Category: Esperienze

Torna il TreeArt Festival: natura e arte strumenti generativi di incontro e relazione

Cultura, arte, divulgazione scientifica e sostenibilità saranno al centro dell’innovativo TreeArt Festival, che torna nella suggestiva cornice di Buttrio, località in provincia di Udine, dal 23 al 26 settembre, con la sua seconda edizione. L’evento, che avrà luogo presso la settecentesca Villa Florio e all’interno del suo secolare parco botanico, è organizzato dal Comune di Buttrio con i partner Giant Trees Foundation, per lo sviluppo delle iniziative scientifiche, e Opificio 330 per le iniziative artistico-culturali. Una manifestazione in cui artisti, scienziati e divulgatori celebrano una visione della natura come “strumento generativo” di incontro e di relazione, con una ricca proposta di dibattiti, incontri e performance, ma anche momenti esperienziali en plein air, mostre d’arte e concerti. Un festival nel segno della sostenibilità, nato lo scorso anno per diffondere e ampliare la sensibilità green facendo dell’albero, del suo ciclo di vita, della metamorfosi e l’utilizzo dopo la sua morte, metafora di un sistema di vita sostenibile e partecipato.

Durante il TreeArt Festival, Villa di Toppo Florio sarà soprattutto il palcoscenico naturale per le gigantesche installazioni del prestigioso artista francese Christian Lapie, che vanta installazioni in ogni parte del mondo, in particolare Giappone, Canada e Stati Uniti. Lapie approda per la prima volta in assoluto in Italia proprio in occasione del TreeArt Festival di Buttrio con l’esposizione delle sue monumentali opere lignee che resteranno visitabili fino al 24 di ottobre prossimo. L’artista d’oltralpe ha iniziato a lavorare il legno in grande formato nella foresta amazzonica proseguendo nel tempo la produzione di questa tipologia di opere che sono ormai divenute il leit motiv della sua creazione artistica recente. I suoi lavori mettono in discussione la nostra memoria individuale e collettiva. Sono installazioni di figure spettrali che nascono da luoghi scelti, intrisi di storia. Qualunque sia il continente, queste figure senza volti, monumentali e potenti, interrogano e destabilizzano.

©benoitpelletier

La meravigliosa poesia delle sue creazioni nasce proprio dalla trasformazione dell’albero, sposando perfettamente il tema portante di questa edizione del Festival friulano, che indaga sulle molteplici opportunità della sua metamorfosi. Lapie rigenera l’albero, lo scolpisce e talvolta carbonizza i tronchi imponenti fino a renderli personaggi epici e magnetici. Sono delle forme antiche, primordiali e dinamiche che animano le memorie di ognuno di noi e ci accompagnano verso un cammino dal destino imprevedibile. All’artista di fama internazionale sarà dedicata una personale all’interno degli spazi di Villa di Toppo Florio mentre nel parco all’esterno della dimora storica troneggerà un’opera di oltre sei metri di altezza, per 2,5 tonnellate di peso, che verrà lasciata dall’artista in modo permanente per contribuire alla creazione di un museo contemporaneo a cielo aperto. Les secrets en equilibrio, l’opera scelta da Lapie, è formata da due sculture «dritte e protettrici – come spiega lui stesso– che chiamano a sé, hanno la forza dell’attrazione, generano aggregazione».

S’Affuente: la magia di uno strumento “non solo musicale” e la sapienza di un artigianato vivo

di Sabrina Lupacchini

“Viaggiare. Perdere paesi. Essere altro costantemente, non avere radici, per l’anima, da vivere soltanto di vedere” (Fernando Pessoa)

I viaggi arricchiscono lo sguardo, amplificano i sensi e se hai il gusto di coglierne la sostanza, quei luoghi finiscono per appartenerti così nel profondo che diventano altre dimore in cui vivere. In Sardegna ci vado da una serie lunghissima di anni per un legame che, partendo da una storia familiare, è divenuto nel tempo affine a questa terra ed ha finito per confondersi con essa, incrociandone destini. In uno degli ultimi passaggi sardi nella Comunità di Sestu (CA), che vi invito a conoscere attraverso il sito, mi sono imbattuta in un affascinante “disco armonico”, l’Affuente, che Dionisio Pinna e Renzo Zucca stavano realizzando nel laboratorio artistico-artigianale di sbalzo su rame della Comunità. Un oggetto esteticamente bello, contenitore di cose e silenzi, strumento musicale, piatto da appendere… Il sacro, il profano, la tradizione, l’arte e il suono. Incuriosita, ho chiesto loro di raccontarmene la storia. Gli amanti dell’arte e dell’artigianato possono comprenderne il valore, i musicisti invece, potrebbero addirittura innamorarsene.

