Category: In evidenza

BIENNALE SAVE ART: conoscere l’arte per difenderla meglio

saveartIl problema della conoscenza e della difesa del patrimonio culturale valica i confini nazionali per diventare un problema sovranazionale. Nel patrimonio conservato delle arti, nella conoscenza delle opere, dei monumenti  e della storia del nostro Paese si trova un elemento fondante della nostra  identità di cittadini: italiani ed europei. La salvaguardia di pompei
o delle collezioni librarie, la difesa del paesaggio e del tessuto urbano entrano a pieno titolo nei doveri dei cittadini e delle
istituzioni e cessano di essere un problema solo italiano

Per tutelare il patrimonio artistico e culturale bisogna in primo luogo amarlo e per amarlo conoscerlo; da questa affermazione siamo partiti, due anni fa, per aprire un dialogo tra insegnanti, esperti e conoscitori con l’intento di sottolineare l’importanza civile e morale dell’insegnamento della storia dell’arte. Vogliamo continuare questo dialogo sondando i modi in cui l’arte consente la costruzione e la conservazione di un’identità nazionale allargata al senso di appartenenza a una comunità vasta e responsabile. Compito della scuola, in primo luogo, ma anche di televisioni, giornali, sovrintendenze, istituzioni…”. E’ così che viene presentato l’evento “Conoscere l’arte per difenderla meglio. Identità italiana, identità europea” che si terrà a Firenze il 29 novembre 2013 presso l’Auditorium Palazzo dei Congressi (Piazza Adua, 1). A condurre la giornata e ad offrire spunti, aperture, suggerimenti grazie al contributo di studiosi che hanno fatto della storia dell’arte la loro ragione di vita sarà Philippe Daverio, critico d’arte, giornalista, conduttore televisivo e docente.
La partecipazione al convegno è completamente gratuita previa iscrizione obbligatoria online, verrà rilasciato l’attestato di partecipazione. Sono stati richiesti i patrocini e l’esonero dal servizio.

Iscrizioni, maggiori informazioni e locandina con il programma completo dell’evento.

MUSEO GUATELLI: “luogo di costellazioni espressive e riflessioni critiche”

Ogni cenere è polline. Arte tra tradizione e avanguardia

guatelli1In occasione della giornata del contemporaneo, iniziativa promossa da Amaci (Associazione musei d’arte contemporanea italiani) e dal ministero per i Beni e le attività culturali finalizzata alla valorizzazione dell’arte contemporanea in Italia, la Fondazione Museo Ettore Guatelli di Ozzano Taro, in collaborazione con Eles Iotti, nota storica dell’arte, propone al pubblico un ciclo di tre incontri (dal 26 settembre al 10 ottobre) e l’inaugurazione della mostra di Dario Rossi, artista contemporaneo alla scoperta di alcune poetiche artistiche del ‘900. 

Considerando la ricerca artistica come continuo rinnovamento dell’esistente e il Museo Guatelli come luogo di identità plurali si individueranno all’interno di esso oggetti e trame in grado di suggerire chiavi interpretative e spunti di approfondimento critico per portare il pubblico ad uno “sguardo laterale” e conquistarlo con un occhio più sicuro e meno ingenuo al piacere dell’arte moderna. L’idea è quella di guidare i presenti in una esplorazione visiva aperta alle sollecitazioni e provocazioni che provengono dalle opere e dal sistema semantico ed estetico del Museo stesso per portarli a riflettere su ciò che sta dietro all’immediato visibile e intorno ai linguaggi espressivi di alcune avanguardie artistiche del XX secolo.

scarpeDa sempre l’arte interpreta e racconta il presente, il passato e il futuro spesso rivela aspetti e contenuti inediti che riguardano l’arte stessa, l’uomo, la natura, la vita, la morte, la religione, la filosofia ecc. L’arte moderna è per vocazione capace di aprirci a nuove possibilità di visione e di interpretazione dell’arte antica e della realtà ma nel caso specifico sarà la sofisticata metodologia antropologica del museo a fornirci chiavi di accesso e temi di approfondimento.

