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“Hic Sunt Dracones”: Nicola Bertellotti e la bellezza dell’abbandono

Child's play

Child’s play

Nicola Bertellotti è un fotografo di Pietrasanta, Lucca, svolge ricerche sui luoghi abbandonati e “defunzionalizzati”, dislocati in tutto il mondo, che ri-prendono vita grazie alla natura.

Il suo progetto consiste nel mostrare la trasformazione di questi luoghi. “Hic Sunt Dracones” è il titolo della personale di Bertellotti in programma a Napoli al Castel dell’Ovo, Sala delle Terrazze, dal 29 luglio al 16 agosto. L’artista si orienta verso l’estetica della decadenza, “portandolo a sviluppare una poetica improntata alla bellezza dell’abbandono”.  L’esposizione a cura di Patrizia Varone ha il Patrocinio del Comune di Napoli, assessorato alla cultura.

I'm Groot

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“Taciti Tesori”: magia e memoria di luoghi sospesi nel tempo”

4ddb0b6e-13b4-4d98-86ff-2a70a0c5de94Il 24 giugno (ore 19.30) presso la Galleria espositiva El Bagnin De Gorla (via Bertelli 44, 20127 Milano), apre “Taciti Tesori”, mostra fotografica di Ylenia Bruzzese che inaugura il quarto allestimento del percorso #AltriMondi2016 (a tema Il viaggio, paesaggi sociali). La rassegna è promossa da Cascina Martesana e Associazione ETC ed ospita ogni anno nella galleria espositiva della cascina, percorsi fotografici e cicli di mostre tematiche aperti ad artisti di ogni genere,  selezionati attraverso il bando di partecipazione. Sono ancora aperte le iscrizioni per le rassegne 2017 (Il volto, ritratti del mondo) e 2018 (L’orizzonte, equilibri della natura).

L’intento del progetto “Taciti Tesori”  è quello di restituire per mezzo d’immagini, lo splendore originario di edifici abbandonati, oltrepassare porte chiuse dove il tempo sembra essersi fermato e mostrare lo stato attuale di spazi “dove la memoria è viva”. Sono luoghi che spesso non trovano considerazione, poiché ritenuti pericolanti, sporchi e privi di fascino, le persone non immaginano che al loro interno, dietro i loro cancelli sbarrati, dietro le porte chiuse, si cela la magia e la memoria di questi ambienti sospesi nel tempo, “inaspettati e a volte surreali ma capaci di evocare emozioni”. Le fotografie sono state scattate in Europa tra il 2013 e il 2015. La mostra sarà visitabile fino al 14 luglio 2016 a ingresso libero. Orari di apertura: da martedì a domenica dalle 11.00 alle 24.00, lunedì dalle 16.00 alle 24.00. Per informazioni: inmostra@cascinamartesana.com.; etc@cascinamartesana.com. (sabrina lupacchini/slup)

“Mediterraneo: tra terre e mare”: la fotografia per conoscere l’altro da sé

Antonella Monzoni

Antonella Monzoni

La fotografia come “visione, sguardo, attraverso cui osservare e conoscere altre culture, l’altro da sé”. E’ questo il cuore della rassegna “Mediterraneo: tra terre e mare” che inaugurerà il 31 maggio a Napoli alle ore 12 al teatro dell’Accademia di Belle Arti con il coordinatore del Biennio specialistico di fotografia Fabio Donato e la partecipazione della Biblioteca nazionale di Napoli, dell’Archivio di Stato di Napoli. Il Mediterraneo è un’area di mediazione che ha realizzato fin dall’antichità un laboratorio di intrecci culturali ed artistici, che ha prodotto e suggerito linee di sviluppo singolari tanto quanto motivi di attrito elevando quest’area a “sperimentale” luogo di re-lazioni dove le culture e le arti coesistono, dialogano, si contaminano.

