Author: Sabrina Lupacchini

IL MONDO CHE VUOI TU. Torna il Festival di Re Nudo

Il NUOVO FESTIVAL DI RE NUDO, a 50 anni dalla prima edizione a MILANO, torna nel capoluogo lombardo il 21-22-23 giugno 2024 alla FABBRICA DEL VAPORE. LE NOTTI DELL’UNDERGROUND saranno tre imperdibili appuntamenti che dureranno fino alle 5 del mattino. Negli spazi di Fabbrica del Vapore si alterneranno performance di giovani artisti under 30: musica, video, street art, fotografia, letteratura, poesia, teatro, danza.

L’ingresso all’evento è gratuito.

È il 1974 quando il Festival di Re Nudo è pronto a conquistare la città di Milano e approda al Parco Lambro per cinque giornate che coinvolgono un pubblico di circa centomila persone che va dai militanti extraparlamentari, ai semplici appassionati di musica, studenti, operai, artisti, femministe, freakettoni, turisti, curiosi, giornalisti e i sociologi arrivati per studiare il “fenomeno”.

«Tornare a Milano dopo mezzo secolo è una sfida – racconta Luca Pollini, direttore del periodico culturale Re Nudo e patron del Festival – L’obiettivo de Le notti dell’Underground resta quello originale dei Festival di Re Nudo degli Anni Settanta: offrire un palcoscenico libero e aperto a chi ha qualcosa da esprimere. Non è un’operazione nostalgia, ma un’occasione per i tanti giovani artisti che rendono Milano, e non solo, un luogo in cui si continua a immaginare il futuro. Il tema che abbiamo scelto è “Il mondo che vuoi tu” perché sono i più giovani a cui va data la parola sul presente e sul futuro. L’obiettivo è offrire con una formula completamente nuova che dia spazio a contenuti alternativi al mainstream per allontanarsi dall’appiattimento culturale che troppo spesso ci circonda»

«La scelta di Fabbrica del Vapore – ha detto Maria Fratelli, Dirigente Unità Progetti speciali e Fabbrica del Vapore – è opportuna, luogo di incontro dell’arte contemporanea, milanese e non, sarà una piazza aperta dove poter mostrare talento e passione ad un pubblico attento e competente che ormai sa di trovare in questo luogo un laboratorio culturale sensibile al fermento della città e aperto alle culture del mondo».

Il Festival di Re Nudo

Tutto nasce in provincia di Palermo, nel 1971, quando il giornalista e fotografo Carlo Silvestro con l’allora compagna Silvia Fardella del Living Theater di New York apre a Terrasini una Comune. La comunità, che ha sede a Villa Fassini, dimora nobiliare in stile Liberty che era stata proprietà della famiglia Florio, è uno spazio di assoluta sperimentazione dove ciò che è stato trasmesso dalla scuola, dalla famiglia o anche dalla chiesa, viene messo da parte, perché s’inventano un modo diverso di osservare e vivere le cose. La Comune è frequentata da attori, giornalisti, scrittori, poeti. È il periodo storico secondo il quale in politica o sei comunista o sei di destra; o sei all’interno della grande tradizione del partito operaio o sei un conservatore. La terza via, quella artistica, creativa, esistenziale, è vista come un mondo un po’ leggero, disimpegnato, qualunquista.

Re Nudo, una delle principali riviste italiane di natura libertaria dedicate alla controcultura e alla controinformazione che aveva appena iniziato le pubblicazioni, invece, questa terza via vuole intraprenderla. E proprio a Terrasini, vedendo l’energia che un gruppo di artisti può sprigionare quando si incontrano, nasce l’idea di un Festival alternativo. in controtendenza con il disinteresse della sinistra extraparlamentare nei confronti della musica rock.

Lo slogan è «Facciamo che il tempo libero diventi tempo liberato». Nella Comune in molti si offrono a collaborare alla realizzazione di un raduno musicale che sia anche uno spazio di comunicazione tra le persone. L’obiettivo è che oltre gli spazi dedicati al sociale e al politico, si preveda anche la “dimensione esistenziale”.

Il “nuovo” Re Nudo – periodico trimestrale – è in vendita in libreria, negli store on-line e su renudo.org.

