{"id":6381,"date":"2023-09-13T18:39:38","date_gmt":"2023-09-13T16:39:38","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artesociale.it\/?p=6381"},"modified":"2023-09-13T18:40:40","modified_gmt":"2023-09-13T16:40:40","slug":"bologna-new-spaces-new-entries-inaugurazione-mostra-20-ottobre","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artesociale.it\/bologna-new-spaces-new-entries-inaugurazione-mostra-20-ottobre\/","title":{"rendered":"Bologna,\u00a0NEW SPACES-NEW ENTRIES.\u00a0Inaugurazione mostra 20 ottobre"},"content":{"rendered":"\n
\"\"<\/a>
Barbara Baroncini, Senza titolo, nell\u2019ambito della mostra Come buoni vicini presso la Certosa di Bologna, 2014.<\/figcaption><\/figure>\n\n\n\n
\u200aVenerd\u00ec 20 ottobre 2023<\/strong>,\u00a0alle ore\u00a018, la\u00a0Fondazione Collegio Artistico Venturoli\u00a0<\/strong>di Bologna inaugura la mostra\u00a0NEW SPACES\u00a0|\u00a0NEW ENTRIES\u00a0<\/em><\/strong>negli spazi appena rinnovati di via Centotrecento, sede del centro culturale. La mostra presenta le opere di\u00a0Barbara Baroncini, Irene Fenara,\u00a0Giacomo Gresleri,\u00a0Simona Paladino, Davide Trabucco<\/strong>\u00a0che entrano a fare parte della collezione del Collegio, al termine del periodo trascorso dai giovani artisti e artiste nelle sue antiche sale in qualit\u00e0 di borsisti beneficiari di una residenza artistica.\u00a0\u00a0L’esposizione \u00e8 allestita all’interno della nuova sala espositiva che prima ospitava la gipsoteca,\u00a0ora trasferita nella sala attigua.

Il\u00a0progetto di ripristino\u00a0<\/strong>dello spazio mostre e del giardino interno a cui si affaccia \u00e8 stato curato da\u00a0Nicola Melinelli<\/strong>, con l’intento di preservare la storia del Collegio, attraverso il recupero architettonico dei suoi punti di forza, valorizzandola con elementi contemporanei, cos\u00ec come nell’area verde le piante nobili sono accostate a quelle selvatiche per una multidiversit\u00e0 inaspettata e sorprendente.\u00a0Il Collegio Venturoli fu fondato nel 1825 grazie al lascito dell\u2019architetto Angelo Venturoli (1749-1821), prendendo sede in un palazzo della fine del XVII secolo, a pochi passi dall’Accademia di Belle Arti di Bologna. Secondo le volont\u00e0 testamentarie di Venturoli, l\u2019istituzione fu destinata ad accogliere ed assistere i giovani bolognesi inclini alle arti. Fino al 1930, l\u2019istituto funzion\u00f2 come una vera e propria scuola di formazione artistica, dopodich\u00e9 la funzione didattica lasci\u00f2 il posto\u00a0all\u2019accoglienza di giovani artisti gi\u00e0 iscritti alle scuole pubbliche ai quali veniva erogato un assegno mensile e un locale adibito ad atelier personale.\u00a0Nel 1993 nasce la Fondazione Collegio Artistico Venturoli, spazio culturale che ha raccolto le finalit\u00e0 dell\u2019antico Collegio e, sempre attraverso un pubblico concorso a cadenza periodica, seleziona i giovani artisti ai quali fornisce borse di studio e spazi ad uso studio dove poter compiere la propria ricerca artistica. Il Collegio conserva fin dalla sua creazione l\u2019archivio storico di Angelo Venturoli e le sue collezioni (il corpus integrale dei suoi disegni e raffetti, i libri, la corrispondenza e la sua preziosa raccolta scientifica di marmi policromi). Nel frattempo il patrimonio artistico si \u00e8 arricchito grazie alle opere donate dai borsisti al termine della propria residenza artistica per un totale circa di 300 opere a cui si aggiungono le nuove acquisizioni presentate ora in mostra.\u00a0

La donazione di\u00a0Barbara Baroncini<\/strong>\u00a0(Bologna, 1989) consiste nella documentazione fotografica dell’opera\u00a0Contare sulle persone<\/em>, creata in occasione di un Open Studio nel 2014. Si tratta di un’installazione generata da un sistema che proiettava sull’architettura del Collegio un numero all’entrata di ogni visitatore all’interno del cortile. La facciata si riempiva di un pattern di numeri come rappresentazione della presenza di ciascuna persona. Il pubblico era protagonista e affidatario della creazione dell’opera, avendo la possibilit\u00e0 di ridefinire il luogo e sentirsi parte di esso.\u00a0\u00a0


Giacomo Gresleri<\/strong>\u00a0(Bologna, 1991), ha lavorato su Villa Ghisilieri, situata nei pressi di Sasso Marconi, ennesimo esempio di mancata conservazione di un bene culturale. Secondo il giovane architetto, se si fosse riusciti a non lasciare che l\u2019incuria e il tempo la rovinassero, oggi avremmo un esempio molto significativo ed interessante di ci\u00f2 che significava vivere in epoca illuminista in Italia. Nell\u2019ultimo decennio, tuttavia, sono stati attuati alcuni restauri e rimodernamenti del complesso. Finalit\u00e0 dei ridisegni (pianta e prospetti principali) presenti in mostra, \u00e8 di rendere possibile una lettura pi\u00f9 completa del significato e dell\u2019importanza dell’edificio.

