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Il Ballo delle fate: tradizione e divertimento

Laboratorio di Saltarello e Castellana della Val Musone

SABATO 21 APRILE dalle ore 16.00 presso il

Circolo RicreativoVilla S.Pio X (Bocciodromo) a Spinetoli (AP)

Nelle Marche i vecchi raccontano che le Fate della Sibilla ballavano il saltarello all’interno del loro antro, in cima alla montagna, calzando zoccoli di legno di fico. Furono le Fate ad insegnare il saltarello agli uomini e a costruire il primo tamburello.
La fonte della nostra tradizione ancestrale è quindi la Montagna delle Fate, il monte Sibilla: il nostro ballo e il nostro strumento archetipico nacquero lì.
Passando dal mito alla storia, troviamo in Castelfidardo, nella valle del fiume Musone, un altro luogo simbolo della tradizione: è qui che nella seconda metà dell’ottocento nacque e si sviluppò l’industria italiana della fisarmonica. Da qui l’organetto diatonico iniziò a diffondersi capillarmente in tutto il centro-sud Italia, affiancando o sostituendo strumenti più arcaici nella pratica della musica tradizionale.
Da 150 anni nelle Marche il tamburello e l’organetto suonano in coppia: il primo, strumento femminile, lunare, acqueo; il secondo, strumento maschile, solare, igneo. Nella loro musica mito e storia si fondono dando, ancora una volta, impulso al ballo del saltarello, al ballo delle Fate.

 

Per informazioni: http://www.radicimigranti.org/

Il Libraio di Selinunte al Festival delle Abilità differenti

In finale all’Open Festival di Carpi

Il libraio che non vende libri ma li legge ad alta voce…

 “Il Libraio di Selinunte” della regista Roberta Fonsato è stato selezionato fra i cinque finalisti alla 14ma edizione del “Festival Internazionale delle Abilità Differenti” in programma a Carpi, Correggio, Modena e Bologna dal 2 al 15 maggio.

Lo spettacolo è il risultato di sette mesi di laboratorio teatrale svolto presso i Centri CSER “La Serra” di Sant’Elpidio a Mare (Fm) e CoSER e CSER “Cittadella del Sole” e “Dopo di noi” di Porto S. Elpidio (Fm) ed è “liberissimamente” tratto dal testo “Il libraio di Selinunte”di Roberto Vecchioni. Selinunte è un paese della Sicilia che ha un significato ben preciso è il paese del prezzemolo, una nota pianta aromatica che nasce spontaneamente e spesso in situazioni di cattività, una pianta alla quale da sempre si attribuiscono significati di virtù o di catastrofi, la differenza tra l’uno a e l’altra cosa, è dettata dall’uso sapiente della pianta stessa. Per uso sapiente si intende la capacità di apprendere e memorizzarne le dosi e le combinazioni che possano farlo diventare ghirlanda ispiratrice di parole poetiche per i poeti, oppure gettare nella sventura chi lo usa in maniera impropria. Va da se che la parola è il tramite della lunga catena del sapere.

Il percorso laboratoriale si è basato sulla realizzazione del copione a posteriori, nel senso che “si è partiti da una traccia minima del testo per arrivare dopo le improvvisazioni degli attori ad un copione ex-novo, dove le voci e le azioni sono frutto della volontà e della fantasia degli attori stessi”.

Per tale processo creativo lo spettacolo risulta essere un prodotto originale a tutti gli effetti. L’improvvisazione e’ il metodo di lavoro adottato, che trae spunto da il “Teatro dell’oppresso” di Augusto Boal. Una delegazione di 22 straordinari attori partirà il giorno 8 maggio alla volta di Correggio per poi il 9 maggio esibirsi di fronte alla giuria ed al selezionato pubblico.