Piazza Tevere a Filo d’Acqua. Arte e sostenibilità per ripensare il fiume della Città eterna

Il Tevere come elemento identitario di Roma, della sua storia passata, presente e futura, l’11 maggio 2024 diventa protagonista di Piazza Tevere a Filo d’Acqua, giornata di talk e proiezioni sui muraglioni di Piazza Tevere – in corrispondenza del murales di Kentridge – per ripensare, attraverso l’arte, le forme dell’acqua e le sue risorse, dando la parola ad artisti, istituzioni, operatori del settore, per immaginare nuovi scenari di una capitale sostenibile, inclusiva e “a filo d’acqua”. Un’occasione che unisce creatività e ambiente per riflettere sulla natura del fiume stesso, come un’infrastruttura che serpeggia, attraversa e divide la città in due, creando una rete di collegamento a più livelli: ambientale, geografico, amministrativo, sociale.

È proprio dall’acqua, infatti, che nasce Piazza Tevere a Filo d’Acqua evento che, insieme agli interventi di Flaminia Bonifaci (architetto), Andrea Conti (Andreco), Raffaella Bullo (Università Politecnica delle Marche), Giorgio De Finis (RIF- Museo delle Periferie), Claudia Pecoraro (museologa e curatrice), Saverio Teruzzi (Cittàdellarte – Fondazione Pistoletto), Adriano Labucci (Assessore alla Transizione Ecologica, I Municipio Comune di Roma), Pietro Gaglianò, (critico d’arte), Sabrina Vedovotto (curatrice), Nicolas Martino (critico d’arte) , Giulia Ghia Assessore alla Cultura del Municipio I e Antonio Giorgini (Agenda Tevere Onlus), ospita in anteprima la proiezione Tevere Expo di Iginio De Luca. 

Opera visuale nata dall’omonimo progetto fotografico dell’artista, e proiettata al crepuscolo lungo gli argini, Tevere Expo racconta le condizioni di degrado ambientale in cui versa l’antico Albula per recuperare e restituire alla cittadinanza l’anima inconscia del fiume e – con esso – la nostra. Le immagini del Tevere affisse nel contesto urbano, esondano metaforicamente in strada, salgono nello spazio pubblico come forma di denuncia poetica, facendo da specchio etico, pretesto simbolico ed estetico a valenza universale. Coscienza, epifania di cambiamento ed evoluzione continua: il tempo scorre come l’acqua del fiume capitolino e con esso emerge forte e netta l’urgenza di riqualificare la zona e parallelamente una città intera. 

L’opera visuale sintetizza così creativamente l’omonimo progetto dell’artista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Roma, risultato tra i vincitori dell’avviso pubblico “Cantica21. Italian Contemporary Art Everywhere”, promosso dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

La proiezione di Tevere Expo alle 20.30, è preceduta, alle 18.00, da due talk sul tema dell’acqua: il primo sulla sua centralità ambientale nella transizione ecologica e sulla sua interpretazione da parte dell’arte, il secondo sui contenuti estetici e critici dell’opera di Iginio De Luca. 

Promotrici dell’iniziativa sono Fontana più Stella di Flamina Bonifaci e l’associazione Tevereterno, attiva sul territorio dal 2004, impegnata nel promuovere lo spazio tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini come una piazza dedicata all’arte contemporanea e luogo pubblico aperto alla cittadinanza.

“È possibile immaginare e realizzare una piazza sul Tevere, una piazza a filo d’acqua?” spiegano gli ideatori di Piazza Tevere a Filo d’Acqua“Siamo convinti di sì: l’abbiamo sperimentato con le panchine di Michelangelo Pistoletto nel progetto Terzo Paradiso a Piazza Tevere realizzato nell’ottobre 2023. Il progetto Piazza Tevere a Filo d’Acqua, s’inserisce in questa prospettiva, con la proiezione del video di Iginio De Luca e gli incontri di riflessione previsti sugli aspetti ambientali ecologici e critici, vuole dimostrare, ancora una volta, che una piazza sull’acqua è un obiettivo perseguibile”.

