Sagra dell’Arte: chiusura col botto e altro nutrimento

Foto di Andrea del Zozzo

Siete mai stati ad una sagra in cui non si mangia? Ad una sagra che vi lascia a stomaco vuoto, ma che comunque vi nutre? Una sagra il cui piatto tipico non è questa o quella specialità locale, bensì gli ingredienti essenziali di ognuno di noi, lo spirito, la creatività, la passione? Qualcuno di voi forse c’è stato, sabato e domenica scorsi, al porticciolo di Pedaso, e sa di cosa stiamo parlando.

Parliamo della Sagra dell’arte, un evento unico nel suo genere, innovativo ed essenziale, che ha superato anche le più rosee aspettative. La risposta del pubblico è stata importante a livello di numeri, ma soprattutto a livello di partecipazione e coinvolgimento. Perché una volta varcato il sottopassaggio che conduce al porto dei pescatori di Pedaso, non c’era via di scampo: si poteva solamente lasciarsi coinvolgere dall’atmosfera magica da cui si era attorniati, si poteva solamente dimenticare la fame dello stomaco per saziare quella della mente, non si poteva far altro che corciarsi le maniche e sporcarsi le mani attivamente. 
Ecco cosa è successo: 51 artisti, provenienti da tutta Italia, hanno avuto modo di esporre le loro opere, pittoriche e scultoree, in uno splendido allestimento costruito con i classici tavoli da sagra; due giovani artiste locali, Giulia e Marta Alvear, hanno dipinto in estemporanea sulla parete del porto una gigantografia di tre persone che si nutrono di libri, parole, colori.

Il passante poteva nutrirsi assaporando la mostra oppure gustare dei saporitissimi piatti letterari alla Bottega delle Fandonie. Poteva corciarsi le maniche e produrre notizie di “attualità riciclata” al laboratorio di carta fatta a mano oppure riposarsi nell’area relax e giocare con gli strumenti musicali prodotti da materiali di discarica. Ci si poteva aggirare fra le varie performance di pittura estemporanea, imbattersi in frotte di giocosi “mazzamurelli”del teatri Instabile di Altidona oppure fruire le interessanti proiezioni di video. Ma soprattutto chi veniva alla Sagra dell’arte era invitato a sedersi e a lasciare libera la propria fantasia, esprimendosi liberamente grazie agli ingredienti preparati e serviti dagli chef dell’arte: argilla, colori, pennelli, parole. Insomma due serate in cui l’intero spazio del Porto di Pedaso è stato perfettamente ripempito d’arte, di colore, di musica e soprattutto di passione. A volte l’arte mette in soggezione, allontana il non addetto ai lavori e si arrocca nelle sue torri d’avorio.

Foto di Riccardo Leli

Niente di tutto questo si è verificato alla Sagra dell’arte: il messaggio era che l’arte, la qualità, le capacità espressive sono dentro ognuno di noi e non (solo) nei musei, nei libri di storia o nelle gallerie griffate. Si è riconosciuta la capacità del movimento MAD di tener fede al suo acronimo e di mettere sul piatto movimento, armonia e dinamismo in gran quantità, regalando alla gente due splendide serate di serenità e libertà, riuscendo a trasmettere una percezione limpida di passione. Si perché è proprio la passione il carburante indispensabile di un evento del genere. Le proporzioni dell’evento realizzato lascerebbero pensare ad una spesa economica ingente, invece la Sagra dell’arte è stata organizzata con il minimo dispendio economico immaginabile, grazie alle energie, queste sì preziosissime, dei membri dell’associazione MAD e al supporto della Pro Loco e del comune di Pedaso che hanno messo a disposizione le proprie strutture. Nessun artista figurativo ha pagato per esporre o per avere una postazione per l’estemporanea, nessun musicista o nessuna ballerina ha ricevuto un compenso monetario per la propria performance e nessun “cliente” della sagra è stato costretto a mettere mano al portafoglio! Un festa in cui il denaro era uno dei pochi estranei, in quanto spesso elemento ostile al nutrimento dell’anima e allo sbocciare delle ideee genuine. Non c’era traffico di denaro, ma scambio di emozioni. Un altro mondo rispetto a ciò a cui siamo abituati! Ed è qui che si coglie più nettamente l’elemento provocatorio ed ironico che l’associazione ha voluto proporre: non servono necessariamente soldi per realizzare grandi cose, per fare arte di qualità e per creare sentimenti positivi! Servono le energie umane, l’impegno e il coinvoglimento delle persone. E infatti il successo dell’evento è stato possibile grazie alla sinergia armonica che MAD è riuscita a creare con gli artisti che hanno collaborato, con i commercianti e gli artigiani di Pedaso ed Altidona che hanno contribiuto all’evento donando il proprio mestriere e con il pubblico accorso. Il freddo venticello settembrino non è riuscito ad allontanare la gente, dal calore di queste due serate che sono state come un fuoco capace di far germogliare i semi nascosti dentro alle persone. 
L’associazione MAD ringrazia tutti coloro che hanno avuto parte attiva all’evento, invita chiunque voglia coinvolgersi all’ex biglietteria della stazione di Pedaso, per scoprire le mille altre soprese che ancora riserva questo straordinario gruppo di persone, che mette insieme capacità e competenze diverse, assieme all’umiltà, alla creatività e alla sensibilità sociale e ambientale . (Franecsco Marilungo)

La foto in copertina è di Simonetta Bonanni

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