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Sagra dell’Arte: nutrire i sensi, saziarsi senza limiti

Sagra dell’Arte

Abbuffarsi senza ingrassare, nutrire pensieri, sguardi, animo. È questa in sintesi l’esperienza che sarete invitati a vivere nella “Sagra dell’Arte”, evento realizzato dall’Associazione culturale “MovimentoArmoniaDinamica MAD” l’8 e il 9 settembre presso il Porticciolo di Pedaso.

La “Sagra dell’Arte” è una riflessione a tutto tondo sul concetto di “nutrimento”.  Nel ricordo che rimanda alle sagre paesane enogastronomiche, la metafora è quella di cucinare piatti ad ‘arte’ che siano “cibo per la mente e il cuore”. Sarà uno spazio in cui canalizzare espressività, emotività, piacere del bello, condivisione. Obiettivo principale: esperire! Ossia guardare, toccare, ascoltare, fare insieme, sperimentare l’arte in tutte le sue forme, dalla musica alla scrittura, dalla danza alla pittura ecc.

La realizzazione delle attività e delle varie performances artistiche (mostre, letture, ascolto di musica e concerti) vedranno coinvolti i partecipanti che saranno accompagnati a mettere in gioco le proprie passioni, i propri sentimenti rispetto ad un’arte intesa come mera espressione dell’essere umano. Il pubblico potrà intrecciare e rielaborare idee, pensieri, domande e impressioni, in uno spazio condiviso, attraverso strumenti che più si avvicinano al proprio ed unico sentire, alla propria curiosità. Attraverso un percorso ludico e creativo di arricchimento personale e di produzione artistica, gli spettatori ritroveranno il piacere di fermarsi di fare, comunicando il proprio mondo attraverso forme espressive altre. Sono invitati tutti coloro che ‘nutrono’ il desiderio di mettersi in discussione con il tema proposto il “cibo”, contaminandosi senza limiti.

La “Sagra dell’Arte” è un ‘evento interattivo’ nel quale incontrare la forza sociale dell’arte “non più nella sua qualità astratta – sottolineano gli organizzatori – ma come strumento reale di possibilità comunicativa in una società sempre più colpita da fenomeni di anomia e di imbarbarimento culturale, che prediligono spesso una trasmissione di informazioni veloce e asettica a scapito della complessità dei messaggi di cui noi, in quanto essere umani siamo portatori”. (s.lup.)

La partecipazione dell’evento è aperta a tutti gli artisti senza limiti di età e di luogo.
Per informazioni:  MAD-Associazione culturale MovimentoArmoniaDinamica  eventi.movimentomad@live.it

Insanamente – II Edizione concorso

La Fara Editore in collaborazione con il Dipartimento Salute Mentale Ausl Rimini indice la II edizione del concorso Insanamente per opere a tema libero in qualche modo legate al tema della scrittura come terapia, come elaborazione del disagio,  come espressione dialogante, ludica ed anche ironica di affrontare le difficoltà. Sono previste due sezioni:
Sez. A massimo 10 poesie per un numero massimo di 300 versi (non c’è limite minimo, quindi si può partecipare anche con una sola poesia);
Sez. B racconto breve di massimo 9000 battute (calcolando anche gli spazi) pari a 5 cartelle (non c’è limite minimo, quindi si può partecipare anche con un racconto brevissimo).

Con l’invio se ne consente l’eventuale pubblicazione a cura di Fara Editore nella antologia dei vincitori senza alcun obbligo di remunerazione dei diritti d’autore (restando i diritti ai singoli autori).

È richiesta una tassa di 15 euro che dà diritto a ricevere (solo in Italia) 2 libri. La tassa verrà pagata solo dopo aver ricevuto i libri (inseriamo bollettino di c/c postale nel plico).

Per informazioni: Fara Editore info@faraeditore.it – www.faraeditore.it 
Scadenza: 15-4-2012.

