I rifugiati contribuiscono al bene comune attraverso la bellezza, il riciclo e l’arte – Roma lo Mostra @museiincomune

arte rifug 2Il Museo Carlo Bilotti di Roma ospiterà fino al 22 febbraio 2015 la mostra “L’Arte dei Rifugiati. Un contributo di Refugee ScArt alla città eterna”. Gli oggetti ed i grandi teli creati con materiali di riciclo, sono stati realizzati da un gruppo di rifugiati politici di area sub-sahariana, arrivati nella capitale in cerca di protezione. Lo scopo dell’esposizione è principalmente quello di “dare visibilità ad un progetto che si distingue, oltre che per l’impegno civico e l’aspetto umanitario, anche per la qualità ed originalità estetica delle realizzazioni, in cui la perizia artigianale diventa capacità progettuale, design ed espressione artistica”.

Plastica trasformata ad arte. Le opere sono state create con i rifiuti raccolti proprio nelle vie e nelle piazze su cui si affacciano i monumenti ritratti, i rifugiati hanno trasformato la plastica “in materia culturale altrimenti apprezzabile e usufruibile nel tempo”. In poco più di tre anni, con il progetto “Refugee ScArt” della Spiral Foundation, 10 tonnellate di “plasticaccia” romana, sono state trasformate in oggetti d’arte funzionali, colorati ed allegri “che sorprendono e commuovono per la cura e la fantasia della loro esecuzione”. L’intero ricavato di tutte le iniziative promosse dal 2011 ad oggi torna ai rifugiati, che a loro volta, aiutano altre persone che ne hanno bisogno, devolvendone una parte al Poliambulatorio mobile di Castel Volturno.

Foto: www.refugeescart.org

Foto: www.refugeescart.org

“Contribuire al bene comune”. Su di loro lo scrittore Erri De Luca ha detto: “arrivati da lontano, spaesati e senza conoscere la nostra società, essi riescono a dare scopo e dignità alle loro mani buone a tutto ricavando valore dall’ultimo stadio della merce. Essi sanno scoprire immediatamente un nostro punto debole in cui può essere prezioso il loro aiuto, e si inventano un modo per trasformare una nostra debolezza, i nostri scarti, in un reddito per loro ed un aiuto per noi. Grazie a Refugee ScArt i vuoti a perdere diventano pieni a rendere”.  I rifugiati che arrivano in Italia in cerca di protezione, si legge nel progetto, possono “contribuire al bene comune, supportare se stessi e le loro famiglie in Africa e aiutare altri e creare bellezza ringraziando la città che li ha accolti”. (slup)

 

Fonte: Redattore sociale

LA MUSICA DELLA VITA fa tappa a Ravenna

Proseguono gli incontri di studio e  formazione “LA MUSICA DELLA VITA” curati e condotti da Roberto Bellavigna. I  corsi–laboratorio su MUSICOTERAPIA ANZIANI (nello specifico Alzheimer e Parkinson) e DISABILITA’ (fisica e disagio mentale)’ sono approfondimenti sull’utilizzo della musica nelle relazioni di aiuto in ambito geriatrico, medico,  socio educativo e familiare. Il prossimo appuntamento sarà a Fognano (Ravenna)  domenica 15 febbraio 2015 presso l’Istituto Emiliani Via Emiliani 54

Tra i contenuti proposti.
– Musicoterapia, Animazione musicale 
 video, esempi, schede tecniche operative
– La creazione di una Stanza multisensoriale 
 a scuola, nei centri con ragazzi disabili,
 istituti geriatrici.
– Musicoterapia in casa di riposo:
 Alzheimer, Parkinson Demenza
– Ascolto musicale; le qualità della musica, 
 il repertorio, le proposte possibili; 
 grafici sonori
– Musica movimento, Danze, Coreografie,
 socializzazione, Il corpo in gioco
– Analisi Video seduistituto-emilianite di 
 Musicoterapia singoli e gruppi
– Canzoni in terapia, Canzone creativa
– Identità, ricordo, recupero cognitivopage2image33488 page2image33648
– Dal pentagramma alla scrittura facilitata
– Creazione Playlist Alzheimer
– Musica Accompagnamento al
 termine della Vita 

Allo Stage possono partecipare musicisti, operatori del sociale, medici, infermieri, fisioterapisti, insegnanti, coordinatori struttura, psicologi, studenti di scuole di musicoterapia di nazionalità italiana o straniera.