“L’Affuente è uno strumento improprio, ovvero non realizzato originariamente per produrre suoni ma che saltuariamente svolgeva questa funzione”, racconta Pinna. “Si trattava infatti di un piatto prevalentemente in ottone lavorato a sbalzo con intarsi pronunciati raffiguranti fiori, grappoli d’uva, pampini, croci o disegni astratti; tenuto in posizione verticale, veniva percosso con una grossa chiave sui bordi o raschiato sul fondo a ritmo di musica. Oggetto sacro e parte del corredo delle chiese, fin dal tardo Medioevo è attestato il suo utilizzo per sollecitare e raccogliere l’obolo dei fedeli o per deporvi le spine del Cristo e i chiodi del crocifisso durante la deposizione (S’Iscravamentu) o, infine, per poggiarvi gli oli sacri durante la funzione del battesimo. Si trasformava però in oggetto profano durante il carnevale quando, affidato dal parroco alla popolazione, veniva impiegato per dare il tempo ai balli tradizionali sardi, in particolare su ballu de s’Affuente, ballo tipico che sopravvive ancora nelle zone di Ottana (Nuoro) e Ghilarza (Oristano).

L’Affuente realizzato nel Laboratorio della Comunità di Sestu (Cagliari)

“Il modello qui fotografato, realizzato dalla cooperativa Comunità di Sestu, ha richiesto un lungo lavoro, interamente manuale – continua Pinna -sia nella fase di progetto che nella sua esecuzione. Utilizzando una lastra di ottone crudo di 1,2 mm di spessore, mantenendo il motivo centrale fedele alla tradizione e sbalzandolo con ceselli particolari, si è cercato di decorarlo con motivi legati alla tradizione della Sardegna, che sono stati incisi utilizzando punte particolari. La curvatura si è ottenuta con ceselli sagomati facendo scorrere la superficie dell’ottone dal centro verso la periferia e avvolgendo l’intero bordo intorno ad un filo di ferro di mm 6. Verificando continuamente la qualità del suono, strofinando o battendo un ferro nella zona posteriore, utilizzando anche legni duri sagomati, il piatto è stato corredato di una striscia di cuoio che ha la funzione di accogliere il pollice sinistro del percussore/raschiatore. In tale modalità il suono si irradierà grazie alla sua posizione aerea”.

Attualmente l’uso dell’Affuente è prevalentemente legato all’accompagnamento del ballo e viene usato in alternativa ad altri strumenti musicali sardi: launeddas, organetto, scacciapensieri, zufolo, chitarra, canto a tenore, ecc.

RENZO ZUCCA CI FA SENTIRE IL SUONO DELL’AFFUENTE

(Scarica AUDIO)

“Il vero artigianato non gode buona salute – si legge nella pagina del sito della Cooperativa Comunità di Sestu -.  Si è ridotta notevolmente la sua importanza; per giunta è quasi impossibile, oggi, trovare lavori su commissione per conto terzi da altri settori produttivi. Nel nostro caso, la messa in comune delle eventuali altre risorse individuali sopperisce alla riduzione delle entrate da lavoro e una sapiente gestione della spesa collettiva fa sempre da linea guida per fronteggiare ogni situazione difficile”. La Comunità di Sestu nasce il 24 giugno 1972, forti dell’esperienza di Capodarco di Fermo nella Marche, una delle prime comunità in Italia a cercare di offrire alle persone con disabilità un’alternativa alla vita di istituto o all’isolamento in famiglia. Nel 2022 la realtà sarda festeggerà i suoi primi…cinquant’anni. 

“Viaggiare, così è viaggio. Ma lo faccio e non ho di mio più del sogno del passaggio. Il resto è solo terra e cielo”… e mare.

Contaminiamoci d’Arte. Progetto artistico-performativo

Dal 3 al 14 giugno, si terrà a Roma il progetto artistico-performativo Contaminiamoci d’Arte, ideato dalle artiste Teresa e Rossana Coratella e sostenuto da UniDir-Credito.

Contaminiamoci d’Arte è un’iniziativa artistica aperta che si rivolge a tutti. L’opera d’arte, infatti, si propone come un’installazione e si fonde con la città per creare una visione contemporanea e condivisa.

L’obiettivo delle due artiste è quello di contrastare l’immobilismo artistico-culturale dovuto alla lunga chiusura forzata degli spazi museali, e non solo, a causa dell’emergenza sanitaria. Una nuova forma di concepire l’arte quindi, libera e in grado di liberare. Per questo, verranno affissi in tutta la città dei manifesti con i versi poetici di Rossana Coratella e i colori delle tele di Teresa Coratella, per regalare speranza e sogno al territorio romano: arte eterna per la Città Eterna. Un linguaggio artistico, dunque, che diventa espiazione e guarigione, anima e pensiero. Il mezzo e il fine di un 2021, quale anno di rinascita e riscatto.

Dove uno spazio dell’arte resta chiuso, ne nasce un altro non convenzionale, sempre aperto all’arte che non si ferma, che rimane sempre e comunque di tutti.

Tiziano CocoCoordinatore Nazionale di UniDir-Credito BNL ci ha tenuto a spiegare quanto sia importante sostenere il mondo della cultura duramente colpito dalla pandemia, inviando un messaggio di vicinanza e solidarietà: “Le banche sono custodi non solo del risparmio ma anche del genio creativo, promotori e fondatori di un vero e proprio patrimonio culturale”.