GRIDO: l’arte tra sogno e bi-sogno d’amore

A cura di RoSaVida Produzioni

Debutta “GRIDO” il 25 febbraio 2012 alle ore 21 presso il teatrino privato della Fondazione DiversoInverso a Monterubbiano (FM).

Autoprodotto a costo zero GRIDO Recital è un Progetto RoSavida nato grazie alla volontà di sei artisti che hanno fatto del loro incontro un’occasione di confronto e  sperimentazione. Testo, musica, recitazione, disegni, video e danza: lo spettacolo è un collettore di arti e di esperienze che si muovono alternandosi e a volte sovrapponendosi per dare forma e voce al grido profondo racchiuso in ogni unica e irripetibile esigenza d’amore. L’idea iniziale è stata quella di raccogliere delle poesie scritte negli anni che attraversano il vivere umano, l’amore, la disillusione, l’incapacità, la speranza, la bellezza e la crudeltà dei sentimenti, la persistente e caparbia volontà di amare.

“In questa città siamo tutti dei fantasmi, essenze mobili e vaganti, che appaiono e scompaiono”, la riflessione affronta il senso delle nostre essenze di esseri umani “che ingenuamente e atrocemente respirano… amore” che nei sentimenti riversano, versano e con distrazione spesso, perdono pezzi di sé stessi “carne umana”. I bisogni rendono vulnerabili, ci espongono all’altro, fragili e in attesa. Chi non ha provato il “vuoto del pieno amore” quando la speranza di invecchiare insieme abbracciati, si è sostituita alla realtà della privazione dell’altro, della solitudine “siamo vulnerabili illusioni, un grido si dipinge nei nostri occhi”.

Lo staff. Rosetta Martellini e Roberta Fonsato, voci narranti  di tanti interiori gridi, rappresentano le due facce della stessa anima, l’anima di una donna, del suo incedere nella vita e nei sentimenti. Rosetta ci conduce con maestria interpretativa raffinata e sottile dai toni leggiadri e gioiosi, attraverso la bellezza, la sensualità e l’incanto a tratti malinconico del cosiddetto “Amore”. Roberta  è il contraltare chirurgico, tagliente a tratti fastidioso del disincanto amoroso.

Fanno da sfondo come affreschi inesorabili i segni “animati” di Sabrina Lupacchini, che con magia onirica avvolgono e accolgono le parole, parole mute, urlate col tratto senza fare rumore. Linee bianche e nere si muovono morbide sfilano davanti ai nostri “occhi che esplorano”. La musica originale eseguita dal vivo da Roberto Bellavigna ci prende per mano e ci accompagna in questo viaggio, dove siamo “specchi del nostro dentro” generi musicali differenti,ma unica persona. Il passo danzato di Anibal Castro che conclude lo spettacolo è di nuovo un ritrovarsi, un riconoscere sé e l’altro “due destini possono incontrarsi, aspettarsi, lasciarsi e chissà ….riprendersi”. Per raggiungere l’unione  i passi sicuri e sinuosi di Anibal si muovono verso l’incontro…attraverso un tango. Luci e audio sono affidati all’estro imprevedibile di Jimmy Cerquetella.

Lo spettacolo continua, perché è continua la vita, tra funambolici e fantasiosi “Bisogni…e bi-Sogni”.

Fantasmi o no…scegliamo. Amiamo?

 

CONTATTI PER CHI DESIDERA PROMUOVERE O PROPORRE LO SPETTACOLO
robertafonsato@asia.com

SCHEDA TECNICA

INTERPRETI: ROSETTA MARTELLINI, ROBERTA FONSATO E ANIBAL CASTRO
MUSICA originale eseguita dal vivo: ROBERTO BELLAVIGNA
TESTI: ROBERTA FONSATO
DISEGNI E VIDEO: SABRINA LUPACCHINI
REGIA AUDIO e LUCI: JIMMY CERQUETELLA
REGIA: ROBERTA FONSATO

Cast: 2 attrici, 1 ballerino, 1 musicista, 1 regia immagini e filmati, 1 tecnico audio luci