Imprevedibile bellezza. Il Festival di Carpi

Festival delle Abilità Differenti (2-15 maggio)

“Una bellezza non convenzionale né prevedibile ma sorprendente perché è proprio nell’imprevisto, in ciò
che non ci aspettiamo, che troviamo quella luce e quel talento in grado di stupire e di parlare al nostro cuore: è questo il tema del Festival. Al di là degli stereotipi di perfezione e avvenenza è infatti possibile scoprire una bellezza profonda, viva, che si manifesta in ognuno di noi in modi infiniti. Nella nostra esperienza si è
reso evidente che le situazioni di vita dure e difficili nelle quali non si vede una speranza nascono quando ci si chiude alla possibilità di un rapporto umano. E’ proprio dal bisogno di questa relazione che nasce la domanda infinita. L’uomo è bisogno di rapporto, attesa di qualcuno o di qualcosa che non può costruirsi da sé: può solamente incontrarlo. Questi versi della poesia di Montale ‘Prima del Viaggio’ ci aiutano a capire:

..E ora che ne sarà del mio viaggio? Troppo accuratamente l’ho studiato senza saperne nulla. Un imprevisto
è la sola speranza. Ma mi dicono ch’è una stoltezza dirselo. Eugenio Montale, Satura, 1962-1970

E’ di questo che abbiamo bisogno tutti: aprirci ad accogliere un imprevisto, aprirci ad accogliere una imprevedibile bellezza che possa parlare al nostro cuore…”

Per informazioni: Cooperativa Nazareno – Il Programma

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=OlJMr_T6_qQ[/youtube]

La musica della vita

Seminari di MUSICOTERAPIA ANZIANI DISABILITA’

Calendario giornate di studio

I seminari vogliono essere un approfondimento intensivo sulla tematica Musicoterapia Anziani, Musica con Alzheimer, Parkinson, Musica come accompagnamento al termine della vita, Musica come attività in struttura in collaborazione con il settore dell’animazione, della fisioterapia con il lavoro degli operatori, in raccordo e collaborazione con i famigliari degli anziani. Questi percorsi formativi sono particolarmente indicati per musicisti, operatori del sociale, medici, infermieri, fisioterapisti, coordinatori di struttura, psicologi, studenti di scuole di musicoterapia di nazionalità italiana o straniera. Non vi sono limiti d’età. Non è richiesta una competenza musicale specifica di base. Gli incontri alterneranno attività laboratoriali ad attività didattiche frontali che in ogni modo saranno condotte con esemplificazioni video.

Al termine del corso verrà consegnato attestato di partecipazione.

I seminari per essere confermati devono avere almeno 7-8 iscritti. Nel caso si raggiungesse un numero di iscritti superiore al numero consentito (numero max iscritti differente nei vari appuntamenti) verranno programmate più date di incontri da concordare con la segreteria del corso.

Fin dagli anni 90 Roberto Bellavigna insegnante e musicista attivo in ambito concertistico lavora stabilmente in equipe all’interno di strutture geriatriche e nei centri con ragazzi disabili con progetti strutturati di musicoterapia. In questi contesti, nel contatto lavorativo settimanale con le varie situazioni, ha maturato un approccio musicale pratico e nel contempo analitico volto a rivalutare la risorsa empatica personale ed emozionale della musica come strumento che promuove obiettivi importanti quali la socializzazione, il recupero e il potenziamento cognitivo, l’attivazione e il supporto del movimento. Molte le collaborazioni formative in varie zone d’Italia sia in ambito progettuale che nel contesto scolastico e sociale. La casa di riposo “Rossi Sidoli” sede storica del lavoro di musicoterapia di Roberto Bellavigna è sede di incontri e di confronto verifica sulla tematica musica anziani che hanno prodotto negli anni Convegni, corsi di formazione e collegamenti con altre esperienze a carattere nazionale ed internazionale sul tema della valutazione in musicoterapia e sull’organizzazione di percorsi terapeutici musicali con anziani e malati di Alzheimer. Attualmente la rivista tematica www.musicoterapia-anziani.eu fondata da Roberto Bellavigna e di cui è direttore editoriale è punto di riferimento documentale e informativo sulla tematica in Italia ed all’estero. l corso vuole essere un approfondimento sull’utilizzo della musica nelle relazioni di aiuto in ambito geriatrico e scolastico nonchè nei centri ove sono ragazzi disabili. Allo Stage possono partecipare musicisti, operatori del sociale, medici, infermieri, fisioterapisti, insegnanti, coordinatori struttura, psicologi, studenti di scuole di musicoterapia di nazionalità italiana o straniera. Non vi sono limiti di età, non è richiesta una specifica competenza musicale specifica di base. Chi vuole portare con sè strumenti musicali personali di proprio gradimento è invitato a farlo.

