La prima bibliolibreria gratuita nata all’interno di un Dsm si chiama “Plautilla”

Fonte: Agenzia Redattore Sociale

Uno spazio pubblico dove donare, ricevere o scambiare libri usati. Ma soprattutto un luogo di socializzazione per lettori, operatori e ospiti del Dipartimento di salute mentale Giovagnoli di Roma

PlautiliaRoma – Nel cuore di Monteverde, a Roma, all’interno del Centro diurno Giovagnoli (Dsm Asl Roma D) è nata a gennaio 2013, grazie ad una iniziativa dell’associazioneMonteverdelegge la prima Bibliolibreria gratuita d’Italia ‘Plautilla‘. Il nome come sottolineano le socie fondatrici, Maria Teresa Carbone, Maria Cristina Reggio e Silvia Nono, è un omaggio a Plautilla Bricci, grande artista del ‘600 legata al territorio “oggi ingiustamente dimenticata”, prima donna architetto dell’era moderna. La bibliolibreria è aperta a tutti il lunedì (dalle 14 alle 19.30) e il giovedì (dalle 17 alle 19.30) in uno spazio pubblico, il Centro diurno del Dipartimento di salute mentale, destinato alla lettura e alla conversazione, ma principalmente all’incontro e allo stare insieme. Un luogo aperto e accogliente che coinvolge non solo i lettori abituali ma anche le persone con disagio psichico, che  grazie alle diverse attività (letture ad alta voce, incontri, laboratori di traduzione poetica) si propone di trasformare l’accesso ai libri in un momento di relazione all’interno del quartiere.

“I libri vengono reperiti grazie a donazioni private di abitanti del luogo e fuori zona – ci spiega una delle socie volontarie di Monteverdelegge che si occupa fra le altre cose della comunicazione – Per esempio Lisa Ginsburg ci ha fatto una cospicua donazione, oltre 800 volumi di grande pregio. Il livello generale dei titoli che ci portano è sempre medio alto, accettiamo tutti i generi,tranne libri scolastici/universitari e manuali specialistici. Nella bibliolibreria ci sono anche volumi solo in consultazione sul posto, si tratta di libri di un certo valore anche ‘estetico’ o ‘storico’. L’incontro visitatori/operatori è il cuore del progetto, “lo spazio – continua la volontaria – ci è stato messo a disposizione dal Centro diurno Giovagnoli, grazie all’impegno e alla sinergia che si è creata con Patrizia Vincenzoni, psicologa del Centro che ospita utenti con disagi psico-sociali. Chi viene a Plautilla sa che trova noi volontari e certe volte anche gli utenti del Dsm impegnati in diverse attività. Il visitatore ideale passa da noi per prendere un paio di libri, farsi consigliare nella scelta, consegnare magari un paio di altri libri in cambio (ma non è necessario), fermarsi a chiacchierare o partecipare alle iniziative in corso,anche solo mettersi in ascolto. C’è chi viene semplicemente per leggere in santa pace”.
Il progetto è supportato da un’interfaccia web che comprende l’account ‘aNobii’ dove è possibile consultare il catalogo online degli oltre 5000 volumi raccolti. Tutti i testi regalati da chi prima li ha letti, posseduti e amati, vengono messi a disposizione delle persone che possono scegliere se tenerli per sé o riportarli indietro. “La reazione generale registrata fino ad ora – conclude la volontaria – è di sorpresa, entusiasmo e voglia di scambiare parole e una sorta di timidezza nel partecipare alle iniziative collaterali, una volta sperimentate scatta il passaparola! La filosofia di Plautilla?  Socializzare grazie ai libri. (s.lup)

SALUTE MENTALE e teatro a Buenos Aires: ‘grande rimedio per un grande male”

‘‘…non c’è nulla di più folle che essere sano…’

Pazienti dell’area di Salute Mentale del’Ospedale Policlinico di Buenos Aires presentano nel Teatro IFT della capitale argentina, l’opera “Ciudad” – “un grande rimedio per un grande male “ come definiscono cosi gli attori, lo spirito dell’iniziativa

argentina1A cosa serve il teatro? Non che cosa genera, ma a cosa serve? Forse è una domanda molto ma molto ingannevole, scomoda, o fastidiosa per il mondo della teoria teatrale.