Service: attacco luce con almeno 3 kW; impianto 2 luci bianche con possibilità mixer luci; impianto audio 2 casse 3 monitor -3 microfonini o 3 microfoni fissi con asta- 1 mixer audio  entrata jack stereo; telo proiezioni; proiettore computer

Wisława Szymborska: la poesia nasce dal silenzio

“Per me  la poesia nasce dal silenzio”…

Un piccolo omaggio per ricordare una grande donna Wisława Szymborska, poetessa, filologa polacca nata a Kórnik il 2 luglio 1923,morta a Cracovia il1° febbraio 2012. Nobel per la letteratura nel 1996, assegnatole per  ”la apacita’ poetica che con ironica precisione permette al contesto storico e ambientale di venire alla luce in frammenti di umana realta”‘. Le sue prime poesie sono state pubblicate nel 1945.

‘Preferisco il ridicolo di scrivere poesie al ridicolo di non scriverne’

 

 La gioia di vivere

Dove corre questa cerva scritta in un bosco scritto?
Ad abbeverarsi a un’acqua scritta
che riflette il suo musetto come carta carbone?
Perché alza la testa, sente forse qualcosa?
Poggiata su esili zampe prese in prestito dalla verità,

da sotto le mie dita rizza le orecchie.
Silenzio – anche questa parola fruscia sulla carta
e scosta
i rami causati dalla parola «bosco».

Sopra il foglio bianco si preparano al balzo
lettere che possono mettersi male,
un assedio di frasi
che non lasceranno scampo.

In una goccia d’inchiostro c’e una buona scorta
di cacciatori con l’occhio al mirino,
pronti a correr giú per la ripida penna,
a circondare la cerva, a puntare.

Dimenticano che la vita non è qui.
Altre leggi, nero su bianco, vigono qui.
Un batter d’occhio durerà quanto dico io,

si lascerà dividere in piccole eternità
piene di pallottole fermate in volo.
Non una cosa avverrà qui se non voglio.
Senza il mio assenso non cadrà foglia,
né si piegherà stelo sotto il punto del piccolo zoccolo.

C’è dunque un mondo
di cui reggo le sorti indipendenti?
Un tempo che lego con catene di segni?
Un esistere a mio comando incessante?

La gioia di scrivere.
Il potere di perpetuare.
La vendetta d’una mano mortale.

da “Vista con granello di sabbia”
traduzione di Pietro Marchesani
Adelphi 1998
L’odio
Guardate com’è sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l’odio.
Con quanta facilità supera gli ostacoli.
Come gli è facile avventarsi, agguantare.Non è come gli altri sentimenti.
Insieme più vecchio e più giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non è mai un sonno eterno.
L’insonnia non lo indebolisce, ma lo rafforzaReligione o non religione –
purché ci si inginocchi per il via.
Patria o non patria –
purché si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all’inizio.
Poi corre tutto solo.
L’odio. L’odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.Oh, quegli altri sentimenti –
malaticci e fiacchi.
Da quando la fratellanza
può contare sulle folle?
La compassione è mai
arrivata per prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?Diciamoci la verità:
sa creare bellezza.
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera.
Magnifiche le nubi degli scoppi nell’alba rosata.
Innegabile è il pathos delle rovine
e l’umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.È un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio,
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.In ogni istante è pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare, aspetterà.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro
– lui solo.
da “La fine e l’inizio”
traduzione di Pietro Marchesani
Libri Scheiwiller 1997

Le tre parole più strane
Quando pronuncio la parola Futuro
la prima sillaba va già nel passato.

Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.

Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualcosa che non entra in alcun nulla.

da “Discorso all’ufficio oggetti smarriti” Adelphi

 

La fine e l’inizio
Dopo ogni guerra
c’è chi deve ripulire.

In fondo un po’ d’ordine
da solo non si fa.

C’è chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.

C’è chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere,
tra le molle dei divani letto,
le schegge di vetro
e gli stracci insanguinati.