Partendo concretamente dal contatto visivo ed emotivo con l’esistente, oggetti e materiali particolarmente significativi conservati al museo, poi con la proiezione di immagini di opere d’arte approfondiremo un confronto tra espressioni di cultura e sensibilità afferenti per delineare alcune linee guida delle ricerche e delle poetiche artistiche del ‘900.

guatelli2Calendario degli ppuntamenti:

Giovedì 26/09 – ore 17,30 (c/o Museo Guatelli di Ozzano T.): DAL BOSCO DELLE COSE AL GIOCO SERIO DELL’ARTE: dal transitorio all’eterno – Ore 19.00 – Inaugurazione mostra dell’artista Dario Rossi

Giovedì 3/10 – ore 17,30 (c/o Museo Guatelli di Ozzano T.): DADA E NEWDADA: arte e negazione dell’arte

Giovedì 10/10 – ore 17,30 (c/o Museo Guatelli di Ozzano T.) ARTE POVERA: precarietà e povertà come risorsa

ALZHEIMER E ARTE alle Gallerie d’Italia di Milano

Le grandi opere d’arte ridisegnate dai malati di Alzheimer sono in mostra da oggi al 3 novembre alle Gallerie d’Italia di Milano. Sono il frutto del laboratorio di arte-terapia promosso dalla Fondazione Manuli Onlus che ha coinvolto undici malati insieme ai loro familiari.
“Spesso i familiari si stupiscono di vedere la bellezza delle opere riprodotte – spiega Ornella Mazza, responsabile del progetto di Fondazione Manuli-, capiscono che i loro cari hanno una parte sana che ha ancora tanto da trasmettere nonostante la malattia”. E continua: “Le nostre attività di arte e musico-terapia sono rivolte al benessere del malato, per farlo socializzare e ridargli autostima e un’identità personale”.
Leggi l’intero articolo su Redattore Sociale

MESTIERI E MAESTRIE: giovani generazioni a contatto con l’arte

L'artista Mirco Denicolò

L’artista Mirco Denicolò

“Il blu e gli altri colori. Storie di mestieri e maestrie”

Residenze creative e laboratori per giovanissimi tra i 12 ed i 15 anni, dal 23 settembre parte l’esperienza, promossa dalla Provincia di Pesaro e Urbino in collaborazione con la Comunità Montana Alto e Medio Metauro ed il Comune di Urbania.

Il progetto si articolerà in due percorsi: il primo, dedicato alle scuole medie e superiori del territorio provinciale, consisterà in laboratori mattutini gratuiti: lavorazione ceramica; del vetro: (vetrofusione, vetro rilegato – tiffany, decorazione) e laboratori sui colori vegetali (coltivazione piante tintorie, estrazione del colore, utilizzo dei pigmenti, realizzazione e applicazione dei colori); il secondo percorso è invece a 20 giovani che nei pomeriggi potranno frequentare la residenza creativa dell’artista Mirco Denicolò, approfondendo i segreti e le tecniche delle lavorazioni dei colori, del vetro e della ceramica. Durante le visite ai Centri coinvolti si raccoglieranno suggestioni, disegni, opere, foto, video e racconti. La narrazione di storie e tecniche darà vita ad un “Diario del Colore”, fatto di immagini, opere, memorie che Mirco Denicolò trasformerà in una performance in forma di slideshow, proposta al pubblico nell’evento conclusivo che si terrà domenica 6 ottobre, alle 16.30, al Barco Ducale di Urbania in occasione della “Giornata del Contemporaneo” (promossa da AMACI sull’intero territorio nazionale). Oltre alla performance di Denicolò e dei giovani partecipanti alla residenza creativa “Il colore ritrovato”, interverranno il sassofonista Massimo Valentini (che realizzerà le musiche del filmato, suonandole anche dal vivo), i ragazzi della “Gioachino Orchestra” ed il coro “Le Piccole Voci Duratine” che proporranno un concerto interattivo attorno a “Costruiamo una città” di Hindemith. Tutte le iniziative sono gratuite.

Per iscriversi ai laboratori si può telefonare ai numeri 328.2879125 o 0721.3592390, o inviare una mail a: segreteriaperdutoblu@gmail.com

SALUTE MENTALE e teatro a Buenos Aires: ‘grande rimedio per un grande male”

‘‘…non c’è nulla di più folle che essere sano…’

Pazienti dell’area di Salute Mentale del’Ospedale Policlinico di Buenos Aires presentano nel Teatro IFT della capitale argentina, l’opera “Ciudad” – “un grande rimedio per un grande male “ come definiscono cosi gli attori, lo spirito dell’iniziativa

argentina1A cosa serve il teatro? Non che cosa genera, ma a cosa serve? Forse è una domanda molto ma molto ingannevole, scomoda, o fastidiosa per il mondo della teoria teatrale.