La compagnia “Barquitos de papel” di Buenos Aires ha debuttato al Teatro IFT della Capitale, con l’opera “Ciudad” (Città). Gli attori Laura De Luca, Alvaro Murias e Francisco Polycretis sono utenti del servizio di psichiatria dell’ospedale Policlinico e sono coordinati e diretti dall’attore e regista Valerio Cocco e per loro il teatro è un grande rimedio per un grande male. Cocco rimarca che quello che loro fanno non è arteterapia ma teatro, teatro allo stato puro. Perché chiamarlo in un’altra maniera? Gli attori ringraziano sempre il loro regista, un italiano dai bei modi con molto carattere per insegnare e dirigere. È clown, mimo, attore, trampoliere, ma soprattutto già conosce le logiche dell’America latina alla perfezione, intende bene come funziona il teatro indipendente a Buenos Aires e come funzionano le istituzioni che rinchiudono le persone e come si può fare arte con loro. Come rompere il potere che sopraffà corpi e menti con rimedi peggiori dei problemi mentali che vorrebbero curare. Prima nell’Ospedale Policlinico di Buenos Aires, poi dal 2008 con la compagnia teatrale “Barquitos de Papel” (interamente formata da utenti dei servizi pubblici di salute mentale), adesso nel teatro IFT, l’italiano Cocco ha mostrato a queste persone un nuovo scenario, che libera il corpo, prima legato. Uno scenario dove solamente succede quello che la loro immaginazione propone.

argentina3Quello che più sorpende di “Ciudad” è il suo messaggio. Gli attori costruiscono, attraverso immagini, con frammenti di un teatro antropologico, tecniche di danza, mimo e commedia e qualche oggetto di poco valore – come borse di plastica e scatole di cartone – un paesaggio urbano che è uno “schifo”. Uno “schifo” reale. La decadenza stessa dell’essere umano. C’è rumore, immondizia. Loro ballano sulla musica dei Pink Floyd mentre un coro di bambini grida : “non abbiamo bisogno di educazione!” Nella città di Ciudad, che potrebbe essere una qualsiasi città del mondo, c’è gente che dorme per starda tra i rifiuti, mentre passa un’operatore ecologico, che si confonde e “lo spazza”; c’è una donna che partorisce per strada alle intemperie. Freud diceva che tutti siamo nevrotici. Lo stesso dice Ciudad. Chi sono i pazzi? Chi sono i sani? Non sarà che sono tutti pazzi allo stesso tempo e non se ne rendono conto? A cosa serve vivere in questa maniera? Domande che lo spettacolo tratta, pur avendo un finale più felice che opprimente. “Il teatro non cura tutto, non è la soluzione ad ogni male”, come dice sincerandosi Cocco. Il teatro non cura nessuno, nemmeno cura presumibilmente i sani . Se tutti gli abitanti di Buenos Aires facessero teatro, la città sarebbe sana? Ciudad sarebbe uno spettacolo diverso? Non si sa. Il teatro però è certo che trasforma. Serve. “Non esistono solo i farmaci, ci sono altre strade” afferma Cocco, che oltre che artista è anche psicologo, cosicchè può vedere la cosa da ambo i lati. Adesso la compagnia Barquitos de Papel sta preparando un nuovo spettacolo, che verterà sull’approccio delle psichiatria alle sofferenze mentali.

downloadCocco pensa che è il momento opportuno per portare questo tema in scena, per instaurare il dibattito a tre anni dall’approvazione della legge che regola la Salute Mentale in Argentina, legge che prevede la chiusura definitiva dei manicomi e un’attenzione particolare ai pazienti psichiatrici. Cocco ha lanciato la proposta agli attori, che hanno accettato. L’attore Alvaro Murias della compagnia ricorda un nome che ha cambiato la storia del teatro, Artaud. Ad Artaud gli diagnosticarono la schizzofrenia e passò molti anni chiuso in un ospedale psichiatrico. E cambiò la storia del teatro. Forse…non c’è nulla di più folle che essere sano, come si vede in Ciudad. (Roberta Fonsato)

