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VOLTI E GESTI delle bambine “invisibili” nelle foto di Sheila McKinnon

bornMilioni di bambine continuano ad essere invisibili, vivono in condizioni di estrema povertà, sono vittime di discriminazione di genere e disuguaglianza, subiscono abusi sessuali, sfruttate e costrette al lavoro forzato e alla prostituzione, vendute come mogli e schiavizzate. Adolescenti emarginate fin dalla nascita per il solo fatto di essere donne,  giovani a cui non è permesso di scegliere il proprio destino. A loro e ad una condizione che oggi non può e non deve essere accettata è rivolto il progetto artistico e umanitario “Born invisible” ideato dalla fotografa canadese Sheila McKinnon e curato da Victoria Ericks che sarà ospitato da oggi (inaugurazione dalle ore 18), fino al 28 settembre 2014, presso il Museo di Roma in Trastevere, con una selezione di cinquanta scatti e un video di presentazione. L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla cultura, creatività e promozione artistica – Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali. Lunedì 12 giugno alle ore 17 presso Gangemi Editore (via Giulia 142) verrà inoltre presentato il libro/catalogo correlato alla mostra, con testi di Maria Giovanna Musso e Victoria Ericks. 

475133Il rumore dei senza voce. Sheila McKinnon ha viaggiato in diversi paesi in via di sviluppo, dal Sud America (Bolivia, Messico, Perù, Argentina), all’Asia (India, Yemen, Vietnam, Nepal, Thailandia) fino all’Africa (Sierra Leone, Zanzibar, Mozambico, Etiopia) per mostrare attraverso il suo obiettivo la realtà vissuta da molte donne, attraverso immagini che “rapiscono emotivamente e ci riportano al dibattito in corso in tutte le società del mondo moderno sui diritti delle ragazze e sul ruolo delle donne, sulla sessualità e sulla parità di genere”.
“Born Invisible” tratta “dell’eredità del silenzio, dell’inaudibile presenza di ragazze e donne senza una voce; anime ed esseri trascurati, i cui destini sono gestiti senza il loro consenso”. La fotografa, utilizzando una tecnica unica nel linguaggio artistico “ha sviluppato il suo lavoro elaborando un processo creativo per cui ogni immagine può essere trasformata per diventare rappresentazione significativa di migliaia di vite”. Un lavoro che oltre a rappresentare per la McKinnon una nuova sfida è soprattutto il suo personale contributo alla causa umanitaria di tante donne perché anche un’immagine “può cambiare le coscienze”. (slup)

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Fonte Redattore sociale 

“Di volto in volto”: ritratti di uomini carichi di umanità

Il Cavalier Prato e l’aiutante “Caffellatte”. Foto di Marco Biancucci

Il Cavalier Prato, autore del ‘Parco della Fantasia’ di Macerata, eccentrico signore settantaquattrenne, ex vigile del fuoco, che offre una seconda chance agli oggetti da rottamare e con il suo aiutate “Caffelatte” li ricicla “ad arte”. Il coraggioso Claudio, che nel pieno della crisi economica, a 21 anni e fresco di iscrizione alla facoltà di lettere e filosofia, ha sentito forte il bisogno di ritornare alla terra per prodursi da solo ciò che consuma, ha acquistato un terreno e con l’aiuto di un contadino locale, Giovanni, amico di famiglia ormai novantenne “ma con la vitalità di un bambino”, si è dato all’agricoltura biologica più estrema, la ‘permacoltura’. Poi, Karl ed Elena, un padre nato in Canada e una madre dell’Honduras che scelgono una montagna, un bosco e l’antica casa di un avo a Uscerno, frazione di Montegallo, per metter su famiglia “i due hanno lasciato la città per fare i boscaioli, vivere dello stretto necessario e far nascere i loro figli con il ‘lotus birth’ in casa”.

E ancora: Peppecotto, Cifone, i forzati della strada, chicchirichì, padre Pietro, Pierino, Peppe, Nazzareno. Che cosa li accomuna? Il fatto di essere tutti protagonisti del progetto video-fotografico “Di volto in volto” nel quale due giovani, Giordano Viozzi (video maker e proprietario di Sushi Adv. agenzia di video-comunicazione) e Marco Biancucci (fotografo e titolare di F for Fake e Cantiere 12 progetti) raccontano il sud delle Marche, i suoi personaggi, le loro incredibili storie. “L’idea del format, spiegano gli autori, nasce nel 2010 per darci la possibilità di realizzare un’opera che andasse al di là del nostro lavoro quotidiano ed esprimerci con un tipo di approccio e di stile che sentivamo nostro, ma che difficilmente riuscivamo a far venire fuori nei lavori su commissione e forse anche per metterci un po’ alla prova”.

