Author: La redazione

“Lee Bae – La Maison de la Lune Brûlée”: evento Collaterale della Biennale Arte 2024

La Fondazione Wilmotte ospita dal 20 aprile al 24 novembre 2024 l’evento Collaterale della 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia intitolato “Lee Bae – La Maison de la Lune Brûlée”. Organizzata dalla Hansol Foundation – Museum SAN, dalla Fondation d’Entreprise Wilmotte, con il sostegno della Johyun Gallery, dell’Ambasciata della Repubblica di Corea in Italia, del Centro Culturale Coreano in Italia, dell’Ambasciata d’Italia a Seoul, dell’Istituto Italiano di Cultura di Seoul, di Perrotin, di Esther Schipper, della Città di Cheong-do e di Fabriano. La Bella Carta dal 1264, la mostra curata da Valentina Buzzi, presenta l’oma io e l’esplorazione dell’artista sudcoreano Lee Bae di un rituale centenario noto come Moonhouse Burning o daljip taeugi profondamente radicato nella terra della Corea del Sud. Questo rituale, che coincide con il 15° giorno del primo mese del calendario lunare, si svolge ogni anno con la prima luna piena dell’anno e riunisce l’intera comunità in una celebrazione unica e simbolica della cosmologia ciclica.

L’evento Collaterale di Lee Bae è un’esperienza su estiva e partecipativa che intreccia profondamente il folklore e la tradizione con l’arte contemporanea. Al centro della mostra si trova l’intrinseca connessione tra l’uomo e il mondo naturale, che l’esposizione esplora tramite i temi del rinnovamento, della circolarità e dei ritmi armoniosi della natura, provando a ripensarne l’interconnessione superando la dicotomia natura/cultura della contemporaneità.

La mostra, divisa in due parti, si svolge prima e durante la Biennale Arte 2024, offrendo una ricca narrazione che coinvolge le comunità locali e globali. Prima dell’inaugurazione, Lee Bae ha raccolto messa i da tutto il mondo contenenti auguri per il nuovo anno, trascritti su carta hanji (una carta tradizionale coreana) e bruciati durante la cerimonia daljip taeugi che si è tenuta lo scorso febbraio nella città di Cheong do. L’essenza di questo rituale rivive attraverso il video Burning (2024), proiettato sulle pareti del corridoio d’ingresso che conduce alla sala espositiva, offrendo un primo sguardo al vocabolario dell’opera di Lee Bae, e in conversazione con la composizione sonora Sailing Through Fire (2024) di Tod Machover.

La cerimonia a sua volta è stata registrata e successivamente riprodotta sulle pareti che precedono la sala espositiva della mostra alla Fondazione Wilmotte. L’opera di videoarte, intitolata Burning (2024), verrà proiettata sulle pareti del corridoio d’ingresso della Fondazione che conduce alla sala espositiva attraverso 7 proiettori, intrdoucendo la tradizione del Moonhouse Burning attraverso aspetti visivi e sonori.

All’interno della sala espositiva, i visitatori incontrano diverse installazioni chiamate Brushstroke (2024) che si sviluppano sia sul pavimento che sulle pareti della fondazione, rivestite con carta bianca attraverso una speciale tecnica chiamata marouflage. Le installazioni Brushstroke sono dipinte con vernice a carboncino ricavati dalla combustione del legno del Moonhouse Burning. Lo spazio espositivo diventa una rappresentazione simbolica della speranza che emerge dalle aspirazioni collettive, nonché un momento per sperimentare quello che le filosofie asiatiche riconoscono come “spazio negativo”: la nostra e l’altrui essenza si manifestano attraverso un’assenza che è complementare alla forza bruciante dell’opera video. Il via io prosegue con un imponente monolite scolpito nel 2/10 granito nero dello Zimbabwe, che funge da punto focale per la meditazione e la riflessione. Questa scultura monumentale, alta 4,6 metri e intitolata Meok (2024), evoca il tradizionale bastoncino d’inchiostro coreano, usato storicamente nei circoli accademici e culturali coreani come mezzo per trasmettere la conoscenza attraverso le generazioni. Infine, lo spazio è completato dall’opera su tela Issu du Feu (2024), dove i frammenti di carbone si trasformano in mosaici con riflessi e opacità contrastanti.

Uscendo dalla sala espositiva, i visitatori attraversano Moon (2024), una struttura effimera il cui percorso conduce alle acque veneziane. Avvolto nella carta attraverso la tecnica del marouflage e illuminato da un soffitto in pannelli di vetro giallo, il percorso simbole ia il rinnovamento e la connessione, affinché il pubblico possa sentire e contemplare non solo la laguna veneziana, ma anche la luce della luna che lo riconnette con l’atmosfera di Cheong- do durante il rito del rogo in onore della luna.

