Category: Anziani

ARTE a sostegno del malato di Alzheimer

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L’articolo “Vi lascio un segno della mia esistenza” di Chiara Salza pubblicato dalla Rivista Nuove ArtiTerapie ripercorre l’esperienza dell’autrice a contatto per la prima volta con la realtà della malattia d’Alzheimer.

“Terminata, nel 1997, la Scuola di Formazione nelle Artiterapie, avevo molto chiaro che la strada da fare, per potermi considerare un’arteterapista, era ancora molta. Quello che poteva sembrare un limite della scuola si è rivelato, col tempo, essere un pregio: instillare in me la certezza di non essere mai arrivata, e spingermi sempre più in là” Scrive così Chiara Salza, e ancora “E’ con questa predisposizione che nel 2003 vengo a conoscenza del CDT di Como (Centro Donatori del Tempo). Un’associazione che dal 1992 si occupa di sostenere il malato d’Alzheimer e i suoi familiari, comunicando informazioni sui loro diritti, sulla rete dei servizi offerti dal territorio comasco e organizza laboratori di stimolazione cognitiva attraverso diversi percorsi. L’arteterapia dal 2004 si affianca a queste iniziative e, attraverso il mio atelier, vengo a contatto per la prima volta con la realtà della malattia d’Alzheimer”.

La Salza sa bene che per approcciarsi a una patologia così nuova e delicata che colpisce moltissimi anziani non bastano le personali conoscenze, ma bisogna approfondire, studiare l’Alzheimer sotto diversi punti di vista “quello strettamente medico – scientifico, quello della relazione con il malato, quello delle diverse possibilità d’intervento riabilitativo, rimanendone, così, affascinata”.

L’articolo si addentra nel funzionamento della memoria, o meglio delle memorie e naturalmente sottolinea l’importanza dell’arte come integrazione e interazione. “Nei primi 24 mesi – prosegue la Salza – il bambino vive esperienze affettive in relazione al rapporto con la madre. Esse possono essere di diversa intensità, positive o negative, caratterizzate da esperienze traumatiche o no. Tutte queste esperienze vissute, le difese o le fantasie a loro collegate, si depositano nella memoria implicita creando un nocciolo d’Inconscio che non sarà rimosso, condizionando il resto della vita futura. L’area predisposta alla memorizzazione di queste esperienze affettive-emozionali, in una fase della vita preverbale, è l’amigdala. Riconosciuto che l’amigdala interviene nella memorizzazione e nella rielaborazione delle emozioni inerenti alla memoria implicita, l’ippocampo è invece l’area predisposta all’immagazzinamento della memoria esplicita. Nel malato d’Alzheimer a deteriorarsi è principalmente l’ippocampo, mentre l’amigdala resta pressoché intatta a lungo. E’ questa l’area cerebrale sulla quale può intervenire l’arteterapia. Le esperienze emotive primarie di cui ho parlato sopra possono essere riportate in superficie attraverso un linguaggio non verbale ben calibrato: il sogno, la musica, l’arte. Lavorare con soggetti malati d’Alzheimer con l’arte ha lo scopo di proporre un trattamento non legato ad un processo di guarigione, ma finalizzato al benessere e al miglioramento dell’esistenza.

L’articolo prosegue con una serie di obiettivi riabilitativi e con il racconto personale dell’esperienza dell’atelier che la Salza conduce. Esperienza testimoniata dalle immagini pubblicate.

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“NON UN UOMO VECCHIO”..ma io

Quando un uomo anziano è morto nel reparto geriatrico di una casa di cura in un paese di campagna australiana, si credeva che nulla di valore egli avesse potuto lasciare. Più tardi, le infermiere sistemando i suoi pochi averi, trovarono una poesia . La qualità ed il contenuto impressionarono lo staff che volle farne tante copie da distribuire agli infermieri di tutto l’ospedale. Un’infermiera di Melbourne volle che una copia della poesia comparisse nelle edizioni di Natale delle riviste di tutto il paese come unico lascito di questo vecchio per i posteri e facendo in modo che figurasse su tutte le riviste per la salute mentale. E così, questo vecchio che nulla pareva potesse dare al mondo, ora è l’autore ‘anonimo’ di questa poesia che vola attraverso la rete internet.

