Category: TEATRO SOCIALE e TEATROTERAPIA

“I STILL HAVE A DREAM” spettacolo teatrale sui diritti e sui sogni

I still have a dream – Spettacolo teatrale sui nuovi diritti

Teatro Reginald – Centro di dramaterapia
Regia di Maria Grazia Silvi Antonini e Blanca Briceno

Riprendendo il famoso discorso di Martin Luther King, lo spettacolo “I still have a dream …”, per la regia di Maria Grazia Silvi Antonini e Blanca Briceno, parla dei nuovi diritti non ancora riconosciuti e di quelli riconosciuti ma non ancora attuati, e quindi dei nuovi sogni che oggi interpellano la società e la politica come obiettivi e come sfida dei tempi presenti.

Lo spettacolo – che  realizzato con un gruppo di 40 attori della scuola del Teatro Reginald-AUI, alcuni dei quali della Scuola per le diverse abilità – è  interessante da diversi punti di vista non soltanto tematici, ma anche stilistici e drammaturgici. A spiegarlo è  Maria Grazia Silvi Antonini :“ il nostro obiettivo è quello di individuare il punto originario della discriminazione rispetto a determinati gruppi sociali su cui abbiamo focalizzato la nostra attenzione: le donne, i disabili, gli omosessuali, gli stranieri, e proporre un ‘Sogno’ costituzionalmente realizzabile in ogni paese. Non partiamo da slogan o soluzioni già trovate. E’ un percorso di ricerca condotto secondo il “Metodo del Teatro del Profondo®”, che, partendo dall’esperienza dell’attore, arriva al cuore della società.

“Un numero così alto di attori, diversi fra loro per età e condizione, che per almeno 6 mesi lavorano, discutono e creano sul tema dei diritti umani – continua Blanca Briceno – è già di per sé un risultato straordinario, possibile grazie anche al “Metodo del Teatro del Profondo®” che utilizziamo e che spero trasmetterà al pubblico con efficacia il risultato del lavoro di conoscenza, ricerca, approfondimento, confronto e creatività che abbiamo fatto”. Promosso dal Fondo Sociale Europeo, Regione Piemonte, APL, Circoscrizione 3, in collaborazione con la Città della Salute e della Scienza (Ospedale Molinette), “I still have a dream …” intende sviluppare conoscenza e dibattito nel pubblico cittadino, nonché fra gli studenti, gli specializzandi, i collaboratori e i professionisti che, nei più diversi ruoli, afferiscono alla Città della Salute e della Scienza. Ad latere è in corso di lavorazione un lungometraggio sullo stesso argomento, realizzato dalle registe coadiuvate dalla sensibilità e dall’esperienza dei registi cinematografici Enrico Venditti e Massimiliano Ferro e che vede l’apporto di una grande madre dei diritti umani, la dott.ssa Consuelo Briceño Canelón, ex viceministro accademico per l’istruzione del Venezuela, riconosciuta esperta internazionale di scienze dell’educazione, paladina dei diritti delle minoranze etniche, delle persone disabili e delle differenze.

A garanzia del risultato il particolare profilo del Teatro Reginald-Centro di dramaterapia che, in collaborazione internazionale dal 1997 con la “Asociación Universitaria Interamericana” di Caracas, svolge una propria ventennale ricerca sui grandi temi sociali e dei diritti umani, attraverso laboratori teatrali rivolti a donne, disabili, giovani e molteplici spettacoli teatrali; ricordiamo fra tutti:  “Donne e dee”, spettacolo attualmente in cartellone sulla storia del movimento di liberazione delle donne e, fra i corsi, la Scuola di Teatro per le Diverse Abilità e gli stage mensili di Teatro Ricerca Donna, attivi alla Circoscrizione 3.

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SIPARIO BIS. La biblioteca internazionale dello spettacolo

Una biblioteca internazionale di opere teatrali disponibile a tutti dove poter individuare e scaricare l’opera da leggere o utilizzare per eventuali messe in scena dei testi di loro gradimento. E’ Sipario/BIS (Biblioteca internazionale dello spettacolo) una pubblicazione permanente del portale www.sipario.it, indirizzata principalmente a chi produce spettacolo a carattere professionale e amatoriale che consente una maggiore visibilità alle creazioni drammaturgiche di autori di diversi paesi con testi in lingua originale, sinossi in inglese, francese, spagnolo e altre lingue.

Il lettore di Sipario/BIS potrà accedervi senza alcuna spesa se iscritto a ‘Sipario Theatre Club’. Le opere pubblicate in lingua originale verranno promosse dalla Federazione internazionale delle riviste di teatro (Firt) e saranno  scaricabili previa autorizzazione degli autori aderenti al progetto. Il lettore interessato, in caso necessiti di una traduzione dell’opera scelta in una particolare lingua, può avvalersi dell’associazione “Officina Lingue” (officinalingue.roma@gmail.com) che in convenzione con Sipario, praticherà prezzi assolutamente concorrenziali, avvalendosi di traduttori professionisti di madre lingua. Per la messa in scena delle opere occorrerà avere l’autorizzazione scritta di Sipario/BIS, garante della tutela di tutti gli autori.