C’è chi deve trascinare una trave
per puntellare il muro,
c’è chi deve mettere i vetri alla finestra
e montare la porta sui cardini.

Non è fotogenico,
e ci vogliono anni.
Tutte le telecamere sono già partite
per un’altra guerra.

Bisogna ricostruire i ponti
e anche le stazioni.
Le maniche saranno a brandelli
a forza di rimboccarle.

C’è chi, con la scopa in mano,
ricorda ancora com’era.
C’è chi ascolta
annuendo con la testa non mozzata.
Ma presto lì si aggireranno altri
che troveranno il tutto
un po’ noioso.

C’è chi talvolta
dissotterrerà da sotto un cespuglio
argomenti corrosi dalla ruggine
e li trasporterà sul mucchio dei rifiuti.

Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.

Sull’erba che ha ricoperto
le cause e gli effetti,
c’è chi deve starsene disteso
con una spiga tra i denti,
perso a fissare le nuvole.

da “La fine e l’inizio”
traduzione di Pietro Marchesani
Libri Scheiwiller 1997

 

Nulla è in regalo
Nulla è in regalo, tutto è in prestito
Sono indebitata fino al collo.

Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.

È così che stanno le cose,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.

È troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
mi sarà tolto con la pelle.

Me ne vado per il mondo
tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l’obbligo
di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.

da “La fine e l’inizio”
traduzione di Pietro Marchesani
Libri Scheiwiller 1997

Nella colonna Dare
ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.

L’inventario è preciso
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.

Non riesco a ricordare
dove, quando e perché
ho permesso di aprirmi
quel conto.

Chiamiamo anima
la protesta contro di esso.
E questa è l’unica cosa
che non c’è nell’inventario.

La poesia e la natura cantano insieme

Rupay Wayra Kawaj

Poesie di Rupay Wayra Kawaj

Poeta, cantore, musicista argentino (Tilcara, Jujuy) “canzoni semplici, sentendo la brezza fresca della natura, nel cammino del suo bosco sorgono queste melodie che fondono diversi stili della musica latinoamericana”

Contatto:  hermanitowayra@yahoo.com.ar – http://www.myspace.com/hermanitowayra

 Traduzione di Roberta Fonsato

 

Il camminante

Dalla quiete uscì

Dall’intensa osservazione

Alla freschezza dei cammini

Una mattina

La conchiglia

Portava con sè una mappa

Scritta nelle pareti

Della sua casa

Alcune trecce appena fatte

Una poesia in una lettera

Per Lei

Quella che ancora non incontrò

Fischiando canzoni

entro

nell’isola del sole

laddove il tempo mai passò

l’eternità

là la conchiglia si posò.

 

L’orchestra

Il pentagramma

Ci chiama

Ci parla qualcuno

Che lasciò il suo segno, la sua anima

Un’ epoca,

Una parola,

Una política,

Una pittura e  un pugnale

Un universo

Si sveste davanti a ogni prova

Un dubbio

Martella il suo suono

Nei versi di un direttore

e il suo equipaggio

Di insubordinati poeti

Clandestini, fuggitivi, carcerati

Arriva il giorno

Nel quale sarà un fiore

E dopo un silenzio

Lo porterà ai cuori

E chissà all’abbandono

Chissà ai battiti di quello

Che ricevette la freccia

E segua il cammino

Verso un altra barca

Verso il cammino

Che portano le melodie

Che concentrano

Il palpitare di ciò che è più semplice.

 

All’alba

Credo nel camminare

Cercando il sole

All’alba

Arrivo in un luogo

Vedo che ci sono

Parole addormentate

Nella solitudine

Una voce

Un luogo

La calma,

La calma ti arriverà

Una volta, un luogo

Che maniera di chiedere

Cerca il profumo

Della mattina

Cerca l’alba

Della tua voce

Cerca domande che ti portino

A qualcosa

Cerca il tempo che cura il dolore

 

Equilibrio

Che limite cammina di quà

Per i marciapiedi quieti del tramonto

Che non abbia sapore di pioggia in aprile

Che fiume sfocia nel tuo vivere

Senza che porti la melodía di un albero

di un oasi, di un volo di colibrí.

