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La musica della vita

Seminari di MUSICOTERAPIA ANZIANI DISABILITA’

Calendario giornate di studio

I seminari vogliono essere un approfondimento intensivo sulla tematica Musicoterapia Anziani, Musica con Alzheimer, Parkinson, Musica come accompagnamento al termine della vita, Musica come attività in struttura in collaborazione con il settore dell’animazione, della fisioterapia con il lavoro degli operatori, in raccordo e collaborazione con i famigliari degli anziani. Questi percorsi formativi sono particolarmente indicati per musicisti, operatori del sociale, medici, infermieri, fisioterapisti, coordinatori di struttura, psicologi, studenti di scuole di musicoterapia di nazionalità italiana o straniera. Non vi sono limiti d’età. Non è richiesta una competenza musicale specifica di base. Gli incontri alterneranno attività laboratoriali ad attività didattiche frontali che in ogni modo saranno condotte con esemplificazioni video.

Al termine del corso verrà consegnato attestato di partecipazione.

I seminari per essere confermati devono avere almeno 7-8 iscritti. Nel caso si raggiungesse un numero di iscritti superiore al numero consentito (numero max iscritti differente nei vari appuntamenti) verranno programmate più date di incontri da concordare con la segreteria del corso.

Fin dagli anni 90 Roberto Bellavigna insegnante e musicista attivo in ambito concertistico lavora stabilmente in equipe all’interno di strutture geriatriche e nei centri con ragazzi disabili con progetti strutturati di musicoterapia. In questi contesti, nel contatto lavorativo settimanale con le varie situazioni, ha maturato un approccio musicale pratico e nel contempo analitico volto a rivalutare la risorsa empatica personale ed emozionale della musica come strumento che promuove obiettivi importanti quali la socializzazione, il recupero e il potenziamento cognitivo, l’attivazione e il supporto del movimento. Molte le collaborazioni formative in varie zone d’Italia sia in ambito progettuale che nel contesto scolastico e sociale. La casa di riposo “Rossi Sidoli” sede storica del lavoro di musicoterapia di Roberto Bellavigna è sede di incontri e di confronto verifica sulla tematica musica anziani che hanno prodotto negli anni Convegni, corsi di formazione e collegamenti con altre esperienze a carattere nazionale ed internazionale sul tema della valutazione in musicoterapia e sull’organizzazione di percorsi terapeutici musicali con anziani e malati di Alzheimer. Attualmente la rivista tematica www.musicoterapia-anziani.eu fondata da Roberto Bellavigna e di cui è direttore editoriale è punto di riferimento documentale e informativo sulla tematica in Italia ed all’estero. l corso vuole essere un approfondimento sull’utilizzo della musica nelle relazioni di aiuto in ambito geriatrico e scolastico nonchè nei centri ove sono ragazzi disabili. Allo Stage possono partecipare musicisti, operatori del sociale, medici, infermieri, fisioterapisti, insegnanti, coordinatori struttura, psicologi, studenti di scuole di musicoterapia di nazionalità italiana o straniera. Non vi sono limiti di età, non è richiesta una specifica competenza musicale specifica di base. Chi vuole portare con sè strumenti musicali personali di proprio gradimento è invitato a farlo.

Per aggiornamenti sulle date e i luoghi
www.musicoterapia-anziani.eu

Scritti da voi… Riabilitati “ad arte”

Fantasia e creatività a lavoro

di Sabrina Girotti

Mi sono diplomata nel 1987 presso l’istituto Santo Stefano di Porto Potenza Picena in terapista della riabilitazione.  Sono uscita con tante conoscenze tecniche riguardo l’anatomia, la fisiologia, il movimento, la sensibilità, il linguaggio ecc.ecc. ma con nessuna nozione riguardo l’improvvisazione. Da subito mi è mancato qualcosa, l’uomo è fatto  molto di più che di schemi ben definiti.
Così ho cominciato a cercare, a pensare, a fare qualcosa di diverso inserendo accanto a tutte le conoscenze acquisite, fantasia e creatività.

