Nel mese di settembre del 1979, Arturo Benvenuti all’età di 56 anni, prende il suo camper e decide di ripercorrere “le viae crucis del novecento: un ...
“Per un attore è la condizione dalla quale cominciare per creare un personaggio, una sorta di tela bianca sulla quale tratteggiare le caratteristiche...
Siamo lieti di essere partner anche quest’anno della quarta edizione di “Di.segno in.forma” che di anno in anno vede crescere il numero delle opere partecipanti. L’appello dell’Associazione Zona Franca rivolto ai bambini e ragazzi (tra 5 e 17 anni) è quello disegnare il bello del mangiare insieme “a casa, a scuola, sul prato, in vacanza, dove capita, al volo, dividendo a metà, provando gusti nuovi. Con la famiglia, gli amici, i nonni, i vicini, con chi vuoi tu. Mentre ti diverti, ti nutri e stai bene”. “Mangiare in pace mi piace” è il titolo di questa nuova edizione
In un momento storico in cui si tende a perdere la forza della comunità, l’associazione Zona Franca ripropone il concorso con l’intento di sottolineare l’importanza dell’atto quotidiano di unione per eccellenza, tipicamente umano, del mangiare insieme, il convivio.
Di.segno in.forma nasce come opportunità di espressione per la generazione 5-17 anni, come stimolo alla promozione e alla consapevolezza di life skills nell’ambito dell’ALIMENTAZIONE. A riscontro dei bisogni, delle proposte e delle prospettive in merito alla vita di relazione sociale e interiore, in uno “stare a tavola”, mangiando insieme agli altri, nel suo valore di condivisione, educazione e vivere quotidiano.
Partecipa al concorso artistico! Iscriviti e inviaci il disegno entro il 30 giugno 2019. La partecipazione è gratuita.
Come partecipare? ___ scopri i nostri Spunti e Riflessioni e leggere gli approfondimenti sul tema del mangiare insieme, oltreché le tracce per lo sviluppo artistico del concorso; ___ portare alla mente un ricordo, un desiderio, un sogno, un’idea legati allo stare assieme; ___ scegliere uno dei supporti grafici proposti; ___ creare e decorare il momento di comunità nato dalla fantasia (vedi punto 3) con immagini, segni e/o parole, utilizzando liberamente lo spazio-foglio del supporto precedentemente stampato; ___ invia il tuo elaborato entro il 30 giugno 2019
Hai scritto qualche poesia o racconto? Hai un dipinto che vorresti far vedere? Hai una figlia, una madre, una sorella, o – se sei un uomo – una moglie che scrive poesie, racconti o dipinge?
E’ giunta l’ora di tirarli fuori dal cassetto e di farli pubblicare. Partecipare al Premio Letterario Internazionale “Il carro delle Muse” può aprire nuove strade, nuove occasioni, nuove opportunità. Il Premio si rivolge adonne di qualsiasi età e nazionalità che conoscono la lingua italiana (per la narrativa e la poesia) anche (e soprattutto) per scrittrici non professioniste di qualsiasi età e nazionalità. L’opera presentata può anche essere la traduzione da un’altra lingua, di un’opera della concorrente stessa.
Il Premio è giunto alla sesta edizione, ed ha ottenuto grandi risultati. Scrivono gli organizzatori: “ti invitiamo a scacciare la timidezza, la paura di aver scritto cose inutili e la sfiducia verso te stessa, incoraggiandoti a cogliere questa occasione”.
Ott. 06Anno I 2011Commenti disabilitati su Artesociale perchè?