Non vi sono limiti di età, non è richiesta una specifica competenza musicale specifica di base. Chi vuole portare strumenti musicali personali di proprio gradimento è invitato a farlo. 

E ora si baratta il SAPERE. Conoscenza senza più frontiere…

lezioni-futuro-240x180Maria insegna lettere e letteratura, Alessio snowboard, Paolo fotografia, Claudia sci, Deborah fsica e Alessandra storia dell’arte. Daniele invece, vuole imparare la musica, Fausto l’informatica, Alessandro l’arabo e Fabiana la filosofia. C’è chi è disposto a dare lezioni di canto, autocad e chimica, qualcuno anche di attività domestiche, bricolage, calcio ed elettricità. Cosa hanno in comune queste persone? La possibilità di fare incontrare domanda e risposta a costo zero, perché tutte “sono disposte ad insegnarti gratuitamente ciò che desideri” in cambio del tuo stesso sapere. A rendere possibile tale permuta è “Teach4Learn” un social network in grado di collegare tra loro uomini e donne con diverse conoscenze e abilità, per imparare qualsiasi cosa e soprattutto gratis. L’ideatore è Paolo Balloni che ha realizzato il progetto insieme a Michele Del Giudice, Andrea Cella e Alessandro Ferrarini.

La prima community in cui si baratta il sapere ha assunto come moneta di scambio “la conoscenza”, insegnando, si guadagna il tempo da spendere per apprendere. “L’idea – racconta Paolo Balloni – è nata quando mi sono trovato, ancora iscritto alla facoltà di ingegneria, nella situazione di voler imparare matematica per dare alcuni esami, ho incontrato un’amica (già ingegnere) interessata al funzionamento delle amministrazioni nella libera professione (io ero uno studente lavoratore già libero professionista da tempo). Così abbiamo deciso che lei avrebbe insegnato a me, ed io avrei insegnato a lei”. Ognuno di noi sa o sa fare qualcosa e vorrebbe sapere o saper fare qualcos’altro; da qui il desiderio di Balloni di creare uno strumento in cui le persone possono depositare il bagaglio delle proprie competenze e dei propri interessi in attesa che qualcuno li contatti. Il responsabile del progetto ha immaginato sin dall’inizio una struttura con tante stanze, ed in ogni stanza un’attività diversa: musica, pittura, storia, lingue ecc. Per incentivare l’interscambio del sapere è stato previsto un innovativo conteggio di ore che possono essere investite per apprendere qualsiasi attività “subito dopo aver partorito questa idea, spiega Balloni, ho dovuto pensare ad un modo per regolamentare gli interscambi, che volevo rimanessero gratuiti; ho introdotto così l’idea di TeachCoin (dal valore convenzionale di un’ora di lezione) e dei feedback per rendere il sito meritocratico”.

In questo momento di crisi la spinta maggiore su cui poggia Teach4Learn è quella di rafforzare la consapevolezza della qualità della conoscenza. Alla piattaforma possono iscriversi tutti, occorre indicare le materie che si è disposti a insegnare nel database, nel quale si possono poi cercare quelle che si vorrebbero imparare, si entra in contatto con gli utenti e il giro si attiva. Ad oggi sono quasi 6 mila gli utenti iscritti, 10 mila quelli che seguono la pagina Fb, 400 le discipline proposte e quasi 200 le ore di insegnamento accumulate. Qualcuno da Fiuggi richiede lezioni di dizione e di corretta pronuncia italiana, in cambio dona conversazioni con madrelingua inglese e spagnola, da Imperia Giuliana, laurea breve in zootecnia, è interessata al taglio e cucito, scambia conoscenze di biologia e arte, sa anche lavorare la maglia ai ferri e all’uncinetto, da Bari qualcuno ha necessità di migliorare il suo inglese e vuole avere delle lezioni-conversazioni anche via skype, in cambio offre lezioni in molte materie scientifiche e nell’utilizzo del pc. Insomma non ci sono più scuse “è il momento di dare valore a ciò che è in grado di migliorare la vita: il sapere”. (sabrina lupacchini/slup)