  • “Cranky ” uomo vecchio…
    Cosa vedi infermiera ? Cosa vedete ?
    Che cosa stai pensando mentre mi guardi ?
    “Un povero vecchio ” non molto saggio,
    con lo sguardo incerto ed occhi lontani,
    che schiva il cibo e non da risposte e
    che quando provi a dirgli a voce alta : ”almeno assaggia!”
    sembra nulla gli importi di quello che fai per lui.
    Uno che perde sempre il calzino o la scarpa,
    che ti resiste, non permettendoti di occuparti di lui
    per fargli il bagno, per alimentarlo
    e la giornata diviene lunga.Ma cosa stai pensando ? E cosa vedi ?
    Apri gli occhi infermiera!
    Perchè tu non sembri davvero interessata a me.Ora ti dirò chi sono mentre me ne stò ancora seduto quì
    a ricevere le tue attenzioni lasciandomi imboccare per compiacerti.
    “Io sono un piccolo bambino di dieci anni con un padre ed una madre.
    Fratelli e sorelle che si voglion bene.
    Sono un ragazzo di sedici anni con le ali ai piedi
    che sogna presto di incontrare l’amore.
    A vent’anni sono già sposo,
    il mio cuore batte forte giurando di mantener fede alle sue promesse.
    A venticinque ho già un figlio mio
    che ha bisogno di me e di un tetto sicuro,
    di una casa felice in cui crescere.
    Sono già un uomo di trent’anni e mio figlio è cresciuto velocemente,
    siamo molto legati uno all’altro da un sentimento che dovrebbe durare nel tempo.
    Ho poco più di quarant’anni, mio figlio ora è un adulto e se ne và,
    ma la mia donna mi stà accanto per consolarmi affinchè io non pianga.
    A poco più di cinquant’anni i bambini mi giocano attorno alle ginocchia
    Ancora una volta, abbiamo con noi dei bambini io e la mia amata.
    Ma arrivano presto giorni bui,
    mia moglie muore e guardando al futuro rabbrividisco con terrore.
    Abbiamo allevato i nostri figli e poi loro ne hanno allevati dei propri.
    E così penso agli anni vissuti all’amore che ho conosciuto.
    Ora sono un uomo vecchio e la natura è crudele.
    Si tratta di affrontare la vecchiaia con lo sguardo di un pazzo.
    Il corpo lentamente si sbriciola, grazia e vigore mi abbandonano.
    Ora c’è una pietra dove una volta ospitavo un cuore.
    Ma all’interno di questa vecchia carcassa
    un giovane uomo vive ancora e così di nuovo il mio cuore martoriato si gonfia.
    Mi ricordo le gioie ricordo il dolore.
    Io vorrei amare, amare e vivere ancora,
    ma gli anni che restano son pochissimi, tutto è scivolato via veloce.
    Devo accettare il fatto che niente può durare.Quindi aprite gli occhi gente,
    apriteli e guardate ”Non un uomo vecchio”
    avvicinatevi meglio e vedete ME!

 

Fonte www.ilbrucoelafarfalla.org

 

SENTIRSI SOLI accelera l’Alzheimer

Il sentimento di solitudine, distinto dall’essere effettivamente soli, è legato a un maggior rischio di sviluppare demenza durante l’anzianità. La ricerca della ARKIN Mental Health Care Amsterdam è stata pubblicata sulla rivista Journal of Neurology Neurosurgery and Psychiatry. Nessun impatto invece sull’aumento di rischio per quelli che vivono da soli. I partecipanti allo studio erano 2000 soggetti che facevano parte dell’Amsterdam Study of the Elderly (AMSTEL).

Fra quelli che, all’inizio dello studio, avevano dichiarato di soffrire di solitudine, si verificava un numero di casi di demenza pari a più del doppio, dopo tre anni, rispetto al gruppo di quelli che invece dicevano di non sentirsi soli (13,4 per cento contro 5,7 per cento). Ulteriori analisi dimostravano poi che quelli che vivevano da soli oppure non erano più sposati avevano fra il 70 e l’80 per cento di probabilità di sviluppare demenza rispetto agli altri. Infine, quelli che dicevano di sentirsi soli avevano una probabilità 2,5 volte superiore di sviluppare la demenza, indipendentemente dal sesso. (Agi.it)

 