Nasce in modo molto spontaneo, ma con un tempo di incubazione lungo, maturato nel tempo, attraverso personali sperimentazioni artistiche nel sociale e non solo. L’esigenza è quella di riflettere sul ‘senso sociale’ dell’arte e sul significato, il valore e l’importanza dell’arte ‘impiegata’ nel sociale (nella sua forma terapeutica ed espressiva). Temi di rilievo vecchi nel tempo umano, ma mai come oggi, così ricercati e approfonditi, attraverso i quali si possono esperire valori, riscoprire i piaceri del fare, recuperare il bisogno di cultura e incontro. L’idea stessa di creare uno spazio “libero” nel quale l’arte e l’uomo si ritrovano, esprimono, operano e confrontano nasce per soddisfare un’esigenza dell’umanità per sua natura artistica e sociale. Tentiamo teorie, osiamo concetti e concettualizzazioni, già singolarmente complessi, riflettiamo su una collocazione comune dell’arte. Scopriamo nuovi talenti a noi vicini…
L’obiettivo del magazine è quello di creare una documentazione a tema con il contributo di tutti, pertanto chiediamo a quanti lo seguiranno di partecipare attivamente alla sua realizzazione attraverso la pubblicazione dei vari materiali. Sono benvenuti racconti, riflessioni, disegni, proposte, poesie, video, foto ecc. Se conoscete o lavorate con ragazzi, bambini, ospiti di strutture pubbliche-private, che secondo voi hanno un talento artistico e/o comunicativo, mandateci i materiali a: redazione@artesociale.it o sa.lupacchini@gmail.com;
Promuoviamo anche idee creative, progetti, eventi, seminari e momenti di formazione… anche baratti di “saperi”…Ci riserviamo di valutare attentamente il materiale inviato e di decidere autonomamente la messa online delle proposte ricevute. I contenuti, senza limiti di lunghezza, dovranno essere in formato word 2003 e le foto abbinate in formato Jpeg. Ogni invio o proposta redazionale, deve essere accompagnato dalla liberatoria firmata dall’autore. La collaborazione è gratuita.
Parliamo insieme di “Arte” a tutto tondo. L’arte sociale non è solo quella ad utilizzo terapeutico, ridiamole valenza espressiva e forza visiva. Aiutateci a scovare anche dei talenti fra le persone “comuni” che poi così “comuni’ non lo sono mai…
Alla straordinaria forza comunicativa..
…alla creatività ….
…alla bellezza della condivisione artistica…
Gen. 27Anno XI 2021, In evidenzaCommenti disabilitati su La memoria dura della Shoah nei disegni degli internati nei campi
Nel mese di settembre del 1979, Arturo Benvenuti all’età di 56 anni, prende il suo camper e decide di ripercorrere “le viae crucis del novecento: un pellegrinaggio laico e riparatore lungo le stazioni di Auschwitz, Terezín, Mauthausen-Gusen, Buchenwald, Dachau, Gonars, Monigo, Renicci, Banjica, Ravensbrück, Jasenovac, Belsen, Gürs”. Il suo è un intento preciso, incontrare i sopravvissuti, recuperare le testimonianze perdute e restituire alla memoria del mondo, disegni autografi, realizzati dagli internati nei lager nazifascisti durante la loro prigionia. Un lavoro prezioso di documentazione durato quasi 40 anni che ha portato alla catalogazione di 250 tra disegni, bozzetti inediti, incisioni, schizzi. Le opere sono state realizzate in “condizioni materiali e spirituali proibitive ed a rischio della vita” quasi sempre, come è ben comprensibile, di nascosto. Dei tanti ed eccezionali fogli, eseguiti da artisti professionisti, ma anche da autentici “naifs”, l’autore ha cercato di individuare i dati essenziali, vale a dire il nome, il cognome, la data e il luogo di nascita.
Pubblicato nel 2015 dalla BeccoGiallo edizioni, “K.Z. Disegni degli internati nei campi di concentramento nazifascisti” di Arturo Benvenuti “cerca di essere, soprattutto, un contributo alla giusta ‘rivolta’ da parte di chi sente di non potersi rassegnare, nonostante tutto, ad una realtà mostruosa e terrificante”. Nella sua prefazione, scritta nel 1981 in occasione della prima uscita del libro, Primo Levi scrive: “le immagini qui riprodotte non sono un equivalente o un surrogato: esse sostituiscono la parola con un vantaggio, dicono quello che la parola non sa dire. Alcune hanno la forza immediata dell’arte, ma tutte hanno la forza cruda dell’occhio che ha visto e che trasmette la sua indignazione”.
Corrado Cagli, n. Italia 1910. Ragazzo nel lager, 1945. Campo di concentramento di Buchenwald, Germania/BeccoGiallo edizioni
Petrovic Bosko, n. Iugoslavia, 1922. Prigionia, 1943. Campo di concentramento di Novi Sad, Iugoslavia/BeccoGiallo edizioni
Szajna Jósef, n. Polonia, 1922. Appello 1944. Campo di concentramento di Buchenwald, Germania/BeccoGiallo edizioni
Tolkacev Sinowi, n. Russia 1903. Protezione, 1945. Campo di concentramento di Oswiecim, Polonia/BeccoGiallo edizioni
Brandhuber Jerzy Adam, n. Polonia, 1897. Contro il filo, 1946. Campo di concentramento di Oswiecim, Polonia/BeccoGiallo edizioni
Lunedì 1 febbraio 2021, si terrà il secondo appuntamento con il ciclo di incontri Sul filo della memoria. Gli archivi d’artista si raccontano, organizzato da AitArt – Associazione Italiana Archivi d’Artista per la prima volta in versione online sulla piattaforma GoToMeeting.