Presieduta da Rosario Pavia, Tevereterno ha realizzato, nel corso degli anni, una pluralità di iniziative artistiche riscattando l’inerzia anonima dei muraglioni tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini, prima con le grandi lupe di Kristin Jones e più recentemente con le figure di Triumphs and Laments di William Kentridge. Tali installazioni hanno rivelato le potenzialità del luogo, la sua vocazione a divenire uno spazio per l’arte contemporanea, una vera piazza per animare e valorizzare il fiume, sostenendone la trasformazione in parco fluviale. Non un parco tra i tanti, ma parco centrale della città.

Insieme a Tevereterno, a promuovere la proiezione di Tevere Expo di Iginio De Luca,è l’imprenditrice e architetta Flaminia Bonifaci con il suo Fontana più Stella: spazio e residenza che, attraverso l’arte e l’ospitalità, fa incontrare gli interventi artistici con la vocazione di condividere la scena culturale della città contribuendo a creare un senso di appartenenza, immaginando nuovi modi di stare nei territori ed agire la scena urbana.

Nato a Formia (LT) il 21 agosto 1966, diplomato in Pittura nel 1989 all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove attualmente insegna  nel corso di Decorazione, Iginio De Luca è un artista poliedrico; è un musicista, un artista visivo, fa video, installazioni, performance. Negli ultimi anni la sua poetica si è concentrata soprattutto sulla produzione di video, di immagini fotografiche, ma anche di quelli che lui definisce blitz. Considerandoli a cavallo tra arte urbana e performance, l’artista compie azioni a volte sorvolando con aerei, altre proiettando immagini o scritte su edifici in rapidi raid notturni, altre ancora arrivando in luoghi con elementi di forte disturbo e impatto visivo, come cartelloni finto-elettorali. Ibridando etica ed estetica, tecnologia e azioni comportamentali, De Luca reclama l’interazione con l’ambiente e il pubblico, denunciando, tra ironia e impegno, la crisi di valori di questo nostro tempo. Dal 2018 i blitz si evolvono in azioni meno politiche e più poetiche. L’utilizzo di molteplici e differenti registri linguistici ha da sempre caratterizzato la sua progettualità e conseguentemente le scelte metodologiche ed operative, lasciando intendere che il denominatore comune è nella necessità di scardinare le certezze, di rompere i codici della formalizzazione espressiva, per tendere un tranello alla realtà, sorprendendola alle spalle. Decodificare la trama della ragnatela che l’artista tesse, costruendo funambolici equilibri tra segni di natura diversa, è il compito del pubblico, chiamato a una partecipazione attiva da un’interrogazione che non può essere elusa.

Piazza Tevere a Filo d’Acqua è realizzata con il patrocinio del Municipio Roma I e con il supporto di Fontana più Stella, Tevereterno, Museo delle Periferie, Fondazione Pistoletto Cittadellarte Biella, Tevere Day, Accademia di Belle Arti di Frosinone.

AUTelier – Il primo outlet inclusivo gestito da persone nello spettro autistico

 A Milano (in Via Valtorta 30) ha aperto AUTelier, una nuova boutique, un outlet che unisce moda e inclusione: all’interno del negozio – realizzato dall’Associazione di Promozione Sociale Diesis, che dal 2010 valorizza le potenzialità di adolescenti e giovani adulti nello spettro autistico, sostenendo il raggiungimento della massima autonomia possibile e partecipazione al mondo del lavoro – lavorano giovani nello spettro dell’autismo, affiancati da operatori e terapeuti. “In un punto vendita innovativo i ragazzi nello spettro autistico vivono l’esperienza di una stimolante crescita professionale, partecipando allo svolgimento di tutte le mansioni previste da un outlet, secondo le proprie preferenze, competenze, potenzialità”. 

AUTelier nasce da un desiderio comune a tutti i genitori di persone nello spettro, ovvero che i propri figli trovino il loro posto nel mondo, anche dal punto di vista lavorativo. I dati, purtroppo, raccontano che le opportunità di lavoro sono pochissime per questa condizione di neuro-divergenza e, per questo motivo, Diesis ha raccolto le forze, ideato e creato questa iniziativa. Le generose donazioni di capi di collezioni passate o in over-stock da parte del Gruppo Miroglio e di Neirami hanno consentito l’avvio dell’attività dello store, insieme alle fondamentali collaborazioni con l’Università degli studi di Trieste e Fondazione Adecco per le Pari Opportunità.