Per aggiornamenti sulle date e i luoghi
www.musicoterapia-anziani.eu

Scritti da voi… Invecchia chi non gioca

L’uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare.” George Bernard Shaw

Questa bellissima frase è stata ispiratrice del mio libro. Sono ormai molto diffusi i lavori di ricerca sul cervello che parlano della necessità di stimolare le connessioni neuronali per evitare l’invecchiamento. Molti scienziati ci parlano del bisogno di mantenere viva l’attività cerebrale cercando nuove possibilità, imparando a suonare uno strumento o a parlare altre lingue, insomma, mantenendo una vita attiva e ricca di esperienze. Altri lavori non meno importanti hanno evidenziato il comportamento dei neuroni nell’attività creativa. In questi casi, le cellule cerebrali sembrano aprire tutte le possibilità di connessioni a 360°.  Di fatto, si sa che una vita di routine in cui i nostri movimenti si ripetono meccanicamente ci fa pensare sempre nello stesso modo. Come se camminassimo sempre lo stesso sentiero e guardassimo sempre lo stesso paesaggio. Uscire una volta dal solito percorso e guardare in diverse direzioni, ci fa scoprire cose che non avevamo mai visto.

Che cosa c’entra questo con il gioco? Il gioco e la creatività vanno sempre mano nella mano. Mentre si gioca, si esperimentano moltissimi aspetti che riguardano il corpo, l’emozionalità e l’energia dell’individuo. Il corpo assume posture e realizza movimenti non convenzionali, svegliando archivi della memoria muscolare che smuovono emozioni e ricordi, mentre si aziona un meccanismo di equilibrio delle energie che fluiscono. Si stabiliscono rapporti personali che arricchiscono e facilitano l’auto-osservazione e soprattutto si stimola la produzione di endorfine che migliorano lo stato di umore. In situazioni ludiche divertenti i giocatori ridono stimolando e ossigenando organi interni e muscoli. Ci sono giochi che promuovono la competizione sviluppando atteggiamenti di sfida e superamento degli ostacoli, temperanza e volontà. Altri invece, mettono l’accento sulle relazioni interpersonali e sull’integrazione per favorire lo sviluppo di una emozionalità sana e di contenimento.

Tutti i giochi sono utili e tutti ci offrono possibilità di crescita personale. Nel mio lavoro, però, mi sono soffermata a valutare tutte le possibilità del gioco cooperativo, di quello in cui non ci sono vincitori ne vinti, in cui possa essere bandito il concetto di giudizio per permettere l’espressione della libertà totale.
Quest’ultima premessa sembra sia essenziale per sviluppare un momento creativo, cosa che può essere raggiunta attraverso un’attività ludica ben programmata. Ed ecco che ci incontriamo. Mentre l’individuo gioca è capace di stimolare le connessioni neuronali come nell’atto creativo. Di fatto, succede che un artista a lavoro si potrebbe dire che stia giocando. In alcune lingue i due concetti s’intrecciamo: suonare uno strumento musicale, in inglese si dice “to play” che vuol dire anche “giocare”. L’azione di giocare, per essere una pulsione vitale che nasce con l’essere umano per facilitare il suo adattamento all’ambiente fisico e sociale, per sopravvivere e svilupparsi, sembra essere la più indicata per mantenere una vita sana e creativa. Non stiamo parlando soltanto del gioco nell’infanzia, bensì della necessità di sperimentare situazioni ludiche anche nella vita adulta. Nella società attuale è stato imposto il concetto di dover lavorare per produrre, ma soprattutto, quello di dover soffrire per forza. Siamo stati abituati ad associare lavoro con sforzo, noia e sofferenza. Se una persona si diverte nel suo lavoro, viene considerato un “non lavoro”, un hobby. Forse sia arrivato il tempo di cambiare il paradigma. Forse sia il momento di recuperare la nostra capacità ludica per tornare a gioire e riacquistare la possibilità di sentirci autentici, liberi e consapevoli di noi stessi.
Vi invito a provare altri sentieri guardando in alto per scoprire un paesaggio nuovo ogni giorno…