Tag: poesia

Il carro delle Muse. Il premio dedicato all’arte delle donne

Hai scritto qualche poesia o racconto? Hai un dipinto che vorresti far vedere?
Hai una figlia, una madre, una sorella, o – se sei un uomo – una moglie che scrive poesie, racconti o dipinge?

E’ giunta l’ora di tirarli fuori dal cassetto e di farli pubblicare.
Partecipare al Premio Letterario Internazionale “Il carro delle Muse” può aprire nuove strade,  nuove occasioni, nuove opportunità.
Il Premio si rivolge a donne di qualsiasi  età e nazionalità che conoscono la lingua italiana (per la narrativa e la poesia) anche (e soprattutto)  per scrittrici non professioniste di qualsiasi età e nazionalità. L’opera presentata può anche  essere la traduzione da un’altra lingua, di un’opera della concorrente stessa.

Il Premio è giunto alla sesta edizione, ed ha ottenuto grandi risultati.
Scrivono gli organizzatori: “ti invitiamo a  scacciare la  timidezza, la paura di aver scritto cose inutili e la sfiducia verso te stessa, incoraggiandoti a cogliere questa occasione”.

Partecipa alla nuova edizione

(sabrina lupacchini/slup)

DON’T KICK ME OUT: un’antologia e un libro d’arte sul tema dei respingimenti

DKMO - CoverEsce per la collana Il Girovago, della bolognese Edizioni Nuova S1, DON’T KICK ME OUT. Un’antologia e un libro d’arte sul tema del respingimento. Dalla testimonianza all’opera d’autore: 45 voci, un tema universale. Il volume sarà presentato il 13 aprile a Bologna, il 12 maggio a Torino.

Il volume è il risultato di un bando omonimo lanciato nel 2015: una open call che ha preso spunto da una citazione tratta da una poesia di Emanuel Carnevali, Il Ritorno (1924): «O Italy, o great boot/Don’t kick me out again!» (O Italia, grande stivale/non cacciarmi di nuovo a pedate). La risposta al bando, documentata dal libro, raccoglie alcune delle voci più interessanti del momento: 34 autori, a cui si sono affiancati 11 artisti affermati a livello nazionale e internazionale, che hanno messo a disposizione la propria creatività per tenere idealmente a battesimo il progetto.

Fra questi ultimi: Paolo Cossi per il fumetto e l’illustrazione; Stefania Fersini e Cristina Gardumi per la pittura, Piergiorgio Robino (Studio Nucleo), Adriana Napolitano e Carnovsky per il design; Emiliano Ereddia, Nicola Bonazzi, Cristiana Astori, Antar Mohamed Marincola e Uche Nduka (per la prima volta tradotto in Italia) per la letteratura; URFAUT per la fotografia. Attraverso molteplici linguaggi (prosa, poesia, pittura, illustrazione, fumetto, fotografia, design, video), tutti gli artisti si sono misurati su alcune dinamiche nel nostro immaginario condiviso e sempre di più all’ordine del giorno: dalle esperienze di migrazione alle posizioni delle élite intellettuali, dalle situazioni intime e famigliari ai traumi del lavoro. L’impegno comune è stato quello di evitare la polemica sterile, le lamentazioni vittimistiche, o anche la retorica dell’inclusione e della tolleranza come fine a se stessa, per tornare a dialogare su tutti questi temi senza indulgere in semplificazioni. Il libro documenta dunque un progetto artistico vero e proprio, che attraverso voci e forme diverse prova a rispondere, in modi sempre nuovi, ad alcuni interrogativi che hanno una portata storica e geografica molto ampia.

A riprova del valore artistico del progetto, per questa prima edizione a tiratura limitata (solo 800 copie numerate) ogni volume è stato impreziosito dal designer Piergiorgio Robino, che è intervenuto direttamente su una pagina del libro con una sua opera originale, unica e irripetibile.