Dopo l’incontro dedicato all’Archivio Alberto Zilocchi (lunedì 18 gennaio), il prossimo incontro, previsto per lunedì 1 febbraio 2021 alle ore 18 sulla piattaforma GoToMeeting (codice di accesso 571-741-077), è dedicato all’Associazione Archivio Piero Leddi, nata nel 2014 a Milano con lo scopo di organizzare la catalogazione delle opere di Piero Leddi (San Sebastiano Curone, 1930 – Milano, 2016), custodire e tutelare il materiale del suo studio, valorizzare e divulgarne il lavoro, in coerenza con l’ambito storico-critico in cui si è svolto.
Piero Leddi ritratto nel suo atelier
Attivo a Milano dagli anni Cinquanta, Leddi ha sperimentato costantemente tecniche e linguaggi, producendo diverse migliaia di opere oggi collocate in alcune sedi prestigiose e in una vasta rete di collezionisti privati, ma conservando tuttavia un nucleo notevole di quadri a olio, lavori su carta, opere grafiche, bozzetti e modelli di sculture, a cui si affiancano inviti, monografie, cataloghi, documenti, fotografie e collezioni.
Introduce l’incontro Filippo Tibertelli de Pisis, presidente di AitArt. Intervengono Lorenzo e Colomba Leddi, rispettivamente presidente e consigliera dell’Associazione Archivio Piero Leddi, e Mariachiara Fugazza, curatrice dell’Archivio Piero Leddi.
Parco Sempione, 1985, tecnica mista su tela, 165×204 cm
SUL FILO DELLA MEMORIA. Gli archivi d’artista si raccontano. PROSSIMI APUNTAMENTI:
1 febbraio 2021, ore 18 – Associazione Archivio Piero Leddi 22 febbraio 2021, ore 18 –Archivio Pippo Rizzo
“Per un attore è la condizione dalla quale cominciare per creare un personaggio, una sorta di tela bianca sulla quale tratteggiare le caratteristiche fisiche per il ruolo che si andrà a interpretare; ciascuno di noi nella vita ha un proprio “personaggio” determinato dal nostro modo di stare nello spazio: come camminiamo, come ci sediamo, come interagiamo con gli oggetti, come gesticoliamo etc, raccontano molto di noi e della nostra storia fisica ed emotiva. Questo vale anche per i nostri personaggi per i quali dobbiamo costruire una fisicità su misura, che racconti la loro storia e per farlo abbiamo bisogno di passare attraverso una fase “neutra”, una condizione di libertà fisica e mentale, a partire dalla quale tutto è possibile”.
“Lo stato neutro”, il nuovo corso (online) di Kabukista Teatro. La parola Kabuki è formata dagli ideogrammi: 歌 ka (canto), 舞 bu (danza), 伎 ki (abilità) che corrispondono anche all’equivalente fonetico del verbo “essere fuori dall’ordinario”. Kabukista si occupa di ricerca teatrale e sperimentazione attraverso proprie produzioni e il lavoro di formazione con i laboratori.
Il corso (9 e 10 novembre) sarà condotto da Silvia Zacchini, attraverso esercizi mutuati da varie discipline – dalla tecnica Alexander al metodo Feldenkrais, da Laban alle discipline orientali – ha lo scopo di aiutare l’attore a trovare il proprio stato neutro dal quale partire per iniziare a creare. La proposta prevede moduli strutturati in 4 incontri ciascuno, che tratteranno aspetti indispensabili al training dell’attore; ogni modulo può essere fruito anche indipendentemente dagli altri; i posti sono limitati in modo da formare gruppi poco numerosi e consentire quindi un lavoro più attento alle esigenze e alle peculiarità di ciascun partecipante.
“Quello proposto – spiegano – non è un corso di ginnastica posturale o di yoga ma un seminario di training teatrale, quindi tutto il lavoro fatto durante gli incontri è finalizzato al mestiere dell’attore”.