Grazie alla campagna di raccolta fondi, con un obiettivo economico di 10mila euro, avviata su Produzioni dal Basso – prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation – l’Associazione si pone come proposito quello di garantire agli educatori e specialisti che affiancheranno le giovani risorse nello spettro autistico in negozio il giusto sostegno, per la professionalità che quotidianamente metteranno a disposizione.

TESTE COLME – “Il mercato della vita” nelle opere di Gianni Chiriatti

Si inaugura sabato 4 maggio alle ore 19:00 la mostra personale di arte contemporanea dal titolo “Teste
colme” dell’artista Gianni Chiriatti
, presso il Centro Culturale Santi Medici a Martano (Lecce). L’evento,
patrocinato dal Comune di Martano, è curato da Dores Sacquegna.

“Immaginare e costruire nuovi mondi è sicuramente l’arte che contraddistingue Gianni Chiriatti, artista
salentino nato in Svizzera e ritornato alla sua terra d’origine per dar vita a inediti brani di realtà (o di irrealtà), composti da figure zoomorfe e tripudi di frutta che rappresentano il mercato della vita con le sue bellezze, la sua carnalità e la sua tragicità”.

“Teste colme”, gioca sulla trilogia tra natura umana-animale-vegetale in cicli multidisciplinari tra pittura, fotografia, installazioni e video arte. L’artista – Gianni Chiriatti, in arte Borgagne, è un artista pugliese, nato a San Gallo, in Svizzera, nel 1973.

TESTE COLME di Gianni Chiriatti a cura di Dores Sacquegna
Dal 4 al 14 maggio 2024 – Centro Culturale Santi Medici, Piazza Caduti, Martano (Lecce)
Apertura tutti i giorni: dalle 18:00 alle 22:00 con ingresso libero (Tel: +39 3289469538/+38 349 37 20659)

Info: https://www.officinameridionalekaliani.it/
officinameridionalekaliani@gmail.com | dores.sacquegna@gmail.com

Riapre al pubblico Casa Varoli: “più bella e più grande”

Sabato 27 aprile 2024 alle ore 10.30, il Museo Civico Luigi Varoli di Cotignola (Ravenna) riapre al pubblico Casa Varoli: dopo quattro anni, gli oggetti, le opere e l’archivio dell’artista della cartapesta Luigi Varoli (Cotignola, 1889-1958) tornano ad abitare la sua casa-studio, ora ristrutturata e ampliata.

A partire dal 1922, Luigi Varoli allestisce il suo studio in un edificio collegato allo storico Palazzo Sforza. I bombardamenti su Cotignola negli anni 1944-45 non risparmiano né lo studio né la casa del Maestro, che affacciava sullo stesso cortile. Dopo la guerra, l’edificio sforzesco viene ricostruito per ospitare sia l’abitazione, al piano terra, sia lo studio al primo piano. Alla morte dell’artista, esso viene donato dalla moglie Anna Cortesi al Comune di Cotignola e dal 1991 fa parte del Museo Civico Luigi Varoli. Nel marzo 2023, ottiene dalla Regione Emilia-Romagna il marchio “Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna”.

Casa Varoli, ph. Lorenzo Pasini

Il nuovo ampliamento di Casa Varoli è avvenuto grazie all’acquisto di un edificio attiguo, reso poi comunicante con lo spazio originario. Una congiunzione che ha permesso, non solo di renderlo più accessibile (tramite un ascensore, nuovi servizi e spazio di accoglienza per il pubblico), ma anche di aumentarne la superficie espositiva, in grado così di accogliere una sezione storica completamente rinnovata, dedicata a due importanti avvenimenti della seconda guerra mondiale, accaduti nel territorio cotignolese.