Giuliana Rogano. Donne

Giuliana Rogano. Donne

La rassegna annuale parla di attualità, cultura e società, attraverso l’arte in quanto fornisce un contributo essenziale all’interazione tra culture e la fotografia è un’espressione artistica che “concorre a veicolare maggior conoscenza e la conoscenza facilita la socialità”. Nata nel 2012, “Mediterraneo: fotografie tra terre e mare“, si svolge tra la metà di maggio e metà luglio (14 e il 15) coinvolgendo più di una città all’interno del cui tessuto urbano una serie di spazi accolgono le mostre dei fotografi selezionati attraverso i bandi. I percorsi espositivi mettono insieme strutture con rilevanza storico-architettonica e strutture invece contemporanee. I dialoghi tra la fotografia e la cultura, tra differenti generi della fotografia e tra generazioni di fotografi e i dialoghi a favore della valorizzazione del patrimonio storico-architettonico, sono le due finalità dell’evento.

 

Greta Gandini

Greta Gandini

La città ospiterà le tre sezioni dell’edizione 2016 tra cui la seconda edizione di “Sguardo di Donne sulle Donne del Mediterraneo” dedicata alle sole fotografe e che ha trovato un largo consenso già nell’edizione 2015 e che quest’anno sarà ospitata all’Archivio di Stato di Napoli. Proprio a Napoli “Lo Cunto” Associazione di Promozione Sociale che organizza la rassegna, ha dato il via, l’inverno scorso, ad un Laboratorio di Fotografia per Donne Straniere che vivono nella città di Partenope. Un estratto degli scatti prodotti saranno esposti tra le mostre in programma.
Le altre sezioni riguardano l’attualità, con punti di vista singolari e orientati al presente e al vissuto personale che potranno essere viste al Pan Palazzo delle Artidi Napoli dal 4 giugno, e il Premio Mediterraneo 2016 allestito alla Biblioteca Nazionale di Napoli.

Martino Chiti. Suspended City

Martino Chiti. Suspended City

La rassegna si sposterà a Metà giugno a Roma con un convegno organizzato dall’UniMed Unione delle Università del Mediterraneo – Sapienza Università e due mostre ospitate dalla Galleria – Le Artigiane e dalla Libreria Fahrenheit 451.
A fine giugno i tre progetti fotografici vincitori del Premio Mediterraneo 2016 saranno presentati ed esposti a Venezia.
Tutte le notizie e le novità sono inserite nel comunicato allegato o potrete trovarle sul sito  Allegate anche le 16 immagini dei 16 progetti selezionati dalla giuria 2016: il nome del fotografo, che va necessariamente inserito, è nel nome del file. Il totale degli scatti in mostra è sono 160, con 15 fotografi partecipanti. (sabrina lupacchini/slup)

 

I volti del fotografo Matthias Canapini raccontano “un’umanità spesso dimenticata”

 Daw Moe Phout, 90 anni. Ultima donna di etnia Paduang (donne giraffa). Foto: Matthias Canapini

Daw Moe Phout, 90 anni. Ultima donna di etnia Paduang (donne giraffa). Foto: Matthias Canapini

Dall’Italia fino in Vietnam e ritorno, un lungo viaggio via terra, fatto di innumerevoli passi e di km macinati in treni e autobus, per raccontare a grandi e bambini, attraverso immagini, parole e resoconti audio “Il volto dell’altro”. È questo il progetto nato nel mese di marzo del 2015 da un’idea di Matthias Canapini, giovane fotografo e scrittore fanese che quando può “viaggia qua e là in Italia e nel mondo, con macchina fotografica e quaderno degli appunti”, nei suoi vagabondaggi grazie all’aiuto di associazioni locali e internazionali incontrate durante il cammino (ActionAid, Parada Italia onlus, Aibi, le associazioni Apopo e Kharkiv Station), ha potuto documentare tantissime realtà: dalle mine antiuomo in Bosnia ai campi sfollati in Siria; dalle proteste di Gezi Park in Turchia al mondo delle adozioni in Kosovo. Ventiquattro anni, idee chiare e una spiccata sensibilità verso le tematiche sociali, Canapini non solo viaggia, nel frattempo racconta, allestendo mostre, partecipando a conferenze, scrivendo libri.