In un’epoca segnata dalla complessità e dall’allontanamento dalla natura, “La Maison de la Lune Brûlée” trasmette un potente messa io di riconnessione con i ritmi della terra, celebrando le cosmologie lunari e le tradizioni folcloristiche. La mostra non esplora solo la sa ezza senza tempo della filosofia coreana, ma pone anche domande essenziali sul ruolo centrale delle antiche tradizioni nell’epoca contemporanea. Attraverso la sintesi di arte e rituale, la mostra di Lee Bae invita i visitatori a intraprendere una profonda esplorazione della nostra umanità condivisa e delle possibilità di riscoperta e speranza.

Lee Bae, Oblique, 2022, Charcoal ink on paper, (c) Lee Bae, Courtesy of the artist and Johyun Gallery, Photo by Sangtae Kim.jpeg

INDIRIZZO
Corte Nuova, Fondamenta dell’Abbazia 3560, 30121 Cannaregio, Venice EVENTI 18 Aprile; ore 10 colazione per la stampa, ore 17.30 opening.
ORARI DI APERTURA Martedì – domenica, 10 – 13:30; 14 – 18. Chiuso il lunedì. SITO WEB leebaestudio.com – SOCIAL MEDIA @leebae.art

La ‘Caverna di Platone’: al via i laboratori di psico-teatro, arte, musica per immagini, meditazione

La scienza del simboli
Laboratori di psico-teatro, arte, musica per immagini, meditazione

La Caverna è un archetipo ricorrente nelle diverse culture come un grembo, origine della rinascita e dell’Iniziazione; uno spazio che per l’antica tradizione greca rappresentava il mondo – ed in particolare
per il filosofo Platone – un luogo mitico per raccontare la possibilità di accedere alla conoscenza e liberare l’anima dalle ombre dell’illusione e dell’ignoranza. Oggi la Caverna di Platone, nel quartiere di Prati a Roma, riapre come un luogo dove le più innovative risorse della multimedialità si fondono con le scienze del simbolo e il teatro. Dove le modalità di comunicazione contemporanee convivono con l’espressione umana archetipale, un luogo dove arte, scienza e ricerca trovano una casa comune. La Caverna di Platone, infatti, è una Associazione culturale che si propone di preparare al percorso di certificazione di «Biodrammatista»: l’accreditamento al primo livello di specializzazione che consente in Italia ed in America di lavorare come mimo nel Teatro Trasformativo a Roma e di partecipare come
professionista alle attività di B.I.O.S (The Biodrama Institute of San Francisco) in California.
Naturalmente i corsi d’insegnamento sono aperti a tutti e possono essere seguiti da chiunque fosse interessato ad accrescere la propria conoscenza di se attraverso il linguaggio del corpo, la
complessità del simbolo o la meditazione.

Calendario dei corsi:
Scienze del Simbolo con Katriona Munthe – Ogni lunedì dal 15 aprile ore 16-18 (fino a giugno)
La psicoanalista offre incontri di gruppo sul percorso dei Sistemi simbolici di Lorenzo Ostuni per ritrovare, tra passato e presente, la propria integrità.

Meditazione con Alberto Rinieri – Ogni mercoledì dal 17 aprile ore 18 (sette incontri)
La pratica della meditazione Yogananda come viaggio interiore di conoscenza del sé, per favorire il benessere nella vita e avanzare lungo un sentiero spirituale.

Magia della Maschera (laboratorio teatrale) con Barbara Gerini – Ogni martedì dal 16 aprile ore 18-19.30 (propedeutico al corso intensivo di fine giugno in Toscana). L’uso della maschera neutra nel mimo come strumento per scoprire se stesso e poi trasmettere agli altri il carattere e le emozioni di un personaggio.

Autobiografia Mitica con Sista Bramini – Da lunedì 15 aprile ore 18-20.30: quattro incontri iniziali, più quattro ogni lunedì fino alla fine di giugno (propedeutici al corso intensivo in Toscana dal 5 all’8 settembre). Il racconto orale nei ricordi evocati dal mito, in un cammino che dall’esperienza vissuta, come un viaggio iniziativo, porta alla rappresentazione dell’autobiografia.

Vedic Art con Christine Persson – Da mercoledì 17 aprile ore 16- 18 (trenta ore) propedeutico al corso intensivo che si svolgerà dal 28 maggio al 2 giugno.
Un laboratorio artistico per liberare la creatività nel gesto del disegno e nel colore, guidati dalla saggezza dei testi Vedici per sentirsi parte dell’universo.

Musica per immagini con Max Pace – Da venerdì 19 aprile ore 18-20 fino a giugno.
Un corso aperto a musicisti e creativi per accordare la composizione ad una immaginazione ideografica, con le più nuove risorse multimediali del teatro.
Martedi 16 aprile sarà possibile dalle ore 14 avere consultazioni di psicoterapia e lavoro sui simboli.