Per il primo trimestre il programma sarà il seguente:
1 modulo (dal 12 e 13 ottobre): IL RESPIRO 2 modulo (dal 9 e 10 novembre): STATO NEUTRO 3 modulo (dal 7 dicembre): MONOLOGO
Dove: Meet Quando: classe 1, ogni lunedì / classe 2, ogni martedì Orario: 20.45-22.15 Costo: 35 euro per quattro incontri (+tessera associativa) Per informazioni: info@kabukista.it, telefono e whatsapp: 345 07 33 779 Instagram, Facebook, WordPress e Twitter.
“IL TEATRO VIVE E PULSA ANCHE CON POCHI SPETTATORI. ORA AIUTATECI A FARE TEATRO E A FAR LAVORARE GLI ARTISTI ANCHE NELL’EMERGENZA”
Dal palco della XVI edizione del Festival dell’Eccellenza Femminile, parte un appello collettivo per lo spettacolo dal vivo lanciato da attrici, artiste, giornaliste, performer, drammaturghe e scrittrici, dietro maschere e distanziamenti. In arrivo nuove proposte articolate dal gruppo di lavoro del festival. Dal 16 al 24 ottobre a Genova e Sestri Levante si stanno incontrando oltre 40 artisti che, dal Teatro Ivo Chiesa, da Palazzo Ducale, dal Museo dell’Attore di Genova e dall’ex Convento dell’Annunziata a Sestri Levante, danno vita a una kermesse di eventi per confrontarsi dal punto di vista del FATTORE D, sulla ricostruzione e “il rinascimento” dell’Arte e del Teatro nello stato di emergenza. Presenti, in 9 giorni, dietro maschere e distanziamenti, tanti protagonisti della cultura contemporanea che stanno sostenendo ilfestival, insieme alle associazioni che collaborano quest’anno:
Uno sforzo immenso e una immensa solidarietà intorno al Festival da artisti e spettatori ha reso possibile spettacoli teatrali con grandi attrici e artiste della scena contemporanea, in luoghi bellissimi e con spettatori contingentati.
In questi giorni sono stati e saranno in scena al Museo dell’Attore 4 spettacoli con 4 straordinarie protagoniste: ANIME SCALZE – Maram Al Masri tra parole e musica, con Sara Bertelà (18 ottobre), I Testamenti di Margaret Atwood con Viola Graziosi (20 ottobre), Venere e altri disastri con e di Duska Bisconti, Memorie di una maitresse americana di Nell Kimball con Gaia Aprea. Con una platea contingentata di 15 spettatori, liste di attesa e overbooking quotidiano.
“Questa è la realtà delle Arti Performative” – dichiara Consuelo Barilari – “La realtà degli artisti e del pubblico, legati a doppio filo, dietro maschere e distanziamenti, dal desiderio di emozionarsi insieme attraverso l’anima, insieme e solidali come mai. Per chi oggi fa spettacolo e eventi dal vivo, il Teatro e le Arti performative pulsano e infiammano più di sempre. Se in questo momento, di cui non conosciamo la durata, non possono esistere i grandi numeri di spettatori, le Istituzioni devono sostenere il Teatro e l’Arte dal vivo per i piccoli numeri, immaginando la moltiplicazione degli eventi sui territori della tecnologia digitale, nella ripetizione, nella moltiplicazione sui social. Gli stati devono investire sul Teatro e l’Arte che nasce in questo periodo, perché la qualità è maggiore, nasce dalla coesione e dalla solidarietà di artisti straordinari in una comunità che si chiama emergenza mondiale e che ora gli stati e i governi devono aiutare.È una sfida che abbiamo accettato, proprio per dimostrare che, grazie all’adesione di donne, artisti, artiste, giornalisti e critici, ospiti illustri dall’Italia e dall’estero, si può fare équipe, rivendicare l’importanza di essere fisicamente insieme, e da un piccolo palco lanciare in diretta streaming un appello alla mobilitazione. In questo momento di crisi, il nostro festival vuole essere una nuova finestra per la rete in movimento di tutti gli operatori del teatro. È questo l’obiettivo che vogliamo onorare con l’impegno per i Premi Ipazia alla Nuova Drammaturgia e alle Performing Arts, con il livello degli artisti presenti e con la condivisione della nostra mission da parte degli ospiti di spessore mondiale coinvolti in questa edizione, da Zehra Dogan a Ilaria Capua e Carmen Lasorella.”