La compagnia “Barquitos de papel” di Buenos Aires ha debuttato al Teatro IFT della Capitale, con l’opera “Ciudad” (Città). Gli attori Laura De Luca, Alvaro Murias e Francisco Polycretis sono utenti del servizio di psichiatria dell’ospedale Policlinico e sono coordinati e diretti dall’attore e regista Valerio Cocco e per loro il teatro è un grande rimedio per un grande male. Cocco rimarca che quello che loro fanno non è arteterapia ma teatro, teatro allo stato puro. Perché chiamarlo in un’altra maniera? Gli attori ringraziano sempre il loro regista, un italiano dai bei modi con molto carattere per insegnare e dirigere. È clown, mimo, attore, trampoliere, ma soprattutto già conosce le logiche dell’America latina alla perfezione, intende bene come funziona il teatro indipendente a Buenos Aires e come funzionano le istituzioni che rinchiudono le persone e come si può fare arte con loro. Come rompere il potere che sopraffà corpi e menti con rimedi peggiori dei problemi mentali che vorrebbero curare. Prima nell’Ospedale Policlinico di Buenos Aires, poi dal 2008 con la compagnia teatrale “Barquitos de Papel” (interamente formata da utenti dei servizi pubblici di salute mentale), adesso nel teatro IFT, l’italiano Cocco ha mostrato a queste persone un nuovo scenario, che libera il corpo, prima legato. Uno scenario dove solamente succede quello che la loro immaginazione propone.

argentina3Quello che più sorpende di “Ciudad” è il suo messaggio. Gli attori costruiscono, attraverso immagini, con frammenti di un teatro antropologico, tecniche di danza, mimo e commedia e qualche oggetto di poco valore – come borse di plastica e scatole di cartone – un paesaggio urbano che è uno “schifo”. Uno “schifo” reale. La decadenza stessa dell’essere umano. C’è rumore, immondizia. Loro ballano sulla musica dei Pink Floyd mentre un coro di bambini grida : “non abbiamo bisogno di educazione!” Nella città di Ciudad, che potrebbe essere una qualsiasi città del mondo, c’è gente che dorme per starda tra i rifiuti, mentre passa un’operatore ecologico, che si confonde e “lo spazza”; c’è una donna che partorisce per strada alle intemperie. Freud diceva che tutti siamo nevrotici. Lo stesso dice Ciudad. Chi sono i pazzi? Chi sono i sani? Non sarà che sono tutti pazzi allo stesso tempo e non se ne rendono conto? A cosa serve vivere in questa maniera? Domande che lo spettacolo tratta, pur avendo un finale più felice che opprimente. “Il teatro non cura tutto, non è la soluzione ad ogni male”, come dice sincerandosi Cocco. Il teatro non cura nessuno, nemmeno cura presumibilmente i sani . Se tutti gli abitanti di Buenos Aires facessero teatro, la città sarebbe sana? Ciudad sarebbe uno spettacolo diverso? Non si sa. Il teatro però è certo che trasforma. Serve. “Non esistono solo i farmaci, ci sono altre strade” afferma Cocco, che oltre che artista è anche psicologo, cosicchè può vedere la cosa da ambo i lati. Adesso la compagnia Barquitos de Papel sta preparando un nuovo spettacolo, che verterà sull’approccio delle psichiatria alle sofferenze mentali.

downloadCocco pensa che è il momento opportuno per portare questo tema in scena, per instaurare il dibattito a tre anni dall’approvazione della legge che regola la Salute Mentale in Argentina, legge che prevede la chiusura definitiva dei manicomi e un’attenzione particolare ai pazienti psichiatrici. Cocco ha lanciato la proposta agli attori, che hanno accettato. L’attore Alvaro Murias della compagnia ricorda un nome che ha cambiato la storia del teatro, Artaud. Ad Artaud gli diagnosticarono la schizzofrenia e passò molti anni chiuso in un ospedale psichiatrico. E cambiò la storia del teatro. Forse…non c’è nulla di più folle che essere sano, come si vede in Ciudad. (Roberta Fonsato)

Fonte: Tratto dal quotidiano argentino Pagina12 del 16 agosto 2013, da un articolo di Maria Daniela Yaccar