Il costo dei corsi è di 25 euro ad incontro (100 euro al mese) previa iscrizione annuale all’associazione culturale (costo 20 euro): La Caverna di Platone – Via degli Scipioni 175/a – Roma. Info: molinobiodrama@gmail.com

Arte e cultura aiutano le persone con danni cerebrali a “riacquistare l’autonomia”

La cooperativa Nomos ha portato un gruppo di pazienti in visita al Museo delle Illusioni di Firenze: “Anche la cultura è utile per riacquistare l’autonomia”

L’arte in aiuto delle persone con grave cerebrolesione acquisita (Gca). Nei giorni scorsi un gruppo di pazienti affetti da Gca seguito dalla cooperativa Nomos ha visitato il Museo delle Illusioni di Firenze, tra giochi di luce, illusioni ottiche, indovinelli, opere da toccare ed esperimenti da fare. La visita fa parte delle attività dei laboratori realizzati dalla cooperativa con il contributo della Fondazione Cr Firenze e insieme all’Associazione Traumi Cranici Toscani per i pazienti con grave cerebrolesione acquisita, con l’obiettivo di favorire l’acquisizione di alcuni diritti come il diritto alla autonomia, intesa non solo come il raggiungimento del maggior livello di indipendenza consentito dalla malattia ma anche come capacità di autodeterminazione nelle scelte, il diritto all’inserimento nella famiglia e nella comunità, e il diritto al lavoro, come strumento di autorealizzazione e di promozione della propria autonomia e dignità personale.

Si tratta di laboratori occupazionali, luoghi in cui viene svolta un’attività produttiva specifica e sono volti al reinserimento sociale e lavorativo dei destinatari. I laboratori di Nomos attivi ad oggi sono due: uno a San Giovanni Valdarno l’altro a Grosseto. 

“Il laboratorio è progettato per aiutare i pazienti a riabilitare le loro capacità motorie, cognitive e di comunicazione, nonché ad apprendere nuove abilità” spiega il presidente di Nomos Francesco Manneschi.  “La visita al Museo delle Illusioni è stata un’importante occasione per promuovere l’autonomia, fare un’ attività ricreativa, uscire da una routine quotidiana e far incontrare i partecipanti ai gruppi. E’ stata un’esperienza divertente e coinvolgente. Vogliamo ringraziare tutto lo staff del museo per aver reso questa esperienza possibile e per la disponibilità e la sensibilità dimostrate nella relazione con i nostri ragazzi”.

La Cooperativa Sociale Nomos opera dal 2010 in tutta la provincia di Firenze, sviluppando modelli innovativi di presa in carico ed erogazione di servizi socio-assistenziali, per anziani e disabili, in risposta alle necessità delle famiglie, ricercando un sistema pratico ed intelligente in grado di mantenere e ristabilire un adeguato livello di benessere e armonia tra i membri.

Non è un paese per donne. La condizione femminile in Iran raccontata dalla cinematografia indipendente

Mercoledì 8 novembre 2023, dalle ore 15 alle 18, l’Accademia di Belle Arti di Bologna ospita Non è un paese per donne. La condizione femminile in Iran raccontata dalla cinematografia indipendente, una rassegna di cortometraggi in collaborazione con Asolo Art Film Festival e con la partecipazione di Silvia Grandi del Dipartimento delle Arti dell’Università degli Studi di Bologna.

Uno dei temi maggiormente affrontati dai giovani registi dell’Iran è la descrizione delle condizioni esistenziali delle giovani donne di quel Paese: un tema trattato con estrema crudezza, una denuncia politica, che copre sia la sfera domestica, sia il rapporto con le istituzioni dello Stato Islamico.

L’elemento più perturbante riguarda proprio l’ambiente domestico in cui le giovani vengono maltrattate in molteplici modi che passano dall’aggressività maschile alla mentalità conservatrice delle donne più anziane: le loro libertà sono negate, i loro desideri repressi, sono costrette ad abbandonare gli studi o a sposarsi con uomini assai più anziani di loro per ragioni di convenienza economica. L’indottrinamento religioso, imposto già dalla scuola primaria, fa vivere nel terrore dei comportamenti ritenuti sbagliati da un “catechismo” rigido e austero. La descrizione filmica di tale condizione ci conduce ad una presa di coscienza drammatica: il processo di autodeterminazione ed emancipazione delle donne iraniane non può che avvenire dall’interno della loro nazione al costo di un probabile tributo di sangue, indicibili sofferenze, e scelte di vita che possano ribaltare la mentalità profondamente patriarcale di cui le donne stesse sono, al contempo, succubi e promotrici.

Mohamad Reza Misaghi, The Little Girls, 2022, 5’00’’

Mohammad Kamal Alavi, Silence Again, 2022, 12’45’’
Una giovane donna vive su una collina lontana dalla città sola e in silenzio. Coltiva e porta i suoi
prodotti in città su una vecchia moto. Sulla via del ritorno, uno spaventapasseri attira la sua
attenzione.