Due sono dunque i percorsi che si congiungono circolarmente nell’allestimento della nuova Casa Varoli: il primo è quello della casa-studio dell’artista, camera delle meraviglie, in cui si stratificano e confondono anche frammenti e testimonianze della distruzione di Cotignola a seguito dei bombardamenti alleati, opere e oggetti appartenuti e collezionati dal maestro; il secondo è quello della memoria storica della seconda guerra mondiale, focalizzato sull’ospitalità concessa a 41 ebrei che vede appunto Luigi Varoli tra i protagonisti di questa impresa eroica e coraggiosa.

“È un mondo magico, enciclopedico e denso di stupore quello della casa-studio di Luigi Varoli che, dopo la visita alla pinacoteca del Museo Civico Luigi Varoli collocata a Palazzo Sforza, permette così di comprendere e calarsi pienamente nella incredibile ricchezza di visioni, fantasie, memorie e nello sguardo inquieto e curioso del maestro cotignolese. Così, dentro alla sua casa, incontriamo bestiari selvatici, crani, corna e teschi di animali, gessi per la copia e il disegno, vecchie fotografie quadrettate per ritratti, crocifissi antichi e madonne in ceramica e legno, facce, teste e maschere scolpite, disegnate, dipinte e in cartapesta. Non mancano spartiti e rari strumenti musicali, e una biblioteca in cui spiccano pregevoli edizioni, su tutte due libri del futurista Fortunato Depero tra cui il celebre e inarrivabile “libro imbullonato”. E ancora giocattoli, e opere dei suoi molti allievi e amici, come Mattia Moreni, Fortunato Depero e Francesco Balilla Pratella, che vissero la casa-studio come luogo dell’incontro e della meraviglia, bottega e laboratorio, scuola e museo”.

Casa Varoli è anche arte contemporanea, una delle vocazioni più forti che il Museo Varoli ha saputo coltivare negli ultimi anni. Di presenze e opere contemporanee è ritmato l’intero percorso espositivo della nuova casa-studio, sia all’interno che nel suo giardino: dal ceramista Nero/Alessandro Neretti che abita il cortile con la sua foresta di Teste, mostri e capitelli, allo scultore Matteo Lucca e la sua opera Azzimo 41 fatta di mani di pane; e poi le opere nate e prodotte intorno al visionario progetto “Inventario Varoli” tra cui i video di Mauro Santini, Marco Zanella, Michele Buda e Diego Gavioli. E ancora Frame, l’installazione multimediale di David Loom fatta per il museo nel 2012 e adattata per il nuovo spazio dall’artista stesso, e il fumetto L’Argine di Marina Girardi e Rocco Lombardi.

Luigi Varoli (Cotignola, 1889-1958) è pittore, scultore, musicista, educatore e maestro d’arte per adulti e bambini. Oltre ai dipinti, la cartapesta è senza dubbio il settore della produzione in cui si esprime la nota più personale dell’artista. Studia alle Accademie di Belle Arti di Ravenna e a Bologna, poi nel 1922 torna a Cotignola, dove rimarrà per il resto della sua vita, in un rapporto quasi simbiotico con il paese e il territorio, e dove per tutta la vita dirige la Scuola di Arti e Mestieri di Cotignola. Rilevante, in particolare, il suo ruolo di maestro: nel suo cenacolo infatti ha formato una fitta schiera di artisti romagnoli. Dopo l’armistizio del 1943, ospita in casa propria ebrei in fuga dai nazi-fascisti: un’azione umanitaria che gli vale, nel 2002, il riconoscimento di “Giusto tra le Nazioni” dallo Stato di Israele.

Progetto espositivo e allestimenti a cura di Massimiliano Fabbri, Michela Fanelli e Anna Attiliani
Accesso da Via Cairoli 5/a e Corso Sforza 24, Cotignola

Con il sostegno di: Settore Patrimonio culturale Regione Emilia-Romagna

Inaugurazione: Sabato 27 aprile 2024, ore 10.30 

Apertura straordinaria: Venerdì 27 e sabato 28 aprile: ore 10.30-20

Orari di apertura: venerdì: 16:30-18:30 | sabato, domenica e festivi: 10:00- 12:00 e 15:30-18:30.

Per informazioni www.museovaroli.it | museovaroli@comune.cotignola.ra.it – Tel. 0545 908810 – 3204364316