Info e modalità per avere il libro: info@nuovas1.it – tel. 051 346050 Mercoledì 13 aprile alle ore 18 il volume verrà presentato in un incontro pubblico e gratuito alla Libreria Coop Ambasciatori di Bologna (via degli Orefici, 19) alla presenza di Lorenzo Cimmino (Collana Il Girovago) e di tre fra gli autori che hanno contribuito al progetto. Il libro sarà inoltre presentato giovedì 12 maggio al XXIX Salone Internazionale del Libro di Torino (Sala Avorio). Nelle prossime settimane verranno calendarizzati incontri anche a Roma e in altre città italiane.

Illustratori e scrittori.. regalate sogni e fantasia ai bambini palestinesi

cuoriIl Tamer Institute for Community Education di Ramallah, ong fondata nel 1989, che lavora in Palestina con bambini e giovani adulti con lo scopo di favorire l’educazione, la libertà di espressione e l’accesso all’informazione, invita illustratori e scrittori italiani di letteratura per l’infanzia a donare ai bambini di Gaza, storie, racconti, immagini e poesie sul tema “Una vita immaginata”. L’organizzazione oltre ad essere una casa editrice si occupa di promozione della lettura, delle biblioteche di comunità e di formazione. Gli illustratori possono inviare una piccola opera in formato cm.10×10 (cmyk – 300dpi), un’immagine che possa “riaccendere il desiderio di vita negli occhi di bambini che sono circondati da morte e distruzione”. Gli autori possono invece donare testi, poesie o favole scritti in inglese o in arabo sul tema proposto. Naturalmente si raccomanda la massima attenzione al rispetto nei confronti della cultura locale. Per inviare i materiali: tamer@palnet.com o  Tamer Institute for Community Education Ramallah P.O. Box: 1973

Fonte: Redattore sociale

“Voci di donne lontane”. I protagonisti raccontano

Un’esperienze  condivisa…

vocididonnepetrolini
Il punto di vista delle attrici
Lavinia Lalle, Sarah Mataloni, Stefania Ninetti

L’ideazione di “Voci di donne Lontane” nasce dal desiderio di unire i racconti e le esperienze di tre donne ossessionate dall’amore ma unite dal ricordo e dalla speranza di ricominciare. Leggendo i monolghi dell’autore Fabrizio Salsi, abbiamo cercato di intrecciarli assieme al noto monologo di Tennesse Williams “Un tram che si chiama desiderio” della dolce Blanche Dubois, trovando come filo conduttore il ricordo e la passione, sentimenti che legano profondamente i tre personaggi. I tre monologhi spaziano dall’amore agognato, alla delusione per un amore impossibile fino alla distruzione di un amore malato, rappresentata con l’uccisione di un uomo, emblema del dolore di queste tre donne, così distanti a livello spazio temporale quanto vicine per il bisogno d’amore che le accomuna. Le tre storie, così forti e piene di enfasi, avevano necessità di un risalto che non fosse trasmesso solamente con le parole: la musica del pianoforte,(suonata dal vivo) con temi composti dal giovane compositore Francesco Paniccia è stata il collante del percorso emotivo di queste tre donne, e ha reso più intenso tutto lo spettacolo .

La scelta dei brani musicali interpretati vuole a sua volta porre in risalto i sentimenti contrastanti dei personaggi, ma sono tutti struggenti ricordi di amori perduti o intensamente sognati…solo uno, anch’esso evocativo ma di una situazione trasgressiva appartenente al passato, riesce x pochi minuti a “spezzare”l’atmosfera e a regalare allo spettatore un attimo di leggerezza

A coronare il tutto, la danzatrice Azzura Marcianò della compagnia di Teatro Danza Aleph, ha interpretato suggestive coreografie, che hanno accompagnato lo spettacolo per tutta la sua durata. L’obiettivo di Voci di donne lontane è stato (ed è tuttora)quello di trasmettere agli spettatori diverse emozioni creando un connubio di parole, danza, e musica, capace di colpire i sensi in maniera trasversale.