Mohamad Reza Misaghi, The Little Girls, 2022, 5’00’’
La storia racconta di una bambina costretta a sposarsi dalla famiglia e dalla tradizione sbagliata della società.

Ali Riahee, Disgrace, 2022, 12’45’’
Nessa è una giovane ragazza che ha un corteggiatore, ma suo fratello sta cercando di impedirle di
sposarsi. Un terribile segreto tra i due verrà rivelato.

Shayan Shahverdi, Giti jan, 2023, 10’09’’
Una giovane donna sta combattendo contro i suoi problemi.

Mohammad Kamal Alavi, Pufferfish, 2022, 14’59’’
Ava è una bambina iraniana di 9 anni. A scuola, le maestre cantano una canzone che è un’istruzione per “essere una brava ragazza”. Durante una festa di compleanno, un evento inaspettato mette Ava in un grosso dilemma.

Hamid Yousefi, Sphinx, 2022, 14’57’’
In una famiglia religiosa, un ragazzo (di nascosto) guarda le donne con una videocamera e inizia ad
avere un falso mostro che se la sua famiglia capisce.

Negah Sohrabi, The Other, 2022, 14’00’’
Farhad è una giovane storica assunta da una vedova per organizzare i diari del marito defunto. Durante il processo, incontra la nipote di lei e se ne innamora ma la storia d’amore prende una svolta inaspettata.

Amina Maher, Where Is The Friend´s Home?, 2022, 11’21’’
Nel processo di onesta auto esplorazione, due amici condividono i momenti più privati e rompono i
silenzi, cercando di confrontarsi con desideri inespressi.

Amina Maher, Out of Frame, 2022, 14’39’’
Vivendo nella reclusione di un appartamento condiviso con la madre autoritaria, Narges si trova
presto di fronte alla situazione traumatica che le donne devono affrontare sotto il patriarcato.

Keyvan Ahmadi, ThirsT, 2022, 9’50’’
Un ragazzino si sveglia improvvisamente con una sete eccessiva. Cominciò a cercare acqua ma non
riuscì a trovarne…

La rassegna è aperta al pubblico fino a esaurimento dei posti disponibili, senza prenotazione.

Accademia di Belle Arti di Bologna, Aula Magna
Via delle Belle Arti, 54, Bologna
www.ababo.it

Salute mentale, sosteniamo la realizzazione del Marco Cavallo del XXI secolo

Sosteniamo la realizzazione del Marco Cavallo del XXI secolo: scultura-simbolo della rigenerazione dell’ex-manicomio fiorentino di San Salvi

Sissi e Claudio fanno parte della Compagnia Teatrale “Chille de la balanza” – compagnia storica del teatro di ricerca italiano, nata a Napoli nel 1973 e dal 1985 in Toscana, da tempo attenta ai processi di rigenerazione urbana – e insieme all’artista Edoardo Malagigi hanno pensato di attuare un laboratorio per la costruzione collettiva della scultura Marco Cavallo del XXI secolo. Un’opera necessaria per stimolare la consapevolezza della fragilità ambientale e della salute mentale dei nostri giorni, anche in riferimento alla memoria della vita nel manicomio di San Salvi e in particolare agli anni del suo superamento. Considerando poi la partecipazione attiva al progetto di diverse generazioni di cittadini ed artisti, si prevede un impatto sociale significativo, con l’obiettivo di fare comunità, lasciando un segno di forte impatto visivo per il futuro, rigenerando il territorio e avendo coscienza della salute e del benessere di chi fa e di chi guarda.

La compagnia dal 1998 ha sede a San Salvi, ex città manicomio di Firenze dove, su richiesta dell’ultimo direttore Carmelo Pellicanò, è stato costruito un presidio culturale, per aprire al territorio quello che era stata per oltre un secolo una “città negata”. Il progetto intende dar vita alla scultura Marco Cavallo entro il 13 dicembre 2023, in occasione del 25° anniversario della definitiva apertura di San Salvi e nel 50° anniversario della creazione dello storico Marco Cavallo, simbolo del superamento dei manicomi negli anni della rivoluzione basagliana. L’opera si candida già ad essere la Scultura simbolo della rigenerazione dell’ex-manicomio fiorentino, rigenerazione in partenza proprio in questi giorni, come da nuovo Piano Operativo del Comune di Firenze.

Il progetto, protagonista di una raccolta fondi su Produzioni dal Basso, prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation, è supportato da Banca Etica, che promuove iniziative di forte impatto sociale ed ambientale. Se la campagna raggiungerà il 90& dell’obiettivo economico (fissato a 20.000€), riceverà il co-finanziamento da Banca Etica per il restante 10%.