Fonte: Redattore sociale

Esplorare le dimensioni dell’incontro e del viaggio. Bando Arte @ilgirovagolibri

valigia-vacanza-e1346221680963Nel centocinquantesimo anniversario della nascita dello scrittore Adolfo Albertazzi (1865-1924), il Girovago, progetto di editoria e storytelling digitale a cura della casa editrice Edizioni Nuova S1 di Bologna, lancia il bando DON’T KICK ME OUT dedicato allo scrittore bolognese. L’omaggio si estende anche all’allievo più conosciuto, lo scrittore e poeta Emanuel Carnevali (1897-1942), perché lo scopo dell’iniziativa, prendendo spunto dalle storie e dai testi di Adolfo Albertazzi e Emanuel Carnevali, è di esplorare le dimensioni dell’incontro e del viaggio, delle migrazioni contemporanee e dell’interculturalità, declinandole attraverso una molteplicità aperta e dinamica di linguaggi. O Italy, O great boot/Don’t kick me out again (“O Italia, o grande stivale/Non cacciarmi di nuovo a pedate”) sono i versi  di Carnevali dai quali è tratto il titolo di questo progetto.

Oltre alle esperienze di migrazione, il sentimento dell’appartenenza, del partire o tornare, dell’andare, del dover cambiare, può anche riguardare la scuola, l’università, il lavoro, la famiglia, la lingua d’origine… Perché sono qui dove sono? Cosa ho nelle tasche? Cosa ho perso dai buchi nelle tasche? Il progetto, raccontato sulle pagine del sito ilgirovago.tumblr.com, propone agli autori di dare una loro risposta a queste domande, vicina o anche molto lontana dai riferimenti proposti. I materiali (prosa poesia, pittura, video, illustrazione, fumetto, fotografia)  devono essere spediti via mail a: partecipa@ilgirovago.com a fino al 30 giugno 2015.

#giornatadellamemoria. L’arte che non muore, 250 tavole disegnate da internati nei campi di concentramento

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Nel mese di settembre del 1979, Arturo Benvenuti all’età di 56 anni, prende il suo camper e decide di ripercorrere “le viae crucis del Novecento: un pellegrinaggio laico e riparatore lungo le stazioni di Auschwitz, Terezín, Mauthausen-Gusen, Buchenwald, Dachau, Gonars, Monigo, Renicci, Banjica, Ravensbrück, Jasenovac, Belsen, Gürs”. Il suo è un intento preciso, incontrare i sopravvissuti, recuperare le testimonianze perdute e restituire alla memoria del mondo disegni autografi, realizzati dagli internati nei lager nazifascisti durante la loro prigionia.

Un lavoro prezioso di documentazione, durato quasi 40 anni, nei quali Benvenuti ha portato a testimonianza di quell’orrore non solo le parole, ma l’espressione artistica e toccante di quegli autori deportati, che in 250 tra disegni, bozzetti inediti, incisioni e schizzi  hanno raccontato l’enorme tragedia. Le opere sono state realizzate in “condizioni materiali e spirituali proibitive ed a rischio della vita. Dei tanti ed eccezionali fogli, eseguiti come è ben comprensibile di nascosto, da artisti professionisti, ma anche da autentici “naifs”, l’autore ha cercato di individuare i dati essenziali, vale a dire il nome, il cognome, la data e il luogo di nascita. Pubblicato nel 2015 dalla BeccoGiallo edizioni K.Z. Disegni degli internati nei campi di concentramento nazifascisti” di Arturo Benvenuti con la prefazione di Primo Levi scritta nel 1981: “cerca di essere soprattutto un contributo alla giusta ‘rivolta’ da parte di chi sente di non potersi rassegnare, nonostante tutto, ad una realtà mostruosa, terrificante”.

Una ricerca estesa a tutta l’Europa e anche fuori, come spiega lo stesso Benvenuti. Sono stati numerosi i suoi viaggi supportati tutti dalla voglia di pubblicare un volume con i disegni da lui scelti “lasciando agli stessi il compito di denunciare e descrivere – non lo si è fatto abbastanza – l’immane dramma” per restituire dignità ai sommersi e ai salvati, a tutti senza differenza. Nella sua prefazione alla prima pubblicazione del testo, Primo Levi scrive: “le immagini qui riprodotte non sono un equivalente o un surrogato: esse sostituiscono la parola con vantaggio, dicono quello che la parola non sa dire. Alcune hanno la forza immediata dell’arte, ma tutte hanno la forza cruda dell’occhio che ha visto e che trasmette la sua indignazione”. (slup)

Guarda la Photogallery ” I disegni degli internati raccontano l’orrore dei campi di concentramento”
Fonte: Redattore sociale