Presso l’Auditorium Camplus Lingotto di Torino sono stati presentati lunedì 13 marzo i sei progetti di design, esito di MinD Mad in Design, un workshop di progettazione che coniuga design e disagio psichico ed esplora in modo inedito i luoghi dell’abitare in relazione alle varie forme della fragilità umana.
L’idea di “pausa”, soggetto della terza edizione, è qui intesa come momento di rigenerazione fisiologica e psicologica, come rito, come spazio individuale e di condivisione, ponendo al centro dell’azione di progetto il rapporto tra il benessere della persona e lo spazio progettato. L’approccio multidisciplinare che unisce design, architettura, psicologia e antropologia si trasforma in una pratica che fa dialogare insieme studenti, pazienti e designer, e questo è la specificità di MinD. “Abbiamo progettato non solo i luoghi della pausa, a partire dalla definizione fisica degli spazi e degli oggetti, ma anche il significato stesso dell’idea di pausa, nelle sue diverse accezioni, come esperienza, come bisogno, come momento di condivisione, scambio e interazione”. Giulia Mezzalama, coordinatore Mind Mad in Design)
MinD Mad in Design: il Design come strumento di inclusione sociale. Quando il design si confronta con lo spazio della mente umana, quando supera i limiti della presunta normalità, quando è stimolato dalla necessità del benessere a trovare nuove soluzioni e sa cambiare prospettive e punti di vista, allora il design può diventare “cura” e aprire a nuovi percorsi professionali e di riabilitazione. MinD – Mad in Design è un progetto didattico e culturale che affronta, nell’ambito della formazione universitaria e dell’inserimento nel mondo del lavoro, il tema del progetto dei luoghi del disagio mentale. MinD nasce da un’idea degli architetti Giulia Mezzalama e Sandra Poletto, della psicologa Elena Varini, ed è promosso da Camplus – Fondazione CEUR (Centro Europeo Università e Ricerca) con Blu Acqua, società attiva nell’ambito della residenzialità psichiatrica, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e la collaborazione di istituzioni universitarie e aziende del settore. Articolato in un workshop e una serie di eventi collaterali, MinD sperimenta metodi di lavoro, approcci e soluzioni per un’idea di abitare socialmente inclusivo.
IL WORKSHOP – Nella prestigiosa sede del Camplus Lingotto di Torino, collegio universitario di merito della Fondazione CEUR, durante quattro giorni di workshop, dal 9 al 13 marzo 2017, 42 studenti universitari provenienti da tutta Italia (delle discipline Design, Architettura, Psicologia, Antropologia, Scienze dell’educazione e affini), insieme a 12 utenti seguiti dai servizi di salute mentale, si sono trovati per sperimentare nuove soluzioni per un abitare inclusivo. Seguendo un approccio multidisciplinare e olistico, e partendo dai bisogni della residenzialità psichiatrica, sei team di progettazione, guidati da designer professionisti.
MinD offre un’esperienza di formazione fortemente inclusiva e interdisciplinare, e l’occasione di impegnarsi in prima linea, mettendo in gioco le proprie competenze e abilità, nel superamento delle barriere del pregiudizio e dell’indifferenza nei confronti delle persone fragili. Partecipare a MinD significa relazionarsi direttamente con una parte della società emarginata, in una dimensione di scambio e ascolto reciproco, per la costruzione di una società più aperta e paritaria.