DA FORMA A VOLTO. Alla scoperta della propria bellezza

image Dal volto specchiato al volto percepito

Una maggiore sensibilità verso la percezione di bellezza dell’aspetto esteriore dell’individuo e relativi riflessi sociali. Questo l’obiettivo principale del ciclo di incontri artistico-creativi per adulti che si terranno a Gorgo Al Monticano Tv, via Risorgimento 62. Un cammino verso una più benevola costruttiva, rispettosa e valorizzante accettazione della bellezza originale propria.

I partecipanti saranno protagonisti interattivi di un arricchimento individuale e collettivo. I lavori realizzati saranno destinati ad una esposizione con fini benefici.

Calendario appuntamenti: 12/02 Vedere in Tondo. Il cerchio dal centro in poi – 19/02 Punto di volta.forma vitale e segno – 26/02 Numero di visi. Soluzioni matematiche d’aspetto – 05/03 Siamo simili. Carta che scarti di nuovo te – 12/03 SpecchiaTi. Manifesto del primo sguardo essenza. I workshop sono a cura di Barabara Turcolin, facilitatore di gruppi e Paola Pamano,  energy artist.

UNO SPAZIO PER ESSERCI. Il racconto di un’esperienza di arteterapia

Atelier di Arte Terapia psicodinamica  “Uno spazio per esserci”

Pubblichiamo con  piacere la sintesi della Mostra collettiva che si è tenuta domenica 15 dicembre 2013, presso il Circolo 1° Aprile, Via Nicola D’Apulia 12 a Milano e nata nell’Atelier di Arte Terapia “Uno spazio per esserci”, laboratorio condotto da Simona Maria Camisani (arte terapeuta ad orientamento psicodinamico) e la dott.ssa Lucia Maria Salvan (arte terapeuta ad orientamento psicodinamico, psicologa. psicoterapeuta) all’interno del Progetto PORTO del Quartiere San Siro finanziato dalla Fondazione Cariplo. 

I lavori sono stati realizzati da un gruppo di utenti (Antonio, Bruna, Dehab, Donato, Elio, Elisa, Maurizio, Giuseppe e Paolo) del CPS di Via Betti – Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli di Milano. 

Il resoconto di Simona e Lucia
…in viaggio con l’Arte Terapia alla ricerca dell’identità per conoscere sé stessi e gli altri, socializzare, integrarsi e favorire il benessere psicofisico
utilizzando i materiali artistici e un approccio ludico…

“Ma che cosa crea, chi poeta non è?
Se uno non ha proprio niente da creare,
può forse creare se stesso.”
C.G. Jung

 

Un momento della mostra

Un momento della mostra

Il lavoro con questo gruppo di utenti, eterogeneo per età e patologia, è stato per tutti molto significativo, ha offerto al gruppo, attraverso la metodologia dell’Arte Terapia psicodinamica, una duplice possibilità comunicativa verbale e non verbale per aiutarli a sviluppare risorse e strategie assertive e aumentare le capacità di socializzazione. Partendo dall’idea che ogni essere umano ha comunque delle parti sane e potenziali, il percorso del laboratorio ha fatto leva su questi aspetti per migliorare l’autostima, lo stato di salute e le strategie di coping, nonché le capacità relazionali. Il gruppo,  ha iniziato il percorso con qualche perplessità e incertezza dovuta principalmente alla novità della proposta. Tuttavia il clima che si è venuto a creare, anche grazie all’accoglienza non giudicante e alle tecniche artistiche facilitanti, ha permesso il fluire della comunicazione e il riattivarsi di energie vitali.

Autoritratti dei partecipanti

Autoritratti dei partecipanti

Molte persone non avevano mai utilizzato i materiali artistici come canale espressivo e di comunicazione; c’è stata pertanto grande curiosità e sorpresa nel vedere emergere dal foglio bianco immagini significative che hanno favorito la possibilità di parlare di emozioni e vissuti a volte anche difficili.

Non ultimo da sottolineare, il valore estetico delle opere che pur non essendo obiettivo del percorso, ha emozionato e mostrato l’emergere di capacità prima sconosciute. Questo ha favorito lo sviluppo dell’autostima e maggior consapevolezza della propria identità.

“mi sono riattivato… come un interruttore da off a on”

“mi sono riattivato… come un interruttore da off a on”

Purtroppo i progetti finanziati dai diversi Enti hanno un termine che lascia un senso di vuoto, per questo abbiamo organizzato, anche con il contributo prezioso dell’educatore Paolo Cozzi, che ha seguito il gruppo, una Mostra come momento che desse un valore aggiunto al percorso svolto. Senza nulla togliere alla bellezza dei lavori, ciò che è stato veramente importante è che, grazie all’Arte Terapia psicodinamica, si sono rimesse in moto per tutti nuove energie, ciascuno con le proprie modalità, che hanno permesso di riavviare un processo interrotto. Questo è lo spirito della mostra che abbiamo condiviso e che abbiamo voluto divulgare.