Il punto di vista della danzatrice
Azzurra Marcianò
L’aver preso parte allo spettacolo “Voci di donne Lontane” è stata un’esperienza intensa e istruttiva: rapportarsi con artisti di alto profilo ha stimolato la mia ricerca espressiva  per arrivare a dar corpo e forma alle parole delle attrici nonché alle note del maestro Paniccia. Interpretare con il gesto il mondo interiore  delle tre donne, accompagnata dalla musica dal vivo, è in linea con il percorso artistico del teatro danza che sto seguendo nella Compagnia Aleph, percorso fondato sulla ricerca gestuale di una verità interiore, che prescinda dalle forme canoniche della danza fine a sé stessa.

Il punto di vista del musicista
Francesco Paniccia
“Voci di Donne Lontane” è una drammaturgia preziosa che scandaglia le fragilità femminile con una sensibilità assai rara. I testi di Salsi uniscono sapientemente l’aspetto passionale dei contenuti, all’estetica classica della forma, con una prosa estremamente musicale; in quanto al monologo di Blanche, tratto da “Un tram che si chiama desiderio” di Tennessee Williams, la sua bellezza non ha certamente bisogno di essere ribadita. Nel combinare il materiale scritto, dandogli un’unità emotiva e di concetto, Sarah Mataloni ha dimostrato una grande passione ed abilità, che emergono dall’intera resa scenica. Occuparmi della parte musicale dello spettacolo e collaborare anche con le bravissime Lavinia Lalle, Stefania Ninetti e Azzurra Marcianò, è stato molto piacevole. E’ il classico lavoro teatrale dove la scelta delle musiche viene naturale, come naturale è lo scriverne di originali, perché i testi paiono richiamarle. E, in aggiunta a tutto questo, c’è l’elemento della danza, ch’è sempre un fattore stimolante per un compositore, dato che l’arte dei suoni trova in quella del movimento una partner quasi ideale.

Voci di donne lontane, per raccontare l’amore infelice

unnamed (1)“L’amore infelice” è questo il filo conduttore della narrazione  di “Voci di donne lontane” il secondo lavoro teatrale proposto da “L’Eco dei Sanpietrini” che unisce  il dolore di tre donne, vissute in diversi momenti storici, trasformando le loro parole in un accorato monologo a tre voci. Proposta sabato 5 e domenica 6 aprile al Teatro Petrolini di Roma, la performance vedrà tra gli interpreti: Lavinia Lalle , Sarah Mataloni e Stefania Ninetti.

“Con questo spettacolo incentrato sul mondo femminile, la Compagnia torna ad affrontare tematiche drammatiche e ricche di pathos (come in Bronte e Dickinson)” si legge nella nota di presentazione allo spettacolo. “Il dolore e l’emozione – prosegue il comunicato – vengono sottolineati da ricordi che riemergono dalla coscienza delle tre donne, dalla presenza della musica del pianoforte e della danza (capace di trasmettere silenziosamente l’intensità di alcuni momenti). L’anima di questa raffinata performance, è l’amore, ovvero il ricordo del sentimento, che diventa morboso, impossibile, difficile da cancellare e quindi elemento ossessivamente presente nella vita delle tre protagoniste. I ricordi si intrecciano, si sovrappongono, diventano dialogo ed esperienza condivisa.

Grande protagonista sarà la musica, capace di evidenziare i momenti più poetici della performance: il Maestro Francesco Paniccia, accompagnerà infatti, con raffinati temi pianistici, il “percorso emotivo” delle tre donne. A coronare l’impianto scenico, la danzatrice Azzura Marcianò della compagnia di Teatro Danza Aleph, sarà interprete di suggestive coreografie.

I brani sono tratti da testi di Tennesse Williams e dell’autore Fabrizio Salsi, riadattati da Sarah Mataloni, che ne ha curato la rielaborazione finale. L’appuntamento è il 5 aprile alle ore 21.00 e il 6 aprile alle ore 17.30 al Teatro Petrolini (Via Rubattino 5)