Per informazioni: Sipario/BIS

 

TRACCE DI NARCOTICO SENTIRE: i bisogni umani raccontati sul palco

I BISOGNI UMANI…CI RENDONO VULNERABILI

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Il 25 novembre 2013 ha debuttato a Volvera (To) presso il Teatro Cascina Bossatis, GRIDO Recital, andato in scena in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Lo spettacolo racconta il ‘grido’ di una donna, le sue illusioni e disincanti, le malinconie e i desideri più intimi, sentimenti che riconducono alla vulnerabilità dell’essere umano condizionato e legato ai propri bisogni o “bi..Sogni”. Un grido che non è più solo al femminile ma appartiene a una moltitudine di voci perché  “i bisogni ci rendono vulnerabili…bisogni incontrollabili, necessari, che non ascoltano la ragione”,  ”siamo vulnerabili illusioni, specchi del nostro dentro” come recita la voce sul palco. L’idea iniziale del progetto (produzioneRoSaVida) è stata quella di raccogliere delle poesie scritte negli anni che attraversano il vivere umano, l’amore, l’incapacità, la speranza, la bellezza e la crudeltà dei sentimenti, la persistente e caparbia volontà di amare, e di accompagnare alle parole quei segni che rappresentano, attraverso una illustrazione, l’universo delle “cose non dette” contenute dentro…

imageLa scena è minimale, una sedia, dei cappelli e qualche oggetto, sospese a fare da sfondo un fila di scarpe, rigorosamente rosse. L’atmosfera sul palco è rarefatta, sensuale, a tratti cruda e onirica, il Recital è diretto, scritto e interpretato da Roberta Fonsato. Connubio perfetto a questi testi di sapore ermetico è  il segno–animato di Sabrina Lupacchini, le sue illustrazioni proiettate sulla sfondo del palcoscenico attraverso un video, integrano, completano la scena e appaiono come inevitabile risposta grafica alle parole. Raccogliendo i commenti degli spettatori presenti si evince la realtà di “uno spettacolo raffinato e sofisticato”, “forse comprensibile a pochi” ma che può arrivare a molti, perché alla fine  il senso di tutto viene restituito dalle parole conclusive, che toccano il profondo. Due talenti a confronto, l’interpretazione alla ‘Carmelo Bene’ dell’attrice Roberta Fonsato  – ha commentato uno spettatore alla fine dello spettacolo – e la mano pittorica dal segno ‘liberty’ di Sabrina Lupacchini, che evoca anche un Matisse contemporaneo in bianco e nero, ha proseguito l’attento e curioso signore.

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A chiudere la performance la proiezione inedita di “Elisabetta e la giostra”, un corto animato sul tema del femminicidio, frutto sempre dell’unione artistica degli scritti della Fonsato-Lupacchini, che fa parte del format “Strisce a Tratti. Muti per parlare” – corti animati a sfondo sociale una produzione RoSaVida. L’impressione è quella di entrare a teatro con un  torpore narcotico e uscirne scossi, “svegliati” da un ‘Grido’, che ci riporta necessariamente a noi.

Siti di riferimento:
www.rosavida.altervista.org, www.robertafonsato.wix.com/robertafonsato, www.sasette.it  

 

SALUTE MENTALE e teatro a Buenos Aires: ‘grande rimedio per un grande male”

‘‘…non c’è nulla di più folle che essere sano…’

Pazienti dell’area di Salute Mentale del’Ospedale Policlinico di Buenos Aires presentano nel Teatro IFT della capitale argentina, l’opera “Ciudad” – “un grande rimedio per un grande male “ come definiscono cosi gli attori, lo spirito dell’iniziativa

argentina1A cosa serve il teatro? Non che cosa genera, ma a cosa serve? Forse è una domanda molto ma molto ingannevole, scomoda, o fastidiosa per il mondo della teoria teatrale.

La compagnia “Barquitos de papel” di Buenos Aires ha debuttato al Teatro IFT della Capitale, con l’opera “Ciudad” (Città). Gli attori Laura De Luca, Alvaro Murias e Francisco Polycretis sono utenti del servizio di psichiatria dell’ospedale Policlinico e sono coordinati e diretti dall’attore e regista Valerio Cocco e per loro il teatro è un grande rimedio per un grande male. Cocco rimarca che quello che loro fanno non è arteterapia ma teatro, teatro allo stato puro. Perché chiamarlo in un’altra maniera? Gli attori ringraziano sempre il loro regista, un italiano dai bei modi con molto carattere per insegnare e dirigere. È clown, mimo, attore, trampoliere, ma soprattutto già conosce le logiche dell’America latina alla perfezione, intende bene come funziona il teatro indipendente a Buenos Aires e come funzionano le istituzioni che rinchiudono le persone e come si può fare arte con loro. Come rompere il potere che sopraffà corpi e menti con rimedi peggiori dei problemi mentali che vorrebbero curare. Prima nell’Ospedale Policlinico di Buenos Aires, poi dal 2008 con la compagnia teatrale “Barquitos de Papel” (interamente formata da utenti dei servizi pubblici di salute mentale), adesso nel teatro IFT, l’italiano Cocco ha mostrato a queste persone un nuovo scenario, che libera il corpo, prima legato. Uno scenario dove solamente succede quello che la loro immaginazione propone.

argentina3Quello che più sorpende di “Ciudad” è il suo messaggio. Gli attori costruiscono, attraverso immagini, con frammenti di un teatro antropologico, tecniche di danza, mimo e commedia e qualche oggetto di poco valore – come borse di plastica e scatole di cartone – un paesaggio urbano che è uno “schifo”. Uno “schifo” reale. La decadenza stessa dell’essere umano. C’è rumore, immondizia. Loro ballano sulla musica dei Pink Floyd mentre un coro di bambini grida : “non abbiamo bisogno di educazione!” Nella città di Ciudad, che potrebbe essere una qualsiasi città del mondo, c’è gente che dorme per starda tra i rifiuti, mentre passa un’operatore ecologico, che si confonde e “lo spazza”; c’è una donna che partorisce per strada alle intemperie. Freud diceva che tutti siamo nevrotici. Lo stesso dice Ciudad. Chi sono i pazzi? Chi sono i sani? Non sarà che sono tutti pazzi allo stesso tempo e non se ne rendono conto? A cosa serve vivere in questa maniera? Domande che lo spettacolo tratta, pur avendo un finale più felice che opprimente. “Il teatro non cura tutto, non è la soluzione ad ogni male”, come dice sincerandosi Cocco. Il teatro non cura nessuno, nemmeno cura presumibilmente i sani . Se tutti gli abitanti di Buenos Aires facessero teatro, la città sarebbe sana? Ciudad sarebbe uno spettacolo diverso? Non si sa. Il teatro però è certo che trasforma. Serve. “Non esistono solo i farmaci, ci sono altre strade” afferma Cocco, che oltre che artista è anche psicologo, cosicchè può vedere la cosa da ambo i lati. Adesso la compagnia Barquitos de Papel sta preparando un nuovo spettacolo, che verterà sull’approccio delle psichiatria alle sofferenze mentali.

downloadCocco pensa che è il momento opportuno per portare questo tema in scena, per instaurare il dibattito a tre anni dall’approvazione della legge che regola la Salute Mentale in Argentina, legge che prevede la chiusura definitiva dei manicomi e un’attenzione particolare ai pazienti psichiatrici. Cocco ha lanciato la proposta agli attori, che hanno accettato. L’attore Alvaro Murias della compagnia ricorda un nome che ha cambiato la storia del teatro, Artaud. Ad Artaud gli diagnosticarono la schizzofrenia e passò molti anni chiuso in un ospedale psichiatrico. E cambiò la storia del teatro. Forse…non c’è nulla di più folle che essere sano, come si vede in Ciudad. (Roberta Fonsato)

Fonte: Tratto dal quotidiano argentino Pagina12 del 16 agosto 2013, da un articolo di Maria Daniela Yaccar

Il racconto dell’isola sconosciuta. A teatro domenica 23 giugno

Il Racconto dell’Isola sconosciuta

Attori sempre in scena, un coro che funge da “coscienza collettiva”, novità in scena per un gruppo teatrale che evolve,  esplora isole sconosciute e rivela al pubblico grandi tesori….

gardenPer la regia di Roberta Fonsato, si terrà domenica 23 giugno alle ore  17,00  presso il Centro La Serra di Casette d’Ete (Sant’Elpidio a Mare-Fm) lo spettacolo teatrale “Il Racconto dell’Isola sconosciuta” con gli attori dei Centri Cittadella del Sole di Porto S. Elpidio e della Serra di Casette d’Ete. “Liberamente tratto da un libro di Jose Saramago, – spiega la regista – lo spettacolo si gioca a a fili scoperti, tutto è visibile; gli attori stanno sempre in scena anche quando non hanno le battute il che presuppone una concentrazione attiva e costante”.

“Si è scelto di avere la presenza in scena di un ‘coro’ – continua Roberta Fonsato –  che prende parte alle scene principali e partecipa da supporto e contraltare, dando voce a quanto accade quasi come una sorta di coscienza collettiva. ”

Altra sperimentazione è stata quella di inserire un “doppio attore” all’attore principale che “suggerisce le battute, ma non in maniera invasiva, anzi in modo interpretativo e quest’opzione ha caratterizzato ancora di più i personaggi, protagonisti e doppi. Il teatro e il suo doppio appunto , richiamando il celebre Artaud”. Il percorso con il gruppo avanza e si evolve: esplora isole sconosciute nella magia del mare artistico e scopre grandi tesori. Lo spettacolo è ..dedicato a Mariangela… (slup)

Il programma dell’evento