\u00a0Irene Fenara\u00a0<\/strong>(Bologna, 1990) ha donato al Collegio l’opera\u00a0Supervision<\/em>. Il lavoro investiga il gesto che sta alla base di ogni operazione fotografica: il guardare. In particolare si concentra sulle telecamere di sorveglianza, dispositivi introdotti e diffusi per ragioni di controllo e sicurezza, che mostrano spesso immagini non chiare, sporcate da una serie di errori. La super visione alterata di una macchina rivede il mondo che la circonda in maniera autonoma, anche attraverso la presenza fisica della sua lente.\u00a0Colori acidi e pixel giganti sono soltanto uno dei modi in cui vedono le videocamere di sorveglianza: strumenti di controllo ambientale accessibili da remoto utilizzando codici di sicurezza standard mai modificati dai proprietari.\u00a0

Il lavoro di\u00a0Simona Paladino<\/strong>,\u00a0Senza titolo<\/em>, \u00e8 un\u00a0libro che raccoglie una serie di ricerche grafiche su carta. Ogni pagina costituisce una variazione sul concetto di punto, che \u00e8 stato tracciato, impresso o disegnato con diversi strumenti.\u00a0Il punto \u00e8 un\u2019entit\u00e0 geometrica senza dimensioni, appena percettibile. Come segno di interpunzione indica una pausa, un momento di silenzio. Il punto \u00e8 il segno grafico che pi\u00f9 si avvicina al grado zero, all\u2019assenza.\u00a0Le pagine sono state forate, incise, punzonate: azioni che generano leggeri spessori sulla carta, di appena qualche millimetro, ma sufficienti ad alterare la bidimensionalit\u00e0 del foglio. Da superfici piatte e astratte, le pagine diventano come sottilissime sculture, dove uno scarto d\u2019ombra rivela la trama di segni che vi \u00e8 impressa.\u00a0

conf\u00f3rmi (conformi.tumblr.com<\/a>\u00a0| @conformi_ )\u00a0<\/em>di\u00a0Davide Trabucco<\/strong>\u00a0(Bologna, 1987) \u00e8 un progetto in progress iniziato nel 2015. Il lavoro incentra la sua ricerca in modo determinante sull\u2019iconografia e la ricorsivit\u00e0 di alcune forme e strutture compositive, lavorando cos\u00ec anche su un piano non solo strettamente formale, ma anche di significati variabili o antitetici che queste forme assumono. Attraverso la tecnica del montaggio di due immagini tratte dall’archivio personale dell’artista, viene creata una nuova immagine, che viene codificata in modo differente da ogni fruitore. conf\u00f3rmi\u00a0<\/em>diventa cos\u00ec principalmente un lavoro sull\u2019atto di guardare le immagini e non sulle immagini stesse.\u00a0Nell’ambito della mostra, saranno annunciati i nomi dei nuovi borsisti, che dall’autunno di quest’anno potranno usufruire di uno studio d’artista all’interno del Collegio Venturoli.\u00a0

NEW SPACES\u00a0|\u00a0NEW ENTRIES
<\/strong><\/em>Barbara Baroncini, Irene Fenara,\u00a0Giacomo Gresleri,\u00a0Simona Paladino, Davide TrabuccoFondazione Collegio Artistico Venturoli
<\/strong>Via Centotrecento 4, Bologna20 ottobre – 8 dicembre 2023
<\/strong>Inaugurazione: venerd\u00ec 20 ottobre 2023,\u00a0ore 18-20
Visite su appuntamento:\u00a0da luned\u00ec a venerd\u00ec, dalle ore 9 alle 18
sito web:\u00a0
www.fondazionecollegioventuroli.org<\/a>\u00a0e-mail:\u00a0info@collegioventuroli.191.it<\/a><\/td><\/tr><\/tbody><\/table><\/figure>\n\n\n\n
\"\"<\/a>
Davide Trabucco,\u00a0stilop\u00f2di<\/em>, nell’ambito della mostra\u00a0Under the influence<\/em>,\u00a0a cura di Antonio Grulli, presso Collegio Venturoli, 2017<\/figcaption><\/figure>\n\n\n\n

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