“Il volto dell’altro” è un viaggio iniziato il 10 giugno 2015: “ho attraversato i Balcani e l’Est Europa, raccontando Srebrenica e i ragazzi di strada a Bucarest – racconta Canapini – nel cui sottosuolo, tra lo sporco ed il buio delle fogne, vivono bambini, uomini, donne e anziani. Poi l’Ucraina e le tristi storie degli sfollati che ogni giorno continuano a scappare dal Donbass. La Russia a bordo della Transiberiana, la Cina da nord a sud”. Ad Hanoi in Vietnam, il fotografo raccoglie le testimonianze sugli effetti, tuttora ben visibili, dell’agente arancio, diossina altamente chimica lanciata dall’esercito statunitense durante il conflitto. In Cambogia, incontra il dramma delle mine antiuomo; in Thailandia visita il Centro “fabbricazione protesi” vicino la città di Chang Mai, costruito per dar supporto alle migliaia di vittime lungo i confini del paese. Raggiunge, sempre via terra il Nepal, dove racconta il post terremoto. “Ho tagliato metà mondo in aereo per tornare di corsa in Europa e realizzare l’ultimo lavoro di questo lungo progetto collettivo – prosegue – un reportage che racconta il dramma dei migranti in fuga da guerre e persecuzioni lungo le vene dei Balcani, a due passi da casa nostra”…. (sabrina lupacchini/slup)

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DON’T KICK ME OUT: un’antologia e un libro d’arte sul tema dei respingimenti

DKMO - CoverEsce per la collana Il Girovago, della bolognese Edizioni Nuova S1, DON’T KICK ME OUT. Un’antologia e un libro d’arte sul tema del respingimento. Dalla testimonianza all’opera d’autore: 45 voci, un tema universale. Il volume sarà presentato il 13 aprile a Bologna, il 12 maggio a Torino.

Il volume è il risultato di un bando omonimo lanciato nel 2015: una open call che ha preso spunto da una citazione tratta da una poesia di Emanuel Carnevali, Il Ritorno (1924): «O Italy, o great boot/Don’t kick me out again!» (O Italia, grande stivale/non cacciarmi di nuovo a pedate). La risposta al bando, documentata dal libro, raccoglie alcune delle voci più interessanti del momento: 34 autori, a cui si sono affiancati 11 artisti affermati a livello nazionale e internazionale, che hanno messo a disposizione la propria creatività per tenere idealmente a battesimo il progetto.

Fra questi ultimi: Paolo Cossi per il fumetto e l’illustrazione; Stefania Fersini e Cristina Gardumi per la pittura, Piergiorgio Robino (Studio Nucleo), Adriana Napolitano e Carnovsky per il design; Emiliano Ereddia, Nicola Bonazzi, Cristiana Astori, Antar Mohamed Marincola e Uche Nduka (per la prima volta tradotto in Italia) per la letteratura; URFAUT per la fotografia. Attraverso molteplici linguaggi (prosa, poesia, pittura, illustrazione, fumetto, fotografia, design, video), tutti gli artisti si sono misurati su alcune dinamiche nel nostro immaginario condiviso e sempre di più all’ordine del giorno: dalle esperienze di migrazione alle posizioni delle élite intellettuali, dalle situazioni intime e famigliari ai traumi del lavoro. L’impegno comune è stato quello di evitare la polemica sterile, le lamentazioni vittimistiche, o anche la retorica dell’inclusione e della tolleranza come fine a se stessa, per tornare a dialogare su tutti questi temi senza indulgere in semplificazioni. Il libro documenta dunque un progetto artistico vero e proprio, che attraverso voci e forme diverse prova a rispondere, in modi sempre nuovi, ad alcuni interrogativi che hanno una portata storica e geografica molto ampia.

A riprova del valore artistico del progetto, per questa prima edizione a tiratura limitata (solo 800 copie numerate) ogni volume è stato impreziosito dal designer Piergiorgio Robino, che è intervenuto direttamente su una pagina del libro con una sua opera originale, unica e irripetibile.

Info e modalità per avere il libro: info@nuovas1.it – tel. 051 346050 Mercoledì 13 aprile alle ore 18 il volume verrà presentato in un incontro pubblico e gratuito alla Libreria Coop Ambasciatori di Bologna (via degli Orefici, 19) alla presenza di Lorenzo Cimmino (Collana Il Girovago) e di tre fra gli autori che hanno contribuito al progetto. Il libro sarà inoltre presentato giovedì 12 maggio al XXIX Salone Internazionale del Libro di Torino (Sala Avorio). Nelle prossime settimane verranno calendarizzati incontri anche a Roma e in altre città italiane.