 

Creatività e riabilitazione: un incontro
All’inizio è avvenuto tutto in maniera esclusivamente intuitiva, caotica, poi man mano seguendo una traccia ben precisa. Il primo approccio è stato quello di non dare niente per scontato e cioè di non fidarmi assolutamente delle diagnosi definitive  ”la lesione è così vasta, quindi non si può fare niente”. Il ‘non si può fare niente’ non esiste nella mia pratica quotidiana. Mi riferisco alle persone affette da patologie neurologiche alle quali viene spesso data una sentenza definitiva, io le rifiuto, caratterialmente non fanno parte di me. Così ho iniziato a vedere la persona affetta da certe patologie sotto un punto di vista più completo. Generalmente quando mi trovo di fronte ad una persona che può avere disturbi legati alla sensibilità, al movimento all’attenzione, alla memoria, al linguaggio, alla spazialità, cerco di fare un analisi e poi lavorare sui contrari. Faccio esempi pratici: se una persona è affetta da una patologia che dà rigidità articolare e muscolare lavorerò sulla morbidezza, sulla elasticità. In che modo? Naturalmente in maniera creativa! In questo caso mi viene in aiuto la figura del cerchio, delle onde, del cullare, del dondolare e naturalmente l’uso di una musica appropriata.

Seduta “arteriabilitativa” tipo
Elencherò di seguito come si potrebbe svolgere una seduta individuale di questo tipo con una persona affetta da rigidità e costretta a trascorrere la maggior parte del suo tempo in carrozzina. Faccio disegnare un grosso cerchio alla persona poi la invito a seguire il tracciato prima con la testa, poi con le braccia, il tronco, gli arti inferiori e i piedi. Naturalmente io lo aiuto nei movimenti . In un secondo momento mi posiziono di fronte a lui ed eseguiamo insieme gli stessi movimenti.Passiamo poi a lavorare “sull’onda”, quindi la faccio disegnare e si procede alla stessa maniera che con il cerchio. Per simulare i movimenti dell’onda ho constato che è molto utile utilizzare una stoffa azzurra morbida che al ritmo di una musica con i rumori del mare calmo permette un vasto repertorio di movimenti. Per quanto riguarda il movimento del cullare “uso” musica tipo ninna nanne e a coppia si eseguono movimenti avanti-indietro, destra-sinistra di varie parti del corpo o globalmente. La seduta generalmente si conclude con un brano musicale in cui si cerca di legare tutti i movimenti fatti precedentemente e cioè cerchio, onda, cullare, ne risulta una danza. La persona all’inizio può trovare “la tecnica” un po’ insolita ma poi si diverte, si rilassa e sta meglio e credo che questo sia il risultato migliore al di là della patologia.

LIBRI – Arteterapia e Alzheimer

Quando ripenso alle conoscenze acquisite dalla prima esperienza con la malattia di Alzheimer ad oggi, sono soddisfatta perché posso affermare con certezza che ogni forma d’arte, anche se povera, alternativa, semplice diviene una piccola vittoria sull’annientamento della persona che tale malattia porta con sé. Nello spazio transizionale dell’arte, aver dato voce alle forme, ai colori, alle linee, ascoltando le risonanze emotive che risuonavano in ognuno di noi, ha permesso un incontro diverso, attraverso linguaggi non verbali, con chi lentamente ed inesorabilmente è stato privato della sua identità. Ho scoperto che attraverso l’arte è possibile entrare in contatto anche con le parti più sofferenti dell’altro, senza spaventare e allontanare in posizioni di difesa o negazione del dolore, permettendo una reciproca fiducia, utente e terapeuta, in un percorso di vita unico. Sono dieci anni che svolgo ques ta professione in diversi ambiti di cui quattro con con il Centro Donatori del Tempo. Questo libro vuole essere la condivisione di un’esperienza con quanti desiderano approfondire la relazione tra arteterapia e Alzheimer…”

Il libro tratta il tema dell’arteterapia come una delle terapie integrative nel trattamento delle persone colpite dalla malattia di Alzheimer. Attraverso il racconto dell’esperienza vissuta nell’atelier del Centro Donatori del Tempo di Como, definisce quali sono le peculiarità di questo nuovo approccio alla malattia. Scritto con un linguaggio semplice e comprensibile da chiunque, stimola la curiosità e il desiderio di approfondire gli argomenti trattati. “Quando ripenso alle conoscenze acquisite dalla prima esperienza con la malattia di Alzheimer ad oggi, sono soddisfatta perché posso affermare con certezza che ogni forma d’arte, anche se povera, alternativa, semplice diviene una piccola vittoria sull’annientamento della persona che tale malattia porta con sé. Ho scoperto che attraverso l’arte è possibile entrare in contatto anche con le parti più sofferenti dell’altro,  senza spaventare e allontanare in posizioni di difesa o negazione del dolore, permettendo una reciproca fiducia, utente e terapeuta, in un percorso di vita unico”. Così l’autrice presenta il volume, che è il racconto di un’esperienza concreta al Centro Donatori del Tempo di Como (che quest’anno festeggia il 30esimo di attività e che ha maturato una grande esperienza tra arteterapia e malattia di Alzheimer. L’obiettivo è quello di offrire un’immagine chiara e precisa di cosa sia l’arteterapia e di come essa possa affiancarsi ad altri percorsi terapeutici e riabilitativi già in uso.

