“Tracce di memorie” e un progetto di narrazione teatrale per over 65, che a Cadoneghe (Padova) per oltre un anno sono stati chiamati a confrontarsi e a raccontarsi intorno ai temi del lavoro e della memoria. Da questo laboratorio è nato lo spettacolo “L’aria delle undici” che andrà in scena domenica 21 febbraio, alle ore 17 all’auditorium “Ramin” di Cadoneghe (via Rigotti 2). Saranno 23 i partecipanti, uomini e donne tra i 65 e gli 80 anni.
Ideato e condotto dagli attori e registi Loris Contarini e Stefano Skalkotos in collaborazione con la cooperativa TOP-Teatri Off Padova, il laboratorio è stato promosso e sostenuto dall’assessorato ai servizi sociali del Comune di Cadoneghe, che ha subito accolto la proposta di utilizzare le tecniche, gli strumenti e il linguaggio del teatro per un percorso di incontro e socializzazione, ma pure di lavoro sociale innovativo, rivolto agli anziani del territorio.
Per tutti i protagonisti quello di domenica è un vero e proprio “debutto” che li vede per la prima volta esibirsi,… anzi raccontarsi in veste di attori davanti a un pubblico. E dalla narrazione di sé e dall’ascolto prende avvio tutto il percorso, partito nel 2014 e negli ultimi mesi concentratosi sull’allestimento dello spettacolo che ne rappresenta ora una sorta di restituzione. Perché dalle storie dei “ragazzi” – come sono soliti chiamarsi tra loro –, viene fuori un pezzo significativo di memoria collettiva del territorio.
Nel corso del laboratorio, infatti, ciascuno di loro si è in qualche modo guardato indietro, e con il racconto di sé e della propria storia ha ricostruito insieme agli altri una visione e un mondo del lavoro così diversi rispetto a quelli attuali. Dai racconti di queste persone, prima raccolti attraverso interviste e poi trasformati per la scena in piccoli ed efficaci monologhi, riprendono così vita scorci di quotidianità di un tempo, e insieme le fatiche, le aspettative, i sogni di un’epoca.
A guidare i partecipanti nella costruzione della narrazione di sé, gli attori e registi Loris Contarini e Stefano Skalkotos, autori anche della drammaturgia dello spettacolo: «Il laboratorio è stato pensato per gli anziani perché ragionando delle cose che oggi stiamo perdendo e di quelle che stiamo cercando, loro sono centrali – spiegano –. Ci interessa la loro memoria, certo, ma ci interessa ancora di più il loro presente: entrambi ci riguardano. Il teatro è fatto di e per le persone, perciò ci piace pensare che progetti come questo ribadiscano il ruolo del teatro nella sua funzione sociale e civile, oltre che artistica, come strumento di indagine e di intervento sociale». Ad affiancarli la danzatrice Sandra Zabeo, che si è occupata della dimensione del corpo e del movimento, consentendo loro di scoprire, attraverso le pratiche artistiche, come i limiti fisici in alcuni momenti scompaiano, lasciando spazio alla bellezza. I partecipanti hanno pure collaborato all’allestimento dello spettacolo e alla realizzazione di alcuni oggetti di scena.