L’iniziativa è patrocinata dal Municipio Centro Storico di Roma con la partecipazione di: Sabrina Alfonsi (Presidente del Municipio Centro Storico di Roma); Claudia Santaloce (Presidente della Commissione Politiche Sociali, Politiche dell’lmmigrazione, Emergenza Abitativa, Salute, Sport e Diritti della Persona del Municipio Centro Storico di Roma); Maurizio Arena (Presidente Unidir – Credito); Tiziano Coco (Coordinatore Nazionale di UniDir-Credito BNL).

“Conoscitore d’arte”, nuovo corso di alta formazione

La diffusione delle tecnologie digitali permette ormai di accedere a corsi formativi diversi proposti da Istituti ed Atenei. La Mercatorum, l’università telematica delle Camere di Commercio Italiane, offre corsi di laurea che rappresentano un reale ponte di collegamento tra la formazione e il mondo del lavoro, grazie ad un’analisi costante dei fabbisogni formativi delle imprese.

Foto Fondazione Modigliani

Dalla sinergia tra la Mercatorum e la Fondazione Amedeo Modigliani nasce l’idea di proporre un corso di alta formazione rivolto agli operatori dell’arte e ai diplomati in discipline umanistiche, basato su un innovativo protocollo scientifico.

La Fondazione Amedeo Modigliani nasce con l’intento di promuovere l’arte con una visione soggettiva ed un approccio nuovo, interrogandosi su quali siano gli intenti e la rilevanza dell’impegno culturale di oggi. In collaborazione con la Mercatorum ha realizzato un corso che si sviluppa da un database delle opere pittoriche, riesaminando la bibliografia della tecnica pittorica usata dall’artista, insieme ad informazioni scientifiche inedite e lo studio chimico-fisico eseguito su opere autentiche dell’artista. Con tutte queste conoscenze è stato creato un modello per registrare ed incrociare tutte le informazioni ottenute dal confronto tra le opere autentiche e i risultati ottenuti dallo studio attribuito.

Foto Fondazione Modigliani

Il corso sarà integrato con studi di grafologia applicata e tecniche di indagine stilistica. Verranno valorizzati gli aspetti del mercato dell’arte e dell’investimento in arte. Il Corso prevede 5 moduli interamente fruibili online, ai quali si aggiunge un Laboratorio Pratico, un Laboratorio di Archivistica (in riferimento all’Archivio Modigliani) e una Prova Finale, con l’acquisizione da parte degli iscritti di 31 crediti formativi complessivi.

La conoscenza dei procedimenti delle analisi scientifiche e un approccio di studio innovativo sulla tecnica e lo stile di un autore, permetteranno di formare figure professionali in grado di contrastare e arginare il fenomeno della falsificazione delle opere d’arte” – dichiara Fabrizio Checchi, Presidente della Fondazione Amedeo Modigliani.

Animal study, corso di teatro online

Un attore è davvero bravo se, guardandolo, vi ricorda un animale: se cade come un gatto, mente come un cane, si muove come una volpe
François Truffaut 

Il lavoro sul movimento degli animali è uno dei più classici training dell’attore, usato fin dai tempi di Stanislawskij e continuamente sviluppato e approfondito per le sua straordinaria utilità nella costruzione di un personaggio. Non solo, infatti insegna a lavorare liberamente, sospendere la tendenza ad auto-giudicarsi e cambiare totalmente prospettiva sul proprio lavoro, ma è anche indispensabile per imparare a trasformarsi nel senso più genuino del termine, lasciando andare il proprio atteggiamento abituale e le caratteristiche fisiche e di movimento individuali in un viaggio alla scoperta delle proprie possibilità espressive. È anche un ottimo strumento per sviluppare “l’occhio da attore”, cioè la capacità di osservare minutamente i dettagli e interiorizzare come anche minime variazioni possano produrre grandi cambiamenti. L’obiettivo non è diventare il miglior imitatore di un animale ma costruire un personaggio più vivo e realistico, con una specifica personalità, fisicità e dinamica. È prevista la preparazione di un breve monologo per mettere in pratica ciò che man mano si sarà acquisito.

 Quello proposto è un corso riservato a persone che abbiano già maturato esperienza e non è adatto a chi si approccia per la prima volta a un corso di teatro. Il numero dei posti è limitato al fine di formare gruppi poco numerosi e consentire quindi un lavoro più attento alle esigenze e alle peculiarità di ciascun partecipante. Obiettivo: offrire a ciascun partecipante un ventaglio di attività accessorie al corso in presenza che mantengano allenati i “muscoli” teatrali affinché ciascuno possa formarsi un proprio training teatrale.Una sorta di “palestra” permanente dell’attore. 

KABUKISTA TEATRO
Sempre fuori dall’ordinario
#AnimalStudy.
Dal 19 e 20 aprile seminario sul movimento degli animali
Dove: Meet
Quando: classe 1 ogni lunedì / classe 2 ogni martedì
Orario: 20.45-22.15
Costo: 35 euro ogni modulo da 4 incontri (+tessera associativa)
Durata: Quattro incontri
Info: per informazioni scrivi a info@kabukista.it