Fonte: Tratto dal quotidiano argentino Pagina12 del 16 agosto 2013, da un articolo di Maria Daniela Yaccar

Uno ‘scatto’ per il cambiamento. Fotografi emergenti condividono un’Italia ridesta

ROMA – “Se puoi fotografarlo, puoi condividerlo” questo in sintesi è il motto del contest “Scatta il cambiamento” un progetto artistico con cui i fotografi emergenti italiani sono chiamati a valorizzare, attraverso i loro lavori, i piccoli e grandi cambiamenti in atto nel nostro paese. Ideato e curato dalle associazioni culturali Jak Italia (l’associazione che dal 2008 ha deciso di reinventare il modo di intendere le relazioni economiche e la gestione del credito, ispirandosi alla svedese Jak Medlemsbank) e Mostrami (progetto artistico culturale di Gruppo 97 Cantieri Sonori, che promuove la giovane arte contemporanea come strumento di responsabilizzazione sociale,  conta oltre 570 artisti iscritti e più di 23 mila membri nella propria community), il contest si avvale anche del supporto della Libera Università di Alcatraz.

In questo momento sociale, si avverte la necessità di riflettere, di mettersi in discussione e portare alla luce segnali positivi, andare alla ricerca di interessanti opportunità, utili servizi per il cittadino, ma anche di piccole azioni quotidiane che si svolgono “lontano dai riflettori” e migliorano la qualità e la dignità di vita degli individui. Un’impresa sociale, un gruppo di amici che fanno volontariato, una casa famiglia che accoglie soggetti in disagio, una grande azienda che assicura un vantaggio a individui con difficoltà, ma anche un solo individuo che lavora quotidianamente per il prossimo, sono loro che i fotografi emergenti dovranno scovare.

“L’obiettivo  – dichiara Carlo Giordano presidente di Jak Italia  – è quello di mappare tutte quelle realtà che non aspettano il cambiamento ma lo fanno!”. Singoli privati, associazioni culturali, movimenti di opinione, organizzazioni pubbliche e private che si sono poste su “un percorso di sviluppo culturale e sociale, ancora prima che economico”. Immortalare tutti quei progetti e quelle attività, più o meno grandi “che lavorano per la ripresa sociale e culturale del nostro paese” e in generale tutto ciò che di positivo ti fa dire “Ecco, qui scatta il cambiamento!”.  È questa la sfida artistica che Sandro Aglialoro, responsabile di Mostrami, lancia ai fotografi emergenti, giovani e grandi, perché il contest è aperto a tutti coloro che “vogliono ancora sognare”.  Ogni partecipante potrà candidare il proprio progetto, composto da una fino ad un massimo di cinque fotografie, entro il 30 ottobre 2013.  (s.lup) 

Ulteriori informazioni:
Mostrami – Sandro Aglialoro 347 38 95 473 marketing@mostra-mi.it  
Associazione Culturale JAK bank Italia – Daniela Caldaroni
d.caldaroni@gmail.com 3477287205, Enrico Longo jakbankitalia@gmail.com 3483906905, Carlo Giordano carlo.giordano@jakitalia.it 

JAK ITALIA
L’Associazione culturale JAK bank Italia (jakitalia.it), dal 2008, ha deciso di reinventare il modo di intendere le relazioni economiche e la gestione del credito, ispirandosi alla svedese JAK Medlemsbank (jak.se). Ne è nata un’idea di business sociale, fatta per essere utile alle persone, sostenibile economicamente e orientata alla semplice copertura dei costi, invece che alla massimizzazione del profitto. Nel 2011 è stato fondato il comitato promotore per la costituzione della futura Banca popolare JAK Italia soc. coop. che, come quella svedese, sarà libera da interessi. Come una ruota di mulino: deve far passare l’acqua-denaro, ma non trattenerla e, lasciando scorrere il flusso, trasmettere energia utile alla vita delle persone.

