Category: ANNO II 2012

Sentire il mondo con le dita…

Sono cieco dalla nascita, io non volevo fare l’artista, volevo solo conoscere il mondo in cui vivevo”. 

Esref Argaman nato nel 1953 è un pittore cieco (vittima di una mutazione genetica che lo ha privato della vista) di origine turca,  disegna sentendo le cose,  per riuscire a percepirle con la mente accarezza le forme del mondo. Usa il tatto, è così che capisce gli oggetti,  poi li trasforma in linee su una tavola da disegno tattile, realizzando i contorni con lo stucco che permette alle sue mani di percepire facilmente le linee del disegno.

Non usa pennelli, dipinge con le dita “sarebbe impossibile sentire la vernice sulle setole”.  Sentire il mondo con le dita ha annullato completamente la sua cecità: “nella mia mente vedo come chiunque altro” dichiara Armagan. Applica gli oli con le dita, un solo colore alla volta, poi aspetta due o tre giorni che asciughino prima di passare alla tonalità successiva. È riuscito a sviluppare un sesto senso che gli permette di dipingere, in modo straordinario tutto ciò che tocca con le mani, il risultato finale? Un’opera che anche i vedenti possono riconoscere. I suoi lavori sono stati esposti in Turchia, in Olanda e nella Repubblica Ceca.  (s.lup.)

Il sito di Esref Armagan: www.armagan.com

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=a-GAqlGGzgI[/youtube]

Arte ed emozioni dal sociale – 17 aprile 2012

Arte ed emozioni dal sociale. Il teatro per l’educazione e l’inclusione

L’evento vuole essere un’occasione di incontro, riflessione e scambio fra le esperienze del teatro socio-educativo ed il circuito artistico-teatrale più tradizionale. Vi parteciperanno docenti, critici d’arte, direttori artistici e compagnie teatrali, rappresentanti di istituzioni ed enti locali.

Questo seminario rappresenta la prima tappa di un progetto che ha un duplice obiettivo: da un lato promuovere il teatro socio-educativo come prodotto culturale, dotato di valenza etica ed estetica oltre che terapeutica, dall’altro sostenere e coinvolgere il circuito artistico-teatrale tradizionale nel contrasto all’emarginazione ed allo stigma e nella sensibilizzazione sui temi dell’integrazione sociale e delle pari opportunità.

 

Arte ed emozioni dal sociale
Il teatro per l’educazione e l’inclusione

17 aprile 2012 _ ore 9,30 -17,00
Auditorium DMS – Via Azzo Gardino, 65/A – Bologna

Il Programma

Insanamente – II Edizione concorso

La Fara Editore in collaborazione con il Dipartimento Salute Mentale Ausl Rimini indice la II edizione del concorso Insanamente per opere a tema libero in qualche modo legate al tema della scrittura come terapia, come elaborazione del disagio,  come espressione dialogante, ludica ed anche ironica di affrontare le difficoltà. Sono previste due sezioni:
Sez. A massimo 10 poesie per un numero massimo di 300 versi (non c’è limite minimo, quindi si può partecipare anche con una sola poesia);
Sez. B racconto breve di massimo 9000 battute (calcolando anche gli spazi) pari a 5 cartelle (non c’è limite minimo, quindi si può partecipare anche con un racconto brevissimo).

Con l’invio se ne consente l’eventuale pubblicazione a cura di Fara Editore nella antologia dei vincitori senza alcun obbligo di remunerazione dei diritti d’autore (restando i diritti ai singoli autori).

È richiesta una tassa di 15 euro che dà diritto a ricevere (solo in Italia) 2 libri. La tassa verrà pagata solo dopo aver ricevuto i libri (inseriamo bollettino di c/c postale nel plico).

Per informazioni: Fara Editore info@faraeditore.it – www.faraeditore.it 
Scadenza: 15-4-2012.

F R A M M E N T O di HAT – 23/24/25 Marzo 2012

Spettacolo studio sul tema dell’ Alzheimer.
“il ricordo in età senile, potrebbe trasformarsi nel bilancio di una vita. Ma poichè la degenerazione fisica e mentale, non risparmia neanche l’ultimo dei geni, sarebbe megio mantenere la contabilità dei ricordi.”
In Scena
23 – 24 – 25 Marzo
Piccolo Teatro Guascone Pescara.

Attori Alessandra Diodoro, Stefania Mainangeli e Nicola Tacconelli
Regia Matteo Schiazza

info: haikuartheatre@libero.it
pagina facebook: HaikuArTheatre

 

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=akWSD4EFaBM&feature=share[/youtube]

Scritti da voi… “Beni culturali, beni comuni”

Architettura e arte, anime di una città

Cos’è un bene culturale? Cos’è il patrimonio culturale? Dal latino patrimonium, esso indica il lascito delle ricchezze del padre al figlio affinché egli le conservi, le valorizzi e, a sua volta, le trasmetta ai posteri. La ricchezza che passa da una generazione all’altra documenta la vita di chi ci ha preceduto. Il “bene” è fonte di valore ed è tale solo se è significativo per una certa cultura: racconta la storia di una civiltà, le abitudini di una comunità, ne costituisce il simbolo e rafforza il sentimento di identità. Ed è così da sempre! Basta pensare alla piazza, uno spazio che da secoli costituisce il fulcro della vita cittadina, il magnete che attira a sé e raccoglie le esperienze popolari… il luogo di incontri e di scambi in una cornice costituita la maggior parte delle volte da edifici ecclesiastici e di culto, palazzi signorili e monumenti commemorativi o di rappresentanza.

Per definizione il bene culturale è una testimonianza materiale avente valore di civiltà: pertanto è il popolo che si riconosce, che riconosce le sue radici e le sue origini nel bene culturale. Ci sentiamo legati al nostro patrimonio culturale molto più di quanto crediamo.

Da abruzzese che sono riporto l’esempio dell’orribile catastrofe che il 6 aprile 2009 ha duramente colpito la mia regione, in particolar modo la zona dell’Aquila, danneggiando e radendo al suolo moltissimi edifici culturali. Ebbene, mai, come dopo il sisma 2009,  il senso di appartenenza alla propria terra è stato così forte nella popolazione abruzzese: si è sentita la mancanza dei principali punti di riferimento, in quanto a venir meno sono stati i luoghi “simbolo” della vita cittadina, in cui le persone si riuniscono e svolgono gran parte della loro vita: il Duomo dell’Aquila, la basilica di S. Maria di Collemaggio, la Fontanadelle 99 cannelle, il Castello spagnolo e molti altri. Ad essere stati abbattuti non sono solo i singoli monumenti, ma l’intero impianto storico di una città capoluogo che, in quel centro storico, riconosceva la sua identità collettiva.

Concludo citando le parole dell’ex sindaco di Firenze, G. La Pira: “ Le città storiche sono delle incarnazioni, dove i caratteri formali dell’urbanistica e quelli ideali della storia si fondono insieme, per rendere un’unica testimonianza alla bellezza della vita e del bene comune. Tutelare e valorizzare la storia e l’arte di una città vuol dire salvaguardarne l’anima.”  ( Lorenza Fuina)