“Voci di donne lontane”. I protagonisti raccontano

Un’esperienze  condivisa…

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Il punto di vista delle attrici
Lavinia Lalle, Sarah Mataloni, Stefania Ninetti

L’ideazione di “Voci di donne Lontane” nasce dal desiderio di unire i racconti e le esperienze di tre donne ossessionate dall’amore ma unite dal ricordo e dalla speranza di ricominciare. Leggendo i monolghi dell’autore Fabrizio Salsi, abbiamo cercato di intrecciarli assieme al noto monologo di Tennesse Williams “Un tram che si chiama desiderio” della dolce Blanche Dubois, trovando come filo conduttore il ricordo e la passione, sentimenti che legano profondamente i tre personaggi. I tre monologhi spaziano dall’amore agognato, alla delusione per un amore impossibile fino alla distruzione di un amore malato, rappresentata con l’uccisione di un uomo, emblema del dolore di queste tre donne, così distanti a livello spazio temporale quanto vicine per il bisogno d’amore che le accomuna. Le tre storie, così forti e piene di enfasi, avevano necessità di un risalto che non fosse trasmesso solamente con le parole: la musica del pianoforte,(suonata dal vivo) con temi composti dal giovane compositore Francesco Paniccia è stata il collante del percorso emotivo di queste tre donne, e ha reso più intenso tutto lo spettacolo .

La scelta dei brani musicali interpretati vuole a sua volta porre in risalto i sentimenti contrastanti dei personaggi, ma sono tutti struggenti ricordi di amori perduti o intensamente sognati…solo uno, anch’esso evocativo ma di una situazione trasgressiva appartenente al passato, riesce x pochi minuti a “spezzare”l’atmosfera e a regalare allo spettatore un attimo di leggerezza

A coronare il tutto, la danzatrice Azzura Marcianò della compagnia di Teatro Danza Aleph, ha interpretato suggestive coreografie, che hanno accompagnato lo spettacolo per tutta la sua durata. L’obiettivo di Voci di donne lontane è stato (ed è tuttora)quello di trasmettere agli spettatori diverse emozioni creando un connubio di parole, danza, e musica, capace di colpire i sensi in maniera trasversale.

Il punto di vista della danzatrice
Azzurra Marcianò
L’aver preso parte allo spettacolo “Voci di donne Lontane” è stata un’esperienza intensa e istruttiva: rapportarsi con artisti di alto profilo ha stimolato la mia ricerca espressiva  per arrivare a dar corpo e forma alle parole delle attrici nonché alle note del maestro Paniccia. Interpretare con il gesto il mondo interiore  delle tre donne, accompagnata dalla musica dal vivo, è in linea con il percorso artistico del teatro danza che sto seguendo nella Compagnia Aleph, percorso fondato sulla ricerca gestuale di una verità interiore, che prescinda dalle forme canoniche della danza fine a sé stessa.

Il punto di vista del musicista
Francesco Paniccia
“Voci di Donne Lontane” è una drammaturgia preziosa che scandaglia le fragilità femminile con una sensibilità assai rara. I testi di Salsi uniscono sapientemente l’aspetto passionale dei contenuti, all’estetica classica della forma, con una prosa estremamente musicale; in quanto al monologo di Blanche, tratto da “Un tram che si chiama desiderio” di Tennessee Williams, la sua bellezza non ha certamente bisogno di essere ribadita. Nel combinare il materiale scritto, dandogli un’unità emotiva e di concetto, Sarah Mataloni ha dimostrato una grande passione ed abilità, che emergono dall’intera resa scenica. Occuparmi della parte musicale dello spettacolo e collaborare anche con le bravissime Lavinia Lalle, Stefania Ninetti e Azzurra Marcianò, è stato molto piacevole. E’ il classico lavoro teatrale dove la scelta delle musiche viene naturale, come naturale è lo scriverne di originali, perché i testi paiono richiamarle. E, in aggiunta a tutto questo, c’è l’elemento della danza, ch’è sempre un fattore stimolante per un compositore, dato che l’arte dei suoni trova in quella del movimento una partner quasi ideale.

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