MOSTRAMI
E’ un progetto artistico culturale di Gruppo 97 Cantieri Sonori, che promuove la giovane arte contemporanea (pittura, scultura, fotografia, video art e street art) come strumento diresponsabilizzazione sociale. Mostrami oggi conta oltre 570 artisti iscritti e più di 23.000 membri nella propria community.

 

Fonte: Redattore Sociale

CIRCO ludico-educativo: al via il XII Meeting nazionale degli operatori

Montelupo Fiorentino (FI), 16/20 settembre 2013

404a541dbcIl Meeting è rivolto agli operatori del settore (per poter partecipare è richiesto l’invio all’atto dell’iscrizione di un CV che ne attesti le competenze) e fornisce loro l’occasione per un aggiornamento professionale e per un reciproco scambio sulle metodologie e le tecniche acquisite. La formula prescelta vede il gruppo dei operatori partecipanti, provenienti da tutta Italia in rappresentanza di varie associazioni e riuniti nella caratteristica e stimolante atmosfera conviviale che caratterizza questi incontri, concentrarsi per cinque giornate su un intenso programma di interventi, workshop, laboratori con bambini, confronti e allenamenti.

Quest’anno il Meeting cambia location, team di supporto locale, titolo e in qualche modo anche pelle.
Ad accogliervi per la logistica nella nuova location di Montelupo Fiorentino troverete un campus con due palestre, la sala/sede di Circo Libera Tutti, un’arena dell’Arci che ospiterà parte della programmazione, le belle illustrazioni di Isabella Grott, la segreteria/banco di Giocolieri e Dintorni, la task force di Circo Libera Tutti.

Meeting_2012_2Tra i principali focus della programmazione di quest’anno segnaliamo:
* 6 percorsi laboratoriali con le scuole primarie
* una serie di 4 percorsi formativi tematici laboratori e workshop
* una serie di attività e incontri legati al tema del circo sociale
* un’intera palestra e serie di attività legate all’acrobatica aerea e sue applicazioni
* un focus sulle attività internazionali (festival e training)
* un momento importante di confronto sul curriculum formativo degli operatori
* uno spettacolo degli allievi dela scuola En Piste di Firenze
* un’anteprima del Festival Cirk Fantastik, con il quale il Meeting entra in rete

Il programma vedrà come sempre integrata la tradizionale griglia di laboratori con le scuole, workshop pratici e teorici, spettacoli serali, con una serie di incursioni in ambiti e territori diversi, ma anche con più tempo libero per facilitare l’incontro, la conoscenza, lo scambio reciproco.
Il Meeting, insieme ad altri eventi, è anche un momento di aggregazione e confronto ampio con altre realtà attive sul territorio e impegnate nel lavoro con l’infanzia. Un’occasione interessante per attivare scambi e collaborazione tra più mondi, affacciandosi l’uno negli spazi dell’altro, partecipando alle rispettive attività, oppure semplicemente facendo nuove conoscenze e scoperte nei break di lavoro.

Fonte: Jugglingmagazine

ARTETERAPIA Perugia-New York: modelli a confronto

Presentato a Perugia un progetto per pazienti autistici che prevede una collaborazione italoamericana. In calendario un seminario e un workshop

Il 13 luglio si è tenuto nella Sala del Consiglio della Provincia di Perugia il convegno “Perugia-New York: un ponte. Modelli di arte-terapia a confronto”, incontro internazionale tra esperti di arte-terapia. organizzato dall’Associazione Sementera e dall’Istituto Gaetano Benedetti Scuola di Psicoterapia, con il supporto della Associazione Lucegrigia

Tra gli argomenti trattati: arte e psicosi, autismo, approcci sensoriali, motori e relazionali, 

integrazione sensoriale nella terapia delle psicosi, progetti di intervento 

nell’educazione degli adulti. U

n progetto nuovo che prevede la creazione di un percorso artistico, riabilitativo e conoscitivo con strumenti tecnologici volti a creare immagini e valorizzare opere artistiche pittoriche attraverso l’interazione sensoriale-motoria.