Padre Pietro “l’abito non fa il monaco”. Foto di Marco Biancucci

“Per realizzare i documentari sono state esplorate città, piccoli centri, contrade, campi polverosi e luoghi lontani da tutto il resto, continuano Viozzi e Biancucci, abbiamo incontrato uomini leggendari, fuori dal comune, protagonisti di gesti e scelte incredibili, carichi di umanità e travolti da un’irrequieta energia creativa, persone audaci, a volte in bilico tra una vita semplice o il disagio, abbiamo conosciuto la bellezza ruvida e inafferrabile di un territorio unico. L’abbiamo vissuta da vicino, ascoltata, guardata negli occhi. E poi con discrezione raccontata”.

L’idea di documentare le storie dei personaggi di un luogo è nata grazie anche ad una citazione di Pier Paolo Pasolini “la bellezza può passare per le più strane vie, anche quelle non codificate dal senso comune” e dalla curiosità di scavare e conoscere quello che c’è “oltre la facciata, perché spesso, le storie marginali, raccontano molto di quello che siamo, ci aiutano anche a comprendere meglio la nostra storia, ma forse le abbiamo dimenticate o non vogliamo conoscerle. In fondo ciò che ne deriva può a volte minare le nostre sicurezze”. Le persone ritratte sono state contattate attraverso conoscenze dirette o il passaparola, una volta che il progetto si è fatto conoscere alcune sono state segnalate tramite la pagina facebook. Ad oggi sono 14 le puntate realizzate, completate ognuna da un reportage fotografico.

Claudio, il ‘maestro’ Giovanni e le zucchine. Foto di Marco Biancucci

“Il progetto non ha una scadenza, finché incontreremo persone degne di essere raccontate, ribadiscono gli autori. Abbiamo cercato di scremare quelle figure più ‘macchiettistiche’, ed essere il meno invasivi possibile, perché sapevamo che la persona poteva essere influenzata dalla nostra presenza. A volte non siamo riusciti a concludere la storia che ci interessava, o a pubblicare le puntate, non sempre è facile far comprendere il nostro lavoro. Ci sono capitate persone che non volevano raccontarsi, a volte ci sono state riservatezze a svelare il proprio mondo. Però siamo soddisfatti del mosaico di storie che si sta creando Ci dispiace non avere ancora tra i personaggi una donna, ma ci stiamo lavorando. Crediamo che il senso e il risultato di questa esplorazione, fino ad ora, concludono, è stato un insieme di ritratti, spietati e comici, commoventi e malinconici allo stesso tempo”. Il progetto è anche visibile su youtubeflickr e vimeo. (slup)

Guarda la photogallery. Fonte Redattore sociale

 

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Uno ‘scatto’ per il cambiamento. Fotografi emergenti condividono un’Italia ridesta

ROMA – “Se puoi fotografarlo, puoi condividerlo” questo in sintesi è il motto del contest “Scatta il cambiamento” un progetto artistico con cui i fotografi emergenti italiani sono chiamati a valorizzare, attraverso i loro lavori, i piccoli e grandi cambiamenti in atto nel nostro paese. Ideato e curato dalle associazioni culturali Jak Italia (l’associazione che dal 2008 ha deciso di reinventare il modo di intendere le relazioni economiche e la gestione del credito, ispirandosi alla svedese Jak Medlemsbank) e Mostrami (progetto artistico culturale di Gruppo 97 Cantieri Sonori, che promuove la giovane arte contemporanea come strumento di responsabilizzazione sociale,  conta oltre 570 artisti iscritti e più di 23 mila membri nella propria community), il contest si avvale anche del supporto della Libera Università di Alcatraz.

In questo momento sociale, si avverte la necessità di riflettere, di mettersi in discussione e portare alla luce segnali positivi, andare alla ricerca di interessanti opportunità, utili servizi per il cittadino, ma anche di piccole azioni quotidiane che si svolgono “lontano dai riflettori” e migliorano la qualità e la dignità di vita degli individui. Un’impresa sociale, un gruppo di amici che fanno volontariato, una casa famiglia che accoglie soggetti in disagio, una grande azienda che assicura un vantaggio a individui con difficoltà, ma anche un solo individuo che lavora quotidianamente per il prossimo, sono loro che i fotografi emergenti dovranno scovare.