Alcune frasi dei partecipanti:
“il fenomeno della luce”
“sono rimasto stupito da quello che è emerso di me”
“qualcosa di inaspettato”
“mi sono riattivato… come un interruttore da off a on”
“liberazione, apertura”

– Simona Maria Camisani, Arte Terapeuta ad orientamento psicodinamico, iscritta al Registro Professionale Italiano degli Arte Terapeuti (www.apiart.eu)  e-mail     simona.camisani@libero.it

– Lucia Maria Salvan, Arte Terapeuta ad orientamento psicodinamico ATI , Psicologa Psicoterapeuta    e-mail   lucia.salvan@gmail.com   

ARTE BATTE CRISI. A Favara, un pezzo di mondo migliore

farm-cultural-park2Favara è un paesino di 33 mila abitanti in provincia di Agrigento ( 10km dalla Valle dei Templi) dal centro storico semi distrutto e quasi abbandonato, in crisi, come tutti i paesi del sud Italia, uno di quei posti dove non solo non immagineresti mai di andare…ma non  penseresti neanche che qualcuno ci viva, che un giovane o due abbiano avuto voglia di restare. Invece… proprio in questo paesino nasce Farm Cultural Park una Istituzione Culturale privata impegnata in un progetto di utilità sociale e sviluppo sostenibile “dare alla città e ai territori limitrofi una nuova identità connessa alla sperimentazione di nuovi modi di pensare, abitare e vivere”. Ideatori del progetto Andrea Bartoli e Florinda Saieva  giovane coppia di professionisti (notaio lui e avvocato lei) che hanno deciso di non trasferirsi all’estero ma di restare in Sicilia, smettere di lamentarsi per quel che non va e diventare protagonisti di un cambiamento….

“Stiamo provando a costruire un pezzo di mondo migliore, una piccola Comunità impegnata ad inventare nuovi modi di pensare, abitare e vivere”. Scrivono sulla pagina web del progetto. La coppia ha iniziato ada acquistare i ruderi del centro storico di Favara, e piano piano ristrutturarli, trasformandoli in una galleria d’arte contemporanea, una residenza per artisti di tutto il mondo, un museo d’arte contemporanea per bambini, un giardino dove ospitare eventi e feste, un centro d’innovazione internazionale.

I Sette cortili – Piccole corti collegate tra loro ospitano una serie di piccoli palazzotti e nascondono alcuni piccoli ma meravigliosi giardini di matrice araba. Il Blog britannico Purple Travel ha collocato Favara e Farm Cultural Park al sesto posto al mondo come meta turistica per gli amanti dell’arte contemporanea preceduta da Firenze, Parigi, Bilbao, le isole della Grecia e New York.

spazi-socialiLe attività culturali. Una programmazione culturale dirompente ha caratterizzato i primi tre anni di vita di Farm Cultural Park. Ogni quattro mesi si possono visitare nuove mostre temporanee; incontrare creativi in residenze per artisti, provenienti da ogni parte del mondo, o partecipare a workshop e attività anche con giovani e bambini, presentazioni di libri, concorsi di Architettura, serate musicali e spettacoli performativi. Tanti gli spazi sociali per attività ricreative e turistiche.

Seguiamoli sulla loro pagina Facebook per poter essere aggiornati su tutto quello che accade ai 7 cortili giorno per giorno.

ARTE a sostegno del malato di Alzheimer

image

L’articolo “Vi lascio un segno della mia esistenza” di Chiara Salza pubblicato dalla Rivista Nuove ArtiTerapie ripercorre l’esperienza dell’autrice a contatto per la prima volta con la realtà della malattia d’Alzheimer.

“Terminata, nel 1997, la Scuola di Formazione nelle Artiterapie, avevo molto chiaro che la strada da fare, per potermi considerare un’arteterapista, era ancora molta. Quello che poteva sembrare un limite della scuola si è rivelato, col tempo, essere un pregio: instillare in me la certezza di non essere mai arrivata, e spingermi sempre più in là” Scrive così Chiara Salza, e ancora “E’ con questa predisposizione che nel 2003 vengo a conoscenza del CDT di Como (Centro Donatori del Tempo). Un’associazione che dal 1992 si occupa di sostenere il malato d’Alzheimer e i suoi familiari, comunicando informazioni sui loro diritti, sulla rete dei servizi offerti dal territorio comasco e organizza laboratori di stimolazione cognitiva attraverso diversi percorsi. L’arteterapia dal 2004 si affianca a queste iniziative e, attraverso il mio atelier, vengo a contatto per la prima volta con la realtà della malattia d’Alzheimer”.