Arteterapia si rivolge:
– ai familiari “care-givers” che potranno scegliere di accompagnare il proprio parente presso quelle strutture che offrono questo tipo d’intervento;
– agli operatori professionali che svolgono la propria attività in case di riposo, centri diurni o associazioni rivolte agli anziani;
– agli studenti in formazione o arteterapeuti in attività.

Indice:

Presentazione

Prefazione

Alzheimer: nozioni base – sintomi e caratteristiche della malattia

Arteterapia: cenni storici e linee generali

Organizzazione del visibile: dall’ancora al già e dal già all’ancoraparallelismi con il disegno infantile

Una storia: William Utermohlen

Arti figurative e Alzheimer: l’esperienza con il Centro Donatori del Tempo

Il setting – luogo dell’ incontro

Informale e Alzheimer – arte sganciata dalla patologia

Bibliografia

Note: Edito in collaborazione con il Centro Donatori del Tempo di Como
Chiara Salza
Scheda del libro su internet

Dal percorso espressivo alla Mostra

“L’arte del qui ed ora” è una mostra frutto di un percorso di 3 mesi, comprende opere realizzate dagli ospiti del Centro diurno Alzheimer Fondazione Roma. Il Centro Alzheimer, diretto dalla prof.ssa Luisa Bartorelli, sperimenta da tempo la musicoterapia. È la prima volta che propone un’esperienza di arteterapia, inserendo nelle sperimentazioni già in corso con la mediazione artistica, anche l’espressione grafico-pittorica. Tra le strategie non farmacologiche proposte ai pazienti affetti da demenza, la musicoterapia è diffusa ed inizia ad avere diverse evidenze scientifiche sulla validità del suo utilizzo in tale patologia. L’arteterapia invece è ancora poco sperimentata. Questo progetto vuol contribuire a inserire tra le attività di riattivazione una nuova metodologia espressiva che coinvolga oltre agli ospiti, anche le operatrici abituali, che così hanno la possibilità di conoscere nuovi strumenti di lavoro. Il percorso espressivo, condotto dalla psicologa Silvia Ragni del Centro Diurno e dall’arteterapista Loredana Alicino, supportate dalle altre operatrici, ha coinvolto i 24 ospiti che afferiscono al Centro diurno in due turni settimanali di 12 persone. Le tecniche proposte sono di immediata esecuzione, utilizzano gesti semplici, ancora perfettamente padroneggiati dai pazienti, per evitare il confronto con un’abilità posseduta precedentemente e ora compromessa. Permettono di realizzare composizioni raffinate sul piano estetico, e facilitano il passaggio al valore simbolico dell’immagine.
La mostra presenterà 48 opere realizzate al Centro Diurno, selezionate tra le tecniche di Suminagashi, Collage, Colla farina e Monotipo e sarà visitabile durante il periodo festivo dalle 15 alle 17.
Un catalogo delle opere, con la spiegazione delle tecniche e del processo arteterapeutico completa questo percorso che ha coinvolto fortemente pazienti e operatori.

L’ARTE DEL QUI ED ORA – UN PERCORSO DI ARTETERAPIE
Centro Diurno Alzheimer Fondazione Roma

Via A. Poerio 100, Roma
Per informazioni:Centro Diurno Alzheimer 06-58899324
silviaragni62@gmail.com, info@alzheimeruniti.it

Fonte: Nuoveartiterapie

Tommasina: “sono i ricordi che ho dimenticato”

“Io sono quello che ho dimenticato”, dice Tommasina, mescolando presente e passato. Tommasina ha 92 anni ma è convinta di averne 18. Vuole laurearsi e diventare professoressa, innamorarsi e sposarsi. La sua giornata raccontata nel video di Margherita Spampinato, fa scoprire una dignità poco nota dell’Alzheimer (in Italia quasi un milione di malati e 36 milioni nel mondo), l’importanza dell’accudimento e una struttura pubblica dove gli anziani tornano bambini.

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