Fonte centromaderna.it

ALZHEIMER E ARTE alle Gallerie d’Italia di Milano

Le grandi opere d’arte ridisegnate dai malati di Alzheimer sono in mostra da oggi al 3 novembre alle Gallerie d’Italia di Milano. Sono il frutto del laboratorio di arte-terapia promosso dalla Fondazione Manuli Onlus che ha coinvolto undici malati insieme ai loro familiari.
“Spesso i familiari si stupiscono di vedere la bellezza delle opere riprodotte – spiega Ornella Mazza, responsabile del progetto di Fondazione Manuli-, capiscono che i loro cari hanno una parte sana che ha ancora tanto da trasmettere nonostante la malattia”. E continua: “Le nostre attività di arte e musico-terapia sono rivolte al benessere del malato, per farlo socializzare e ridargli autostima e un’identità personale”.
Leggi l’intero articolo su Redattore Sociale

Cosa vedi? Cosa vedete? Avvicinatevi meglio e vedrete me…

dic. 17 AnzianiVolume V Anno 12 Commenti disabilitati

Vol V n.110

AnzianoQuando un uomo anziano è morto nel reparto geriatrico di una casa di cura in un paese di campagna australiana, si credeva che nulla di valore egli avesse potuto lasciare. Più tardi, le infermiere sistemando i suoi pochi averi, trovarono una poesia . La qualità ed il contenuto impressionarono lo staff che volle farne tante copie da distribuire agli infermieri di tutto l’ospedale. Un’infermiera di Melbourne volle che una copia della poesia comparisse nelle edizioni di Natale delle riviste di tutto il paese come unico lascito di questo vecchio per i posteri e facendo in modo che figurasse su tutte le riviste per la salute mentale. E così, questo vecchio che nulla pareva potesse dare al mondo, ora è l’autore ‘anonimo’ di questa poesia che vola attraverso la rete internet.

  • “Cranky ” uomo vecchio…
    Cosa vedi infermiera ? Cosa vedete ?
    Che cosa stai pensando mentre mi guardi ?
    “Un povero vecchio ” non molto saggio,
    con lo sguardo incerto ed occhi lontani,
    che schiva il cibo e non da risposte e
    che quando provi a dirgli a voce alta : ”almeno assaggia!”
    sembra nulla gli importi di quello che fai per lui.
    Uno che perde sempre il calzino o la scarpa,
    che ti resiste, non permettendoti di occuparti di lui
    per fargli il bagno, per alimentarlo
    e la giornata diviene lunga.Ma cosa stai pensando ? E cosa vedi ?
    Apri gli occhi infermiera!
    Perchè tu non sembri davvero interessata a me.Ora ti dirò chi sono mentre me ne stò ancora seduto quì
    a ricevere le tue attenzioni lasciandomi imboccare per compiacerti.
    “Io sono un piccolo bambino di dieci anni con un padre ed una madre.
    Fratelli e sorelle che si voglion bene.
    Sono un ragazzo di sedici anni con le ali ai piedi
    che sogna presto di incontrare l’amore.
    A vent’anni sono già sposo,
    il mio cuore batte forte giurando di mantener fede alle sue promesse.
    A venticinque ho già un figlio mio
    che ha bisogno di me e di un tetto sicuro,
    di una casa felice in cui crescere.
    Sono già un uomo di trent’anni e mio figlio è cresciuto velocemente,
    siamo molto legati uno all’altro da un sentimento che dovrebbe durare nel tempo.
    Ho poco più di quarant’anni, mio figlio ora è un adulto e se ne và,
    ma la mia donna mi stà accanto per consolarmi affinchè io non pianga.
    A poco più di cinquant’anni i bambini mi giocano attorno alle ginocchia
    Ancora una volta, abbiamo con noi dei bambini io e la mia amata.
    Ma arrivano presto giorni bui,
    mia moglie muore e guardando al futuro rabbrividisco con terrore.
    Abbiamo allevato i nostri figli e poi loro ne hanno allevati dei propri.
    E così penso agli anni vissuti all’amore che ho conosciuto.
    Ora sono un uomo vecchio e la natura è crudele.
    Si tratta di affrontare la vecchiaia con lo sguardo di un pazzo.
    Il corpo lentamente si sbriciola, grazia e vigore mi abbandonano.
    Ora c’è una pietra dove una volta ospitavo un cuore.
    Ma all’interno di questa vecchia carcassa
    un giovane uomo vive ancora e così di nuovo il mio cuore martoriato si gonfia.
    Mi ricordo le gioie ricordo il dolore.
    Io vorrei amare, amare e vivere ancora,
    ma gli anni che restano son pochissimi, tutto è scivolato via veloce.
    Devo accettare il fatto che niente può durare.Quindi aprite gli occhi gente,
    apriteli e guardate ”Non un uomo vecchio”
    avvicinatevi meglio e vedete ME!

 

Fonte www.ilbrucoelafarfalla.org