La Salza sa bene che per approcciarsi a una patologia così nuova e delicata che colpisce moltissimi anziani non bastano le personali conoscenze, ma bisogna approfondire, studiare l’Alzheimer sotto diversi punti di vista “quello strettamente medico – scientifico, quello della relazione con il malato, quello delle diverse possibilità d’intervento riabilitativo, rimanendone, così, affascinata”.

L’articolo si addentra nel funzionamento della memoria, o meglio delle memorie e naturalmente sottolinea l’importanza dell’arte come integrazione e interazione. “Nei primi 24 mesi – prosegue la Salza – il bambino vive esperienze affettive in relazione al rapporto con la madre. Esse possono essere di diversa intensità, positive o negative, caratterizzate da esperienze traumatiche o no. Tutte queste esperienze vissute, le difese o le fantasie a loro collegate, si depositano nella memoria implicita creando un nocciolo d’Inconscio che non sarà rimosso, condizionando il resto della vita futura. L’area predisposta alla memorizzazione di queste esperienze affettive-emozionali, in una fase della vita preverbale, è l’amigdala. Riconosciuto che l’amigdala interviene nella memorizzazione e nella rielaborazione delle emozioni inerenti alla memoria implicita, l’ippocampo è invece l’area predisposta all’immagazzinamento della memoria esplicita. Nel malato d’Alzheimer a deteriorarsi è principalmente l’ippocampo, mentre l’amigdala resta pressoché intatta a lungo. E’ questa l’area cerebrale sulla quale può intervenire l’arteterapia. Le esperienze emotive primarie di cui ho parlato sopra possono essere riportate in superficie attraverso un linguaggio non verbale ben calibrato: il sogno, la musica, l’arte. Lavorare con soggetti malati d’Alzheimer con l’arte ha lo scopo di proporre un trattamento non legato ad un processo di guarigione, ma finalizzato al benessere e al miglioramento dell’esistenza.

L’articolo prosegue con una serie di obiettivi riabilitativi e con il racconto personale dell’esperienza dell’atelier che la Salza conduce. Esperienza testimoniata dalle immagini pubblicate.

Leggi tutto l’articolo

RISONANZE… Istantanee di creatività del cervello

slide_show_sito_1“In risonanza” è il risultato di un progetto di ricerca interdisciplinare volto a indagare i meccanismi cerebrali messi in atto durante il processo creativo. L

a ricerca è stata condotta da un team di lavoro che ha sancito la collaborazione tra il Mart e l’Università di Trento, grazie al prezioso sostegno della Fondazione Caritro e del Comune di Rovereto.

Oggetto e soggetto dell’indagine, un gruppo di dodici under 35 selezionati, sulla base di specifiche caratteristiche fisiche e attitudinali, tra quelli presenti nell’ADAC, l’Archivio degli artisti attivi sul territorio trentino che da poco più di un mese ha spostato la sua sede alla Civica di Trento. I giovani creativi sono stati sottoposti a un’osservazione scientifica condotta da un gruppo di ricercatori che ha esaminato, attraverso un esperimento di risonanza magnetica funzionale, l’attività celebrale durante il processo di elaborazione di un’opera d’arte. Agli artisti è stato chiesto di concepire un’opera d’arte sul paesaggio, che sarà il tema della grande mostra della prossima primavera al Mart. Come le immagini della risonanza magnetica funzionale non sono fotografie del cervello ma rappresentazioni del suo funzionamento, così le opere in mostra funzionano come mappe del processo creativo, diagrammi di flusso di pratiche cognitive tra le operazioni mentali più complesse in assoluto
Un’esplorazione antropologica, a cavallo tra le discipline umanistiche e quelle scientifiche, tra arte e neuroscienza, alla scoperta di cosa succede nel cervello di un artista quando crea, palesamento riconoscibile di specifici processi cognitivi e percettivi che hanno a che fare con la creazione del simbolico.Le conclusioni della ricerca sono state presentate in due momenti: una conferenza divulgativa, presso la sede della Fondazione Caritro, e la mostra al Mart di Rovereto, Matroneo fino al 12 gennaio 2014, ingresso libero. 

Artisti in mostra: David Aaron Angeli, Fabrizio Berti, Flavia De Carli, Jacopo Dimastrogiovanni, Gabriele Grones, feeela, Annalisa Filippi, Felix Lalù, Luca Marignoni, Federico Seppi, Riccardo Resta.

Fonte: Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto