Archive for: Aprile 2018

Galleria Civica di Modena presenta “A cosa serve l’utopia”…

Venerdì 27 aprile 2018, ore 18
 presso la Galleria Civica di Modena (Palazzo Santa Margherita, sale superiori – Corso Canalgrande 103, Modena) a cura di Chiara Dall’Olio e Daniele De Luigi, sarà inaugurata la mostra “A cosa serve l’utopia”. Opere fotografiche e video di trentadue artisti e fotografi italiani e internazionali, selezionate dai patrimoni collezionistici gestiti da Fondazione Modena arti visive e dagli archivi della prestigiosa agenzia Magnum.

Prodotta da Fondazione Modena arti visive nell’ambito del festival FOTOGRAFIA EUROPEA – Reggio Emilia dedicato al tema “Rivoluzioni. Ribellioni, cambiamenti, utopie.”

Saranno presenti: Gino Lugli (Presidente di Fondazione Modena arti visive), Diana Baldon (Direttrice di Fondazione Modena arti visive), Chiara Dall’Olio (curatrice della mostra), Daniele De Luigi (curatore della mostra).

La mostra è in collaborazione con Fotografia Europea, Magnum Photos e Contrasto.

“A cosa serve l’utopia” resterà aperta fino al 22 luglio 2018

 

(sabrina lupacchini/slup)

Manifestazione d’arte immorale: al via il “Bando ExPolis 2018”:

Scarica il Bando ExPolis 2018: selezione per “Work in progress” o “Studi Teatrali” che, attraverso il percorso del bando, sviluppino uno spettacolo da inserire nella Stagione Sperimentale 2018/2019 del Teatro della Contraddizione.

Il bando è aperto a compagnie teatrali di ricerca, di danza contemporanea e a gruppi artistici multidisciplinari che abbiano già realizzato almeno uno spettacolo/performance. I progetti presentati non devono mai essere stati presentati a Milano in forma di spettacolo compiuto.

La data di scadenza entro cui inviare la propria candidatura è il 17 maggio 2018

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“Make art not war” l’appello dell’arte contro le armi

Sarà inaugurata a Casa Museo Spazio Tadini di Milano il 3 maggio 2018 alle 18,30 “Make art not war”  di Fabio Ferrone Viola (classe 1966). La mostra curata da Paola Valori è presentata dall’Associazione Michele Valori con il sostegno di Generali Italia.

L’iniziativa, “provocatoria fin dal titolo, dopo la trasformazione dei rifiuti urbani in opere d’arte nella recente esposizione romana “CRASH” al Vittoriano, prende ora spunto dal famoso slogan pacifista anni ’60. “Make art not war” è il nuovo disperato appello dell’artista contro le armi”. Una selezione di una trentina di opere “realizzate con vere e proprie armi originali: maschere antigas, cannoni, missili, bombe a mano, taniche militari di benzina, con immagini sacre e messaggi che non solo costituiscono la cifra stilistica dell’artista, ma diventano in questo contesto testimonianze dal forte valore storico”.

“Impegno sociale e partecipazione del pubblico”, sono  le premesse con cui l’artista  sbarca nei suggestivi spazi della Casa Museo Spazio TadiniDa sempre impegnato a denunciare l’incuria e l’inquinamento ambientale, Ferrone Viola “non poteva restare indifferente anche di fronte ai temi della guerra, trovando nell’arte ancora una volta riflessione critica e azione di denuncia”Partendo dalle opere esposte “si avvieranno dibattiti e confronti con lo scopo di far riflettere sugli orrori della guerra e sul valore della pace, cercando di portare le nuove generazioni oltre l’odio e la violenza, coinvolgendole intorno al valore forte dell’arte e della cultura come strumenti di riflessione e cambiamento”.

La mostra resterà visitabile fino al 3 giugno 2018. Un catalogo documenterà la mostra con testi di Massimo Sgroi, Chiara Canali e Paola Valori.

 

(sabrina Lupcchini/slup)

Immortalare “figure contro”: la fotografia della differenza

All’Abbazia di Valserena, sede dello CSAC di Parma, apre sabato 21 aprile 2018 alle ore 11.00, la mostra “Figure contro. Fotografia della differenza”, nell’ambito dell’edizione 2018 di Fotografia Europea dal titolo “Rivoluzioni. Ribellioni, cambiamenti, utopie”.

Curata da Paolo Barbaro, Cristina Casero e Claudia Cavatorta, nella Sala delle Colonne dello CSAC, la mostra “è interamente costruita con materiali provenienti dagli archivi dello CSAC e consente di ‘vedere’ con chiarezza come la fotografia, soprattutto nel corso degli anni Settanta, abbia avuto un ruolo importante nel sensibilizzare le coscienze intorno a questioni nascoste, dimenticate, se non censurate, anche al di là di esplicite intonazioni di denuncia”.

Giuseppe Morandi. Samartin San Martino 1970

Le figure contro sono quelle immortalate negli scatti: “persone escluse dal racconto sociale, letteralmente spinte ai margini, in quanto la loro stessa esistenza è in contrasto con le logiche imperanti nella moderna società; cancellate dall’immaginario collettivo, esse ritornano con tutta la loro pregnanza in queste immagini, che si danno come asserzioni di esistenza, testimonianza di vite condotte all’insegna della differenza, della non omologazione, della sofferenza, ma anche della spontaneità e della naturalezza. In altri casi sono protagoniste figure che rispetto a queste logiche si pongono in contrasto, contro –  appunto – che protestano, manifestano, non si rassegnano, affermando un modello alternativo”.

Giordano Bonora. L’incontro n.7. Bologna 1980

I fotografi: Giordano Bonora, Anna Candiani, Carla Cerati, Mario Cresci, Uliano Lucas, Paola Mattioli e Giuseppe Morandi “ciascuno secondo la propria sensibilità e con il proprio linguaggio hanno contribuito a tradurre la fotografia da strumento di pura constatazione a strumento critico, di denuncia ma anche più sottilmente di riflessione, utile ad una presa di coscienza di quello che è la società italiana in pieno boom economico. Bianco e nero, aspetti ostentati ma anche culture e umanità rimosse. La complessità di un paese viene mostrata, mettendone in luce tutte le contraddizioni. I toni sono differenti, ma la forza di tutte le fotografie esposte in questa mostra risiede, in fondo, nella loro adesione alla realtà, oltre le convenzioni e i cliché, in una totale coincidenza di atteggiamento tra i soggetti ritratti e gli autori. Essere veri: un modo semplice ma radicale, questo, di essere figure contro”.

“Alan e il Mare” chiude la stagione teatrale di Industria Scenica

Venerdì 20 aprile alle ore 21.00 all’Everest, spazio storico di Vimodrone ed esempio di rigenerazione urbana, lo spettacolo Alan e il Mare di Giuliano Scarpinato, chiude la stagione teatrale 2017/2018 di Industria Scenica. Unica data a Milano ​per una serata speciale che vede la partecipazione di ​Amnesty International Lombardia. Il giovane regista e drammaturgo, classe, 1983, è attualmente tra le nuove promesse più apprezzate della drammaturgia in Italia, “porta in scena un’altra tematica di scottante attualità, ormai protagonista della cronaca di tutti i giorni, la tragedia dei migranti, in scena, la storia di Alan Kurdi – il piccolo bambino siriano la cui fotografia del corpo inerme, scattata sulle rive di Bodrum in Turchia, ha scosso il mondo intero”.

“Questo tragico fatto di cronaca, per molti versi impossibile da rappresentare, si sublima qui ​nell’ideale canto di una sirena, che con videomapping e videoproiezioni porta sul palcoscenico dell’Everest l’evento reale in ​una dimensione onirica e trasfigurativa, l’unica capace di affrontare argomenti difficili quali ​la separazione, il lutto, lo smarrimento identitario, e di arrivare agli occhi ma soprattutto alla sensibilità di un pubblico giovanissimo (dagli 8 anni in su). L’Alan di Scarpinato – un bambino-pesce, fratello delle alghe e dei coralli, figlio perduto di un padre che era in cerca di fortuna – è infine pronto a  condurci in un viaggio immaginifico e doloroso, eppure carico di speranza, negli abissi di un mare lontano”.

Industria Scenica ​nasce nel 2012 con l’idea di progettare e realizzare percorsi che integrano le arti performative con il sociale, la formazione con lo sviluppo personale e ricreativo del singolo e della collettività