Legno che taglia il vento

canoa che attraversa il mare

di argilla, la sua figura, la sua radice

di uccello che scappa senza fermarsi

Conclusioni diverse

Uno stesso sogno tra le nubi

Si sveglia un giorno di pioggia

Cade come gli anni alla terra

 

Sonetto del tuo sguardo

Girando la scala oraria

E dietro l’aroma

Dei treni addormentati

Ho visto il giardino del tuo domani

Quando le parole nude non bastano

E i limiti non figurano nelle mappe

La tua rosa melodía è fuoco all’orizzonte

Ballano gli sguardi

L’aroma è un altro

Sono i passi senza le catene

Sono il respirare di una selva

Quando il tuo sorriso si unisce al mio

E con il canto siamo molti

Non ci sono limiti nei nostri giorni

 

Segreti di un cammino

Cammino segreto insisto a seguire

con gli occhi di notte che parlano

con le mani degli alberi testimoni

attraverso il passo cambiante

azzittendo, sospirando un’ elegía.

Ti assicuro giocheremo a cambiarci

Proverai a vedermi differente

Proverò a farmi vento tra la gente

Così ancora romperemo lo specchio

E abiteremo un rubino e continueremo

Albeggiando gli anni, i secoli nella calma,

Ascoltanto le stelle nascenti del mondo

Spegnere con il tuo silenzio lacrimante

Vulcani di cromatici sentimenti

Dalla cenere dei paesi

Fino alle grida nuove della terra

Nei giardini, nelle caverne

Cercando in ogni scena il tuo incontro

Aspettando la sola domanda

La tua anziana risposta da tempo

Cammino di qualunque direzione

Vai confessando il pensiero

Portando all’ombra

Ascoltando con pazienza di nubi

Teorie, solitudini, coerenze, suggestioni

riflessioni nei rilievi di infinite regioni

di dubitativi concerti umani

 

Strada

La strada lo sa

Nel suo perimetro abbondano

I viaggi

Quei voli dell’anima

La follia degli amanti

Un murales con labbra

Che dice ti aspetto, ti dimentico, non penso

Quest’ andare

Per il tempo e i suoi luoghi

Una scuola senza orari

Nè riposo

Madame la strada

Ti porta se non sai dove vai

È un bus di insoliti

Riposi, traiettorie abbracci

Durezza e  tramonto.

Cadauno

Prende un biglietto e arriva

A volte alla sua detinazione

Altre volte non lo sa

Dove è stato

E ritorna di nuovo

Al principio

Anche se la strada

Sempre cambia

Di nome, di luogo e direzione

I suoi murales

conservano

la sua storia

scritta

nella luna piena

 

Splendore verde

Geométrici lampi

Giocano al tatetí,

Nelle linee

Che conformano

Il giornale di bordo

Di questa canoa,

Don Chisciotte da lontano

Sale su una moto,

Cerco di chiedergli come ha fatto

E mentre corro e corro

Divento pianta

Albero di un oasi

 

Personaggio

Qualsiasi entusiasmo

Si sveglia in tempo

Al poeta

Nascosto

Al passo del tempo

Si sommano scudi

E l’idea dell’impossibile

Ogni volta più vicina

Un giorno mi dissi

Salta i recinti

Scappa dalle norme

Traccia un piano

Una strategia

Mi vestí quindi

Da marionetta

Da bambino, da uccello

Da incantatore, da soldato

Il personaggio mágico

Di essere tante vite

In una sola parola

un solo atteggiamento

sviluppando colori

e soprattutto

Brillando,

Brillando il mio passo

Per questi territori

Ogni volta più

Estranei

Personaggio senza abito

Senza età nè bagaglio

Andando per questo viaggio

così entusiasmato

Per il gioco

Di sorridere con

Ogni passo