrale presso tre centri socio-riabilitativi della provincia di Fermo, “La Serra” di Sant’Elpidio a Mare, “Il dopo di noi”  e “La Cittadella del Sole” di Porto S.Elpidio,  per la regia di Roberta Fonsato.

APPUNTI DI REGIA
di Roberta Fonsato 

Il copione è il risultato di un laboratorio durato 7 mesi, nel quale gli attori durante le improvvisazioni, partendo da una traccia molto libera, hanno creato le battute. Affrontare un tema spirituale  mi ha messo in una posizione alquanto articolata e controversa, sia da un punto di vista umano che professionale. Da un punto di vista artistico il rischio era cadere in stereotipi  ormai già visti, sentiti e soprattutto abusati. La scelta quindi è stata quella di affrontare il tema in modo sperimentale: data una traccia ho deciso di non comunicare al gruppo di lavoro “il personaggio” che andavamo a trattare, per lasciare libera espressione al processo creativo, per non condizionare con il conosciuto un tema che in fondo appartiene a tutti noi: la spiritualità.

La storia racconta la vita di un uomo, un uomo comune, attualizzato, con i suoi dubbi, le sue cadute, i suoi sogni, le sue vittorie. Un uomo che cammina appunto e che nel suo cammino lascia, raccoglie, condivide. Questo è stato il leit motiv di tutto il percorso; il gruppo si è adattato alla scelta registica e nonostante alcune allusioni sottese, la rivelazione pubblica “del personaggio” non è stata mai dichiarata, se non alla fine di tutto il percorso.

Ho pensato che in questo modo ognuno potesse viversi la storia come meglio credesse e sentisse. Il risultato è stato molto interessante, ognuno ha scoperto il suo personaggio, nella misura e nella forma  che ha sentito. Come filo conduttore scenico abbiamo usato le stoffe; stoffe per avere, per togliere, per spogliarsi, per condividere. E così sono diventate un tramite, un transfert sul quale riversare il percorso del processo creativo stesso. Altro “personaggio scenico” permanente è stato l’angolo del cucito, per tutto il laboratorio abbiamo tenuto attivo costantemente un cesto di stoffe, che a turno spontaneamente ognuno ha contribuito a tenere attivo; la consegna era: tagliare, cucire ed un unire pezzi di stoffa per fare un unico pezzo. 

Tutti hanno partecipato, anche chi non sapeva cucire o non aveva “l’abilita” a farlo. Una doppia realtà all’interno del laboratorio teatrale stesso. Anche in questo caso gli attori non sapevano cosa stessero facendo, ma in realtà stavano realizzando una parte della scenografia. E così è nato il nostro personaggio “ L’uomo che cammina”

Concludo con le parole di Eric –Emmanuel Schmitt :
“vado dove mi portano i miei passi. Spero che i miei piedi siano più intelligenti di me”