“L’obiettivo  – dichiara Carlo Giordano presidente di Jak Italia  – è quello di mappare tutte quelle realtà che non aspettano il cambiamento ma lo fanno!”. Singoli privati, associazioni culturali, movimenti di opinione, organizzazioni pubbliche e private che si sono poste su “un percorso di sviluppo culturale e sociale, ancora prima che economico”. Immortalare tutti quei progetti e quelle attività, più o meno grandi “che lavorano per la ripresa sociale e culturale del nostro paese” e in generale tutto ciò che di positivo ti fa dire “Ecco, qui scatta il cambiamento!”.  È questa la sfida artistica che Sandro Aglialoro, responsabile di Mostrami, lancia ai fotografi emergenti, giovani e grandi, perché il contest è aperto a tutti coloro che “vogliono ancora sognare”.  Ogni partecipante potrà candidare il proprio progetto, composto da una fino ad un massimo di cinque fotografie, entro il 30 ottobre 2013.  (s.lup) 

Ulteriori informazioni:
Mostrami – Sandro Aglialoro 347 38 95 473 marketing@mostra-mi.it  
Associazione Culturale JAK bank Italia – Daniela Caldaroni
d.caldaroni@gmail.com 3477287205, Enrico Longo jakbankitalia@gmail.com 3483906905, Carlo Giordano carlo.giordano@jakitalia.it 

JAK ITALIA
L’Associazione culturale JAK bank Italia (jakitalia.it), dal 2008, ha deciso di reinventare il modo di intendere le relazioni economiche e la gestione del credito, ispirandosi alla svedese JAK Medlemsbank (jak.se). Ne è nata un’idea di business sociale, fatta per essere utile alle persone, sostenibile economicamente e orientata alla semplice copertura dei costi, invece che alla massimizzazione del profitto. Nel 2011 è stato fondato il comitato promotore per la costituzione della futura Banca popolare JAK Italia soc. coop. che, come quella svedese, sarà libera da interessi. Come una ruota di mulino: deve far passare l’acqua-denaro, ma non trattenerla e, lasciando scorrere il flusso, trasmettere energia utile alla vita delle persone.

MOSTRAMI
E’ un progetto artistico culturale di Gruppo 97 Cantieri Sonori, che promuove la giovane arte contemporanea (pittura, scultura, fotografia, video art e street art) come strumento diresponsabilizzazione sociale. Mostrami oggi conta oltre 570 artisti iscritti e più di 23.000 membri nella propria community.

 

Fonte: Redattore Sociale

Fotografate quel che temete di perdere…

Fonte: http://www.artq.it/projects/pieces-of-hearth/

Aperte le iscrizioni al concorso fotografico “Pieces of (H)EART(H)” che andrà ad arricchire il Festival Alterazioni 2013. Il concorso, nato dall’incontro tra ARTQ e club fotografico Circolo di confusione, è dedicato alla reazione umana di fronte alle calamità naturali.

Fotografate quel che temete di perdere – spiegano gli organizzatori – Vi chiediamo di mostrarci a cosa corre il vostro istinto di protezione quando una calamità naturale  o un disastro di qualsiasi genere vi capitano attorno. Giornate strappate alla routine, e che magari poco prima erano serene o addirittura insignificanti, da un momento all’altro subiscono una ferita profonda e rimangono sconvolte per sempre. Rappresentate i gesti, gli oggetti e le emozioni che  sentite fondamentali nella vostra vita. Mostrateci i vostri pezzi di terra e di cuore, che non vorreste mai che vi venissero portati via.

Le foto che selezioneremo come vincitrici saranno utilizzate per costruire un’installazione composita, esposta durante il festival Alterazioni 2013, nella mostra “Alterazioni visive, il risveglio delle origini”, in programma al Castello Aldobrandesco di Arcidosso dal 27 luglio al primo settembre 2013. Il tema del concorso verrà illustrato e rappresentato in un percorso descrittivo di suggestivo impatto visivo.

Inviate le vostre foto, entro il 30 giugno, a fotografia@artq.it (l’immagine non dovrà superare i 400 KB di dimensione) indicando titolo e nome dell’autore. E’ ammessa qualsiasi tecnica: bianco e nero, colore, rielaborazioni leggere o estreme…

Tutte le foto saranno pubblicate sul sito www.artq.it nella sezione “Pieces of (H)EART(H)”  e sulla pagina Facebook www.facebook.com/artqassociazione.

Un’apposita commissione esaminerà e valuterà le opere prendendo in considerazione sia i loro soggetti e le esecuzioni, sia i “mi piace” ricevuti.

Per maggiori informazioni sul club fotografico Circolo di Confusione:
www.facebook.com/clubfotografico.circolodiconfusione

PAGINA DEL CONCORSO

Altidona e la fotografia immersiva: sentirsi nel luogo osservato

L’utilizzo delle nuove possibilità offerte dalla fotografia abbinata a Internet è un formidabile strumento di promozione del proprio territorio.

Da poco più di un anno è attiva ad Altidona nei locali comunali la Fototeca Provinciale di Fermo. I tecnici di cui si avvale la fototeca hanno realizzato un interessantissimo lavoro di ‘fotografia immersiva’ a 360 gradi sul centro storico di Altidona. Il progetto che è stato donato ai soggetti promotori dell’iniziativa, sarà presentato domenica 9 dicembre alle ore 17 nei locali della Fototeca.

“La sensazione di trovarsi nel luogo fotografato. Naviga la fotografia zoomando su qualsiasi  dettaglio”